http://web.tiscali.it/martiri

 

Purtroppo la Chiesa Ortodossa, con l’ovvia complicità del governo di Mosca, sta ponendo grossi ostacoli alla evangelizzazione da parte delle altre Chiese cristiane.

******************************

* Associazione Luci sull'Est *

* Via Castellini, 13         *

* 00197 Roma - Italia        *

* Tel. (39) 06-807 6395      *

* Fax (39) 06-8068 7227      *

* E-mail: luci-rm@iol.it     *

* http://www.lucisullest.it  *

 

Fra le notizie inserite nella sezione "ultime novità", vogliamo chiedere gentilmente la vostra attenzione a quelle più recenti in merito alla situazione della Chiesa cattolica in Russia. Per esempio, che il patriarca ortodosso di Mosca, Alessio II, sarebbe "pronto" a  riprendere il dialogo con Roma, malgrado il fatto che rimane immutata la sua intransigente posizione verso il Vaticano. E questa sua intransigenza fa ricordare i tempi in cui il patriarcato ortodosso moscovita era di una fedeltà cieca al regime sovietico. Questa sottomissione fu denunciata anche dagli stessi ortodossi russi. Vedi nella sezione "novità" del sito di LSE: 29/11/2002 - RUSSIA - Sacerdote ortodosso russo Vladimir Zelinsky: in obbedienza al regime sovietico "le Chiese ortodosse erano costrette a fare un certo falso e irenico ecumenismo, preso assolutamente sul serio in Occidente"; 31/10/2002 - Il ruolo del Kgb nella chiesa ortodossa russa (Viktor Popkov, filosofo e teologo ortodosso). Ci sono altri documenti storici sull'argomento che, man mano, speriamo di registrare in questa stessa sezione.

 

********

Ma occorre ricordare che la Chiesa cattolica ha sofferto atroci persecuzioni pure dai nazisti. In questo senso, nella stessa sezione "novità" c'e' l'interessantissimo articolo pubblicato dall'AVVENIRE del 7 gennaio scorso intitolato "E Hitler disse: fermate i cattolici", dove c'e' una recensione di un libro molto documentato e uscito da poco: "Die Schuld" ("La colpa - Cristiani ed ebrei nel giudizio dei nazisti e nei tempi presenti") edito dalla Resch Verlag. Il suo autore è lo storico e saggista Konrad Low, già docente all'università' di Bayreuth. Ci auguriamo che al più presto quest'opera sia tradotta all'italiano.

 

 Questo libro e' molto opportuno perché dimostra ancora una volta come i cattolici debbano ubbidire prima a Dio che agli uomini, anche sotto qualsiasi regime totalitario. Infatti, i nazisti sono stati di una ferocia persecutoria verso la Chiesa inimmaginabile, arrivando perfino a curiose interdizioni. Per esempio, nel Catechismo emanato ufficialmente dall'Episcopato tedesco, il governo nazista di Baden, in una circolare del 27 gennaio 1937, ordinò di cancellare il testo sotto:

 

"Domanda 23 - A cosa si deve il fatto che, nondimeno, anche nella Chiesa cattolica si commettono peccati gravi?

"Risposta:         Il fatto che anche nella Chiesa cattolica si commettono peccati gravi e' dovuto a che molti cristiani cattolici non obbediscono alla Chiesa e non vivono in comunione con essa. I peccati dei propri figli causano più dolore alla Chiesa e ne ostacolano di più la crescita che non le persecuzioni mosse dai suoi nemici. 'E' impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per la cui colpa avvengono!' (Lc. XVII, 1)". (Cfr. "El Cristianismo en el Tercer Reich", Editorial "La Verdad", Buenos Aires, 1941, pag. 85 - l'autore di quest'opera, tra l'altro magistrale da tutti i punti di vista, fu un sacerdote cattolico tedesco che ha utilizzato il pseudonimo di Testis Fidelis).

*********

Per incoraggiare coloro che in modo particolare devono affrontare le accuse secondo cui il cattolicesimo sarebbe nemico della Patria (in qualsiasi nazione dove si trovino i cattolici), ricordiamo le bellissime parole del Santo Pontefice Pio X all'udienza solenne del pellegrinaggio francese nella Basilica Vaticana, nell'aprile del 1909, commemorazione della

beatificazione di Santa Giovanna d'Arco:

