Sturm und Drang

Lo Sturm und Drang è un movimento letterario fiorito in Germania tra il 1770 e il 1785, la sua denominazione, Tempesta e Impeto, coincide con il titolo imposto da C. Kaufmann a un dramma di F.M. Klinger, originariamente intitolato Wirrwarr (1776-Caos). Gli Stürmer non intesero solo ribellarsi a una tradizione letteraria, ma postulavano una nuova concezione del mondo e una nuova eticità, facendo "tabula rasa" di tutte le tradizioni del passato. Oggetto immediato di polemica era l'illuminismo in quanto razionalismo, cui lo Sturm und Drang contrappose l'esplosione del più oscuro vitalismo, della forza disordinata e irrazionale dell'istinto, di un illimitato desiderio di libertà. Quest'ultimo aspetto, tuttavia, si ricollega a uno dei motivi essenziali dello stesso illuminismo, la lotta contro il dogmatismo e la tirannide: qualche critico ha pertanto considerato il movimento più che come un anticipo dell'età romantica, come l'estrema fase dell'età illuministica, sul comune fondamento dell'emancipazione borghese. Sarebbe più giusto, in realtà, parlare di "età goethiana", poiché lo Sturm und Drang riflette, in gran parte, l'energia creatrice del giovane J.W. Goethe , della cui prepotente personalità gli altri Stürmer furono, più o meno consapevolmente, succubi. Le origini dello Sturm und Drang vanno ricercate nel vangelo irrazionalista e misticheggiante di J.G. Hamann, il "mago del Nord", nel pietismo, inteso come "religione del cuore", che rinnovò dall'interno il cristianesimo, nella lirica sentimentale di F.G. Klopstock, nella critica letteraria di G.E. Lessing; fuori della Germania, un influsso determinante sugli Stürmer venne da autori britannici come A.A. Shaftesbury, E. Young, J. Thomson, dai testi ossianici di J. Macpherson e soprattutto dal culto di W. Shakespeare, celebrato, in un famoso discorso di Goethe del 1771, come il "mandante" per definizione, cioè il massimo genio della poesia; e non meno rilevante è l'influsso di J.J. Rousseau, con il suo culto ardente della natura. Nel binomio di natura e genio si può riassumere la poetica degli Stürmer, per i quali il genio stabilisce un rapporto misterioso con la natura, che vive non solo al di fuori di lui, ma anche in lui, nelle oscure forze dell'istinto. Ne discende l'esaltazione della libertà sfrenata del genio, che può estrinsecare la sua grandezza solo nella natura: di qui la duplice rivalutazione della poesia di Shakespeare, opera del genio, e della poesia popolare, opera della natura, rivalutazione che, nella produzione ghoethiana, si traduce nella popolarità di Götz, l'individuo geniale, e di Werther "uomo di natura", ma, in Ghoete, sensibile all'influsso del panteismo di B. Spinoza, i due termini di natura e genio finiscono con l'identificarsi. Accanto a Goethe, l'altro grande animatore dello Stürm und Drang fu J.G. Herder, autore di scritti come Selve critiche, 1769 e Diario del mio viaggio, 1769, nei quali si suole fissare la data di nascita del movimento; e decisivo, per lo sviluppo dello Stürm und Drang, fu l'incontro di Herder e Ghoete a Strasburgo, nel 1770: dal loro sodalizio nacque il volume di saggi Della maniera e dell'arte tedesca, 1773, "manifesto" ufficiale della nuova scuola: Herder vi pubblicò il suo saggio su Shakespeare e un carteggio su Ossian, base fondamentale del mito stürmeriano della poesia popolare, e Goethe vi stampò il suo saggio sull'architettura tedesca che è alle origini della scoperta del gotico e, in genere, del Medioevo. Un altro significativo sodalizio fu quello di Goethe con Klinger, negli anni fino al 1775, periodo in cui la casa goethiana di Francoforte fu il punto di riferimento dei giovani poeti: e il momento culminante dello Stürm und Drang fu il viaggio sul Reno di Goethe nel 1774, riconosciuto dopo l'enorme successo del Werther, come l'indiscusso capo del movimento. Quando Goethe partì per Weimar, 1775, fu minata irrimediabilmente l'unità del gruppo, la cui esistenza è protratta dalla critica fino al 1785, per includervi i drammi giovanili di F. Schiller, la cui energica e veemente protesta supera, in realtà, i limiti del movimento. La produzione dello Stürm und Drang è particolarmente importante nel teatro, luogo privilegiato del nuovo eroe stürmeriano, amico della natura e ribelle contro la società. Uno dei motivi teatrali più ricorrenti è, appunto, la protesta contro la tirannide, a opera di nobili che si sono schierati con i borghesi e con i contadini, oltre al Götz di Goethe, sono da ricordare i primi drammi schilleriani e inoltre Stilpone e Damocle di Klinger e Giulio di Taranto di J.A. Leisewitz. Un altro motivo centrale è quello goliardico, che descrive la vendetta nella società del giovane eroe stürmeriano povero ed emarginato: presente nelle scene iniziali dell'Urfaust goethiano, tale motivo è presente nel Precettore di J.M.R. Lenz e nel Faust di F. Müller. Particolarmente frequenti sono poi i temi del fratricidio, come argomento privilegiato di polemica politica, e dell'infanticidio, di grande attualità tra gli argomenti di polemica sociale; più in generale, gli stürmer si batterono per una più spregiudicata e più libera concezione dell'amore: si ricordino L'infanticida di H.L. Wagner, Amore e raggiro di Schiller, I soldati di Lenz e il dramma di Margherita nell'Urfaust di Goethe. Nel campo della lirica, oltre alle poesie giovanili di Goethe e Schiller vanno menzionati gli idilli di Müller e alcune liriche di Lenz. Nel campo del romanzo all'assoluto capolavoro dello Stürm und Drang, costituito da I dolori del giovane Werther di Goethe, si può accostare solo l'Ardinghello di W. Heinse, "manifesto" di sensualità e di erotismo. Anche se si esaurì in breve, la "tempesta" dello Stürm und Drang si risolse in una energica affermazione della vitalità creatrice, che ebbe importantissimi riflessi nello sviluppo successivo della letteratura tedesca.