INDICE
LIBRI
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Tratto da "Dalle Novelle al
Teatro"
Edizioni scolastiche Bruno Mondadori
Stampato nel 1995 - Rotolito Lombardia
- Pioltello (MI)
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LA COSTRUZIONE DEL
TESTO:
a) IL LIVELLO DELLA
STORIA
·
TEMPO
Il racconto è
ambientato negli anni a cavallo della 2^ Guerra Mondiale. La vicenda
dura, però nel complesso molti anni, dalla nascita di Menuchim a
quando questi diventa un adulto. Lo possiamo capire da alcuni
particolari e dal fatto che i personaggi crescono e invecchiano;
inoltre è fondamentale la componente della guerra, che scoppia
quando i Singer erano in America e le cose cominciavano ad andare
per il verso giusto.
·
SPAZIO
Il romanzo è
ambientato prima in Russia, nella cittadina di Zuchnow, dove abitava
la famiglia Singer. Poi l’azione si sposta in America, passando
per alcuni luoghi di transizione e si conclude là.
·
PERSONAGGI PRINCIPALI
Mendel Singer è un
umile maestro, un po’ insignificante, che vive insegnando la
Bibbia ai bambini, un lavoro modesto. Ha una vita tranquilla e
regolare, ha paura di Dio con il quale ha un rapporto un po’
strano, forse tipico di ogni ebreo, ma sicuramente molto strano agli
occhi di un cristiano: Dio ti punisce se fai del male. Per questo
accoglie ogni situazione negativa che gli capita come una punizione
divina:"Molti anni fa viveva a Zuchnow un uomo che si
chiamava Mendel Singer. Era devoto, timorato di Dio e simile
agli altri, un comunissimo ebreo. Esercitava la semplice
professione del maestro. Nella sua casa, che consisteva tutta in un’ampia
cucina, faceva conoscere la Bibbia ai bambini. Insegnava con onesto
zelo e senza vistosi successi. (...) Insignificante come la
sua esistenza era il suo viso pallido. Una grande barba di un nero simile
a quello degli altri lo incorniciava tutto. La bocca era coperta
dalla barba. Gli occhi erano grandi, neri, torpidi e mezzo nascosti
da palpebre pesanti. Sulla sua testa stava un berretto nero di reps,
un stoffa con la quale si fanno talvolta cravatte fuori moda e a
buon mercato. Il corpo era infilato nell’usuale caffettano
ebraico di media lunghezza, le cui falde svolazzavano quando Mendel
Singer andava svelto per la via e battevano con un colpo d’ala
secco e regolare sui gambali degli stivaloni di cuoio." Da
questa prima descrizione osserviamo come Mendel Singer venga
descritto come si descrive il modello di ebreo: non c’è niente
che lo distingua dalla monotonia della massa degli altri ebrei,
niente di caratteristico e originale. Mendel viveva così, incapace
di compiere delle scelte, una persona come tante altre, insignificante.
Prenderà una vera decisione solo quando deciderà di lasciare il
figlio minorato, Menuchim, a casa, e di partire per l’America. Là
verrà incontro a innumerevoli situazioni negative, prima una grande
fortuna, le cose sembravano girare per una volta dalla parte giusta,
poi tutt’un tratto il figlio Sam, che aveva deciso di andare in
battaglia, morirà sul campo, la moglie Deborah muore dal dolore
alla notizia della morte del figlio; la figlia Mirjam impazzisce
perché aveva tradito il suo fidanzato Mac, mentre era in battaglia,
e non si hanno più notizie di Jonas, creduto morto e di Menuchim,
anche lui creduto morto a causa della guerra. Allora Mendel va
incontro ad una crisi profonda, si sente perseguitato da Dio e lo
maledice, lo sfida, convinto che ormai tutto il male che poteva
fargli l’aveva già fatto:"<< E’ finita, finita,
finita per Mendel Singer>> egli grida e con gli stivali batte
il tempo, così che le assi del pavimento rimbombano e le pentole a
parete comincino a tintinnare. << Non ha figlio, non ha
figlia, non ha moglie, non ha patria, non ha denaro. Dio dice: ho
punito Mendel Singer; di che cosa lui, Dio, punisce? Perché non
Lemmel, Il macellaio? Perché non punisce Mekens? Solo Mendel
punisce! Mendel ha la morte, Mendel ha la pazzia, Mendel ha la fame,
tutti i doni di Dio ha Mendel. E’ finita, finita, finita per
Mendel Singer.>> Un giorno Mendel ricevette la visita di
un parente di sua moglie, con il quale cena contro la sua volontà:
infatti aveva deciso di tagliare ogni ponte con il suo triste
passato. Ma quest’uomo si rivelò poi essere Menuchim guarito.