"Venerabili fratelli e diletti figli, per il fatto di predicare e praticare gli insegnamenti della Chiesa senza rispetto umano e per dovere di coscienza, vi tocca di subire ogni sorta d'ingiurie, di essere additati al pubblico disprezzo, di essere marchiati con l'infamante etichetta di nemici della patria! Abbiate coraggio, venerabili fratelli e diletti figli, e rigettate in faccia ai vostri accusatori questa vile calunnia, che apre nei vostri cuori una profonda ferita, tanto che avete bisogno di tutta la grazia divina per perdonarla. Non esiste infatti oltraggio più indegno al vostro onore e alla vostra fede, poiché, se il Cattolicesimo fosse nemico della patria, non sarebbe più una religione divina. (…)

 

 "Ai politici che dichiarano una guerra senza tregua contro la Chiesa, dopo averla denunciata come nemica, ai settari che non smettono di vilipendiarla e di calunniarla con un odio degno dell'inferno, ai falsi promotori della scienza che si sforzano di renderla odiosa con i loro sofismi, accusandola di essere nemica della libertà, della civiltà e del progresso intellettuale, rispondete arditamente che la Chiesa cattolica, maestra delle anime, regina dei cuori, domina il mondo perché e' la Sposa di Gesù  Cristo. Avendo tutto in comune con Lui, essendo ricca dei suoi beni, depositaria della verità, essa sola può pretendere dai popoli la venerazione e l'amore.

 

 "Pertanto, colui che si ribella all'autorità della Chiesa, con l'ingiusto pretesto ch'essa invaderebbe il campo statale, impone delle barriere alla verità; colui che la dichiara estranea ad una nazione, dichiara per ciò stesso che la verità le è straniera; colui che teme ch'essa indebolisca la libertà e la grandezza di un popolo, è costretto a pretendere che un popolo possa essere grande e libero senza la verità.

 

 "No, non può pretendere l'amore quello Stato o quel governo, qualunque nome gli venga dato, che, facendo guerra alla verità, offende ciò che vi e' di più sacro nell'uomo. Esso potrà sostenersi con la forza materiale, farsi temere sotto minaccia della spada, farsi applaudire per ipocrisia, interesse o servilismo; verrà obbedito perché la religione predica e nobilita la sottomissione ai poteri umani, sempre che essi non pretendano fare ciò che e' opposto alle sante legge di Dio. Ma se il compimento di questo dovere verso i poteri umani, in cio' che e' compatibile con il dovere verso Dio, renderà più meritoria quell'obbedienza, essa non sarà più tenera, ne' gioiosa o spontanea, non meriterà mai il nome di venerazione e di amore.

 

"Questi sentimenti di venerazione e di amore possono esserci ispirati solo da quella patria che, unita in casta alleanza con la Chiesa, opera il vero bene dell'umanità'. Voi ne avrete la prova, venerabili fratelli e diletti figli, se considererete che è proprio fra i ranghi dei fedeli figli della Chiesa che la patria ha sempre trovato i suoi salvatori e i suoi migliori difensori; se voi ricorderete che a buon diritto i santi vengono invocati, negli inni della sacra liturgia, come padri della patria. Al di sopra degli eroi e dei santi, gettate il vostro sguardo sul loro Re e Maestro, Nostro Signore Gesù Cristo. Egli si sottomette agli umani poteri, paga il tributo a Cesare, e quando si avvicina a Gerusalemme, della quale profetizza l'imminente rovina, piange di dolore, pensando che quella ingrata città, amata e favorita da Dio, ha abusato di tante grazie e non ha saputo riconoscere i benefici della visita del suo Redentore". (cfr. L'Osservatore Romano", 20-4-1909).

 

*********

Il commento di Sua Santità al cantico di Geremia ("Lamento del popolo in tempo di fame e di guerra") all'udienza generale del mercoledì 11 dicembre 2002, ha suscitato grande ripercussione sulla stampa italiana. E anche all'estero. "The Washington Times" del 6 gennaio scorso, per esempio, ha pubblicato un lungo articolo di Roland Flamini sull'argomento. Abbiamo creduto che sarebbe stato gradito per i nostri lettori [ri]trovare i brani delle parole del Papa in quest'udienza che hanno provocato questa ripercussione internazionale.

