INDICE
LIBRI
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Giulio Einaudi Editore
1988 - Nuovo istituto italiano d'arti grafiche - Bergamo
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ALLE SOGLIE DEL TESTO:
- Sulla copertina c'è un'illustrazione, un quadro di Paul
Klee intitolato "La Belle Jardiniere", che
riproduce un'immagine astratta. Non può fornirci
informazioni riguardo al contenuto del romanzo.
- Il romanzo non è preceduto da un'introduzione
- Il romanzo non è divisibile in parti
- Il romanzo è diviso in 30 capitoli
- I capitoli hanno una lunghezza pressoché uguale e sono
preceduti soltanto dal numero del capitolo
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LA COSTRUZIONE DEL TESTO:
a) IL LIVELLO DELLA STORIA
TEMPO
Il racconto è ambientato nel XVII° e XIX° secolo. La storia
iniziò il 15 Giugno 1767, quando Cosimo decise di salire sugli
alberi e poi ci rimase a vita:"Fu il 15 di giugno del 1767
che Cosimo Piovasco di Rondò, mio fratello, sedette in mezzo a
noi.". A quel tempo Cosimo aveva 12 anni, da pochi mesi e
suo fratello Biagio, autore della sua storia, 8:"Da pochi
mesi , Cosimo aveva compiuto i dodici anni ed io gli otto,
eravamo stati ammessi allo stesso desco dei nostri genitori;
ossia, io avevo beneficato della stessa promozione di mio
fratello prima del tempo, perché non vollero lasciarmi di là a
mangiare da solo.".
In quei due secoli avvennero molti eventi che cambiarono la vita
politica del mondo: la potenza e la decadenza di Napoleone, la
Restaurazione...e Cosimo parteciperà attivamente a queste
trasformazioni, "dall'alto"
SPAZIO
Il racconto è ambientato a Ombrosa, un paese in Liguria dove la
famiglia di Cosimo aveva una villa e degli appezzamenti, essendo
suo padre barone:"Eravamo nella sala da pranzo della nostra
villa d'Ombrosa, le finestre inquadravano i folti rami del grande
elce del parco."
PERSONAGGI PRINCIPALI
Cosimo Piovasco di Rondò
E' il figlio primogenito di un barone di un piccolo
paese, Ombrosa, in Liguria. All'età di 12 anni, quando da pochi
mesi gli era stato concesso di pranzare insieme ai genitori,
venne cacciato da tavola per aver rifiutato un piatto di lumache,
anche se questo fatto era solo "la goccia che fa traboccare
il vaso", pieno di altri richiami, castighi... Uscito dalla
tavola si arrampicò sull'elce davanti a casa e da quel momento
non scese più dagli alberi per il resto della sua vita:
Cosimo disse:" Ho detto che non voglio e non voglio!"
e respinse il piatto di lumache. Mai s'era vista disobbedienza più
grave. ... " Mangiate subito o vi richiudiamo nello stanzino"
io cedetti, e comincia a trangugiare quei molluschi. E allora?"
disse nostro padre a Cosimo
" No e poi no!" fece Cosimo, e respinse il piatto
" Via da questa tavola!"
Ma già Cosimo aveva voltato le spalle a tutti noi e stava
uscendo dalla sala.
" Dove vai?"
Lo vedevamo dalla porta a vetri mentre nel vestibolo prendeva il
suo tricorno e il suo spadino.
" Lo so io!" Corse in giardino.
Di lì a poco, dalle finestre, lo vedemmo che s'arrampicava sull'elce."
Anche dopo proposte di pace e di scusa, Cosimo rifiutò e
incominciò ad esplorare il mondo dagli alberi. La sua prima meta
fu il giardino dei D'Ondariva, nemici di vecchia data del padre,
vicini di casa. Lì Cosimo incontrò Viola, unico e vero amore
della sua vita, una bambina con un carattere un po' strano, così
come sarà strano il suo amore per Cosimo, una volta tornata a
Ombrosa.
Imparò a vivere sugli alberi, dormendo in sacchi di pelo e
riuscendo ad andare dovunque, senza mai scendere. All'inizio la
vita di Cosimo e della sua famiglia continuarono a vivere come se
non fosse cambiato nulla; la madre procurava a Cosimo quello di
cui aveva bisogno e lui, che mai aveva fuggito le comodità,
nonostante vivesse sugli alberi, accettava volentieri. Oppure
quando insieme andavano a messa, o ancora in occasioni di feste:"Ogni
domenica, uscendo tutta la famiglia indrappellata, vestita da
cerimonia, lo trovavamo sui rami, anche lui in qualche modo con
un'intenzione d'abito da festa, per esempio riesumava la vecchia
marsina, o il tricorno invece del berretto di pelo."...
