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Kant

Il primo presupposto di Kant: fai in modo che la tua massima valga come legge universale.

La critica della ragion pratica è il mezzo attraverso il quale si giunge alla armonizzazione del pensiero logico sui fatti.

La critica della ragion pura è il metodo d’indagine d’ogni logica.

La critica del giudizio è l’indagine e la definizione sul giudizio delle cose.

Così in Kant, la pace perpetua si consegue mediante lo sviluppo della coscienza, cioè della logica e della sua indagine e del giudizio dell’individuo umano, di qui il governo del mondo è l’assoluta sovranità di Dio.

Nel testo “la religione entro i limiti della ragione” emerge la figura di un Dio assolutamente sovrano e onnisciente e Gesù Cristo è il volere divino che ridona all’uomo l’armonia che egli aveva perso col peccato di Adamo. Kant parla poco di redenzione, ma assai di pietismo, di conquista dei ritmi di Dio, tanto che nella metafisica dei costumi dirà che l’uomo, in piena sintonia con il pensiero protestante, è un disastro… e la sua unica possibilità è la conquista di questi ritmi.

La teologia come scienza, sente il bisogno di essere in comunione con tutte le altre discipline scientifiche.

 

Epistemologia????

La critica è anteriore alla metafisica, essa non è altro che la stessa metafisica che dubita di se e riflette sulle sue origini.

Mentre la critica porta giudizi sulla realtà, la metafisica porta giudizi sui valori.

- Gli antichi hanno sentito maggiormente il problema della critica, da questa si è sviluppata la metafisica.

 

La conoscenza non è un’invenzione di Cartesio o di Kant, essa sta  al centro della preoccupazione di Platone, di Aristotele, di Pirrone, di Sesto Empirico, ecc…

 

Lo scetticismo???

Lo scetticismo rappresenta una tentazione permanete per la psiche, appena questa abbandona il terreno sicuro delle certezze del senso comune. E’ una manifestazione dell’inquietudine che spinta all’assoluto termina in una disperazione intellettuale. Altro è lo scetticismo, altro è lo scetticismo pacato dell’esistenzialismo.

Lo scetticismo è uno dei tentativi dello spirito umano per giungere all’assoluto, e per questo non è privo di seduzione. Ma non potendo giungere ad un assoluto, si riversa nell’assoluto del nulla. La seduzione dello scetticismo è in ultima analisi quella del nulla, fondamento del nichilismo e del relativismo.

 

L’empirismo???

Non è sempre facile una distinzione tra scetticismo e empirismo perché hanno confini comuni. Come lo scetticismo quando è fedele alla sua essenza, degrada l’uomo a livello della pianta, così l’empirismo, se fosse logico, degraderebbe l’uomo a livello dell’animale. Ma negare all’uomo l’intelligenza è vano e nessuno lo osa. Solamente nell’empirismo la funzione dell’intelligenza è ridotta al minimo, o piuttosto, non la si riconosce, benché in realtà sia esercitata.

 

La sensazione

 è un’intuizione del reale, vale a dire che essa dà immediatamente l’essere concreto esistente. I sensi non possono criticarsi e quindi la critica della conoscenza sensibile può essere fatta solo dalla conoscenza. Tutte le esperienze sensitive sono spiegate, sia quella scientifica che mistica o poetica.. Non vi può essere sensazione senza l’influenza attuale di un agente materiale. Infatti, l’allucinazione o l’illusione annullano la sensazione.

 

-AGNOSTICISMO O AVVENIMENTO CRISTIANO?-

L'agnosticismo è una conseguenza del materialismo nichilista. Non si ha uno scopo, ne si sa dove si è diretti. E' il camminare incerto di un ubriaco che ha perso coscienza della sua identità, non sa dove si trova  e  non sa dove è diretto. Ma per l'avvenimento cristiano ogni uomo è figlio di Dio ed esprime la sua realtà nel sacerdozio, cioè nell'essere mediatore tra il Creatore e la creazione. Il sacerdozio è la preghiera più bella che dal basso, attraverso il cuore del credente-amante, sale verso Dio, mentre da Dio scende verso il basso come benedizione vivificare e a dare compimento, affinchè tutto sia in armonia

 

- ANALOGIA –

1- L’analogia dell’essere tratta del legame tra Dio e le cose create.

