http://web.tiscali.it/martiri

LETTERA APERTA AI COLLEGHI DELL’ITC “Tommaso Fiore”

Il principale compito della scuola è quello della formazione del cittadino; esiste, infatti, una oggettività laica della formazione morale che ha il dovere primario e inderogabile di educare al senso del giusto e dell’onesto. Non si possono livellare il lavoro e l’ozio, il merito e il demerito, senza mettere in pericolo il destino delle future generazioni.

 

E’ enorme il valore della scuola, il nostro valore, nel costituire il destino delle future generazioni e nell’attrezzarle con amore, rettitudine e professionalità a percorrere la via della civiltà. La scuola ha il compito primario di educare proprio a questo. Un atteggiamento non sicuro dal punto di vista educativo porta alla barbarie. La valutazione, se vuole essere educativa, deve seguire sia il criterio oggettivo che quello soggettivo.

 

Oggettivamente, noi dichiariamo che Giacomino può essere promuovibile alla classe successiva, se così non fosse, da bugiardi, attesteremmo un falso in atto pubblico.

 

Soggettivamente, invece, guardiamo alla situazione ambientale della classe e all’impegno profuso dall’individuo esaminato. Se la valutazione non scaturisse sia dal lato soggettivo che da quello oggettivo ci troveremmo, alternativamente, nell’atteggiamento di lassismo o di crudeltà. La situazione di lassismo, attualmente, è quella di gran lunga più frequente.

 

Il buonismo, il mammismo, porta avanti situazioni che si incancreniscono fino a compromettere, culturalmente e psicologicamente lo sviluppo delle giovani personalità.

 

Purtroppo, il nostro Istituto, come molti altri, si trova imbrigliato nel buonismo che vede la scuola come un luogo obbligato di parcheggio, dove si può sacrificare sia la oggettiva formazione culturale che l’indispensabile contributo della buona volontà individuale.

 

La sfiducia degli alunni in questa istituzione va sempre più crescendo, frasi dal tenore:  “Perché questa scuola è ?”, oppure atteggiamenti di scoraggiamento e di crescente demotivazione e disaffezione allo studio sono il frutto di promozioni immeritate, che portano i pigri a essere sempre più pigri e i volenterosi a scoraggiarsi, con una politica didattica che produce sia il ribasso qualitativo che quantitativo.

 

Politica dello struzzo più che miope se vuole essere una soluzione al calo delle iscrizioni. Solo una scuola professionalizzante e propositiva di valori etici chiari e inderogabili, potrà superare il calo delle iscrizioni.

 

Anche la didattica è l’azione duplice e coordinata del corpo docente e dei discenti, ma la realtà di docenti unicamente complici con le aspettative degli alunni è tutt’altro che rara, questi hanno si un compito facile e populistico, scevro da critiche e fastidi e fatiche ma compiono un crimine nei confronti della speranza e del destino dei singoli e delle comunità.

http://web.tiscali.it/martiri

 

Atteggiamenti che vadano solo nella direzione delle aspettative dei ragazzi, anche se sono minoritari, sono, tuttavia, devastanti nei riguardi del lavoro degli altri colleghi.

 

Sufficienze, strappate all’ultimo momento, per un argomento a piacere o voti largheggiati, portano a quel tradimento etico delle future generazioni dalle tragiche prospettive future.

 

La società in genere e la nostra società territoriale in particolare, potrà essere salvata o perduta dai nostri criteri valutativi se essi saranno o non saranno una ingiuria alla giustizia e alla verità che noi siamo chiamati a concretizzare ed a testimoniare con la nostra vita.

 

I nostri ragazzi sono già abbastanza sfortunati perché sono nati in un’era di crisi morale, ideale, politica ed economica.

 

Vi scongiuro nel nome di Dio, non scippiamo loro l’unica certezza che noi possiamo loro ancora offrire: la speranza.

 

La speranza in un futuro migliore e politicamente possibile, la possibilità di lottare per una società alternativa di cui noi siamo l’immagine profetica.

 

Signori, non vedete come molti ragazzi ci muoiono di noia. Non esiste nulla di più noioso che ottenere qualcosa che non si è meritato, per cui non si è lottato.

 

Solo una vita conquistata, fors’anche sofferta è degna di essere vissuta e si dischiude naturalmente alla gioia.

17/06/1998            Affettuosi saluti dal vostro collega di IRC Lorenzo Scarola

 

- Con il garantismo e il permissivismo stiamo rovinando i nostri giovani e il futuro della nostra società

- Gli spinelli nel bagno

- Il molto basso livello culturale e la fragilità psicologica.