Unico protagonista del
racconto, è un medico chirurgo inglese. Instancabile conoscitore
intraprende dei viaggi, nessuno dei quali andrà a buon fine:
nonostante questo Gulliver non stancherà la sua sete e la sua
curiosità e forse i viaggi fantastici da lui intrapresi sono uno
stimolo a viaggiare ancora. E’ un po’ un sempliciotto, un
credulone: non a caso, infatti, Swift gli ha attribuito un nome
derivante dalla parola gullible, che vuol dire appunto
"credulone". Ha un grande attaccamento alla patria: più
volte si troverà a difenderla, specialmente con il re dei giganti di
Brogdignag. Dà un resoconto preciso delle sue azioni, spesso
motivandole e cercando di attirare il lettore dalla sua parte; non si
astiene da dare dei giudizi, ma mi ha colpito la troppa fiducia nella
ragione e al contrario la quasi assenza di sentimento, nel suo
personaggio. Infatti, viene attratto dalla "società
perfetta" in cui vivevano i cavalli, che lo porterà a
disprezzare gli uomini.
·
RIASSUNTO DELLA VICENDA
Lemuel Gulliver è un
chirurgo che decide di intraprendere dei viaggi, spinto da necessità
economiche dopo la morte del maestro. Decide quindi di partire e il 4
Maggio 1699 partì da Bristol. Durante il viaggio, all’altezza delle
Indie occidentali un forte nubifragio li colpì e Gulliver è spinto
dalle onde in una spiaggia, su cui si addormenterà. Si risveglia il
mattino dopo tutto legato a terra, e circondato da tantissimi piccoli
uomini, 1/6 della grandezza di Gulliver. Dopo i primi chiarimenti
Gulliver otterrà una casa e, dopo i suoi tanti servigi all’imperatore,
tra i quali aver rubato le navi del nemico paese di Blefusco, in
guerra con Lilliput circa il verso in cui rompere le uova, anche la
libertà. Ma proprio una certa amicizia dimostrata con gli
ambasciatori di Blefusco e l’eccessiva ambizione dell’imperatore,
oltre ad una notevole spesa economica per il suo sostentamento,
crearono un’atmosfera di malignità, "tipica delle corti
settecentesche": il rapporto con l’imperatore e soprattutto
con l’imperatrice stava sempre peggiorando e Gulliver, avvisato di
un complotto da un funzionario amico, coglierà l’occasione di un
viaggio di riverenza a Blefusco per fuggire. Accolto molto bene, gli
verrà costruita una barchetta, con la quale sarà in grado di tornare
in Inghilterra, ripescato da una nave, con qualche piccolo animale del
posto.
Partito per un’altra
spedizione, il 20 Giugno 1702, Gulliver venne travolto da un’altra
tempesta ma, fortunatamente, la neve rimase intatta. Avvistata una
terra d’ingenti dimensioni, Gulliver scese a terra con una lancia, a
prendere rifornimenti, con degli altri. Ma mentre lui si spingeva un
po’ verso l’interno, un uomo gigante avanzando, fece scappare gli
altri compagni in fretta e furia, lasciando Gulliver solo. Qui
addentrandosi in un mondo che sembrava talmente sproporzionato, per un
pelo non viene falcato da un contadino, che lo prenderà con sé e sua
figlia ne avrà molta cura. Ma spargendosi la voce del "piccolo
omino", il "possidente" credette di fare un buon
affare portandoli in giro alle fiere e ai mercati, e facendolo vedere
come se fosse un’attrazione. La sua fama risuonò anche alle
orecchie della regina che lo volle tenere per sé, comprandolo al "possidente"
per una cifra abbastanza ingente. Così Gulliver, con la figlia del
contadino, Glumdaclitch, come nutrice, iniziò a vivere a corte dove,
avendo già imparato molto della loro lingua, era molto amato e
intraprendeva lunghi discorsi: scoperta la sua passione per la
nautica, la regina gli fece costruire una piccola nave e un laghetto,
entro il quale poter esercitarsi. Con il re intrattenne lunghi
discorsi circa la vita in Inghilterra, che il sovrano riteneva abitata
da "una razza perniciosa di piccoli detestabili vermi". Inoltre
rifiutò la proposta di Gulliver per la polvere da sparo, inorridendo
all’idea. Il re e la regina intrapresero un viaggio al confine sud,
insieme a Gulliver che decise di fare una passeggiata sulla spiaggia,
con un servo come cura. Ma venne rapito da un’aquila e lasciato
cadere in mare, dove venne ripescato da dei marinai con i quali tornò
in patria.
