Una lettera di Pax Christi -
Verona in risposta ad una intervista del vescovo di Verona
di Sergio Paronetto (Pax Christi - Verona)
Cari amici, vi mando una lettera di risposta
a un’intervista concessa dal vescovo di Verona al "Corriere veneto"
del 12 novembre, inserto del "Corriere della sera" (che forse avete
già visto o che immagino possiate procurarvi autonomamente). Fraterni saluti.
Sergio Paronetto
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Caro direttore,
brutta l’intervista al vescovo di Verona apparsa nell’inserto veneto del "Corriere della sera" il 12 novembre.
Brutta sia per la malizia che enfatizza nel titolo solo una frase di padre Flavio R. Carraro (si poteva benissimo intitolare: il vescovo contro lo stile Gentilini; oppure: il vescovo invita a una accoglienza responsabile), sia per il carattere schematico o allarmistico di alcune affermazioni del vescovo (la mancanza di emeneutica nell’islamismo, il rifiuto del termine dialogo nel pensiero islamico, l’invito a non aprire moschee, presente nel titolo dell’intervista).
Ho avvertito un tono impaurito che non rende
giustizia al pensiero di un vescovo cattolico di spiritualità francescana,
fraterno e solidale, che si è dimostrato ed è disponibile a significative
iniziative di accoglienza. Infortunio da intervista telefonica o
strumentalizzazione del giornalista o del giornale?
Fraterni saluti.
Sergio Paronetto (Pax Christi, Verona)
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Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico - 29 novembre, ultimo venerdì del Ramadan-
Nel mezzo della tempesta che continua a
sconvolgere il Medio Oriente e alla vigilia della guerra contro l’Iraq,
ricordando il grande digiuno del 14 dicembre 2001, convocato da Giovanni Paolo
II assieme alle comunità islamiche, e l’incontro ad Assisi delle religioni per
la pace (24 gennaio 2002), intendiamo proporre per il 29 novembre la giornata
ecumenica del dialogo cristiano-islamico aderendo all’appello promosso dalla
rivista "Il dialogo" (www.ildialogo.org) e da varie personalità.
L’iniziativa si presenta come giornata di
resistenza spirituale contro tutte le forme di violenza e di fanatismo, come
impegno di preghiera e di riflessione per la pace, come momento di solidarietà
nei confronti delle vittime delle guerre, dei terrorismi e delle ingiustizie di
tutte le latitudini geografiche, culturali e religiose.
Incontri pubblici, visite a luoghi di culto,
scambio di esperienze, veglie di preghiera o di digiuno possono diventare
occasione di mobilitazione nonviolenta contro intolleranze e razzismi
alimentati dalla tendenza bellicista in atto e dalla pratica di "guerra
infinita" diffuse in molti paesi e nella mente di tanti. Noi dedicheremo
quel giorno alla preghiera, al digiuno e all’ascolto.
Il 18 ottobre scorso, a Ginevra, si è
conclusa la "Consultazione internazionale" convocata dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese (CEC) con la presenza di autorevoli rappresentanti delle
più importanti organizzazioni cristiane e musulmane. Nel Rapporto finale si
scrive che più che parlare gli degli altri è necessario "parlare gli uni
con gli altri": "le nostre fedi musulmana e cristiana ci spingono a
condividere un comune sentire della dignità dell’essere umano e su questa base
insieme affermiamo i fondamentali diritti degli individui e dei gruppi come
espressi nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani e sui
reciproci doveri che da questi diritti derivano"…"Spinti dagli
sviluppi degli avvenimenti nel mondo, come pure da recenti tragici conflitti
locali, noi, musulmani e cristiani insieme, ci impegniamo nella ricerca della
giustizia e nella prevenzione dei conflitti e della incombente violenza".
Analoghe riflessioni erano contenute nella
lettera di Pax Christi "A coloro che pregano Dio con il nome di
Allah" inviata alle comunità musulmane, nell’ottobre 2001, subito dopo la
notizia dei primi bombardamenti in Afghanistan. In essa indicavamo nell’ascolto
della Parola di Dio, nel dialogo tra culture e nella difesa dei diritti umani
la condizione indispensabile per creare comuni percorsi di convivenza.
Verona può farsi ambasciatrice di pace
favorendo il dialogo culturale e un clima di confronto civile. A tale fine è
urgente rilanciare operativamente il gemellaggio con la palestinese Betlemme e
con l’israeliana Ranana. Perché non tentare anche un ulteriore gemellaggio con
Baghdad o un’altra città dell’Iraq? Giorgio La Pira diceva che è necessario
"unire le città per unire i popoli".
Pax Christi -Verona-
Mercoledì, 13 novembre 2002
«Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino»
Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi - Registrazione Tribunale di Avellino
n.337 del 5.3.1996