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CATULLO - CARMI 100-116

CI
multas per gentes et multa per aequora vectus
advenio has miseras frater ad inferias.
ut te postremo donarem munere mortis.
et mutam nequiquam alloquerer cinerem.
quandoquidem fortuna mihi tete abstulit ipsum. 5
heu. miser. indigne frater adempte mihi.
nunc tamen interea haec prisco quae more parentum
tradita sunt tristi munere ad inferias
accipe fraterno multum manantia fletu.
atque in perpetuum frater ave. atque vale. 10

Portato attraverso molti popoli e molti mari,
sono giunto, o fratello, per queste tristi offerte,
per donarti l'estremo omaggio funebre
e per parlare invano alle tue ceneri mute,
dal momento che la sorte ti ha proprio strappato a me,
ahimè, o sventurato fratello, che mi sei stato tolto
crudelmente. Ora accogli queste offerte che secondo
l'antico uso sono state tramandate con doloroso rito
per le offerte funebri e che sono bagnate dal copioso
pianto di tuo fratello, e per sempre, fratello, addio, addio.
CII
si quicquam tacito commissum est fido ab amico.
cuius sit penitus nota fides animi.
meque esse invenies illorum iure sacratum
Corneli. et factum me esse puta Harpocratem.

Se fiducioso un amico poté affidare all'altro
un segreto, sicuro della sua discreta fedeltà,
me stesso vedrai consacrato a questo giuramento
e credimi, Cornelio, muto come una statua.
CIII
aut sodes mihi redde decem sestertia Silo.
deinde esto quamvis saevus et indomitus.
aut si te nummi delectant desine quaeso
leno esse. atque idem saevus et indomitus.

Se vuoi, rendimi quei diecimila sesterzi, Silone,
e poi inalbera pure tutta la tua arroganza;
ma se a te piace il denaro, non fare il ruffiano
e smettila con tutta quella tua arroganza.
CIV
credis me potuisse meae maledicere vitae.
ambobus mihi quae carior est oculis.
non potui. nec si possem. tam perdite amarem.
sed tu cum Tappone omnia monstra facis.

Come avrei potuto maledire la mia vita
se degli stessi occhi mi è piú cara?
Fosse cosí non ti amerei con questa rabbia:
ma tu d'ogni sciocchezza fai un dramma.
CV
Mentula conatur Pipleium scandere montem.
Musae furcillis praecipitem eiciunt.

Fa di tutto quello stronzo per montare sul Pimpleo,
ma a colpi di forca giú lo precipitano le Muse.
CVI
cum puero bello praeconem qui videt esse.
quid credat. nisi se vendere discupere.

Quando col banditore vedi un bel ragazzo,
cosa credi, che rifiuti di vendersi?
CVII
si quicquam cupidoque optantique optigit umquam
insperanti. hoc est gratum animo proprie.
quare hoc est gratum nobis quoque. carius auro.
quod te restituis Lesbia mi cupido.
restituis cupido atque insperanti. ipsa refers te 5
nobis. o lucem candidiore nota.
quis me uno vivit felicior. aut magis hac res
optandas vita dicere quis poterit.

Se contro ogni speranza ottieni
ciò che desideravi in cuore,
una gioia insolita ti prende.
E questa è la mia gioia,
piú preziosa dell'oro:
a me tu ritorni, a me, Lesbia,
a un desiderio ormai senza speranza,
al mio desiderio ritorni,
a me, a me tu ti ridai.
O giorno luminoso!
Chi vivrà piú felice?
chi potrà mai pensare vita
piú, piú desiderabile di questa?
CVIII
si Comini arbitrio populi tua cana senectus
spurcata impuris moribus intereat.
non equidem dubito quin primum inimica bonorum
lingua excerpta avido sit data vulturio.
effossos oculos voret atro gutture corvus. 5
intestina canes. cetera membra lupi.

Se la tua bianca vecchiaia,
sporcata da vizi immondi,
dovesse, Cominio, essere troncata
per giudizio di popolo,
ti mozzerebbero questa tua lingua disonesta
per gettarla a un avvoltoio ingordo,
ti caverebbero gli occhi
perché li divorasse un corvo
nella sua gola nera,
ai cani lascerebbero i visceri,
ai lupi il resto.
CIX
iucundum mea vita mihi proponis amorem
hunc nostrum inter nos perpetuumque fore.
di magni. facite ut vere promittere possit.
atque id sincere dicat et ex animo.
ut liceat nobis tota perducere vita 5
aeternnum hoc sanctae foedus amicitiae.

