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Da: I Nuovi Perseguiati, Antonio Socci, ed. PIEMME

 

     Didier Rance nel suo volume "Un siecle de temoins"

 

 ha raccontato ciò che accadde al Bulgaro, Padre Gavril ielovejdov

 

- un uomo che aveva sopportato undici tremendi anni di lager - quando venne a Roma alla fine degli anni Ottanta.

 

 

TESTIMONIANZA PORTATA IN UNA UNIVERSITà PONTIFICIA

 

 

Era stato invitato a raccontare il calvario della Chiesa bulgara in una università pontificia dove lui stesso aveva studiato, molti anni prima e il cui rettore era stato suo compagno di studi.    

 

Padre Gavril dunque narrò con semplicità e precisione il martirio di tanti sacerdoti, le crudeli torture (conosciute di persona), i lager e la fede e la speranza invincibile di quei cristiani.

 

     Uscendo dall'aula incontra un prete italiano che gli dice: "La prossima volta non racconti sciocchezze come ha fatto oggi".

 

Padre Gavril sbigottito riesce solo a dire: "E perchè? Io non ho riferito che la verità".

 

     E l'italiano: "Ma via! I miei studenti mi hanno appena detto: ma questo prete racconta balle: se crede che noi siamo così imbelli da credergli...".

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     Ci sono stati in realtà anche cristiani che alle vittime non hanno risposto con il disprezzo, ma con pietà e carità.