2- L’analogia della fede tratta della connessione dei misteri tra di loro. Da una affermazione principale si arriva ad una affermazione secondaria, es.: Se Gesù è risorto dai morti, anche noi risorgeremo.

3- Queste analogie portano alla questione del fine ultimo, non come ricerca di ogni conclusione assoluta, ma come felice tentativo di aprire molte pieghe nascoste.

 

- LOGICA –

E’ una tecnica che dirige lo stesso atto della ragione, con cui l’uomo può procedere ordinatamente, speditamente e senza errori. (S. Tommaso) Questa è sia scienza che tecnica il suo fondatore è Aristotele.

 

- ESSERE –

L’essere vive del principio radicale, perché le sue leggi sono universali e perché non può avere contrapposizione in quanto è unico.

 

L’errore

L’errore appare uno scandalo alla riflessione. Il falso è contrario al vero.

Essendo la verità il fine a cui tende l’intelligenza, vale a dire il suo proprio bene, l’errore è il suo male. L’errore è una privazione di perfezione, è una specie di parto mostruoso. L’errore è sempre un accidente perché l’intelligenza lasciata a se stessa non può sbagliare. L’errore risiede formalmente nel giudizio. L’errore è sempre un pregiudizio per quanto lo ignoriamo.

 

POSSIBILITà DELL’ERRORE

Un errore riconosciuto cede il posto alla verità.

Il giudizio falso non implica opportuna riflessione.

E’ un pregiudizio la cui falsità deriva dall’ignoranza

“Colui che si vaglia non comprende l’oggetto riguardo al quale si vaglia”.(S:Tommaso e S. Agostino)

E’ causato dall’ignoranza e dall’incoscienza. Poiché lo spirito umano è per natura finito e incarnato, pure per natura è soggetto all’errore.

 

CAUSE DELL’ERRORE

Per errare c’è sempre una causa. Ma rigorosamente e filologicamente dobbiamo affermare che l’errore non può avere una causa perché essendo una negatività in se stesso è solo nulla.

Manifesta solo un difetto nell’intelligenza, di conoscenza, di attenzione, di coscienza, che non può produrre nulla.

Ogni errore può essere solo volontario, non in quanto falsità ma solo come giudizio.

L’errore deriva dalla fretta di giudicare, cosa implicita nell’idea di pregiudizio.

Cartesio = precipitazione

S:Tommaso = Presunzione.

Tuttavia non vi è errore che sia completamente irresponsabile, almeno in causa. La sensibilità, la immaginazione, le passioni se non vengono controllate sono causa dell’errore. Infatti la maggior arte dei nostri errori derivano dall’affettività. L’errore riguarda l’intelligenza e non è mai inevitabile.

 

L’EVIDENZA

Il problema dell’evidenza è quello del raggiungimento della verità.

L’evidenza è una verità antica ed ontologica. Il termine è evidente quando è percepibile a primo colpo d’occhio (anche l’intelligenza vede)

L’intuizione intellettuale delle verità astratte è impropriamente evidenza.

L’EVIDENZA è UNA PROPOSIZIONE DELL’OGGETTO, E’ LA CHIAREZZA DEL RIVELARSI DELL’ESSERE.

 

POSSIBILITà E PROBABILITà DELL’EVIDENZA

Perché un giudizio sia possibile, prima condizione è che esso non sia contraddittorio, infatti la nozione di probabilità è perfettamente chiara in matematica.

La verosimiglianza non si può quasi distinguere dalla probabilità: una cosa è verosimile quando è simile ad un’altra che è vera.

L’evidenza porta a non rendere inconcepibile il contrario. Inconcepibile è sinonimo di impossibile. Nessun essere reale è necessario, ad eccezione di Dio. ma proprio Lui non è facilmente evidente per noi. Quando siamo lontani o fuori di Lui noi “diventiamo” non evidenti. Ma non si ha il diritto di confondere innegabile con inconcepibile, l’evidenza non è sullo stesso piano dell’indubitabilità, perché nel caso del pregiudizio si incorrerebbe in errore e che inversamente ogni evidenza non è indubitabile.

