INDICE
LIBRI
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Tratto da "Dalle Novelle al
Teatro"
Edizioni scolastiche Bruno Mondadori
Stampato nel 1995 - Rotolito Lombardia -
Pioltello (MI)
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LA COSTRUZIONE DEL TESTO:
- ATTI E SCENE -
"La
Patente" è formata da una atto unico e ha un’unica scena.
- LE BATTUTE
- Le battute non sono molto lunghe, c’è una prevalenza del
dialogo, poiché è completamente assente il monologo.
- LO SPAZIO -
La
vicenda, si svolge tutta nel medesimo luogo, nello studio del giudice
D’Andrea.
- IL TEMPO -
La
vicenda si svolge in un tempo molto breve, di qualche ora.
- L’INTRECCIO E LA FABULA -
La
vicenda, sia nella novella che nella versione teatrale, racconta di un
tizio, un certo Chiarchiaro, che, a causa di antiche superstizioni,
che dicevano che lui portava sfortuna, viene emarginato. Per questo
intenta un processo contro due giovani, colpevoli di aver compiuto
degli atti scaramantici al suo passaggio. Il giudice D’Andrea, che
aveva nelle sue mani questo caso, uno dei pochi che non credeva a
queste dicerie, chiamò Chiarchiaro per risolvere la questione,
poiché lui voleva che Chiarchiaro vincesse il processo per mettere
fine alle dicerie popolari, mentre il Chiarchiaro voleva perdere quel
processo, in modo che fosse riconosciuta la sua potenza, e gli venga
conferita la patente di porta male, unica ancora a cui si poteva
ancora attaccare. Nella versione teatrale, inoltre, alla fine, viene
fatto morire il piccolo canarino che il giudice D’Andrea portava
sempre appresso, per simboleggiare l’arte nefasta di Chiarchiaro.
- I PERSONAGGI PRINCIPALI
- CHIARCHIARO -
E’
un uomo normale, che ha una moglie paralitica, due figlie e un figlio,
che da Napoli mandava dei soldi per mantenere la famiglia. A causa di
dicerie popolari perde il suo lavoro, e viene emarginato da tutti. Per
questo intenta un processo iniquo, che dovrà dimostrare a tutti la
sua fama di jettatore, unico "bene" rimastogli. Infatti
facendo riconoscere questa sua fama e avendo, per così dire "la
patente", poteva almeno guadagnare molto, perché tutti avrebbero
pagato per farlo allontanare.
- GIUDICE ISTRUTTORE D’ANDREA
-
E’ uno dei pochi che non
crede alle dicerie su Chiarchiaro. Vorrebbe aiutarlo, capendo anche
lui che quel processo era iniquo, ma anche che il povero Chiarchiaro
aveva fondamentalmente ragione. Ma quando capisce il piano di
Chiarchiaro, lo aiuta a realizzarlo.
- LE SCELTE STLISTICO - ESPRESSIVE -
Pirandello
usa un registro informale e grazie a questo riesce a farci entrare nel
vivo dell’ambiente e a comunicare in modo immediato le sensazioni
dei protagonisti. Nella novella, le descrizioni sono ben aggettivate e
molto significative.
- I TEMI-
Nella
novella viene affrontato il tema della stupidità della gente, che a
causa della voce messa in giro da qualcuno, segue come un branco di
animali le dicerie e le credenze popolari, si mescola con quello che
crede la folla, ognuno dimentica sé stesso. Pirandello, direi, su
questo punto la pensa un po’ come il Manzoni, condanna la folla
perché ognuno viene inglobato e perde la sua personalità; rendendo
impossibile e infelice la vita di un uomo.
by Andrea Cugino
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