Friedrich Wilhelm Joseph Schelling

Filosofo tedesco (Leonberg 1775 - Bad Ragaz 1854), compiuti gli studi filosofici a Tubinga insieme con G.W.F. Hegel e F. Hölderlin, divenne precettore a Lipsia e si interessò allo studio delle scienze. Su proposta di J.W. Goethe insegnò a Jena, dal 1798. Frequentava il circolo romantico degli Schlegel; in collaborazione con Hegel pubblicò "Kritisches Journal der Philosophie"; compose le sue opere più importanti. Lasciata Jena nel 1803, si trasferì a Bamberga, nel 1806, lasciò l'insegnamento trasferendosi a Monaco. La rottura con Hegel e la morte della moglie si accompagnarono ad una svolta nel pensiero di Schelling, e nel 1827 a Monaco, dove aveva ripreso l'insegnamento, ne fece oggetto delle sue lezioni, in polemica con Hegel, del nuovo sistema di filosofia positiva. Nel 1841 fu chiamato a Berlino dal governo prussiano, nell'intento di contrapporre il prestigio del vecchio filosofo all'influenza dei giovani seguaci di Hegel, l'operazione non ebbe successo; nel 1846 si ritirò definitivamente a vita privata e morì nel 1854.

La prima fase della riflessione di Schelling si muove nell'ambito dell'idealismo fichtiano, la cui interpretazione viene mediata dal pensiero di B. Spinöza. L'errore di Spinöza era stato l'identificazione dell'Assoluto con l'oggetto, la sua incapacità di intendere l'incondizionato come Io; il principio fichtiano è invece il luogo in cui l'incondizionato si manifesta con libertà assoluta, non determinata da alcun oggetto, ma precedente la posizione stessa degli oggetti. Esso può essere colto nella sua infinità e nel suo carattere di autodeterminazione soltanto dalla ragione pratica, 1795 - L'io come principio della filosofia; nel 1796 - Lettere filosofiche sul dogmatismo e il criticismo. L'importanza che il libero agire dell'uomo assume per l'intero ambito del finito, induce Schelling a indagare la natura come premessa della libertà umana; di qui la considerazione della natura come "storia dello spirito" tendente a sollevarsi, attraverso la sua progressiva organizzazione, verso la libertà. Nel 1797 - Idee per una filosofia della natura; 1798 - Dell'anima del mondo; 1799 - Primo abbozzo di un sistema di filosofia della natura, egli si propone di dimostrare che la natura non è soltanto il momento negativo dell'attività infinita dell'io, ma che essa stessa è autoproduzione e autosviluppo, unità di soggettivo e oggettivo, di ideale e reale, una gradualità d processi entro i quali una coscienza addormentata si viene progressivamente svegliando. Studiare questa evoluzione è il compito di una "fisica speculativa" e non semplicemente meccanicistica, che comprende le formazioni naturali nel loro succedersi da un grado più basso a uno più alto, dal mondo inorganico a quello organico, e che si fondi sulla dialettica delle forze elementari dell'attrazione e della repulsione. Come la natura è lo spirito addormentato e oscuro, così lo spirito è natura chiarificata; i due concetti si richiamano vicendevolmente e l'uno non può essere posto senza l'altro. Nel 1800 - Sistema dell'idealismo trascendentale dove le formazioni spirituali (sensazione, intuizione produttiva, riflessione, volontà) si configurano come un processo dal soggetto all'oggetto che riproduce la progressiva liberazione della natura dalla materia all'organismo. Da questo punto di vista la filosofia trascendentale non è che la rievocazione di tutto quanto l'io ha fatto e subito nella sua esistenza universale. Su tale base è possibile avviare la comprensione della storia nella sua totalità, che si presenta come sintesi di libertà e di necessità, come la progressiva rivelazione dell'Assoluto. L'Assoluto è inteso come assoluta identità originaria di tutte le opposizioni. La "filosofia dell'identità", 1801 - Esposizione del mio sistema; 1802 - Bruno, o Del principio divino e naturale delle cose, presentando l'Assoluto come indifferenza di io e non io, nega sia alla ragione sia alla volontà la possibilità di cogliere tale assoluto. Questo è il compito dell'arte, perché solo nell'arte si coglie l'unità di consapevolezza e incoscienza, di produzione e riflessione, di oggetto e soggetto. In questo senso l'arte è l'organo della filosofia, perché scopre al filosofo "il misterioso santuario dove in eterna e originaria unione arde come in una sola fiamma ciò che nella natura e nella storia è disgiunto". Dopo il 1802-03 il tentativo di chiarire il concetto di assoluto e l'influenza di posizioni teosofiche e mistichegianti determineranno una maggiore svolta religiosa della sua filosofia, nel 1804 - Filosofia e religione; 1809 - Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana; 1811 - Le età del mondo; 1836 - Esposizione dell'empirismo filosofico; post. Filosofia della mitologia; Filosofia della rivelazione. L'Assoluto si identifica ora con Dio, anche se al suo interno permane la dialettica tra due principi opposti, l'egoismo e l'amore, perché in Dio si deve ricercare il principio di ogni divenire, e non c'è divenire senza opposizione. Il filosofo sottolinea il motivo neoplatonico della caduta dell'Assoluto alla finitezza e particolarità delle cose, e presenta la storia come progressiva epifania di Dio. Da qui la filosofia positiva, che non si limiti a stabilire soltanto le condizioni negative delle cose, cioè quelle senza le quali le cose non possono essere pensate, ma ricerchi le condizioni positive per le quali qualcosa esiste effettivamente nella realtà. Questa filosofia positiva è di fatto una religione filosofica e a essa si può accedere mediante l'atto pratico della fede.