Ma solo 10 giorni dopo,
Gulliver salpò di nuovo, il 5 Agosto 1706: ma attaccato dai pirati,
Gulliver approdò su un’isola, dalla quale fu colpito dalla vista di
un’isola viaggiante nell’aria, delle dimensioni di un’enorme e
perfetta sfera, comandata da degli uomini, attraverso una grande
calamita. Dopo numerosi richiami venne fatto "salire" e
accolto da una razza di strani uomini, con degli occhi guardanti uno
verso l’interno e uno in alto. Erano tutti dediti alle scienze, ma
solo ai fini di uno scopo pratico, e tutto era guidato dalla
matematica e dalla musica; spesso si perdevano dietro i loro pensieri,
venendo svegliati poi da una vergata. Gli insegnarono la loro lingua,
anche questa basata sulla matematica e lo vestirono; abitano in case
costruite malissimo, a causa del disprezzo che provano per la
geometria applicata. Ma Gulliver, sentendosi un po’ messo da parte,
decise di lasciare l’isola e venne fatto scendere su di un monte,
dal quale raggiungerà Lagado, la capitale del regno di Balnibarbi,
soggetto al re dell’isola volante. Lì Gulliver visiterà l’Accademia
della Scienza, formata da persone che fanno delle ricerche senza
senso, dopo essere state in visita a Laputa, con la convinzione di
poter migliorare la società. Lasciata questa, Gulliver si dirige a
Maldonada: ma causa dell’assenza di navi per Luggnagg, fece una
breve visita a Glubbdubdrib, in cui incontrò le anime dei grandi del
passato e conversò con loro. Ritornato a Maldonada salpò per
Luggnagg, dove, passato qualche problema alla dogana, riuscì ad
entrare; qui venne a conoscenza dell’esistenza degli struldbrugg,
persone dotate dell’immortalità. Gulliver lodò la loro fortuna, ma
si dovette scontrare con la contestazione della loro infelicità e
depressione. Da lì partì alla volta del Giappone, dove, spacciatosi
per Olandese, inventando i nomi dei genitori, riuscì ad imbarcarsi su
di un vascello olandese e fare ritorno in patria.
Ma dopo soli cinque
mesi, Gulliver salpò di nuovo, questa volta come comandante, il 7
settembre 1710.Ma a causa di alcune malattie tra i marinai, ci fu un
ammutinamento e Gulliver venne rinchiuso in cabina e successivamente
abbandonato su di un’isola sperduta. Qui viene a contatto con degli
esseri spregevoli e quasi a forma di uomo, che scapparono via all’arrivo
di un cavallo, di cui Gulliver notò subito l’estrema razionalità
dei movimenti. Con un altro, il cavallo insegnò a Gulliver un paio di
parole; uno dei due lo condusse a casa sua, dove gli fece conoscere
una di quelle bestie spregevoli, chiamati yahoo. Il cavallo gli
insegnò il loro idioma, e Gulliver imparò a chiamarli Houyhnhnm, che
vuol dire "cavallo" o "perfezione di natura". Con
lui s’intratterrà in lunghe discussioni sull’Inghilterra e sulla
sua vita, sulle leggi, la politica, la religione, la medicina…
confrontandoli con quello che sembra essere il regno perfetto degli
Houyhnhnm, in cui la bugia, sconosciuta, è chiamata "la cosa
che non è". Gulliver inoltre andrà a studiare gli yahoo da
più vicino, conoscendone meglio le caratteristiche, la loro mancanza
d’intelligenza, la loro grande opposizione all’imparare: per
questo vengono sfruttati dagli Houyhnhnm. La società di questi ultimi
si oppone in maniere completa a quella degli yahoo, in quanto amore e
amicizia sono il loro pane quotidiano, oltre ad una grande attenzione
per l’esercizio fisico. Tutto viene regolato da un’Assemblea, alla
quale Gulliver partecipa, in cui si discuteva circa la necessità di
eliminare gli yahoo: ipotesi che però venne scartata in favore di una
servitù più redditizia. Gulliver si costruisce una casa e inizia a
vivere come un Houyhnhnm: la loro compagnia lo rende sempre più
virtuoso, e inizia a paragonare i suoi familiare e amici a degli yahoo.