 

[Il testo e' evidenziato con le MAIUSCOLE dalla redazione di LSE]:

Cantico: Ger 14,17-21 - Lodi del venerdì della 3a settimana (Lett. Ger 14,17.19A.20b-21

 

  1. E' un canto amaro e sofferto quello che il profeta Geremia, dal suo orizzonte storico, fa salire fino al cielo (14,17-21).
  2. (…) Il contesto da cui sorge questa lamentazione e' rappresentato da un flagello che spesso colpisce la terra del Vicino Oriente: la siccità. Ma a questo dramma naturale il profeta ne intreccia un altro non meno terrificante, la tragedia della guerra: "Se esco in aperta campagna, ecco i trafitti di spada; se percorro la città, ecco gli orrori della fame" (v.18). La descrizione è purtroppo tragicamente attuale in tante regioni del nostro pianeta. (…)

 

  1. (…) La seconda parte del Cantico (cfr vv. 19-21) non e' piu' un lamento individuale, alla prima persona singolare, ma una supplica collettiva rivolta a Dio: "Perché ci hai colpito, e non c'e' rimedio per noi?" (v. 19).

 

  1.  OLTRE ALLA SPADA E ALLA FAME, C'E', INFATTI, UNA TRAGEDIA MAGGIORE, QUELLA DEL SILENZIO DI DIO, CHE NON SI RIVELA PIU' E SEMBRA ESSERSI RINCHIUSO NEL SUO CIELO, QUASI DISGUSTATO DELL'AGIRE DELL'UMANITA'.

 

  1.  Le domande a Lui rivolte si fanno perciò tese ed esplicite in senso tipicamente religioso: "Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?" (v.19). Ormai ci si sente soli e abbandonati, privi di pace, di salvezza, di speranza. Il popolo, lasciato a se stesso, si trova come sperduto e invaso dal terrore.

 

NON E' FORSE QUESTA SOLITUDINE ESISTENZIALE LA SORGENTE PROFONDA DI TANTA INSODDISFAZIONE, CHE COGLIAMO ANCHE AI GIORNI NOSTRI? TANTA INSICUREZZA E TANTE REAZIONI SCONSIDERATE HANNO LA LORO ORIGINE NELL'AVER ABBANDONATO DIO, ROCCIA DI SALVEZZA.

 

 A questo punto ecco la svolta: il popolo ritorna a Dio e gli rivolge un'intensa preghiera. Riconosce innanzitutto il proprio peccato con una breve ma sentita confessione della colpa: "Riconosciamo, Signore, la nostra iniquità… abbiamo peccato contro di te" (v. 20). IL SILENZIO DI DIO ERA, DUNQUE, PROVOCATO DAL RIFIUTO DELL'UOMO. SE IL POPOLO SI CONVERTE E RITORNA AL SIGNORE, ANCHE DIO SI mostrerà DISPONIBILE AD ANDARGLI INCONTRO PER ABBRACCIARLO. (…)

 

Insieme con gli Israeliti, ANCHE NOI POSSIAMO DUNQUE ESSERE CERTI CHE IL SIGNORE NON CI ABBANDONA PER SEMPRE MA, DOPO OGNI PROVA PURIFICATRICE, EGLI RITORNA A FAR "BRILLARE IL SUO VOLTO SU DI NOI, A ESSERCI PROPIZIO… E A CONCEDERCI PACE", come si dice nella benedizione sacerdotale riferita nel libro dei Numeri (6,25-26).

 

 A conclusione, possiamo accostare alla supplica di Geremia una commovente esortazione rivolta ai cristiani di Cartagine da san Cipriano, Vescovo di quella città nel terzo secolo. In tempo di persecuzione, san Cipriano esorta i suoi fedeli a implorare il Signore. Questa implorazione non e' identica alla supplica del profeta. (…) "IMPLORIAMO IL SIGNORE, dice san Cipriano, sinceri e concordi, SENZA MAI CESSARE DI CHIEDERE E FIDUCIOSI DI OTTENERE. Imploriamolo gemendo e piangendo, come è giusto che implorino coloro che sono posti tra sventurati che piangono e altri che temono le sventure, tra i molti prostrati dal massacro e i pochi che restano in piedi. Chiediamo CHE CI VENGA PRESTO RESTITUITA LA PACE, che ci si dia aiuto nei nostri nascondigli e nei pericoli, CHE SI ADEMPIA quello che il Signore si degna di mostrare ai suoi servi: LA RESTAURAZIONE DELLA SUA CHIESA, LA SICUREZZA DELLA NOSTRA SALUTE ETERNA, il sereno dopo la pioggia, LA LUCE DOPO LE TENEBRE, LA QUIETE DELLA BONACCIA DOPO LE TEMPESTE E I TURBINI, L'AIUTO PIETOSO DEL SUO AMORE DI PADRE, LE GRANDEZZE A NOI NOTE DELLA DIVINA MAESTA'" (Epistula 11,8, in: S. Pricoco - M. Simonetti, La preghiera dei cristiani, Milano 2000, pp. 138-139).

