Purtroppo la Chiesa Ortodossa, con l’ovvia complicità del
governo di Mosca, sta ponendo grossi ostacoli alla evangelizzazione da parte
delle altre Chiese cristiane.
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Fra
le notizie inserite nella sezione "ultime novità", vogliamo chiedere
gentilmente la vostra attenzione a quelle più recenti in merito alla situazione
della Chiesa cattolica in Russia. Per esempio, che il patriarca ortodosso di
Mosca, Alessio II, sarebbe "pronto" a riprendere il dialogo con Roma, malgrado il fatto che rimane
immutata la sua intransigente posizione verso il Vaticano. E questa sua
intransigenza fa ricordare i tempi in cui il patriarcato ortodosso moscovita
era di una fedeltà cieca al regime sovietico. Questa sottomissione fu
denunciata anche dagli stessi ortodossi russi. Vedi nella sezione
"novità" del sito di LSE: 29/11/2002 - RUSSIA - Sacerdote ortodosso
russo Vladimir Zelinsky: in obbedienza al regime sovietico "le Chiese
ortodosse erano costrette a fare un certo falso e irenico ecumenismo, preso
assolutamente sul serio in Occidente"; 31/10/2002 - Il ruolo del Kgb nella
chiesa ortodossa russa (Viktor Popkov, filosofo e teologo ortodosso). Ci sono
altri documenti storici sull'argomento che, man mano, speriamo di registrare in
questa stessa sezione.
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Ma occorre ricordare che la Chiesa cattolica ha sofferto
atroci persecuzioni pure dai nazisti. In questo senso, nella stessa sezione
"novità" c'e' l'interessantissimo articolo pubblicato dall'AVVENIRE
del 7 gennaio scorso intitolato "E Hitler disse: fermate i
cattolici", dove c'e' una recensione di un libro molto documentato e
uscito da poco: "Die Schuld" ("La colpa - Cristiani ed ebrei nel
giudizio dei nazisti e nei tempi presenti") edito dalla Resch Verlag. Il
suo autore è lo storico e saggista Konrad Low, già docente all'università' di
Bayreuth. Ci auguriamo che al più presto quest'opera sia tradotta all'italiano.
Questo libro e'
molto opportuno perché dimostra ancora una volta come i cattolici debbano
ubbidire prima a Dio che agli uomini, anche sotto qualsiasi regime totalitario.
Infatti, i nazisti sono stati di una ferocia persecutoria verso la Chiesa
inimmaginabile, arrivando perfino a curiose interdizioni. Per esempio, nel
Catechismo emanato ufficialmente dall'Episcopato tedesco, il governo nazista di
Baden, in una circolare del 27 gennaio 1937, ordinò di cancellare il testo
sotto:
"Domanda 23 - A cosa si deve il fatto che,
nondimeno, anche nella Chiesa cattolica si commettono peccati gravi?
"Risposta:
Il fatto che anche nella Chiesa cattolica si commettono peccati gravi e'
dovuto a che molti cristiani cattolici non obbediscono alla Chiesa e non vivono
in comunione con essa. I peccati dei propri figli causano più dolore alla
Chiesa e ne ostacolano di più la crescita che non le persecuzioni mosse dai
suoi nemici. 'E' impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per la
cui colpa avvengono!' (Lc. XVII, 1)". (Cfr. "El Cristianismo en el
Tercer Reich", Editorial "La Verdad", Buenos Aires, 1941, pag.
85 - l'autore di quest'opera, tra l'altro magistrale da tutti i punti di vista,
fu un sacerdote cattolico tedesco che ha utilizzato il pseudonimo di Testis
Fidelis).
