L’operetta racconta
dell’incontro tra un viaggiatore islandese, che aveva passato la
vita, fuggendo gli uomini e la natura, ritenuti sciocchi e ostili, a
viaggiare e della natura stessa. Quest’ultima, sotto forma di un
grandissimo busto, che sembrava di pietra, apparve all’islandese
durante un viaggio, in una foresta africana. Lui, che sempre aveva
sofferto ogni giorno a causa della natura, in qualunque posto si fosse
diretto, subito l’accusa di essere ostile agli uomini. La natura si
difende dicendo che il mondo non è stato creato per gli uomini. L’islandese,
allora, porta l’esempio di un uomo che viene invitato molto
calorosamente da un amico a casa sua, dove però quest’ultimo lo
tratta male, non gli dà da mangiare e lo fa schernire da parenti ed
amici, difendendosi poi dicendo che la casa non era stata fatta per
lui: tanto valeva non averlo invitato. Così l’uomo non ha scelto
questo mondo, ma vi è stato messo dalla natura. Mentre continuavano a
discutere su questo, alcuni dicono che due leoni assaltarono l’uomo
e lo sbranarono, altri che un vento fortissimo lo sbatté a terra,
dove, coperto da un mucchio di sabbia, venne trovato molti anni più
tardi e messo in un museo.