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Nigeria

 

POPOLAZIONE: 103.460.000

RELIGIONE: islam 50%, cristianesimo 40%, culti tradizionali: 9%

Cattolici 11.848.677

 

Nigeria - Prefettura Apostolica: Kontagora - 65.550;

 

Vicariato apostolico: Bauchi: 60.000; Bomadi - 11.233; Kano - 75.514; Diocesi: Abuja - 42.793; Idah - 83.816; Lokoja - 29.250; Makurdi - 1.024.833; Otukpo - 234.484; Benin City - 273.904; Issele-Uku - 201.380; Warri - 189.000; Calabar - 170.000; Ikot-Ekpene - 80.010; Ogoja - 241.282; Port Harcourt - 109.700; Uyo - 597.989; Ibadan - 145.000; Ekiti - 135.000; Ondo - 180.255; Osogbo - 60.000; Oyo - 50.000; Jos - 342.976; Jalingo - 181.795; Maiduguri - 95.853; Yola - 95.553; Kaduna - 227.687; Ilorin - 56.772; Kafanchan - 227.687; Minna - 88.559; Sokoto - 31.937; Lagos - 1.096.000; Abeokuta - 45.000; Ijebu-Ode - 47.000; Onitsha - 1.223.556; Abakaliki - 212.700; Awka - 560.974; Enugu - 565.350; Nsukka - 380.178; Owerri - 539.032; Aba - 299.914; Ahiara - 385.512; Okigwe - 465.705; Orlu - 518.368; Umuahia - 99.576

 

La Nigeria è un Paese caratterizzato da una forte pluralità di etnie, culture e religioni; punto di incontro fra civiltà sudanesi e guineane, integrate senza successo nello Stato coloniale britannico, il Paese è ancora alle prese con rivalità etniche e religiose, alimentate spesso dagli interessi dei Paesi sviluppati.

 

Due blocchi si contrappongono: i musulmani del nord ed i cristiani del sud; anche l'islam nigeriano appare una nebulosa caotica, dove alcune importanti tariqa (confraternite) sufi si oppongono alle associazioni sotto l'influenza sudanese, a loro volta in guerra con quelle appoggiate dall'Iran.

La storia recente della Nigeria è simile a quella di molti Paesi africani: un lungo e interminabile susseguirsi di colpi di Stato, di lotte etniche, di tentativi di democratizzazione in gran parte fallimentari. La Nigeria ha una Costituzione di tipo federale; oggi è governata da un governo militare, responsabile di arresti arbitrari, violenze, torture ed esecuzioni sommarie. La Nigeria, a causa di tali pratiche contrarie ai diritti umani, è stata sospesa dal Commonwealth britannico nel 1995.

Il governo generalmente rispetta la libertà di culto e di pratica religiosa. La Costituzione proibisce di adottare una religione di Stato, benché l'islam goda di un trattamento privilegiato rispetto al cristianesimo.

 

L'appartenenza della Nigeria alla Organizzazione della Conferenza islamica e le proposte di adozione della shari'a come legge di Stato sollevano molte discussioni. Il governo ha stabilito nel 1987 un veto sull'intervento di organizzazioni religiose nel mondo delle scuole primarie, benché gli studenti godano del diritto di praticare la loro religione nei luoghi di culto. Ristretta anche la possibilità di distribuire materiale religioso, mentre sono proibite le manifestazioni in luoghi aperti e si riscontrano alcune difficoltà per l'ingresso nel Paese di persone sospettate di proselitismo.

Un resoconto della "KNA" del 27 febbraio 1998 fa risalire il primo contatto della Nigeria con il Vangelo nel XV secolo, ma una evangelizzazione sistematica avvenne solo nell'Ottocento, con i missionari anglicani e protestanti.

 

La prima missione cattolica risale al 1868, costruita dai francesi presso Lagos. Nel XX secolo sono state costruite missioni, chiese, parrocchie nel sud est del Paese, dove il cristianesimo ha preso lentamente piede, mentre nel nord regna incontrastato l'islam. Dopo la guerra del Biafra (1967-70) il regime cacciò la maggior parte dei missionari stranieri, ma la chiesa locale sopravvisse con le proprie forze. Oggi entra in seminario un tale numero di giovani che è stato necessario imporre il numero chiuso, cosicché solo alcune centinaia di seminaristi sono stati accolti nelle undici diocesi e nei quattro seminari. Nel 1995 si contavano 2.200 preti nativi della Nigeria, più che qualsiasi altra regione. Con dodici milioni di persone la Chiesa cattolica rappresenta una vasta minoranza, che diventa maggioranza nella zona di Ibo. Insieme ai venticinque milioni di anglicani e protestanti e al crescente numero delle chiese indipendenti africane, con circa dieci milioni di adepti, i cristiani sono forti quasi quanto i musulmani, che contano 50 milioni di fedeli. Il rapporto con questi ultimi viene definito dai rappresentanti della Chiesa locale non privo di tensioni, anche se negli ultimi tempi si è notato un leggero miglioramento.

