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BAMBINONE 1

BARBARIE 2

BEATI 3

Berlusconi

BIODEGRADABILITÀ 3

BUGIARDO 3

BIOLOGICO 3

BONTÀ 3

BOSCO 4

BULLISMO 4

BRASILE 5

BUROCRAZIA 7

BAMBINONE

IL «DIO BAMBINO» È UNA DIVINITÀ TIRANNICA, CHE CI VUOLE PRIGIONIERI IN UN'ETERNA GIOVINEZZA, CHE CI IMPEDISCE DI CRESCERE. L'ADULTO MALATO D'INFANTILISMO, PIÙ CHE AMARE VUOL RENDERSI AMABILE, PIÙ CHE DONARE, È TUTTO PROTESO A RICEVERE.

STATE GIÀ RICONOSCENDO QUALCUNO?

RICONOSCETE ANCHE ALCUNE VOSTRE TENDENZE CONTRO CUI LOTTATE? Non è facile.

Non è facile vivere ed essere consapevoli di ciò che ci scivola attorno. Ad esempio: perché tanta mediocrità in politica? Perché tanti nazionalismi che risorgono, illogici e crudeli, apportatori di lutti e sofferenze? Perché tante coppie e famiglie in crisi? Perché così pochi bambini? Perché siamo tutti sempre un poco più soli?

Perché, perché, perché?

Vivere consapevolmente la nostra vita significa interrogarci sulle cause. Che certamente sono più d'una, tra queste c'è il malefico influsso, quello che Giorgio Gaber definisce il «dio BAMBINO».

Il dio BAMBINO è il titolo dello spettacolo, un unico lungo toccante monologo, che Gaber ha portato sul palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano un anno fa.

Ma il «dio BAMBINO» è anche una divinità tirannica che ci vuole prigionieri in  un'eterna fanciullezza. Che ci impedisce di crescere.

L'adulto mai cresciuto, l'adulto MALATO d'infantilismo, il bambinone ha, secondo Gaber, le seguenti caratteristiche: più che ad  amare, i suoi sforzi sono rivolti a rendersi amabile, quindi anziché a donare è tutto proteso a ricevere; è egocentrico e misura gli eventi mondiali in base all'influenza che possono avere sulla sua vita; è narcisista, ossia si piace molto e gode nel sentirsi contemplato; è individualista, non avrà alcun senso comunitario e godrà nell'esporre le proprie idee mentre quelle altrui non avranno per lui alcun interesse; dirà sempre «io-io» e mai «noi-noi».

Gratificazioni cercasi: il nazionalista vede tutto il bene nel proprio gruppo e nessun bene negli altri gruppi. E’ incapace di confronto. Il nazionalismo è il narcisismo elevato alla potenza: non del singolo individuo ma della singola nazione. Se il patriottismo è positivo, il nazionalismo ne è la banalizzazione infantile.

I popoli-bambini, non cresciuti, privi di solidità interiore, si danno una solidarietà esteriore: l’esaltazione del dato raziale.

Non come scrisse Einstain nel suo certificato d’immigrazione negli Usa: “appartengo alla razza umana”.

Il bambinone è il perfetto consumatore.

Chiuso nel suo individualismo narcisista, vittima della più cruda solitudine, cercherà di circondarsi sempre più di oggetti che lo gratifichino.

Di più: tratterà gli stessi individui come se fossero oggetti. Poiché una delle leggi del consumismo è “usa e getta”, il consumista si perderà in un vortice di capricci (cambierà molte donne, divorzierà, condurrà un tenore di vita dispendioso) e non riuscirà mai a colmare la sua insoddisfazione e solitudine. Un vicolo cieco, nel quale l’avrà condotto anche il dio BAMBINO. (Umberto Folena Milizia Mariana sett. 94, n.7, p.9 )         

BARBARIE

La terra appartiene a tutti gli uomini, anche a quelli meno attrezzati!

Non sa ascoltare, chi deride il prossimo solo perché non sa esprimersi correttamente.

Non sa dialogare chi non sa ascoltare, perché con violenza va dove lo spinge il suo interesse materiale e non quello spirituale.

La Verità può essere cercata solo con umiltà.