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Per incoraggiare coloro che in modo particolare devono
affrontare le accuse secondo cui il cattolicesimo sarebbe nemico della Patria
(in qualsiasi nazione dove si trovino i cattolici), ricordiamo le bellissime
parole del Santo Pontefice Pio X all'udienza solenne del pellegrinaggio
francese nella Basilica Vaticana, nell'aprile del 1909, commemorazione della
beatificazione di Santa Giovanna d'Arco:
"Venerabili fratelli e diletti figli, per il fatto
di predicare e praticare gli insegnamenti della Chiesa senza rispetto umano e
per dovere di coscienza, vi tocca di subire ogni sorta d'ingiurie, di essere additati
al pubblico disprezzo, di essere marchiati con l'infamante etichetta di nemici
della patria! Abbiate coraggio, venerabili fratelli e diletti figli, e
rigettate in faccia ai vostri accusatori questa vile calunnia, che apre nei
vostri cuori una profonda ferita, tanto che avete bisogno di tutta la grazia
divina per perdonarla. Non esiste infatti oltraggio più indegno al vostro onore
e alla vostra fede, poiché, se il Cattolicesimo fosse nemico della patria, non
sarebbe più una religione divina. (…)
"Ai politici
che dichiarano una guerra senza tregua contro la Chiesa, dopo averla denunciata
come nemica, ai settari che non smettono di vilipendiarla e di calunniarla con
un odio degno dell'inferno, ai falsi promotori della scienza che si sforzano di
renderla odiosa con i loro sofismi, accusandola di essere nemica della libertà,
della civiltà e del progresso intellettuale, rispondete arditamente che la
Chiesa cattolica, maestra delle anime, regina dei cuori, domina il mondo perché
e' la Sposa di Gesù Cristo. Avendo
tutto in comune con Lui, essendo ricca dei suoi beni, depositaria della verità,
essa sola può pretendere dai popoli la venerazione e l'amore.
"Pertanto,
colui che si ribella all'autorità della Chiesa, con l'ingiusto pretesto ch'essa
invaderebbe il campo statale, impone delle barriere alla verità; colui che la
dichiara estranea ad una nazione, dichiara per ciò stesso che la verità le è
straniera; colui che teme ch'essa indebolisca la libertà e la grandezza di un
popolo, è costretto a pretendere che un popolo possa essere grande e libero
senza la verità.
"No, non può
pretendere l'amore quello Stato o quel governo, qualunque nome gli venga dato,
che, facendo guerra alla verità, offende ciò che vi e' di più sacro nell'uomo.
Esso potrà sostenersi con la forza materiale, farsi temere sotto minaccia della
spada, farsi applaudire per ipocrisia, interesse o servilismo; verrà obbedito
perché la religione predica e nobilita la sottomissione ai poteri umani, sempre
che essi non pretendano fare ciò che e' opposto alle sante legge di Dio. Ma se
il compimento di questo dovere verso i poteri umani, in cio' che e' compatibile
con il dovere verso Dio, renderà più meritoria quell'obbedienza, essa non sarà
più tenera, ne' gioiosa o spontanea, non meriterà mai il nome di venerazione e
di amore.
"Questi sentimenti di venerazione e di amore possono
esserci ispirati solo da quella patria che, unita in casta alleanza con la
Chiesa, opera il vero bene dell'umanità'. Voi ne avrete la prova, venerabili
fratelli e diletti figli, se considererete che è proprio fra i ranghi dei
fedeli figli della Chiesa che la patria ha sempre trovato i suoi salvatori e i
suoi migliori difensori; se voi ricorderete che a buon diritto i santi vengono
invocati, negli inni della sacra liturgia, come padri della patria. Al di sopra
degli eroi e dei santi, gettate il vostro sguardo sul loro Re e Maestro, Nostro
Signore Gesù Cristo. Egli si sottomette agli umani poteri, paga il tributo a
Cesare, e quando si avvicina a Gerusalemme, della quale profetizza l'imminente
rovina, piange di dolore, pensando che quella ingrata città, amata e favorita
da Dio, ha abusato di tante grazie e non ha saputo riconoscere i benefici della
visita del suo Redentore". (cfr. L'Osservatore Romano", 20-4-1909).