 

"Fides", nel 1998, descrive l'equilibrio religioso della Nigeria come numericamente diviso tra musulmani e cristiani quasi in parti uguali. Si verificano attacchi contro edifici ecclesiastici, aggressioni a battezzati, ma, in realtà, esistono all'interno relazioni migliori di quanto appare esternamente. Al sud è possibile la conversione religiosa dall'islam al cristianesimo, mentre al nord non è permesso. In questa parte del Paese si registrano gli scontri maggiori, qui l'islam è presente dal 1200 e il potere degli emiri oggi limita la costruzione di scuole e chiese cattoliche.

Al sud vige maggior tolleranza.

 

La visita del Santo Padre in Nigeria, per la beatificazione di padre Tansi, ha portato la speranza di una riconciliazione e rotto l'isolamento imposto dalla comunità internazionale. Quest'ultimo aveva le sue cause nell'annullamento delle elezioni e il golpe di Abacha nel 1993, per l'esecuzione della condanna a morte nei confronti dello scrittore Ken Saro-Wiwa e di otto leader della minoranza etnica ogoni e la condanna a morte per il Nobel della letteratura Wole Soyinka, ora rifugiato negli Stati Uniti.

 

Il Santo Padre ha chiesto la liberazione di 60 detenuti politici e ha voluto rilanciare il dialogo con i musulmani. Mons. John Fasina, vescovo di Ijebu-Ode, in un'intervista rilasciata a "Fides", ha messo in luce alcuni aspetti della questione religiosa in Nigeria. Proveniente da una famiglia musulmana di etnia yoruba, mons.

 

Fasina si è convertito al cristianesimo all'età di 19 anni, mentre altri suoi fratelli hanno continuato a praticare l'islam.

 

La possibilità di conversione da una religione all'altra - spiega mons. Fasina - non è un fatto raro tra gli yoruba, a differenza di quanto accade nel nord dove ciò sarebbe inammissibile.

Lo "State Departement Report on Religion Freedom" cita due casi di persecuzione: lo Stato del Kwara nel marzo 1996 ha imposto la chiusura forzata delle scuole cristiane che rifiutavano di insegnare dottrine islamiche.

 

Queste scuole avevano preso tale provvedimento in risposta a quelle islamiche, che avevano rifiutato l'insegnamento di dottrine cristiane. Dopo il trasferimento del Governatore militare le scuole sono state riaperte. Lo Stato del Kwara è stato teatro di atti di violenza su cristiani nel marzo del 1997, quando un gruppo di soldati ha picchiato e frustato alcuni membri della Christian Association of Nigeria durante la processione della Domenica delle Palme nella località di Ilorin. Un capitano ha parcheggiato la propria automobile lungo il percorso della processione in mezzo alla strada; quando gli è stato chiesto di spostare la macchina egli ha ordinato ad alcuni soldati che stazionavano nelle vicinanze di attaccare la processione. Alcuni membri della Christian Association sono stati arrestati e tenuti in prigione per due giorni. Nel 1997 ad Ogwasi-Uku ha perso la vita per la sua fede il Rev. Ngozi Isidi, diocesano.

 

Le parrocchie e i sacerdoti cattolici, tuttavia, sono sempre più spesso vittime di furti ed attacchi armati.

 

Tra il dicembre 1997 e il gennaio 1998 sono stati circa dieci i sacerdoti vittime di attentati. Per la maggior parte gli assalti hanno luogo nel nord, presso l'arcidiocesi di Kaduna, vale a dire nel centro della congregazione missionaria vaticana. L'arcivescovo Peter Jatau ha invitato, tramite una circolare, parroci e religiosi a una più strenua difesa. Anche altre diocesi sono state oggetto di furti e rapine. Inoltre gli attacchi sono soprattutto rivolti alle offerte raccolte dai fedeli. In difesa di chiese e parrocchie sono state messe delle sentinelle che vengono, nella maggior parte dei casi, disarmate e legate. Un prete che risponde di non avere soldi con sé, informa "Fides", viene malmenato e gravemente ferito.

 

Solo nell'arcidiocesi di Onitsha, informa la "KNA" del 17 febbraio 1998, sono state prese d'assalto ventidue parrocchie, noviziati e seminari. In alcune diocesi quasi ogni singola parrocchia è stata assalita.

 

La Chiesa cattolica che è nel Paese si è rivolta ripetutamente all'autorità per questo problema, ma finora non si è avuto riscontro nei fatti, nonostante siano stati registrati progressi nel campo dei diritti umani, sottolineati anche da una dichiarazione della Conferenza Episcopale Nigeriana del settembre 1998, nella quale peraltro viene richiesta la restituzione delle scuole cattoliche sequestrate negli anni Settanta.

 

La repressione da parte del governo dei movimenti islamisti come i Fratelli musulmani è ritenuta da Amnesty International lesiva, in alcuni casi riferiti al 1998, dei diritti umani e della libertà di coscienza.