L'arroganza è il vestito dei cattivi, di chi si crede "il padrone" e non comprende che è mortale e che "le sue viscere sono ripugnanti", di chi a parole o atteggiamenti dice: "tu non sai chi sono io".

Maestri di ipocrisia, sepolcri imbiancati, esperti in malizia, “essi scagliano nel buio la freccia per colpire i retti di cuore” (Salmo).

Costoro a rovina del povero innocente scavano una fossa, ma cadono nella fossa che loro stessi hanno scavato, perché alla disonesta prevaricazione è stato posto un termine, che nessuno potrà oltrepassare.

I malvagi SEMBRANO pasciuti, tranquilli e felici.

Ma sono posti in un luogo scivoloso ad un termine che è loro fissato cadranno (Bibbia).

Gli empi, gli operatori di iniquità saranno abbattuti in questa esperienza terrena.

Sono comunque infelici e angosciati avendo rinnegato e pervertito la natura progettata per amare e per essere in atteggiamento di servizio verso ogni uomo mio fratello?

Com'è difficile per l'uomo trascendere l'animale che è in lui!

Per non disumanizzarmi devo anch'io affrontare una lotta durissima che sembra schiacciarmi.

Nella consumazione delle energie resta forse una piccola voce, una piccola luce, prima di essere vinto anch'io dalla logica della violenza, ma una nuova speranza risorge in me.

Sono proprio le tenebre a rendere più forte e salda la fede e la speranza, con la conseguente capacità di amare.

Ora come una quercia posso rimanere nel "qui ed ora" della storia senza temere le tempeste.

La BARBARIE viene istituzionalizzata attraverso la volgarità, la pornografia e i film di terrore, da parte di chi naturalmente dovrebbe cercare il vero, il bello, il buono ed invece sceglie il turpe, il brutto, l'osceno.

La BARBARIE diventa costume quando l'anelito religioso, insopprimibile in ogni uomo, viene vissuto come superstizione, essoterismo, magia ed occulto.  

Quante violenze deve subire questa nostra terra?

Fino a quando?

L'unica strada è la Speranza, ma già essa è poesia, ordine, armonia. Una poesia insopprimibile, di tutti e per tutti; non di alcuni per tutti. Insopprimibile perché la vita è di tutti, quella vita che per essere viva deve essere poesia.

Avvolte l'uomo si sente schiacciato dalla violenza, dalla arroganza e dalla volgarità. Chi cerca di difendere i valori fondamentali della vita si trova a sperimentare anche la persecuzione dei "ben pensanti" dei “religiosi”, e di quelli che hanno rinunciato alla spiritualità ed ai valori autentici che partono sempre dall’uomo, invece che dalle opinioni alla moda.

Ma i valori autentici vanno vissuti e non teorizzati!

Chi può sottrarre ai ben pensanti il criterio di poter giudicare fra valore e valore? Sarà la poesia!

Con la sua forza dirompente e rivoluzionaria a trovare quell'uomo che si è smarrito in noi.

BEATI

Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. (Mt 5,10-12)

BIODEGRADABILITÀ

Tutto il prodotto dell’industria deve essere biodegradabile al 100%.

BUGIARDO

La bugia è un atto gravissimo di degradazione morale.

Un amministratore, un dirigente devono essere subito degradati della loro carica.

Non può avere e godere di tutti i diritti il bugiardo in una società metafisica.

BIOLOGICO

Tutti i cibi e tutti gli alimenti devono essere biologici in una società metafisica.

BONTÀ

E’ molto triste notare in alcuni uomini e donne, la durezza del cuore, la loro umanità è bruciata, chi potrà risuscitarla?

Purtroppo, in diversi, vi è anche cattiveria.

BOSCO

Gli incendi dei boschi o delle oasi naturalistiche sono assurdi.

Il bosco deve essere diviso in settori e deve essere dato alla cura e al beneficio di agricoltori che potranno vendere la legna che sarà possibile procurare, diradando alberi, arando settori di bosco, provocando bruciature localizzate e controllate delle erbe secche.

In cambio della legna o di un limitato sfruttamento del bosco gli agricoltori, potranno gratuitamente operare la manutenzione del bosco e la sua sorveglianza rendendo più capillare il controllo delle guardie forestali, che a loro volto sovrintenderanno a questi coltivatori.

