AFGHANISTAN
L'Afghanistan è purtroppo avvezzo ai conflitti.
L'invasione sovietica del 1979 portò la devastazione, ma la
ritirata dell'esercito russo dieci anni dopo non riportò la pace.
Quel posto fu preso dai musulmani che innescarono una guerra
civile che degenerò ben presto in una lotta crudele tra fazioni islamiche per la
supremazia religiosa e politica.
Popolazione:
22.720.000
(2000)
Religione:
musulmani
97,89%, parsi 1,5%, induisti 0,35%, etnica tradizionale 0,10%, bahai 0,10%,
cristiani 0,02%, sikh 0,02%, non religiosi 0,01%
Governo:
Non c'è un governo centrale funzionante. È amministrato da
fazioni.
Gli estremisti islamici, principalmente di etnia pashtun talebana,
ottennero nel 2001 il controllo di oltre il 90% del paese e imposero una
stretta interpretazione della sharia, la legge islamica.
Tra l'altro furono messi fuorilegge giochi, cassette audio e
video, televisione e così via. Le donne non potevano lavorare e le giovani non
potevano frequentare le scuole.
Com'è noto il regime talebano è caduto nel novembre scorso in
seguito all'intervento bellico statunitense.
Persecuzione:
I non musulmani non hanno diritto di riunirsi.
Nel 2001 venne stabilita la pena di morte
per chiunque si convertisse dall'islam o cercasse di convertire un musulmano.
Opportunità
missionarie:
Considerato
uno dei paesi meno evangelizzati del mondo, l'Afghanistan conta 48.000 moschee
ma pochissime chiese.
Ci sono 70 popolazioni mai raggiunte. Si parlano cinquanta lingue,
ma soltanto due di esse hanno beneficiato della traduzione del Nuovo Testamento
e di tre porzioni della Bibbia.
Afghanistan
POPOLAZIONE: 21.354.000
SUPERFICIE: 652.225 kmq
RELIGIONE:
Musulmani sunniti: 75%, Musulmani sciiti: 24%
Nonostante
non vi sia una Costituzione (già annunciata per la metà del 1999 ma non ancora
emanata) vale la legge coranica, secondo la quale nessun culto è ammesso
all'infuori dell'islam.
Sono scarsissimi i cristiani, costretti a svolgere esclusivamente
lavoro di tipo sociale e non religioso. Secondo il World Evangelization
Research Center il loro numero ammonta a 2.675 e le missioni sono 33.
Il regime dei talebani sunniti, che controlla la maggior parte del
Paese, perseguita, oltre ai sikh e agli indù, anche i musulmani sciiti, visti
come sostenitori dell'Alleanza del Nord, di cui fanno parte i mujahiddin,
attestata nelle province settentrionali. Gli oppositori sciiti del governo
(come riferisce Ahmed Rashid in Les talibans au coeur de la déstabilisation
régionale, in "Le Monde diplomatique", novembre 1999) contestano da
parte loro la concezione della jihad propria dei talebani, in quanto la legge
islamica non consente l'assassinio di altri musulmani.
In un dossier dedicato al Paese e
pubblicato da "Asia News" nel febbraio 1999, il giornalista Camille
Eid afferma che "nel luglio '98, la radio ufficiale ha informato
"tutti i cittadini autoctoni e stranieri" che la conversione dei
musulmani è "strettamente vietata". Chiunque fosse preso in flagrante
violazione di questa norma sarà sottoposto ai "castighi
islamici"".
Inoltre, sono gravemente condizionate anche le attività
internazionali: "le Ong, accusate di "diffondere propaganda anti
talebana durante i corsi" devono assicurare due ore al giorno di
"lezioni islamiche"".
"Un
ruolo particolare - continua Eid - è giocato dal "Dipartimento per la
Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio", la polizia religiosa,
diretto dal mollah Qalamuddin, forse l'uomo più potente di Kabul, e dal suo
vice mollah Mohammed Sharif Haqqani; "Il nostro dipartimento, ammette
Qalamuddin, conta migliaia di informatori nell'esercito, nei ministeri e negli
ospedali, molti dei quali sono ragazzi.
Siamo un organismo autonomo e non chiediamo il parere del
Ministero della giustizia o della Corte suprema per spere quel che dobbiamo
implementare"".
Il
rapporto 2000 di Human Rights Watch informa dell'emanazione di nuovi decreti
nel mese di settembre 1999.
Il
contenuto è, in parte, quello già anticipato dalla radio nazionale e ne sono
interessati i non musulmani, ai quali è proibito costruire nuovi luoghi di
culto, ma è concesso praticare la propria religione in quelli già esistenti.
Inoltre,
si impone agli infedeli di rendere riconoscibili le loro case usando stoffa gialla,
viene loro impedito di vivere con musulmani, mentre alle donne infedeli è
prescritto l'uso di un abito giallo che permetta ai musulmani di tenerle a
distanza.
Sul
territorio nazionale esistono campi di addestramento per islamisti provenienti
dalle ex repubbliche sovietiche dell'Uzbekistan, del Tagikistan e del
Kirghizistan. Inoltre, vi dimora Osama Bin Laden, lo sceicco accusato di essere
a capo di un'organizzazione terroristica che avrebbe compiuto numerosi
attentati, tra i quali quelli del 7 agosto 1998 contro le ambasciate
statunitensi della Tanzania e del Kenya.
Sul quotidiano "La Repubblica" del 31 dicembre 1999
appare un'intervista al fondatore del gruppo Ansar al sharia, lo sceicco
egiziano Abu Hamza, raccolta da Magdi Allah ("Così addestriamo i
terroristi di Allah"), nella quale il leader musulmano afferma che i
terroristi che hanno tenuto sotto sequestro più di centocinquanta passeggeri di
un aereo delle Indian Airlines dal 24 al 31 dicembre 1999 "sono dei
professionisti addestrati al sequestro degli aerei da specialisti americani e
britannici convertiti all'Islam che operano in Afghanistan".
Sempre
secondo l'intervistato, "l'azione del commando che ha dirottato l'aereo
indiano è avvenuta nel più scrupoloso rispetto dei precetti e della consuetudine
religiosa e militare dell'Islam".
Secondo Alberto Negri (cfr. Filari di papaveri rossi finanziano
gli integralisti, in "Il Sole-24ore" del 29 dicembre 1999), "il
narcotraffico è la prima fonte di finanziamento dei Talebani ma anche di Osama
Bin Laden e degli integralisti pakistani del Kashmir. [...]
I Talebani e la rete di Bin Laden
sostengono senza riserve tutti i gruppi musulmani anti-occidentali e i
guerriglieri del Kashmir.
Il narcotraffico finanzia quindi tre fronti: quello interno, dove
i Talebani non hanno ancora vinto la resistenza del tagiko Massud, il Leone del
Panshir, l'ultimo dei signori della guerra, il network terroristico di Bin
Laden ramificato dal Medio Oriente, all'Europa, agli Stati Uniti, la guerriglia
del Kashmir dove combattono migliaia di pakistani che avevano partecipato alla
marcia su Kabul".
http://www.infinito.it/utenti/lorenzo.scarola