Il seguente articolo non ci trova
d'accordo in ogni suo dettaglio, ma lo troviamo interessante.
Lo trascriviamo interamente, con la
sola aggiunta dei titoli minori.
Islam e
democrazia
"Tutti gli
Stati musulmani sono senza democrazia" di Yosef Tiles
è un fatto!
"Ci sono oggi al mondo più di
venti Stati in cui i musulmani superano l'85% della popolazione. Ci sono altri
venti Stati in cui i musulmani superano il 50% della popolazione; questi Stati
si trovano in tre continenti e vanno dalla Nigeria all'Indonesia, dalla Bosnia
alla Cecenia, e non hanno un denominatore geografico comune, non hanno un
comune denominatore etnico o linguistico.
L'unica
cosa che li accomuna e' che in nessuno di questi Stati esiste una democrazia:
alcuni di questi sono governati da
giunte militari, altri da sultani, alcuni hanno cercato di darsi una parvenza
democratica, ma in realtà sono controllati con il pugno di ferro da oligarchie
militari e/o religiose e/o ex-comuniste.
Dando
un'occhiata all'atlante, notiamo che c'e' un rapporto diretto tra la
percentuale dei musulmani e la loro
vicinanza al centro religioso dell'Islam, cioè la penisola arabica, alla
loro repulsione verso la democrazia.
L'Homo
Sapiens può desumere che c'e'un legame diretto tra Islam e dittatura.
MA GLI
USA MINIMIZZANO
Si
puo' essere indotti a pensare che la religione di Maometto crei una civiltà o
una cultura impregnata di anticorpi contro la democrazia, ma quello che si può
desumere così facilmente non va d'accordo con il politically correct e con i
bisogni della coalizione capeggiata dagli Usa.
Le
ragioni politiche sono ovvie: gli Stati
Uniti prediligono le società democratiche, ma quando i loro interessi gli
chiedono d'appoggiare dei regimi dittatoriali e terroristici, la preferenza per
le democrazie viene dopo le necessità più urgenti.
Secondo
gli americani non è mai il momento giusto di esprimere un giudizio sul regime
in Arabia Saudita e la cultura wahabita; o sul regime iraniano e il suo legame
con il terrorismo sciita; o sul legame tra la cultura islamica e il regime
assassino dell'Iraq.
Gli americani preferiscono parlare
dell'Islam pietoso e pacifista come del vero Islam.
... gli intellettuali occidentali
pure
TUTTA COLPA
DELLE INGIUSTIZIE SUBITE?
Queste
impostazioni non coinvolgono gli intellettuali del mondo occidentale. Ciononostante
tanti di loro tendono a spiegare il fenomeno del terrorismo islamico come se
derivasse da ingiustizie subite. L'importante per loro è non dire la verità: la religione islamica, come viene
interpretata dalla grande maggioranza dei musulmani, e' quella che detta le
regole e i rapporti dentro alle loro società ed e' quella che genera la dittatura, il fondamentalismo, il fanatismo
e il terrorismo.
La gente politically
correct cerca di dare le colpe al colonialismo occidentale, alle umiliazioni
subite dai musulmani da parte del mondo occidentale, alla povertà del Terzo
Mondo e alla globalizzazione.
e ALLORA
PERCHÉ L'INDIA STA MEGLIO DEL PAKISTAN, SE HANNO LA STESSA RADICE COLONIALE?
Nessuna
di queste spiegazioni resiste ad un semplice esame basato sul confronto tra una
società musulmana e una società diversa, che hanno storie simili ma presente
diverso.
L'esempio più
lampante è il confronto tra l'India e il Pakistan.
Entrambi sono stati dominati dal
colonialismo inglese per più di 200 anni.
Solo nel 1949 sono stati divisi in due
Stati diversi su base religiosa.
Entrambi
sono Paesi poverissimi, con una natalità eccessiva, divisi in tante etnie, che
parlano tante lingue.
Ciononostante
l'India è riuscita a diventare una
democrazia, sviluppare un forte ceto medio e arrivare ad essere una potenza
industriale, mentre il Pakistan si trova oggi ridotto peggio di quando lo hanno
lasciato gli Inglesi.
Si può sostenere che
le differenze tra queste due società non sono solo religiose, sarebbe rischioso
concludere che è l'Islam che induce
alla dittatura.
Ma
purtroppo questo fenomeno è universale, e probabilmente è una regola culturale
imposta dall'Islam.
Questo non vuol dire che le società
musulmane non possono cambiare, ma bisogna ricordarsi che nessuna religione diventa
più moderata se non incontra delle forze che la limitano.
La
guerra in Afghanistan, come quella in Israele, non deve servire solo a bloccare
il terrorismo, ma anche a fermare l'ondata di fondamentalismo e fanatismo
islamico che sommerge le società
musulmane e che rischia di sommergere tutto il mondo.
Questa è una guerra di culture, una
guerra di civiltà e di cultura."