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Sudan: 2 milioni di morti

"La guerra in Sudan ha causato fino a oggi quasi due milioni di morti e quattro milioni di profughi interni.

 

Il Sud è completamente distrutto e la carestia complica la situazione: quasi due milioni di persone dipendono dall'aiuto umanitario, in una paese potenzialmente ricco dal punto di vista agricolo.

 

Il 12 dicembre il presidente Bashir ha sciolto il parlamento mettendo fuori dai giochi di potere l'ideologo del Nif Turabi, ha promesso cambiamenti e migliorato le relazioni con i paesi vicini.

 

Ma il 12 marzo lo stato d'emergenza, che doveva durare solo tre mesi, è stato prorogato fino a dicembre; e sono state eseguite sentenze basate sulla legge islamica. Secondo Africa Confidential, era Turabi, e non Bashir, quello che spingeva maggiormente per l'autodeterminazione del Sud Sudan. Intanto - mentre i bombardamenti di civili al Sud e sui monti Nuba continuano - il 31 gennaio Riek Machar è tornato con l'Spla, decretando la fine del piano di pace fatto dal governo coi dissidenti della guerriglia sudista nel 1997.

 

E i negoziati Igad a Nairobi (22-26 febbraio) nemmeno stavolta hanno registrato progressi.

 

Anche l'Splm ha avuto i suoi problemi.

 

Il 1° marzo 11 ong umanitarie su 43 hanno lasciato il Sud Sudan perché non hanno accettato le nuove condizioni imposte: per Human Rights Watch l'Splm ha dimostrato di non essere preoccupato della vita della gente.

 

Dopo aver incontrato in febbraio John Garang, il 4 marzo Harry Johnston, inviato speciale Usa per il Sudan, è arrivato a Khartoum per affrontare i tre nodi della pace, aiuto umanitario e diritti umani.

 

Questo significa il miglioramento, certamente promosso dall'Egitto, delle relazioni con gli Usa.

 

E il vicepresidente sudanese Ali Osman Mohamed Taha avrebbe dichiarato di preferire la separazione tra stato e religione piuttosto che la divisione del paese.

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Sviluppi che potrebbero bastare per tenere il Sudan unito. Ma per la pace?"