"Conversazioni in Sicilia" Elio Vittorini |
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Biblioteca Universale Rizzoli
Finito di stampare nel giugno 1996 presso lo stabilimento G.Canale & C S.p.A. -------------------------------------------------------------------------------------------------------- ALLE SOGLIE DEL TESTO: · Sulla copertina c’è una foto, in bianco e nero, di Vittorini, l’autore del romanzo.
· Il romanzo non è preceduto da nessuna introduzione.
· Il romanzo è diviso in 5 parti, seguite da un "Epilogo" e da una "Nota".
· Il romanzo è diviso in 49 capitoli, segnalati dal numero del capitolo scritto in cifre romane.
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LA COSTRUZIONE DEL TESTO: a) Il Livello Della Storia
Madre di Silvestro, Concezione è una donna forte che, dopo l’abbandono del marito, continua quella che doveva essere la sua vita di tutti i giorni, curando gli ammalati del paese, e facendo loro delle iniezioni, di cui va tanto fiera, tanto da voler mostrare a suo figlio come è brava a farle. Nella lunga "conversazione" con il figlio racconta particolari a lui ignoti della sua vita, che forse una madre non racconterebbe mai ad un figlio: i tradimenti del padre e quelli suoi. All’arrivo del figlio non sembra però entusiasta di vederlo e questo può essere la spia di un possibile risentimento della madre nei confronti di un figlio che, lasciata la famiglia all’età di 15 anni, non si è più fatto vedere nè sentire, se non con la solita cartolina di auguri per il suo onomastico, l’8 Dicembre. Soffre per la morte del figlio, ma anche qui non si fa travolgere dal dolore dicendo che era già pronta a non rivederlo più dato che amava il mondo. Anche le parole di Silvestro la rincuorano, quando la paragona alla madre dei Gracchi, anche se lei, alla fine del romanzo dice che l’ha ingannata dal momento che i Gracchi morirono per difendere i più poveri e non in una guerra di conquista. · RIASSUNTO DEL BRANO Il romanzo inizia con la lettura della lettera che Costantino, il padre di Silvestro, manda a suo figlio, invitandolo ad andare a trovare sua madre, ormai sola dopo il suo trasferimento a Venezia, il giorno del suo onomastico, l’8 Dicembre. Silvestro esita un po’, scrive la lettera, ma al momento di imbucarla, vicino alla stazione, decide di prendere un treno e partire. La descrizione del viaggio si fa più particolareggiata più si avvicina alla Sicilia, patria natia di Silvestro, in cui ha vissuto fino all’età di 15 anni, per poi lasciare la famiglia e trasferirsi nel Nord Italia. Scambia qualche parola con alcuni passeggeri i quali facevano anche loro ritorno in Sicilia, dopo una giornata di lavoro e d emerge come Silvestro si trovi già in sintonia con questa gente. Arriva da sua madre il giorno dopo il suo onomastico e iniziano a parlare prima del cibo e poi del rapporto tra concezione e suo marito, libertino e amante delle donne, con le quali tradiva molte volte la moglie, e del nonno, rapportato al padre e visto quasi come una figura mitica. La madre poi lo portò con se a fare un giro per curare i malati del villaggio, facendo vedere a Silvestro come sapeva fare bene le iniezioni. Ma Silvestro non volle entrare a vedere una paziente e per questo rimase in strada, dove incontrò l’arrotino Calogero, che gli affilò il coltello, merce assai rara in quei posti. Insieme parlano della vita e vanno da un certo Ezechiele, che possiede un punteruolo e che scrive del mondo offeso. Insieme parlano del mondo offeso e vanno da Porfirio, dopo che l’arrotino aveva preso una multa e aveva perso tutti i soldi. Insieme, poi, vanno a bere un bicchiere da Colombo, e si ubriacano; diventano tristi, tranne Porfirio che si isola felice. Silvestro torna a casa ubriaco, convinto di non voler credere in un mondo così. Fa uno strano incontro, durante il sonno, in un cimitero, dove incontra un soldato, che poi si rivelerà essere suo fratello Liborio, o meglio lo spirito di suo fratello Liborio, in quanto il giorno dopo una donna annuncia a Concezione che Liborio era morto appunto, in guerra, chiamandola, però fortunata. Silvestro cerca di spiegarle il senso di questo aggettivo, paragonandola alla madre dei Gracchi, che era fiera dei suoi "gioielli" la cui morte la onorava. Poi esce e intorno alla statua della vittoria dedicata ai caduti, ha una visione e rivede tutti i personaggi incontrati nel suo viaggio. Rientra per salutare la madre, e la vede che sta lavando i piedi ad un uomo, che forse era il padre, anche se Silvestro dice essere troppo vecchio. E saluta la madre, la quale gli dice che l’aveva imbrogliata, perché i Gracchi non erano morti sul campo.
b) Il Livello Del Discorso
· IL TEMPO Il racconto, narrato in prima persona, segue abbastanza il corso cronologico degli avvenimenti, anche se ci sono dei riferimenti a fatti o avvenimenti avvenuti prima del racconto.
· LO SPAZIO La descrizione dello spazio ha un ruolo molto importante in quanto la Sicilia è vista come un luogo mitico: bisogna notare, però che lo stesso autore, alla fine del romanzo, sembra sminuire il peso dello spazio, dicendo che il nome Sicilia suonava meglio del nome Persia o Venezuela, e che la Sicilia è solo un simbolo.
· I PERSONAGGI La descrizione dei personaggi ha un ruolo importante, anche se, ad eccezione di Silvestro, è tutta filtrata attraverso il pensiero del protagonista.
· LE SCELTE STILISTICO-ESPRESSIVE Lo stile del Vittorini è molto ricco e vario, molto ben aggettivato e molto duttile a mutuare registro a seconda delle occasioni, soprattutto nei molti dialoghi presenti nel racconto. Facile da comprendere il linguaggio, difficile, invece, è capirne il senso, il vero significato, le allusioni, molto sottili e nascoste.I TEMI
· Il racconto vuole far riflettere il lettore sulla centralità del rapporto famigliare, e sulla sua complessità nella gestione, soprattutto in un caso, direi limite, come questo. Inoltre vuole far riflettere il lettore sulla condizione della povera gente, sulla sua miseria.
· I temi dibattuti nel romanzo sono presentati dal personaggio di Silvestro, dalla sua famiglia e dal suo viaggio in Sicilia.
· I temi dibattuti all’interno del romanzo sono ancora oggi attuali: il rapporto famigliare è quello nel quale, bene o male, siamo ineriti, appena arrivati in questa vita. Ogni ragazzo deve confrontarsi, per così dire con il padre o con il nonno, così come una ragazza con la madre. |