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Il commento di Sua Santità al cantico di Geremia
("Lamento del popolo in tempo di fame e di guerra") all'udienza
generale del mercoledì 11 dicembre 2002, ha suscitato grande ripercussione
sulla stampa italiana. E anche all'estero. "The Washington Times" del
6 gennaio scorso, per esempio, ha pubblicato un lungo articolo di Roland
Flamini sull'argomento. Abbiamo creduto che sarebbe stato gradito per i nostri
lettori [ri]trovare i brani delle parole del Papa in quest'udienza che hanno
provocato questa ripercussione internazionale.
[Il testo e' evidenziato con le MAIUSCOLE dalla redazione
di LSE]:
Cantico: Ger 14,17-21 - Lodi del venerdì della 3a
settimana (Lett. Ger 14,17.19A.20b-21
NON E' FORSE QUESTA SOLITUDINE ESISTENZIALE LA SORGENTE
PROFONDA DI TANTA INSODDISFAZIONE, CHE COGLIAMO ANCHE AI GIORNI NOSTRI? TANTA
INSICUREZZA E TANTE REAZIONI SCONSIDERATE HANNO LA LORO ORIGINE NELL'AVER
ABBANDONATO DIO, ROCCIA DI SALVEZZA.
A questo punto
ecco la svolta: il popolo ritorna a Dio e gli rivolge un'intensa preghiera.
Riconosce innanzitutto il proprio peccato con una breve ma sentita confessione
della colpa: "Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità… abbiamo peccato
contro di te" (v. 20). IL SILENZIO DI DIO ERA, DUNQUE, PROVOCATO DAL
RIFIUTO DELL'UOMO. SE IL POPOLO SI CONVERTE E RITORNA AL SIGNORE, ANCHE DIO SI
mostrerà DISPONIBILE AD ANDARGLI INCONTRO PER ABBRACCIARLO. (…)
Insieme con gli Israeliti, ANCHE NOI POSSIAMO DUNQUE
ESSERE CERTI CHE IL SIGNORE NON CI ABBANDONA PER SEMPRE MA, DOPO OGNI PROVA
PURIFICATRICE, EGLI RITORNA A FAR "BRILLARE IL SUO VOLTO SU DI NOI, A
ESSERCI PROPIZIO… E A CONCEDERCI PACE", come si dice nella benedizione
sacerdotale riferita nel libro dei Numeri (6,25-26).
A
conclusione, possiamo accostare alla supplica di Geremia una commovente
esortazione rivolta ai cristiani di Cartagine da san Cipriano, Vescovo di
quella città nel terzo secolo. In tempo di persecuzione, san Cipriano esorta i
suoi fedeli a implorare il Signore. Questa implorazione non e' identica alla
supplica del profeta. (…) "IMPLORIAMO IL SIGNORE, dice san Cipriano,
sinceri e concordi, SENZA MAI CESSARE DI CHIEDERE E FIDUCIOSI DI OTTENERE.
Imploriamolo gemendo e piangendo, come è giusto che implorino coloro che sono posti
tra sventurati che piangono e altri che temono le sventure, tra i molti
prostrati dal massacro e i pochi che restano in piedi. Chiediamo CHE CI VENGA
PRESTO RESTITUITA LA PACE, che ci si dia aiuto nei nostri nascondigli e nei
pericoli, CHE SI ADEMPIA quello che il Signore si degna di mostrare ai suoi
servi: LA RESTAURAZIONE DELLA SUA CHIESA, LA SICUREZZA DELLA NOSTRA SALUTE
ETERNA, il sereno dopo la pioggia, LA LUCE DOPO LE TENEBRE, LA QUIETE DELLA
BONACCIA DOPO LE TEMPESTE E I TURBINI, L'AIUTO PIETOSO DEL SUO AMORE DI PADRE,
LE GRANDEZZE A NOI NOTE DELLA DIVINA MAESTA'" (Epistula 11,8, in: S.
