Matra simca Rancho

 

Senz'ombra di dubbio tutti conoscono la mitica Matra Simca o Talbot Ranch ma molto probabilmente non conoscono la "Rancho".
Non si tratta di un secondo modello o di un evoluzione (Ranch-O) bensì della medesima vettura che per volere commerciale della Talbot Italia e soprattutto per non far sapere di "gavette" la nuova proposta venne ribattezzata RANCH.
È intuibile che appena giungevano in autosalone la lettera "O" veniva eliminata.

Sicuramente troppo avanti nei tempi non venne capita; d'altronde Matra ci ha sempre abituati a modelli avveniristici.
Chi poteva immaginare che da quella vettura sarebbero nati i futuri monovolume o mezzi commerciali che vediamo girare oggi per le strade? Secondo me lo scarso successo è da attribuire al fatto che si trattasse di una tuttofare e non di un fuoristrada; peccato che le più autorevoli riviste italiane la trattavano come tale:
la Rancho non era a suo agio nel fango e nei percorsi impegnativi anche se aveva l'aspetto di una jeep con in dotazione verricello, fari supplementari, paracolpi e fascioni protettivi.
Un secondo probabile motivo è che la sua linea, come tutte le Matra, era "dannatamente" troppo avanti nei tempi:
tutt'ora è attuale! Sfido chiunque a non essere d'accordo.Basterebbe solo aggiornare l'interno et voilà successo garantito.

A parte le cattiverie scritte in passato tutti i suoi possessori ne furono appieno appagati.
Forse i consumi erano un po' elevati, ma con un buon impianto a GPL si risolveva il problema; non a caso la stragrande maggioranza delle rancho italiane montava la classica bombola su tetto.
La derivazione era Simca 1100 S per muso e pianale il quale veniva allungato nella parte posteriore e rinforzato con longheroni in corrispondenza degli attacchi delle sospensioni.
La carrozzeria era un unione tra la vettura di partenza (il frontale), e la parte posteriore in vetro resina secondo la tradizione Matra. La sovrapposizione dei due materiali avveniva all'altezza dello sportello anteriore.

Gli altri organi fondamentali quali dischi, tamburi, servo-freno, sterzo, cambio (con rapporti Invariati) provengono dalla 1100 Special.
Il motore è invece quello della 1308 GT nonché lo stesso della Bagheera, con potenza però lievemente ridotta (da 85 a 82 CV sempre a 5600 gir/min.) e coppia massima invariata. Si tratta di un quattro cilindri ad aste e bilanciere con carburatore Weber doppio corpo disposto trasversalmente.
Il propulsore è inclinato di 41° all'indietro per diminuire l'altezza del cofano. In fine sterzo a cremagliera e serbatoio di 60 l alimentazione benzina super.

Gli accessori a richiesta erano:
3° sedile per adulto o due bambini, plancia letto ripiegabile con materassino, verricello.
Come colorazione si potevano scegliere i seguenti colori:
Verde Sologne, Rosso Cromanche, Beidge Ispahm, Verde Tonico metallizzato, Blu Palmador metallizzato; chiaramente la vernice metallizzata era optional con costo circa £165000.
Gli interni restavano in ogni caso color Ocra.
Altre curiosità: il prezzo di listino era £6.950.000 I.V.A. e trasporto compresi, potenza fiscale 16CV Garanzia 12 mesi tutto compreso Km illimitati
Veniva offerto il servizio carro attrezzi tutto compreso per il periodo di garanzia.

E' una macchina alla quale sono molto affezionato, a lei sono legati molti ricordi d'infanzia ma questa è un'altra storia………………….