Johann Wolfgang von Goethe

Poeta e pensatore tedesco (Francoforte sul Meno 1749 - Weimar 1832), massimo poeta tedesco, è figura importante anche dal punto di vista filosofico: nella sua produzione è rilevante la concezione panteistica (dottrina religiosa o filosofica che identifica Dio col mondo, intendendo Dio come il principio immanente dell'unità dell'universo, mentre il mondo è il molteplice apparente, in cui l'essenza unica di Dio si manifesta) della natura, dove convergono influenze di Platone, del neoplatonismo, di Giordano Bruno, ma soprattutto di B. Spinöza e di F.W.J. Schelling. La natura-divinità viene concepita come un tutto armonico in perpetua trasformazione, cosicché ogni suo aspetto finito ne costituisce una cangiante manifestazione. Accogliendo una idea di J.G. Herder, Goethe suppone un unico prototipo biologico originario che nel corso della natura va continuamente complicandosi in un processo di accrescimento generale. La metamorfosi perpetua della natura è determinata dalla polarità tra due opposte tendenze: la "concentrazione" e la "espansione". In questo modo Goethe oppone una concezione organicistica della natura all'interpretazione meccanicistico-causale che ne era stata data dalla scienza newtoniana. In ambito estetico, subendo l'influenza di I. Kant e di J.C.F. Schiller, propone una concezione del bello formata sull'ideale greco di armonia tra tutto e parti e tra uomo e natura. Nel 1781-82 - La natura, frammento; 1790 - Metamorfosi delle piante; 1807 - Formazione e trasformazione della natura organica; 1810 - Della teoria dei colori.