Vita mia affermi che questo amore che ci unisce
sarà felice ed eterno.
O dei, fate in modo che possa promettere
Con tutta sincerità e dica ciò senza mentire
e con tutto il cuore, affinché ci sia consentito
vivere per sempre questo patto eterno di amore sacro.
CX
Aufilena. bonae semper laudantur amicae.
accipiunt pretium quae facere instituunt.
tu quod promisti mihi. quod mentita inimica es.
quod nec das nec fers saepe. facis facinus.
aut facere ingenuae est aut non promisse pudicae 5
Aufilena fuit. sed data corripere
fraudando effectis plus quam meretricis auarae est.
quae sese toto corpore prostituit.

Le buone femmine, Aufilena, son sempre da lodare:
accettano denaro per ciò che decidono di fare.
Ma tu prometti sapendo di mentire: non sei un'amica,
prendi solo e non la dai: sei una vergogna.
Concedersi è leale, non promettere sarebbe stato
da virtuosa; ma impadronirsi del denaro
con la frode, è peggio di quanto farebbe una puttana
che con tutto il suo corpo si prostituisce.
CXI
Aufilena. viro contentam vivere solo.
nuptarum laus ex laudibus eximiis.
sed cuiuis quamuis potius succumbere par est
quam matrem fratres efficere ex patruo.

Accontentarsi di un uomo solo, Aufilena,
è fra le lodi la lode d'ogni donna;
ma meglio è concedersi come e a chi tu vuoi
che partorire cugini al proprio zio.
CXII
multus homo es Naso. neque tecum multus homo qui
descendit. Naso. multus es et pathicus.

Grand'uomo, Nasone; ma un grand'uomo non è
chi ti fotte: che gran finocchio sei, Nasone.
CXIII
consule Pompeio primum duo Cinna solebant
Maeciliam. facto consule nunc iterum
manserunt duo. sed creverunt milia in unum
singula. fecundum semen adulterio.

Nel primo consolato di Pompeo due, Cinna,
scopavano Mecilia: ora console di nuovo
due sono rimasti, ma cresciuti ognuno
sino a mille: buon seme l'adulterio.
CXIV
firmanus saltu non falso Mentula dives
fertur. qui tot res in se habet egregias.
aucupium omne genus. piscis. prata. arua. ferasque.
nequiquam. fructus sumptibus exsuperat.
quare concedo sit dives. dum omnia desint. 5
saltum laudemus dum modo ipse egeat.

La tenuta di Fermo
non è considerata ricca a torto,
Cazzomamurra,
piena com'è di cose singolari:
cacciagione, pesci d'ogni specie,
prati, campi e selvaggina.
Non conta nulla:
con le spese si mangia il reddito.
Ammetto anche che sia ricca,
ma vi manca tutto.
Una bella tenuta,
ma col padrone in miseria.
CXV
Mentula habet noster triginta iugera prati.
quadraginta arui. cetera sunt maria.
cur non divitiis Croesum superare potis sit.
uno qui in saltu tot bona possideat.
prata. arua. ingentes silvas altasque paludesque 5
usque ad Hyperboreos et mare ad Oceanum.
omnia magna haec sunt. tamen ipse est maximus ultro.
non homo. sed vero mentula magna minax.

Cazzomamurra ha circa trenta iugeri di prato
e quaranta di campi: il resto è mare.
E perché non potrebbe superare Creso in ricchezza
chi in un fondo solo possiede tutte queste meraviglie,
prati, campi, boschi immensi, pascoli e acquitrini
dai popoli del Nord sino al mare Oceano?
Tutte cose grandi, ma lui è piú grande ancora,
non è un uomo, è un grande cazzo minaccioso.
CXVI
saepe tibi studioso animo venante requirens
carmina uti possem mittere Battiadae.
qui te lenirem nobis. neu conareris
tela infesta meum mittere in usque caput.
hunc video mihi nunc frustra sumptum esse laborem 5
Gelli. nec nostras hic valuisse preces.
contra nos tela ista tua evitamus amictu.
et fixus nostris tu dabis supplicium.

Con tutta la mia attenzione ho sperimentato
la forma in cui offrirti i canti di Callimaco
per renderti piú dolce e toglierti il desiderio
di colpirmi con le tue frecce rabbiose.
Ma vedo l'inutilità di questa fatica,
Gellio, e di averti pregato invano.
Con un mantello dunque eviterò i tuoi colpi,
ma i miei ti inchioderanno alla morte.
CXVII FRAMMENTI
1
A te Priapo dedico e consacro questo bosco
col rito dei templi di Làmpsaco, e Priapo,
a te che nelle città sulla costa d'Ellesponto,
quella piú ricca d'ostriche, sei venerato.
2
dei miei gusti decido io 
3
ma tu non sfuggirai alla mia collera

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