Ma siccome era considerato sempre uno yahoo, gli Houyhnhnm dell’Assemblea,
di cui il padrone di Gulliver era un esponente, gli imposero di
mandarlo via. Grande dolore e malinconia avvolsero Gulliver, tanto che
svenne. Chiese due mesi di tempo per costruirsi una piccola
imbarcazione, con l’aiuto di un sauro. Ma il viaggio si rivela
impervio, a causa delle cattive condizioni del mezzo, e Gulliver
approda su di un’isola abitata da indigeni. Qui viene ferito da una
freccia avvelenata e costretto, contro voglia, a salpare su una nave
portoghese diretta in Europa: costretto perché ormai riteneva la
razza umana inferiore, come gli yahoo. E anche la vista dei suoi
familiari, da cui finalmente approdò, lo fece stare male.
b) Il Livello
Del Discorso
·
IL TEMPO
Il racconto segue una
rigorosa scansione degli eventi, anche se tutto è narrato in flashback
direttamente dal protagonista, Gulliver in prima persona.
·
LO SPAZIO
La descrizione dello
spazio ha un ruolo importante e Swift racconta in modo preciso e
dettagliato i luoghi fantastici visitati da Gulliver, quasi come se
fosse un report scientifico.
·
I PERSONAGGI
La descrizione dei
personaggi è molto importante, se intesa come abitudini, usi e
costumi dei popoli visitati da Gulliver: mancano, infatti, delle
personalità di rilievo e anche quelli che lo ospiteranno e
discorreranno con lui, in realtà hanno la funzione di rappresentare l’intero
popolo ai suoi occhi.
·
LE SCELTE STILISTICO-ESPRESSIVE
Lo stile di
Swift è caratteristico del romanzo inglese del settecento. Infatti,
troviamo una lingua accessibile ma nello stesso tempo precisa e in
qualche modo tecnica. La descrizione dello spazio e del tempo hanno un
ruolo fondamentale e sono caratterizzate da una ricerca del
particolare e da una grande attenzione e precisione. Inoltre Swift
spesso sfodera la sua arma favorita, l‘ironia, per attaccare la
società contemporanea e l’eccessiva fiducia illuministica nella
ragione e nelle scienze. Frequenti inoltre sono gli interventi in
funzione fatica, diretti al lettore, in modo da ricreare il più
possibile l’atmosfera di un racconto e far quasi coincidere, agli
occhi del lettore, autore e narratore.
I TEMI
·
Il racconto vuole essere una grande satira del mondo a Swift
contemporaneo: con la tecnica di descrivere il suo mondo a un
personaggio fittizio che non ne sa niente, Swift mette in bocca a
Gulliver una critica e un attacco a tutti i campi della vita di quel
tempo. In particolare nel 2° e soprattutto nel 4° libro attaccherà
duramente il sistema inglese e quindi tutto quello europeo; nel 4°
operando una paragone con la società dei cavalli, da cui Gulliver è
attratto. Nel 3°, invece, opererà una durissima critica alla
scienza, o meglio, agli estremismi in cui un’eccessiva fiducia nella
ragione può portare: l’Accademia di Lagado ne è quasi una parodia,
in cui tutti gli "scienziati" si dedicano a ricerche
sciocche e senza senso. Naturalmente usando la sua arma preferita, l’ironia,
che spesso è molto vicina ad un duro sarcasmo.
·
I temi dibattuti nel romanzo sono presentati, in particolar modo,
dalle descrizioni di Gulliver circa i modi di vivere e le abitudini
dei popoli visitati.
·
I temi dibattuti all’interno del romanzo sono ancora oggi attuali:
anche se sembra una favola per bambini, i contenuti, forse un po’
paradossali, ci avvisano a non essere troppo "Gulliver" e a
non basare la nostra intera vita sulla ragione.