BULLISMO

CR 488/05 COSTUME: si diffonde il “bullismo” tra i bambini, ed il teppismo tra i ragazzi(15 giugno 1996, n.488 Cor.romana).

Durante le tre giornate di studio sul tema Il BAMBINO cattivo, organizzate tra il 1° e il 3 maggio a Castiglioncello dal Coordinamento Genitori Democratici (associazione fiancheggiatrice del PDS), sono emersi dati preoccupanti riguardo il comportamento ribelle o violento tenuto da bambini o fanciulli verso i loro compagni di scuola o di gioco.

Secondo una ricerca effettuata dall'Istituto di Neuropsichiatria infantile dell'Università “La Sapienza” di Roma, diretto dal prof. G. Levi, in Europa il fenomeno coinvolge il 15% degli alunni delle scuole elementari e medie di cui il 7% sono classificabili come "bulli".

In Italia la situazione sembra anche peggiore: sarebbero vittime di questi comportamenti violenti il 40% degli scolari delle elementari e il 30% di quelli delle medie, e i ribelli sarebbero circa il 9% (cfr. l'Unità, 4 maggio 1996).

Questi dati vengono grosso modo confermati da uno studio scritto recentemente dallo psicologo Dan Olweus, docente all'Università di Bergen, nel suo libro intitolato Bullismo a scuola.

Intervistato da l'Unità (7 maggio1996), lo studioso ha dichiarato che il fenomeno del "bullismo" non ha niente a che fare con la solita violenza tra ragazzini, che a volte le danno e a volte le prendono, ma costituisce un fenomeno nuovo caratterizzato da una forma di oppressione che viene spesso tacitamente accettata dalla vittima, che non si sente in diritto di reagire, mentre il carnefice si sente in diritto di violentare.

Lo psicologo ha avuto cura di smontare un diffuso pregiudizio giustificatorio verso i violenti, secondo cui costoro non farebbero che nascondere la loro insicurezza con un comportamento trasgressivo: "I risultati empirici vanno in direzione opposta: i bambini prepotenti hanno un livello di ansia e di insicurezza particolarmente basso; non si sentono affatto colpevoli e sono sicuri di sé. Quando chiedo: perché lo fai? La risposta è quasi sempre la stessa: mi divertivo”.

Quello che trasforma un normale ragazzino in “bullo”, secondo Olweus, è il fatto di non aver ricevuto una minima educazione da parte dei genitori: "vivono senza regole, in assoluta libertà".

Questo comportamento trasgressivo, se non viene represso o almeno corretto, è destinato a segnare il futuro del ragazzino: una volta diventato grande, infatti, la sua prepotenza si aggraverà estendendosi al campo della leva militare, al posto di lavoro, alla famiglia che formerà; spesso, poi, la conclusione di questo processo è la delinquenza: il 60% dei "bulli" infantili, una volta cresciuto, diventa un delinquente con una condanna sulle spalle e il 40% con tre condanne.

Non c'è quindi da meravigliarsi se, nel panorama complessivo, i dati forniti dal Dipartimento per la  Pubblica Sicurezza del Ministero degli Interni sul fenomeno della delinquenza minorile in Italia segnalino per il 1995 un aumento del 5,8% rispetto all'anno precedente: da 22.239 siamo saliti a 23.368.

L'aumento più grave; riguarda gli omicidi, cresciuti del 41,67%, seguiti dal commercio delle droghe (+19,77%) e dai furti o rapine (+13,11%). Il totale dei minorenni denunciati nel 1995 per crimini vari è salito a 16.680 con un incremento del 3,49% rispetto all'anno precedente (cfr. Il Tempo, 8 maggio1996). (CR 488/05/CF96)

BRASILE

Di chi è la colpa per i meninos Da Rua? Dire che è della società è fin troppo semplice.

Il disagio ha radici più complesse che affondano nella storia. Negli ultimi decenni il Brasile ha conosciuto un repentino processo di industrializzazione ed urbanizzazione che ha avuto un impatto distruttivo sull'economia e la cultura contadina prima dominante.