"Vennero questi conti d'Estomac col Contino, si fece una
gran festa... E lui c'era, non visto, - lo seppi poi - era nell'ombra
di un platano, al freddo, e vedeva le finestre piene di luce, le
note stanze apparecchiate a festa, la gente imparruccata che
parlava"... "I rapporti con la famiglia, dunque, bene o
male continuavano".
Poi iniziò una specie d'interessamento in Cosimo verso suo zio
paterno, il Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega. Cosimo lo aiutò
nelle sue imprese idrauliche, d'apicoltura e assisté alla morte
del Cavalier Avvocato, per mano di pirati, che lui aiutava, in
segreto e venne ucciso perché creduto un traditore. Assisté
alle morti di entrambi i genitori, avvenute a poco tempo l'una
dall'altra, dagli alberi e forse la più dolorosa è stata quella
della madre, l'unica che riuscì veramente a capirlo e ad
accettare la sua scelta di vita
Poi tornò a Ombrosa Viola, che era partita pochi giorni dal
primo incontro con Cosimo, per andare in collegio e tra i due
iniziò uno strano amore, a causa di alcuni strani comportamenti
di lei, inconcepibili per la mentalità di Cosimo, molto concreta
e materiale e un po' meno irrazionale di quella di Viola. Così i
due si ferirono a vicenda, sino a quando si sono lasciati,
momento molto triste e doloroso per Cosimo, che iniziò a
diventare matto; prima però, sono convinto, Cosimo non era matto,
aveva un suo modo particolare di vedere le cose, ma con logica,
non a caso, non era pazzo:
(Dialogo tra Cosimo e Viola, dopo una discussione a causa della
gelosia del primo, procurata apposta dalla seconda)
" Sono stanca"
" Di quelli?"
" Di tutti voi."
" Ah"
" Loro m'hanno dato le più grandi prove d'amore..."
Cosimo sputò
" ...Ma non mi bastano.
Cosimo alzò gli occhi su di lei.
E lei:" Tu credi che l'amore sia dedizione assoluta,
rinuncia di sé"
Era lì sul prato, bella come mai, e la freddezza che induriva
appena i suoi lineamenti e l'altero portamento della persona
sarebbe bastato un niente a scioglierli, e riaverla tra le
braccia... Poteva dire qualcosa, Cosimo, una qualsiasi cosa per
venirle incontro, poteva dirle:" Dimmi che cosa vuoi che
faccia, sono pronto.." e sarebbe stata di nuovo felicità
per lui, la felicità insieme senza ombre. Invece disse: "
Non ci può essere amore se non si è sé stessi con tutte le
proprie forze." Viola ebbe un moto di contrarietà che era
anche un moto di stanchezza. Eppure ancora avrebbe potuto capirlo,
come difatti lo capiva, anzi aveva sulle labbra le parole da dire:"
Tu sei come io ti voglio..." e subito risalire da lui... Si
morse un labbro. Disse:" Sii tu stesso da solo ,allora.".
" Ma allora esser me stesso non ha senso...", ecco
quello che voleva dire Cosimo. Invece disse: " Se preferisci
quei due vermi.."
" Non ti permetto di disprezzare i miei amici!" lei
gridò, e ancora pensava:" A me importi solo tu, è solo per
te che faccio tutto quel che faccio!"
" Solo io posso essere disprezzato>>
" Il tuo modo di pensare!>>
" Sono una cosa sola con esso"
" Allora addio. Parto stasera stessa. Non mi vedrai mai più"
Cosimo ormai solo e mezzo pazzo iniziò a diventare vecchio,
ma continuò a vivere sugli alberi; in quegli anni scoppiò la
rivoluzione francese, l'avvento di Napoleone (che incontrò
Cosimo a Ombrosa, quando passò di lì) e Cosimo partecipò anche
lui in qualche modo alla guerra, dall'alto. Le sue condizioni si
aggravarono e avvenne un avvenimento eccezionale: passò di lì
una mongolfiera con l'ancora penzolante e Cosimo, nonostante i
suoi 65 anni, con un salto ci si appese, ma all'arrivo non c'era
più: era scomparso.