Questo recò a Mendel una felicità estrema. Si riconcilia con Dio,
e inizia una nuova seppur breve, data l’età vita. con il figlio;
insieme progettano di partire per l’Europa, portandosi dietro
anche Mirjam, nella speranza di una guarigione in Europa.
E’ la
protagonista femminile del romanzo, una donna sicura e più decisa
del marito. E’ lei che prende le iniziative più importanti, che
spinge in un certo senso il marito. Anche di lei non viene data una
particolare descrizione fisica. Al momento dal distacco con Menuchim,
lei prova una grande commozione, un senso quasi di orrore di una
madre che lascia il figlio a casa, solo perché ammalato, per andare
in America, sapendo che difficilmente lo rivedrà:"(Deborah
ha lasciato il figlio sulla soglia di casa ed è salita sulla
carrozza per partire per l’America) Lei getta un grido, non sa
che grida, il grido erompe da lei, il cuore ha una bocca e grida. Il
carro si ferma, lei balza fuori, agile come un ragazzo. Menuchim è
ancora seduto sulla soglia. Lei si butta in terra davanti a Menuchim.
Mamma, mamma! balbetta Menuchim. Lei rimane per terra. La famiglia
Billes solleva Deborah. Lei grida, si difende, infine ammutolisce.
La riportano sul carro e l’adagiano sul fieno. Il carro corre
molto veloce verso Dubno".
Il rapporto tra
Deborah e suo marito è molto strano da comprendere: probabilmente
si amavano molto a vicenda, e la crisi interiore di Mendel dopo la
sua morte lo dimostra, ma nel testo non vengono riportate altro che
espressioni negative sul loro rapporto, sul loro amore.
Deborah morirà dal
dolore causatole dalla notizia della scomparsa del figlio in
battaglia.
Menuchim
è l’ultimo dei figli di Mendel e purtroppo è un minorato, poiché
soffre di epilessia. Per tutti i primi anni della sua vita ha saputo
dire solo la parola mamma, e niente altro. Viene lasciato dalla
famiglia a casa, presso la famiglia dei Billes; qui, mosso dal
pericolo poiché la casa andava a fuoco, uscì e grido per le strade
"al fuoco!". Venne fatto curare a Pietroburgo e, una volta
guarito, data la sua passione per la musica, divento un musicista e
questa sua professione lo portò oltre oceano, dove andò a trovare il
padre; insieme decisero che in un mese sarebbero ritornati in Europa.
·
RIASSUNTO DEL BRANO
Mendel Singer è un
maestro che vive in un paesino della Russia, Zuchnow, insegnando la
bibbia ai bambini. E’ sposato con Deborah, e ha tre figli, Jonas,
Shemarja e Mirjam; alla nascita del quarto bambino iniziano i travagli
per la famiglia Singer. Infatti Menuchim, questo è il suo nome, è un
minorato, soffre di epilessia. Il rabbino, da cui Deborah si è recata
per chiedere consiglio, ha detto che guarirà solo in un lungo tempo e
se la famiglia gli starà vicino. Menuchim cresce e con lui anche i
suoi due fratelli, che devono prestare il servizio militare, una vera
sventura per quei tempi. Siccome entrambi erano idonei, Deborah andò
a consigliarsi con un certo Kapturak, il cui consiglio era quello di
farli fuggire in America: ma purtroppo i soldi di Deborah erano appena
sufficienti solo per uno. Comunque, siccome Jonas voleva fare il
servizio militare, si scelse Shemarja. Questi fuggì in America e dopo
qualche tempo invitò la famiglia a venire là da lui, inviando dei
soldi per i biglietti. La famiglia Singer non era molto intenzionata
ad andare là, ma poi Mendel scoprì che Mirjam usciva con un cosacco
e per questo decise che bisognava partire: ma il problema era Menuchim.
Infatti non potendolo portare con loro non sapevano dove lasciarlo.