Pricoco - M. Simonetti, La preghiera dei cristiani, Milano 2000, pp. 138-139).
(documento integrale:
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/2002/documents/hf_jp-ii_aud_20021211_it.html)
E' molto bello - e anche molto opportuno - vedere come
Giovanni Paolo II ci ha ricordato che Dio - eterno, immutabile - anche quando
punisce l'umanità' peccatrice, lo fa mosso per il suo amore paterno. E, quando l'umanità'
si converte, allora torna la bonaccia.
"Il libro della Fiducia", del P. Thomas de
Saint Laurent ("Luci sull'Est", 1999, con una Presentazione per
questa edizione di Mons. Angelo Comastri, Arcivescovo-Delegato Pontificio di
Loreto) e' una guida straordinaria che aiuta il cattolico ad imparare come
abbandonarsi, con fiducia, all'infallibile azione della Providenza. Ecco i suoi
primi brani:
"Voce di Cristo, voce misteriosa della grazia che
risuonate nel silenzio dei cuori, voi mormorate nel fondo delle nostre
coscienze parole di dolcezza e di pace. Nelle nostre miserie presenti, ci
ripetete la parola che il Maestro pronunciava così spesso durante la sua vita
mortale: "Fiducia, fiducia!".
"All'anima colpevole, oppressa dal peso delle sue
colpe, Gesù diceva: 'Abbi fiducia, figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati.
'Fiducia!' diceva ancora alla malata abbandonata che attendeva da lui la sua
guarigione, 'la sua fede ti ha salvata.
"Quando i suoi apostoli tremavano di spavento,
vedendolo camminare di notte sul lago di Genezareth, egli li tranquillizzava
con questa affermazione rassicurante: 'Abbiate fiducia! Sono io; non abbiate
paura'. E la sera della Cena, conoscendo i frutti infiniti del suo sacrificio,
lanciava, mentre andava alla morte, questo grido di trionfo: 'Fiducia, abbiate
fiducia! Io ho vinto il mondo.
"Questa
parola divina, cadendo dalle sue labbra adorabili, tutta vibrante di tenerezza
e di pietà, operava nelle anime una trasformazione meravigliosa. Una rugiada
soprannaturale fecondava la loro aridità; delle luci di speranza dissipano le
loro tenebre; una serena certezza scacciava le loro angosce, perche'‚ le parole
del Signore 'sono spirito e vita'. 'Beati quelli che le ascoltano e le mettono
in pratica'. Come un tempo i suoi discepoli, siamo noi ora invitati da Nostro
Signore alla fiducia. Perché rifiutarci di ascoltare la sua voce?"
Vogliamo
ricordare ai nostri lettori che possono leggere on-line sul nostro sito, o
scaricare l'archivio oppure fare richiesta di quest'opera, o anche della
cassetta con brani scelti dello stesso libro del Padre Thomas di Sant-Laurent,
per aiutare nella pratica di questa Fiducia in mezzo a tante tenebre e
confusione dei nostri giorni. E che diffondiamo le certezze della Fede che ci
danno luce e pace.
Ma tutto questo, senza la grazia di Dio, e' impossibile.
Chiediamo, quindi, alla Madonna di Fatima che benedica queste nostre iniziative
e di tutti i nostri amici. E, in modo particolare, a quegli eroi sconosciuti
dagli uomini (v.g., religiosi/e, monaci/che di clausura) ma che pregano e
soffrano chiedendo al più presto il trionfo del Cuore Immacolato di Maria!
Cordiali saluti, la redazione di Luci sull'Est
P.S. Ringraziamo a tutti coloro che hanno l'abitudine di
diffondere - sia via Internet, sia stampando sui periodici - le nostre
mailing-list.
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