Bugie
e statistiche Ing.
Giandomenico Simonetti. Le statistiche non mentono, ma i bugiardi, gli
imbroglioni e i forse più innocui burloni le adoperano spesso. Dice un
proverbio americano: ''Ci sono tre tipi di bugie, le piccole, le grandi e
quelle statistiche''. La gente, che concetto ha delle statistiche? Di
solito sono interpretate come tabelle in cui si elencano numeri rilevati
sulla popolazione, l'economia, sul funzionamento dei tribunali e così
via. Poi su queste tabelle si calcolano le medie. Così alcuni ripetono
la vecchia battuta: non è vero che mangiamo un pollo a testa; forse tu
ne mangi 2 e io nessuno. Su questa debole base poi si sostiene che le
statistiche sono false o inutili. Le statistiche possono invece dirci
molto di più. [Un prologo vagamente minaccioso. Talvolta serve a
richiamare l'attenzione]. 1.
Più del 98% dei criminali condannati sono consumatori di pane. [È un risultato raggiungibile con quasi ogni altro campione. Un alimento comune come il pane è usato da almeno il 98% della popolaziona. Fanno eccezione i neonati e chi soffre di alcune gravi, ma rare malattie. Si potrebbe ugualmente dire che mangiano pane più del 98% degli ingegneri europei]. 2.
Almeno la metà di tutti i bambini che crescono in famiglie in cui si
mangia il pane ottengono un punteggio inferiore alla media negli esami. [È
un tipico equivoco statistico. Il valore medio può essere definito come
quello che la metà della popolazione non raggiunge -e metà supera-.
Vale lo stesso per il famoso QI 100 dei test d'intelligenza. La
metà dei calabresi ha una intelligenza superiore alla media. Sfidate
chiunque a dimostrare il contrario]. 3.
Nel 18° Secolo, quando di fatto tutto il pane era cotto in casa,
l'attesa di vita media era inferiore a 50 anni; il tasso di mortalità
infantile era inaccettabilmente alto; un gran numero di donne moriva di
parto; e malattie come tifo, febbre gialla, e influenza devastavano
intere nazioni. [Accadeva
la stessa cosa nelle società dove si usava il riso e accade ancora
nelle popolazioni che non possono accedere alle cure mediche moderne.
-Vedi punto 5-. La mortalità era dovuta alla assenza della vituperata
medicina scientifica, alle gravi carenze igieniche e alimentari: di pane
ne mangiavano pochissimo e molte proteine essenziali erano solo
eccezionalmente disponibili]. 4)
Più del 90% dei delitti
violenti sono commessi entro le 24 ore successive all'assunzione di
pane. [Alcuni
particolari esami medici possono richiedere digiuni così lunghi. Per il
resto, una persona adulta, sana, e non in condizioni di estrema
indigenza, mangia a intervalli inferiori alle 24 ore. E il pane è
l'alimento più diffuso. Non c'è motivo di supporre che i violenti
seguano diete particolari]. [L'incidenza
delle malattie citate cresce con l'età. Fanno eccezione solo alcuni
tipi di tumori. I membri di queste società hanno una vita media molto
corta. Per esempio, le loro donne non fanno in tempo ad ammalarsi di
osteoporosi: muoiono prima]. 6. La maggior parte degli americani che mangiano pane sono
completamente incapaci di distinguere tra un fatto scientifico
significativo e una statistica senza senso [L'analisi corretta delle statistiche è difficile. Inoltre, si è spesso soggetti a un continuo bombardamento di notizie sensazionalistiche. Gli stessi scienziati di norma non riescono a comprendere appieno il lavoro dei loro colleghi in campi di specializzazione diversi dai propri. Non c'è nulla di cui vergognarsi. Al più si può cercare di non essere troppo creduloni, ma ciò non dà alcuna patente d'intelligenza. Il pane, ovviamente, non c'entra nulla]. ------------------------------------------------------------------ Cosa
concludere, dunque, se un evento A si verifica sempre dopo che ne è
apparso un altro B? Non possiamo (sempre) dire che B è la causa di A.
Le spiegazioni possibili della loro correlazione sono quattro A è la causa di B B è la causa di A
A e B hanno una causa comune C A e B sono del tutto indipendenti, ma, per caso, sono cresciute o diminuite insieme nel periodo considerato. Si
può invece rigettare l'ipotesi che A e B siano incompatibili. Quindi,
se due grandezze crescono o diminuiscono insieme ciò non va usato per
sostenere l'esistenza di nessi causali immaginari o assurdi. Se ci sono
buone ragioni per sospettare un vero legame causa effetto, si può
controllare se esiste qualche funzione matematica che descriva bene le
loro reciproche variazioni. Se esiste, l'ipotesi di un loro legame è
corroborata, ma, ancora, non dimostrata. Se non si riesce a trovare una
soddisfacente rappresentazione matematica, l'ipotesi causale va
scartata, ovvero si deve ritenere che altri fattori (questa volta
casuali) mascherino la dipendenza, la cui esistenza rimane dubbia. |