Credo che Cosimo fosse un uomo non in pace con sé stesso, un
uomo molto pratico, esperto cacciatore e pescatore, si appassiona
a tante cose per poi, poco dopo, lasciarle perdere: "solo
essendo così spietatamente sé stesso come fu fino alla morte,
poteva dare qualcosa a tutti gli uomini", anche se questo è
stato, a volte, molto doloroso, come per Viola.
Insieme al fratello Biagio formano come una persona, sono le due
metà contrapposte di una stessa persona, un po' come il visconte
dimezzato.
Viola
E' la figlia dei D'Ondariva, i vicini di casa di Cosimo, eterni nemici
dei Piovasco di Rondò. Ha un carattere molto strano e completamente
irrazionale, sa benissimo quello che vuole e lo ottiene in tutti i modi,
riuscendo sempre ad averla vinta e a "comandare" sugli altri.
Incontrò per la prima volta Cosimo nel suo giardino e ci fu una conversazione
molto strana in cui Cosimo, per farsi notare, cercava di impersonare ladri,
briganti... per risultare "grande" a Viola, che però lo smascherava
sempre. Venne mandata in collegio perché le sue zie non volevano che
frequentasse più Cosimo; sposò un ricco anziano, che di lì a poco morì,
ereditando grandi terre a Ombrosa. Cosimo fu guidato da lei dal cane di Viola,
che aveva lasciato per sbaglio e che Cosimo prese con sé. Iniziò con Cosimo
uno strano amore, in cui lei si comportava in un modo completamente illogico:
scappava via per un nonnulla, per poi ritornare come niente fosse, si divertiva
a fare ingelosire Cosimo...
Credo che facesse questo per amare Cosimo, ma è troppo orgogliosa di sé, per
ammetterlo; così lo ama in un modo insolito, forse anche per far pensare Cosimo
in un modo meno razionale e chiuso.
Dopo l'ultima discussione con Cosimo (v. sopra) partì da Ombrosa e non vi
tornò più, gettando Cosimo in uno stato pietoso, da cui uscì mezzo matto.
Biagio Piovasco di Rondò
E' il fratello di Cosimo, il narratore della storia. E'
bravo e ubbidiente: anche lui era assieme a Cosimo quando si
rivoltò per le lumache, ma lui non ebbe in coraggio di andare
avanti, non era nella sua natura:"Fu un po' una viltà, da
parte mia, e fece sì che mio fratello Cosimo si sentisse più
solo, cosicché nel suo lasciarci c'era anche una protesta contro
di noi, che l'avevo deluso: ma avevo solo otto anni, e poi a che
vale paragonare la mia forza di volontà, anzi, quella che potevo
avere da bambino, con l'ostinazione che contrassegnò la vita di
mio fratello?"
Il suo desiderio era una vita normale, una famiglia, dei figli...
una vita come tante altre. E' come l'altra parte di Cosimo, l'altra
sua metà, il suo opposto.
Barone Arminio Piovasco di Rondò e la Generalessa
Corradina di Rondò
Sono i genitori di Cosimo. Il primo aveva una dedizione
assoluta per il fratello Enea Silvio, lo considerava quasi come
fosse un figlio, mentre si vergognava, almeno in un primo tempo,
di suo figlio e non riuscì mai a capirlo.
La madre, invece, capì Cosimo e non sperava più in un suo
ritorno, perché sapeva che era perfettamente inutile. Così
imparò a vivere con un figlio sugli alberi, gli portava il
necessario quando ne aveva bisogno, con quell'apprensione e quell'affetto
moderno. Il giorno della sua morte entrambi i figli erano al suo
capezzale, Cosimo su un albero affacciato alla finestra; lei
chiedeva quasi tutto a Cosimo, come per testimoniare quando fosse
normale per lei tutto questo, mentre chiedeva a Biagio le cose
che sapeva che Cosimo non avrebbe potuto fare.
RIASSUNTO DEL BRANO
Cosimo Piovasco di Rondò era il figlio del Barone di Rondò,
riverito signore di Ombrosa, un piccolo paese in Liguria. Un
giorno ,a 12 anni, era tavola coi genitori nella sala da pranzo,
con lo zio paterno, con l'educatore dei ragazzi e suo fratello,
Biagio, di quattro anni più giovane. Rifiutò un piatto di
lumache e venne cacciato da tavola. Salì su di un elce e disse
al padre che non sarebbe più sceso: e così fece. Si organizzò
in modo da non dover mai toccare terra.
