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"La patente"

Luigi Pirandello


INDICE LIBRI

Tratto da "Dalle Novelle al Teatro"

Edizioni scolastiche Bruno Mondadori

Stampato nel 1995 - Rotolito Lombardia - Pioltello (MI)

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LA COSTRUZIONE DEL TESTO:

  • ATTI E SCENE - "La Patente" è formata da una atto unico e ha un’unica scena.
  • LE BATTUTE - Le battute non sono molto lunghe, c’è una prevalenza del dialogo, poiché è completamente assente il monologo.
  • LO SPAZIO - La vicenda, si svolge tutta nel medesimo luogo, nello studio del giudice D’Andrea.
  • IL TEMPO - La vicenda si svolge in un tempo molto breve, di qualche ora.
  • L’INTRECCIO E LA FABULA - La vicenda, sia nella novella che nella versione teatrale, racconta di un tizio, un certo Chiarchiaro, che, a causa di antiche superstizioni, che dicevano che lui portava sfortuna, viene emarginato. Per questo intenta un processo contro due giovani, colpevoli di aver compiuto degli atti scaramantici al suo passaggio. Il giudice D’Andrea, che aveva nelle sue mani questo caso, uno dei pochi che non credeva a queste dicerie, chiamò Chiarchiaro per risolvere la questione, poiché lui voleva che Chiarchiaro vincesse il processo per mettere fine alle dicerie popolari, mentre il Chiarchiaro voleva perdere quel processo, in modo che fosse riconosciuta la sua potenza, e gli venga conferita la patente di porta male, unica ancora a cui si poteva ancora attaccare. Nella versione teatrale, inoltre, alla fine, viene fatto morire il piccolo canarino che il giudice D’Andrea portava sempre appresso, per simboleggiare l’arte nefasta di Chiarchiaro.
  • I PERSONAGGI PRINCIPALI
  1. CHIARCHIARO - E’ un uomo normale, che ha una moglie paralitica, due figlie e un figlio, che da Napoli mandava dei soldi per mantenere la famiglia. A causa di dicerie popolari perde il suo lavoro, e viene emarginato da tutti. Per questo intenta un processo iniquo, che dovrà dimostrare a tutti la sua fama di jettatore, unico "bene" rimastogli. Infatti facendo riconoscere questa sua fama e avendo, per così dire "la patente", poteva almeno guadagnare molto, perché tutti avrebbero pagato per farlo allontanare.
  2. GIUDICE ISTRUTTORE D’ANDREA - E’ uno dei pochi che non crede alle dicerie su Chiarchiaro. Vorrebbe aiutarlo, capendo anche lui che quel processo era iniquo, ma anche che il povero Chiarchiaro aveva fondamentalmente ragione. Ma quando capisce il piano di Chiarchiaro, lo aiuta a realizzarlo.
  • LE SCELTE STLISTICO - ESPRESSIVE - Pirandello usa un registro informale e grazie a questo riesce a farci entrare nel vivo dell’ambiente e a comunicare in modo immediato le sensazioni dei protagonisti. Nella novella, le descrizioni sono ben aggettivate e molto significative.
  • I TEMI- Nella novella viene affrontato il tema della stupidità della gente, che a causa della voce messa in giro da qualcuno, segue come un branco di animali le dicerie e le credenze popolari, si mescola con quello che crede la folla, ognuno dimentica sé stesso. Pirandello, direi, su questo punto la pensa un po’ come il Manzoni, condanna la folla perché ognuno viene inglobato e perde la sua personalità; rendendo impossibile e infelice la vita di un uomo.

by Andrea Cugino