Johann Gottfried Herder

Filosofo e scrittore tedesco (Mohrungen 1744 - Weimar 1803), di famiglia modesta, studiò a Königsberg, medicina, teologia e filosofia, grazie a J.W. Goethe, dopo aver girato l'Europa, ottenne il posto di sovraintendente generale a Weimar, dove rimase fino alla morte. Nel 1769 - Diario del mio viaggio nell'anno 1769, dove appare espresso quello che sarà il programma letterario dello Sturm und Drang e la sua concezione della storia come progresso dello spirito umano. Nel 1773 - Corrispondenza su Ossian e sui canti dei popoli antichi, dove tratta il concetto di poesia popolare come espressione originale e perfetta del carattere e dell'anima di una nazione, che avrà grande peso per tutti i romantici.  Nel 1778 - Le voci dei popoli in canti, raccolta di poesie. Scolaro di Kant, non condivise mai il suo pensiero filosofico rimproverandogli la distinzione tra materia e forma, tra natura e spirito, che per lui, costituiscono un tutt'uno. Fu amico di Hamann, condividendone tendenze irrazionalistiche; come Hamann, attribuisce grande importanza al linguaggio, che considera una naturale e spontanea manifestazione manifestazione dello spirito umano: i diversi linguaggi umani esprimono altrettanti caratteri di popoli o di gruppi etnici. Nel 1791 - Idee sulla filosofia della storia dell'umanità, intuizione filosofica più importante, dove presenta la storia come lo sviluppo di un insieme di forze che procedono verso un sempre maggiore grado di complessità e di organizzazione. L'uomo si colloca al vertice di questo sviluppo naturale: in lui l'organizzazione fisica è tanto complessa da permettere l'emergere del linguaggio e delle facoltà spirituali. La stessa continuità di sviluppo della storia naturale si ripete anche in quella umana: i vari "spiriti di popolo" (Volksgeister) che si succedono in essa sono da un lato individualità autonome e complete in se stesse, dall'altro rappresentano altrettante manifestazioni differenziate dell'idea dell'umanità in generale.