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"Cantico del gallo silvestre"

Giacomo Leopardi


INDICE LIBRI

Tratto da "Giacomo Leopardi: Operette Morali"

Universale Economica Feltrinelli

Stampa Grafica Sipiel – Aprile 1996 Milano

Prima edizione: 1834

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  • RIASSUNTO

L’operetta inizia con una breve introduzione, in cui si spiega l’esistenza di un enorme gallo, che viveva con la zampe sulla terra e la cresta in cielo, che aveva imparato a parlare. L’autore è venuto in possesso di un cantico che il gallo era solito pronunciare, non si sa se ogni giorno o se in alcune occasioni speciali. L’autore lo traduce per intero. Il canto inizia con un’esortazione all’umanità a svegliarsi di prima mattina e ad interrompere il periodo del sonno, seppur così piacevole. Infatti se il sonno fosse eterno, l’universo sarebbe più felice, seppur inutile. Poi chiede direttamente al sole se ha mai avesse visto, durante tutto il tempo in cui è sorto e tramontato, alcun uomo essere felice; se abbia mai visto la felicità e se si, dive si nasconde; se lui stesso sia felice o meno. Esorta ancora gli uomini a svegliarli, visto che ancora non è concessa loro la morto, se non brevi intervalli simili ad essa, ovvero le notti, il sonno, che permette di rinfrancarsi e sopportare il dolore che è la vita. Allora forse il vero desiderio dell’uomo, vista l’assoluta mancanza di felicità, è la morte. Inoltre il gallo paragona la vita alla giornata, quindi la mattina alla giovinezza, che però è troppo breve, e la sera alla vecchiaia, che è il resto della vita, un appassire.

by Andrea Cugino