Decisero di lasciarlo a degli amici, i Billes la cui figlia si era
appena sposata: i Singer avrebbero lasciato la loro casa e Menuchim a
questi ultimi, i quali si sarebbero presi cura di Menuchim. Andarono
in America e là trovarono Sam, così veniva chiamato Shemarja, che
lavorava ed era anche abbastanza ricco. Arrivò dopo qualche anno, una
lettera dei Billes, che dicevano che Menuchim aveva dato segni di
miglioramento e che adesso parlava. Subito vollero andare a
riprenderlo e Mac, un amico di Sam, sarebbe andato se non fosse
iniziata la guerra. Sam si arruolò nell’esercito con Mac, ma dei
due solo quest’ultimo ritornò, portando gli ultimi saluti di Sam.
Questa notizia fece letteralmente morire dal dolore la madre, Deborah.
Nel frattempo la figlia Mirjam, fidanzata con Mac, durante la sua
assenza era stata insieme a Mister Glùk, il suo datore di lavoro. Al
ritorno di Mac, Mirjam impazzì e venne portata in una casa di cura.
Di lei, poi sappiamo solo che le sue condizioni non sono migliorate.
Mendel, dopo tutte queste paure, se la prende con Dio, lo insulta dice
di non aver più timore di lui. Va a vivere da dei vicini, che cercano
in ogni modo di consolarlo. Un giorno gli viene data la notizia che un
parente di sua moglie voleva vederlo: lui però rifiuta l’invito
perché ha rotto i ponti col passato e ha paura di dover soffrire
ancora. Ma questo Alexej Kossak non si arrese e lo andò a trovare
durante una cena alla quale venne invitato. Un amico di Mendel gli
chiese, per conto di Mendel, che cosa ne fosse di Menuchim: Alexej
Kossak disse di essere Menuchim! Questo riempi Mendel di una gioia, di
una forza incredibile. Menuchim era ora un musicista, sarebbe dovuto
andare a Los Angeles e a San Francisco per suonare, e disse al padre
la sua intenzione di ripartire per l’Europa, portandosi dietro la
sorella pazza, sperando in una sua guarigione nel vecchio continente.
b) IL LIVELLO DEL
DISCORSO
·
IL TEMPO
La vicenda si svolge
quasi sempre rispettando l’ordine cronologico degli avvenimenti,
anche se esistono, specie nei racconti dei personaggi, delle
retrospezioni.
·
LO SPAZIO
La descrizione dello
spazio è per lo più accessoria, non viene data una grande importanza
all’ambiente in cui si svolgono le vicende narrate. Comunque è
presentato in maniera realistica.
·
I PERSONAGGI
All’inizio viene
fatta una descrizione iniziale di quasi tutti i personaggi, anche se
per scoprirne tutti i lati del carattere bisogna leggere con
attenzione tutti gli indizi che l’autore lascia sparpagliati qua e
là.
·
LE SCELTE STILISTICO-ESPRESSIVE
Il narratore ha usto un
modo di scrivere abbastanza formale, in modo da farci entrare nella
mentalità ebraica: non so come ma anche le descrizioni, oltre a,
naturalmente, i dialoghi, hanno un non so che di formale, di
"ebraico". Questa scelta è per alcuni versi azzeccata,
perché ti rende come partecipe della lettura, ti fa sentire un po’
"a casa"; ma per alcuni versi rende la lettura un po‘
pesante e poco "digeribile". Inoltre ho notato una buona
aggettivazione, e un uso molto frequente di periodi brevi, con molti
punti: prevale qui la paratassi.
I TEMI
- Penso che questo romanzo serva anche
per intrattenere il lettore sulla riflessione di alcuni problemi,
quali il rapporto con la religione, con i figli e il senso dell’esistenza
di Mendel.
- Il tema principale è quello del
rapporto con Dio, con la religione che muove un po’ tutti i fili
del romanzo. Viene introdotto in particolar modo dalla figura di
Mendel, che riesce, dopo questa serie di sventure, a cambiare il
suo rapporto con Dio e a crearne un più profondo; insomma, le
sventure che sono capitate a Mendel sono in un certo senso
"provvide", lo hanno messo alla prova, per rendergli un’esistenza
più significativa più da protagonista e non da passivo maestro
di uno sperduto paese in Russia.
- Sicuramente il rapporto con Dio è
ancora oggi attuale, ma è un fatto personale che ogni persona
deve cercare dentro di sé. Il narratore proprio per questo
motivo, non dà pareri, suggerimenti o soluzioni: lascia che
ognuno trovi una morale personale, e forse riesca a rendere vero e
profondo, se non lo è già (ma per me non è così), il suo
rapporto con Dio.
by Andrea Cugino
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