I contadini hanno lasciato le campagne per cercare nelle città migliori condizioni di vita, ma né loro avevano la preparazione per inserirsi nel nuovo contesto, né la città aveva le strutture per accoglierli. Come risultato: povertà ed emarginazione per tutti e in particolar modo per i più deboli (vecchi, bambini, popolazione di colore).

Ma neanche la spiegazione storica soddisfa: tutte le società contadine dei paesi industrializzati hanno subito uno sconvolgimento analogo, senza produrre lo stesso effetto.

La causa della povertà e della emarginazione è piuttosto da ricercarsi nel modello economico, istauratosi in Brasile negli ultimi decenni, basato prevalentemente sullo sfruttamento.

La ricchezza del Brasile è una delle più mal distribuite del mondo. Dal punto di vista economico il Brasile è l'ottavo paese al mondo, dal punto di vista sociale è il cinquantaduesimo, dopo Filippine e Thailandia, non molto distante dalla Nigeria.

Il 50 per cento della popolazione produce, ma non gode di alcun beneficio derivante dal proprio lavoro.

Gli investimenti in mano a pochi, vengono fatti sulla base di interessi egoistici di espansione, produzione, consumo e fabbricazione di armi.

Si aggiungano a questo quadro le radici storiche alla base della struttura sociale brasiliana.

Sono passati poco più di cento anni da quando la schiavitù è stata abolita, ma di fatto lo stato di sottomissione del popolo brasiliano è, anche frutto di un retaggio culturale di oppressione e di ingiustizia duro a morire.

A questa cultura vanno anche attribuite le passate dittature militari, tristemente famose per crudeltà e scempio dei più elementari diritti umani.(da Messaggero di sant’Antonio- Giugno 1994- Dedicato ai meninos da rua, di Giulia Cananzi, p.45)

In Brasile sono otto milioni bambini abbandonati che vivono di espedienti per le strade. Ai figli che nessuno vuole, è rivolta quest’anno la solidarietà antoniana:

1 - Un centro di accoglienza ad Alagoinhas, Bahia; un rifugio nel cuore della città, per essere ogni giorno sulle strade accanto ai bambini soli.

2 - Una scuola professionale a Sao Bernado do Campo, Sao Paolo, per dare ai bambini preparazione al lavoro, dignità, speranza in un futuro migliore.

3 - Un centro di reinserimento sociale per i minori con precedenti giudiziari, a Campo limpo, Sao Paolo. L’alternativa umana all’inferno delle carceri.

Per uccidere un bambino di strada sono sufficienti 40 dollari e una contrattazione di 5 minuti con un pistolero locale.

“Sono un bandito! Quando uscirò di prigione voglio ammazzare e rubare più di prima, e se la polizia mi prenderà, che mi uccida pure”(R. 12 anni, ABC Paulista).

“Dio ha fatto le persone nel mondo perché siano uomini, non ladri. Ma abbiamo fame e non possiamo fare altrimenti” (L. e A. fratelli - dormivano nella Piazza del Sè a Sao Paulo).

“Noi bambini non siamo rispettati, nè nelle piazze, nè nelle strade. Le macchine si fermano al semaforo, che non vale niente, e non si fermano di fronte a un bambino, che vale tutto. Danno più valore alle cose che alle persone” (M., 16 anni - Sao Paolo).

“Io trovo che queste cose succedano a causa dei ricchi, perché loro vogliono tutto per sé. Per questo mi sento offesa quando vedo i miei fratelli soffrire”. (S. - 11 anni - Mourao -CE).

Evito di riportare storie dal contenuto morboso o mostruoso, ma i bambini vivono costantemente nel terrore di essere rapiti o uccisi.

“La paura -afferma il pediatra Josè Henrique Gourlart da Graca- è la principale sofferenza per loro. Molti somatizzano il malessere psicologico con mal di testa, diarrea e gastrite”.

Nelle carceri ci sono bambini di cinque anni. Questi dati non hanno bisogno di commenti (da Messaggero di sant’Antonio- Giugno 1994- Dedicato ai meninos da rua, di Giulia Cananzi, p.45).

BUROCRAZIA

La burocrazia è un demone!

La Svizzera in questo ha molto da insegnare!

In Svizzera la pensione viene recapitata a domicilio, in Svizzera non ci sono code negli uffici.