ARABIA SAUDITA
L'Arabia Saudita possiede una
enorme ricchezza petrolifera che produce due terzi delle entrate del governo,
denaro che viene usato per migliorare i servizi e le comunicazioni, per
sviluppare industrie e per finanziare l'espansione dell'islam nel mondo.
Popolazione:
21.606.691
Religione:
musulmani 92,83%, cristiani 4,54%, non religiosi e altri 1,40%,
induisti 0,60%, buddisti e cinesi 0,42%, sikh 0,02%.
L'Arabia saudita è uno stato islamico impegnato nel ruolo di
custode dell'islam e dei suoi luoghi sacri. La maggior parte dei sauditi sono
sunniti Wahhabi.
Un imponente sforzo missionario islamico è coordinato a La Mecca
dalla Lega musulmana mondiale.
Ogni giorno vengono spesi miliardi
di dollari per diffondere l'islam nel mondo.
Governo:
monarchia: la famiglia reale allargata controlla strettamente
l'amministrazione, la diplomazia e il commercio.
Capo di stato: re Fahd Saud
Persecuzione:
Fino a 1.300 anni fa c'era una grossa comunità cristiana, ma poi i
musulmani presero il controllo e tutti i cristiani furono espulsi dal paese.
I dati sulla libertà religiosa e sui diritti umani in
Arabia Saudita sono tra i peggiori del mondo.
Si ha notizia che
l'Arabia Saudita avrebbe pagato alcune società di pubbliche relazioni negli USA
per coprire i pessimi rapporti sui diritti umani nel paese.
Chiunque svolga lavoro
missionario o converta un musulmano va incontro al carcere, all'espulsione o
alla condanna a morte.
Neanche i cristiani stranieri in visita in Arabia Saudita possono
riunirsi per tenere culti.
Opportunità missionarie:
Nonostante la minaccia della persecuzione i seguaci di Cristo
resistono e trovano modi innovativi per riunirsi e incoraggiarsi a vicenda.
Arabia Saudita “Il pericolo mondiale!”
POPOLAZIONE: 20.181.000
SUPERFICIE: 2.248.000 kmq
RELIGIONE: Musulmani sunniti:
95,5%, Musulmani sciiti: 3,3%
NUMERO CATTOLICI: 641.000
"Stato islamico la cui religione
è l'Islam e la costituzione il Santo Libro di Dio e la Sunnah del suo
Profeta", il Regno trae la sua autorità, come recita l'art. 7 dello
statuto fondamentale del potere, dal Libro di Dio e dalla Sunnah del suo
Profeta, ai quali sono o rimangono subordinate tutte le regole dello Stato, che
ha l'incarico di tutelare la fede musulmana, di applicare la shari'a, di
ordinare il Bene e di vietare il Male, oltre che di diffondere l'islam e
assicurare la da'awa, cioè la pratica del proselitismo islamico.
L'art. 26, che regola i diritti dell'uomo, li intende applicabili
limitatamente all'ambito della shari'a.
I cittadini sauditi
sono obbligatoriamente musulmani.
La legge saudita proibisce ai non
musulmani di riunirsi per motivi legati alla propria fede religiosa.
Nel territorio del Regno, secondo
l'agenzia "Compass" del 17 gennaio 2000, vi sono almeno sei milioni
di immigrati non musulmani ai quali è negato ogni diritto a praticare la
propria fede, pur essendovi eccezioni per gruppi numericamente insignificanti.
Negli ultimi due anni,
almeno 130 immigrati cristiani sono stati messi in prigione, privati del lavoro
ed espulsi dal Paese sulla base di accuse di "attività cristiane". Il
6 luglio scorso a Riad, informa "Droits de l'homme sans frontières" del
16 novembre 1999, è accaduto al ventiquattrenne filippino Arsenio Enriquez Jr.,
cameriere di un ristorante della capitale dal 1993, arrestato dopo una
perquisizione domiciliare, in cui è stata trovata una Bibbia.
In carcere ha potuto
ricevere soltanto la visita di un amico e spedire una lettera alla propria
famiglia.
Barbara G. Baker, per l'agenzia "Compass Direct" del 22
dicembre 1999, riferisce dell'arresto di un ingegnere filippino, Edmar Romero,
detenuto dal 1° dicembre perché sospettato di svolgere attività cristiane.
Durante la perquisizione avvenuta nell'abitazione dell'arrestato è stata
sequestrata una bibbia.
Le indagini sono
partite con il sequestro, avvenuto due mesi prima da parte della muttawa (la
polizia religiosa saudita), di un elenco di nominativi durante un'incursione in
un luogo di culto clandestino.
In quell'occasione, l'8
ottobre, sono stati interrogati 267 fedeli e 13 di loro sono stati arrestati ed
espatriati, dopo un'ingiunzione ai loro datori di lavoro affinché li licenziassero.
Romero, liberato il 13
gennaio 2000, ha contestualmente perduto il lavoro e gli è stata comunicata
l'ingiunzione a lasciare l'Arabia Saudita entro tre settimane dalla
scarcerazione.
Intanto, dal 7 gennaio
2000, dopo un'irruzione in una casa privata dove erano riuniti un centinaio di
cristiani, sono stati detenuti dieci adulti e cinque bambini filippini: i
coniugi Art e Sabalista Abreu e i loro figli Kristel, dodicenne, Aaron, di
dieci anni e Keilah, di due.
Con loro erano stati
arrestati anche Dick Mira Velez, Disdado Cadoy, Jun ed Evelyn Vinegas e i loro
figli, Paul, di sei anni e John, di quattro, oltre a Rubino Sulit, George e
Elen Rivera, e Eminesio Rabea. La loro liberazione è avvenuta in due tempi,
come informa l'agenzia "Ansa" del 28 gennaio 2000, nei giorni 19 e
23.
Fonti filippine a Riad
hanno rivelato all'agenzia "Compass" (17.1.2000) che i minori sono
utilizzati come arma di ricatto dalla polizia religiosa per ottenere
informazioni sulla rete di immigrati filippini cristiani e sulle loro attività
di culto.
Altrettanto proibita è
la religione baha'i, definita dall'Accademia di Diritto Islamico dell'Arabia
Saudita "una scissione dell'islam e una guerra contro di esso".
Chiunque vi aderisca è considerato kafir, cioè privo di ogni
diritto.