"La mia grazia ti basta..." (2
corinzi 12:9) http://web.tiscali.it/martiri
Siamo tutti perdonati?
Quando Gesù pregava il Padre in presenza di altri, considerava sempre ciò che potesse essere utile per chi lo ascoltava.
In
una delle sue preghiere spiegò persino: "Ho detto questo a motivo della
folla che mi circonda" (Giovanni 11:42).
Sulla
croce Gesù pronunciò la sua preghiera di perdono affinché potessimo imparare
come pregare per il perdono dei nostri peccati e dei peccati che gli altri
compiono nei nostri confronti.
S.
Agostino spiega: "La Grazia pregò affinché il peccatore possa pregare. Il
Giudice pronto a perdonare pregò affinché il colpevole possa chiedere
perdono".
Chiunque
può essere perdonato se chiede al Padre celeste il perdono sulla base del
sacrificio di Gesù sulla croce, ma soltanto se unisce la sua preghiera alla
preghiera di perdono per lui pronunciata dal Salvatore.
L'anima
che lo fa può esser certa che tale preghiera sarà ascoltata e che per essa il
giudizio di Dio è messo da parte.
Quando
Gesù era sulla croce le tenebre scesero su di lui e sulla campagna. Presto
seguì un terremoto.
Gesù
sapeva quel che stava per accadere all'umanità a causa della sua crocifissione.
Nelle tenebre e nel terremoto vide segni del
giudizio di Dio simili a quanto accadde a Sodoma e Gomorra e mediante la sua
preghiera fermò l'ira di Dio. In mezzo a quegli sconvolgimenti egli divenne
per noi un parafulmine.
L'ira
di Dio lo colpì e noi, i colpevoli, siamo stati salvati, tutto perché egli
pregò.
La prima
preghiera di Gesù non fu per sua madre o per i suoi discepoli, ma per i suoi
nemici. L'amore prega, prima di tutto, per i peccatori più incalliti. C'è
perdono da Dio persino per il peggior peccatore.
Coloro
che crocifissero Gesù commisero il peggior crimine di ogni tempo: un omicidio
come nessun altro, passato o futuro.
Le
loro mani erano macchiate del sangue del Figlio di Dio mentre lo inchiodavano
alla croce. Eppure Gesù pregò per il loro perdono.
L'anima
oppressa dal peccato ma conscia di essere amata da qualcuno è tentata di
pensare: "Questa persona mi ama soltanto perché non conosce il mio peccato".
Ma a Gesù nulla è nascosto. Se potè pregare per il perdono dei suoi assassini,
può pregare anche per il nostro perdono,
In
conseguenza di ciò molti dei suoi assassini trovarono effettivamente perdono.
Quando
il centurione di guardia alla croce vide ciò che era successo, glorificò Dio e
disse: "Veramente, quest'uomo era giusto" (Luca 23:47). E i soldati
che erano con lui "furono presi da grande spavento e dissero:
«Veramente, costui era Figlio di Dio" (Matteo 27:54).
Poco
tempo dopo la Pentecoste anche un gran numero di sacerdoti si convertì (Atti
6:7). Se questi ottennero il perdono è allora certo che chiunque, per quanto
grave sia il suo peccato, può ottenere la remissione dei propri peccati.
Dubiti
che il sangue di Gesù possa bastare anche per i tuoi peccati?
Quando
il re dell'antica città di Ninive udì la predicazione del profeta Giona, reagì
coprendosi di sacco e cenere, come tutti i suoi sudditi, e disse: "Forse
Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non
periamo" (Giona 3:9).
Come
reazione gli abitanti di Ninive abbandonarono le loro vie malvagie nella
semplice speranza di poter essere perdonati. Con la certezza della croce
dietro di noi, possiamo noi nutrire meno speranza dei malvagi abitanti di
Ninive?
L'apostolo
Paolo scrisse: "Siate... benevoli e misericordiosi gli uni verso gli
altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo"
(Efesini 4:32).
Così
come siamo stati perdonati, dobbiamo anche perdonare gli altri. Gesù disse:
"Se
dunque tu stai per offrire la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo
fratello ha qualcosa contro di tè, lascia là la tua offerta davanti all'altare,
e va' prima a riconciliarti con tuo fratello; poi vieni a offrire la tua
offerta" (Matteo 5:23-24).
La
lezione per noi è che dobbiamo perdonarci gli uni gli altri proprio adesso.
Quant'è grande il male che ci è stato fatto? Un insulto, un'accusa ingiusta,
un'incomprensione, un'azione cattiva. Quant'è insignificante se paragonato a
ciò che il Salvatore dovette perdonare! Nella parabola del servo che non volle
perdonare, il padrone esclama: "Io ti ho condonato tutto quel
debito" (Matteo 18:32). Non possiamo noi condonare i piccoli debiti di chi
conosciamo?
Non
giustifichiamoci dicendo che solamente Gesù può farlo poiché è Dio. Per
duemila anni abbiamo avuto la testimonianza di innumerevoli credenti che hanno
seguito il suo esempio in ogni cosa. Ricordiamoci di Stefano (Atti 7:60), il
quale, mentre i suoi nemici lo lapidavano, gridò: "Signore, non imputar
loro questo peccato".
Mentre
veniva condotto a morte dai pagani, il vescovo Hannington dell'Uganda, per
impedirsi di nutrire pensieri malvagi, sussurrò a sé stesso:
"amate
i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che
vi odiano, e pregate per quelli che vi maltrattano e che vi perseguitano"
(Matteo 5:44).
Suo
figlio, che divenne un predicatore dell'Evangelo nella stessa nazione, ebbe la
gioia di condurre alla fede e battezzare gli assassini di suo padre!
La grazia di Dio basta per tutti, tè incluso.
Richard Wurmbrand Testo
inedito in lingua italiana
Richard
Wurmbrand (1909-2001) ha trascorso 14 anni nelle prigioni della Romania a causa
della sua fede cristiana. E autore del libro Torturato per Cristo.