(documento integrale: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/audiences/2002/documents/hf_jp-ii_aud_20021211_it.html)

 

E' molto bello - e anche molto opportuno - vedere come Giovanni Paolo II ci ha ricordato che Dio - eterno, immutabile - anche quando punisce l'umanità' peccatrice, lo fa mosso per il suo amore paterno. E, quando l'umanità' si converte, allora torna la bonaccia.

 

"Il libro della Fiducia", del P. Thomas de Saint Laurent ("Luci sull'Est", 1999, con una Presentazione per questa edizione di Mons. Angelo Comastri, Arcivescovo-Delegato Pontificio di Loreto) e' una guida straordinaria che aiuta il cattolico ad imparare come abbandonarsi, con fiducia, all'infallibile azione della Providenza. Ecco i suoi primi brani:

 

"Voce di Cristo, voce misteriosa della grazia che risuonate nel silenzio dei cuori, voi mormorate nel fondo delle nostre coscienze parole di dolcezza e di pace. Nelle nostre miserie presenti, ci ripetete la parola che il Maestro pronunciava così spesso durante la sua vita mortale: "Fiducia, fiducia!".

 

"All'anima colpevole, oppressa dal peso delle sue colpe, Gesù diceva: 'Abbi fiducia, figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati. 'Fiducia!' diceva ancora alla malata abbandonata che attendeva da lui la sua guarigione, 'la sua fede ti ha salvata.

 

"Quando i suoi apostoli tremavano di spavento, vedendolo camminare di notte sul lago di Genezareth, egli li tranquillizzava con questa affermazione rassicurante: 'Abbiate fiducia! Sono io; non abbiate paura'. E la sera della Cena, conoscendo i frutti infiniti del suo sacrificio, lanciava, mentre andava alla morte, questo grido di trionfo: 'Fiducia, abbiate fiducia! Io ho vinto il mondo.

 

 "Questa parola divina, cadendo dalle sue labbra adorabili, tutta vibrante di tenerezza e di pietà, operava nelle anime una trasformazione meravigliosa. Una rugiada soprannaturale fecondava la loro aridità; delle luci di speranza dissipano le loro tenebre; una serena certezza scacciava le loro angosce, perche'‚ le parole del Signore 'sono spirito e vita'. 'Beati quelli che le ascoltano e le mettono in pratica'. Come un tempo i suoi discepoli, siamo noi ora invitati da Nostro Signore alla fiducia. Perché rifiutarci di ascoltare la sua voce?"

 

 Vogliamo ricordare ai nostri lettori che possono leggere on-line sul nostro sito, o scaricare l'archivio oppure fare richiesta di quest'opera, o anche della cassetta con brani scelti dello stesso libro del Padre Thomas di Sant-Laurent, per aiutare nella pratica di questa Fiducia in mezzo a tante tenebre e confusione dei nostri giorni. E che diffondiamo le certezze della Fede che ci danno luce e pace.

 

Ma tutto questo, senza la grazia di Dio, e' impossibile. Chiediamo, quindi, alla Madonna di Fatima che benedica queste nostre iniziative e di tutti i nostri amici. E, in modo particolare, a quegli eroi sconosciuti dagli uomini (v.g., religiosi/e, monaci/che di clausura) ma che pregano e soffrano chiedendo al più presto il trionfo del Cuore Immacolato di Maria!

 

Cordiali saluti, la redazione di Luci sull'Est

 

P.S. Ringraziamo a tutti coloro che hanno l'abitudine di diffondere - sia via Internet, sia stampando sui periodici - le nostre mailing-list.

 

=============================================================

Luci sull'Est Roma:    Via Castellini, 13/7 – 00197     E-mail: luci-rm@iol.it

 

-->Milano:    Via E. Toti, 10 - 20063 Cernusco s/n (MI)

 

-->Palermo:    Via Aloisio Juvara, 58 - 90142 (PA)

 

 Per tutte le richieste, rivolgersi all'indirizzo di Roma o tramite il modulo di richieste on-line del nostro sito http://www.lucisullest.it

---------------------------------------------------

 

Luci sull'Est - International web site:

http://www.lucisullest.org/uk  English

http://www.lucisullest.org/fr  Frangais

http://www.lucisullest.org/de  Deutsch

http://www.lucisullest.org/es  Espaqol

http://www.lucisullest.org/pt  Portugujs

http://www.lucisullest.org/pl  Polish

http://www.lucisullest.org/ru  Russian

http://www.lucisullest.org/hr  Croatian

http://www.lucisullest.org/ro  Roumanian

http://www.lucisullest.org

http://www.lucisullest.com

http://www.lucisullest.it

========================================