Ebbe molte avventure sugli alberi, oltre alla caccia e alla pesca
diventate occupazioni quotidia- ne: conobbe Viola, una bambina
figlia dei d'Ondariva, vicini e nemici dei Piovasco di Rondò e
se ne innamorò, ma lei fu spedita in collegio e tornò solo
molto più tardi. Pur vivendo sugli alberi non tagliò i legami
con la famiglia e con il resto del mondo e in più occasioni
interviene e partecipa rendendosi utile nel risolvere problemi
inerenti il paese, come quando risolse il problema degli incendi
o quello dei lupi o quando scoppiarono le rivoluzioni e incontrò
Napoleone,
Un giorno ritornò a Ombrosa Viola, vedova di un anziano ricco
locale e tra i due nacque uno strano amore che portò alla fuga
di lei e all'ammattimento di lui.
Cosimo, ormai vecchio e debole di salute, improvvisamente sparì,
appeso all'ancora di una mongolfiera, che all'atterraggio non lo
portava più con sé, e i suoi occupanti dissero di non essersi
accorti di nulla.
b) IL LIVELLO DEL DISCORSO
IL TEMPO
La storia è narrata in flash-back dal fratello Biagio che annota
la vita di Cosimo su un quaderno, dopo la sua morte, quando era
ormai vecchio anche lui. In questo caso fabula e intreccio non
coincidono
LO SPAZIO
La descrizione dello spazio è abbastanza importante e frequente,
anche se a volte un po' difficile da comprendere. La descrizione
è accompagnata da una buona aggettivazione, che permette di
"vedere" come con i propri occhi la scena descritta nel
libro.
I PERSONAGGI
I personaggi introdotti nel racconto sono molti e di tutti
Calvino dà una descrizione accurata dell'aspetto fisico, anche
dei meno importanti. Di personaggi protagonisti, oltre a dare la
descrizione fisica Calvino aggiunge una descrizione del carattere
per lo più frutto di indizi.
LE SCELTE STILISTICO-ESPRESSIVE
Calvino usa nei suoi racconti una buona aggettivazione, spesso
inserita in una descrizione, fisica o morale che sia; le
descrizioni sono molto frequenti nel racconto. In questo libro,
in particolare, ho riscontrato che ci vuole molta attenzione per
capire bene il contenuto del testo, che a volte è un po'
difficile da capire, anche se il modo di scrivere di Calvino, col
sorriso sulle labbra, è per la maggior parte molto facile per la
comprensione.
In questo racconto ho notato che in ogni capitolo è narrata una
particolare vicenda, una passione di Cosimo o la vita e la morte
di parenti o persone vicine al protagonista.
I TEMI
Il racconto vuole stimolare il lettore sulla riflessione su alcuni temi, oltre
che a intrattenerlo e divertirlo. Il temo principale è collegabile agli altri
due libri di Calvino, che fanno parte della raccolta "I nostri
antenati", ossia "Il Visconte Dimezzato" e "Il Cavaliere
Inesistente", cioè l'affermazione di sé stessi e la volontà di riuscire
a trovare un equilibrio interiore senza essere esasperazioni di una qualità,
come Cosimo e Biagio. Inoltre in questo romanzo è trattato anche il problema
dell'amore, che vissuto come quello tra Viola e Cosimo è solo distruttivo per
entrambe le persone, un po' come quello tra Enea e Didone.
I temi vengono introdotti dai personaggi, dalla storia, ma a volte anche
dall'autore che li introduce attraverso la voce narrante di Biagio. I personaggi
che introducono questi temi sono: Biagio, Cosimo e Viola, che sono i
protagonisti del racconto.
I temi dibattuti all'interno del romanzo sono ancora oggi molto attuali. Credo
che anche noi dobbiamo imparare a trovare un giusto equilibrio interiore,
soprattutto in questa fase di crescita, in cui siamo tutti un po' incerti, senza
essere solo noi stessi non ascoltando e criticando o assimilando le idee altrui,
ma cercando di valutare tra tutte i suggerimenti, i consigli, le notizie a noi
pervenute, quelle che secondo noi sono le più giuste, e cambiarle, se e quando
ci accorgiamo di avere sbagliato
by Andrea Cugino
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