August Wilhelm von Schlegel

Critico e scrittore tedesco, Hannover, 1767 - Bonn, 1845. Figlio del pastore protestante Johann Elias, frequentò l'università di Gottinga, seguendovi il corso di estetica di G.A. Bürger, del quale divenne amico, apprendendo da lui l'arte del sonetto: ma prive di passione e artificiose sono le sue liriche, raccolte in Gedichte, 1800 - Poesie; e un tentativo fallito sarà anche il suo dramma Jone, 1801. La vera vocazione di Schlegel era quella di critico, destinato a diventare il caposcuola del movimento romantico. Nominato nel 1796 professore straordinario all'università di Jena, si sposò con Caroline Böhmer, nata Michaelis, con la quale visse alcuni anni di profonda intesa spirituale (venuta meno nel 1803, quando Caroline divorziò da Schlegel e passò a nuove nozze con F.W.J. Schelling). Intorno alla coppia si formò il primo cenacolo romantico, di cui fecero parte, tra gli altri, Novalis, J.L. Tieck e Schelling. Tra il 1798 e il 1800 Schlegel pubblicò, con il fratello Friedrich, la rivista "Athenäum", che segnò l'atto ufficiale di nascita del movimento romantico: privo della genialità del fratello minore, August Wilhelm aveva in compenso doti di lucidità e di precisione, che ne fecero il divulgatore, a livello europeo, della nuova dottrina. Trasferitosi, nel 1801, a Berlino, Schlegel espugnò quella roccaforte dell'illuminismo con le sue Vorlesungen über schöne Literatur und Kunst, 1801-04, Corsi sulla letteratura e sull'arte: ricche di eleganza e di vivacità, le lezioni berlinesi di Schlegel scandagliano con ampiezza di documentazione e con finissima sensibilità la poesia medievale, dalle romanze spagnole alla lirica provenzale e alla letteratura italiana, con particolare riguardo a Dante. Lasciata la Germania nel 1804, Schlegel accolse l'invito di M.me de Staël, che gli affidò l'educazione dei suoi figli: con lei, Schlegel soggiornò a Coppet, sul lago di Ginevra, e viaggiò in Italia, Francia, Gran Bretagna e Svezia, diffondendo i fermenti del romanticismo nell'Europa intera. Un eccezionale successo ebbero, a Vienna, le Vorlesungen über dramatische Kunst und Literatur, 1808, Corso sull'arte drammatica, testo capitale della critica romantica: pur risentendo del clima antinapoleonico della capitale degli Asburgo e inclinando pertanto al vagheggiamento del passato religioso e nazionale della nazione germanica, le lezioni viennesi di Schlegel sono immuni da quell'esasperato nazionalismo letterario che inquinerà più tardi il romanticismo tedesco, e sono pervase da un disinteressato cosmopolitismo e dall'aspirazione all'unità della cultura europea. Altra fondamentale opera di critica romantica è la Geschichte der alten und neuen Literatur, 1812, Storia della letteratura antica e moderna, organica sistemazione delle teorie precedentemente elaborate. Alla morte di M.me de Staël, 1817, Schlegel tornò in Germania, stabilendosi a Bonn, dove si occupò di sanscrito e di letteratura indiana e dove ebbe tra i suoi allievi H. Heine. Accanto all'opera di Schlegel come critico e teorico, è fondamentale la sua attività di traduttore: oltre a Dante e a P. Calderón, Schlegel tradusse, insieme a Tieck, tutte le opere di W. Shakespeare, 1803-09: una versione, questa, che è annoverata tra le più grandi realizzazioni del romanticismo tedesco.