“L’evidenza  è chiara perché si manifesta all’intelletto dal quale viene rapita nella sua profondità”(definizione della scolastica) infatti, l’assenso dell’intelligenza è il suo appetito naturale di verità.

 

EVIDENZA INTRINSECA ED ESTRINSECA

L’evidenza è spontaneamente opposta alla dimostrazione e alla fede, perché non ha bisogno di essere dimostrata. La dimostrazione consiste nel collegare con un legame necessario una proposizione che non è evidente ad un’altra che lo è.

La fede afferma una verità che non è ne evidente, ne dimostrabile. Come si fa distinzione tra sapere e credere così, così pure, si fa distinzione tra l’evidenza intrinseca ed estrinseca.

Manifestazione dell’oggetto = evidenza intrinseca immediata (intuizione), mediata (dimostrazione o percezione).

Anche il concetto appare alla coscienza come ogni altro concetto psicologico.

L’evidenza estrinseca è quindi a ragione chiamata evidenza della fede poiché un’affermazione determinata della volontà è un atto di fede.

 

EVIDENZA E CERTEZZA

Abbiamo tante certezze non fondate sull’evidenza. (atomi e microbi, ecc..)

Criteri soggettivi: il sentimento o la volontà o l’istinto o il successo. Le facoltà di appetizione sono ordinate al bene, solo la intelligenza è ordinata al vero e capace di discernerlo.

La funzione dell’autorità (Dio o genere umano), la funzione della fede, nella vita intellettuale dell’uomo essa è immensa ed evidente in modo sfacciato. La sola cosa che non si può ammettere e di dare alla teoria un valore assoluto, l’autorità non può essere il criterio ultimo della certezza. S. Paolo: “Come crederanno se non predichiamo loro?”.

L’evidenza da sola non basta, essa stessa domanda un criterio e ci si trova impegnati in una regressione senza fine.

Se si crede di vedere mentre non si vede e perché non si ha chiara la coscienza di quanto si fa. Il rimedio all’errore è la riflessione, perché è il mezzo per ottenere l’evidenza che manca. L’evidenza è il criterio ultimo della certezza.

 

LA CERTEZZA

La certezza non può essere confusa con la verità, per la semplice ragione che vi sono certezze erronee. Mentre la verità è un carattere primitivo della conoscenza, la certezza è un carattere secondario della conoscenza, è uno stato dello spirito nei confronti della verità. La certezza è il grado massimo di forza, di determinazione con cui la mente pone il suo giudizio.

 

IGNORANZA - DUBBIO - OPINIONE

L’ignoranza è l’assenza di ogni conoscenza riguardo ad un oggetto (dal vuoto della mente  emana la nescienza o l’ignoranza).

Il dubbio è la sospensione del giudizio. Il Dubbio può essere: negativo, positivo, parziale, universale, metodico, scettico, reale fittizio. “Bisogna saper dubitare e affermare quando è necessario” - Pascal – “Il buon senso è caratterizzato da una giusta misura del dubbio.”

Il sospetto è la tendenza a porre un giudizio

L’opinione entra nel campo dell’affermazione, l’opinione è un giudizio insicuro.

La certezza è lo stato di uno spirito che afferma, senza timore di sbagliarsi, che è determinato a un giudizio e vi aderisce fermamente.

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La certezza è lo stato perfetto dell’intelligenza è la sua pace, la sua gioia infatti il vero scopo verso cui tendono tutti gli uomini è il riposo nel possesso della verità.

 

SCIENZA CREDENZA E FEDE

La distinzione si ottiene con il vero sapere e con il credere rettamente. L’intelligenza da il suo assenso quando è determinata dall’oggetto: l’intelligenza quando l’oggetto è conoscibile per motivi primi, la scienza quando esso è conosciuto per mezzo di un altro.

Se il giudizio se è posto con riserva è un’opinione se è posto assolutamente è un atto di fede.

Contrariamente al vero sapere il vero credere presenta gravi difficoltà, perché ha un significato fluttuante, il sostantivo è credenza – da cui vi sono per lo meno quattro specie.

 

Si da la propria fede liberamente ma non senza valide ragioni.

 

NON SI CREDEREBBE MAI, SE NON SI VEDESSE CHE E’ NECESSARIO CREDERE, E NON SI CREDE SE NON SI VUOLE.