"La paura" Luigi Pirandello |
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Tratto da "Dalle Novelle al
Teatro"
Edizioni scolastiche Bruno Mondadori Stampato nel 1995 - Rotolito Lombardia - Pioltello (MI) ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- LA COSTRUZIONE DEL TESTO:
Lillina Fabris E’ una signora direi su 35\40 anni, sposata con figli, che intreccia una relazione con un certo Antonio Serra, che sembra essere un amico del marito. Sembra
E’ la protagonista femminile del romanzo, una donna sicura e più decisa del marito. E’ lei che prende le iniziative più importanti, che spinge in un certo senso il marito. Anche di lei non viene data una particolare descrizione fisica. Al momento dal distacco con Menuchim, lei prova una grande commozione, un senso quasi di orrore di una madre che lascia il figlio a casa, solo perché ammalato, per andare in America, sapendo che difficilmente lo rivedrà:"(Deborah ha lasciato il figlio sulla soglia di casa ed è salita sulla carrozza per partire per l’America) Lei getta un grido, non sa che grida, il grido erompe da lei, il cuore ha una bocca e grida. Il carro si ferma, lei balza fuori, agile come un ragazzo. Menuchim è ancora seduto sulla soglia. Lei si butta in terra davanti a Menuchim. Mamma, mamma! balbetta Menuchim. Lei rimane per terra. La famiglia Billes solleva Deborah. Lei grida, si difende, infine ammutolisce. La riportano sul carro e l’adagiano sul fieno. Il carro corre molto veloce verso Dubno".
Menuchim è l’ultimo dei figli di Mendel e purtroppo è un minorato, poiché soffre di epilessia. Per tutti i primi anni della sua vita ha saputo dire solo la parola mamma, e niente altro. Viene lasciato dalla famiglia a casa, presso la famiglia dei Billes; qui, mosso dal pericolo poiché la casa andava a fuoco, uscì e grido per le strade "al fuoco!". Venne fatto curare a Pietroburgo e, una volta guarito, data la sua passione per la musica, divento un musicista e questa sua professione lo portò oltre oceano, dove andò a trovare il padre; insieme decisero che in un mese sarebbero ritornati in Europa. · RIASSUNTO DEL BRANO Mendel Singer è un maestro che vive in un paesino della Russia, Zuchnow, insegnando la bibbia ai bambini. E’ sposato con Deborah, e ha tre figli, Jonas, Shemarja e Mirjam; alla nascita del quarto bambino iniziano i travagli per la famiglia Singer. Infatti Menuchim, questo è il suo nome, è un minorato, soffre di epilessia. Il rabbino, da cui Deborah si è recata per chiedere consiglio, ha detto che guarirà solo in un lungo tempo e se la famiglia gli starà vicino. Menuchim cresce e con lui anche i suoi due fratelli, che devono prestare il servizio militare, una vera sventura per quei tempi. Siccome entrambi erano idonei, Deborah andò a consigliarsi con un certo Kapturak, il cui consiglio era quello di farli fuggire in America: ma purtroppo i soldi di Deborah erano appena sufficienti solo per uno. Comunque, siccome Jonas voleva fare il servizio militare, si scelse Shemarja. Questi fuggì in America e dopo qualche tempo invitò la famiglia a venire là da lui, inviando dei soldi per i biglietti. La famiglia Singer non era molto intenzionata ad andare là, ma poi Mendel scoprì che Mirjam usciva con un cosacco e per questo decise che bisognava partire: ma il problema era Menuchim. Infatti non potendolo portare con loro non sapevano dove lasciarlo. Decisero di lasciarlo a degli amici, i Billes la cui figlia si era appena sposata: i Singer avrebbero lasciato la loro casa e Menuchim a questi ultimi, i quali si sarebbero presi cura di Menuchim. Andarono in America e là trovarono Sam, così veniva chiamato Shemarja, che lavorava ed era anche abbastanza ricco. Arrivò dopo qualche anno, una lettera dei Billes, che dicevano che Menuchim aveva dato segni di miglioramento e che adesso parlava. Subito vollero andare a riprenderlo e Mac, un amico di Sam, sarebbe andato se non fosse iniziata la guerra. Sam si arruolò nell’esercito con Mac, ma dei due solo quest’ultimo ritornò, portando gli ultimi saluti di Sam. Questa notizia fece letteralmente morire dal dolore la madre, Deborah. Nel frattempo la figlia Mirjam, fidanzata con Mac, durante la sua assenza era stata insieme a Mister Glùk, il suo datore di lavoro. Al ritorno di Mac, Mirjam impazzì e venne portata in una casa di cura. Di lei, poi sappiamo solo che le sue condizioni non sono migliorate. Mendel, dopo tutte queste paure, se la prende con Dio, lo insulta dice di non aver più timore di lui. Va a vivere da dei vicini, che cercano in ogni modo di consolarlo. Un giorno gli viene data la notizia che un parente di sua moglie voleva vederlo: lui però rifiuta l’invito perché ha rotto i ponti col passato e ha paura di dover soffrire ancora. Ma questo Alexej Kossak non si arrese e lo andò a trovare durante una cena alla quale venne invitato. Un amico di Mendel gli chiese, per conto di Mendel, che cosa ne fosse di Menuchim: Alexej Kossak disse di essere Menuchim! Questo riempi Mendel di una gioia, di una forza incredibile. Menuchim era ora un musicista, sarebbe dovuto andare a Los Angeles e a San Francisco per suonare, e disse al padre la sua intenzione di ripartire per l’Europa, portandosi dietro la sorella pazza, sperando in una sua guarigione nel vecchio continente. b) IL LIVELLO DEL DISCORSO · IL TEMPO La vicenda si svolge quasi sempre rispettando l’ordine cronologico degli avvenimenti, anche se esistono, specie nei racconti dei personaggi, delle retrospezioni. · LO SPAZIO La descrizione dello spazio è per lo più accessoria, non viene data una grande importanza all’ambiente in cui si svolgono le vicende narrate. Comunque è presentato in maniera realistica. · I PERSONAGGI All’inizio viene fatta una descrizione iniziale di quasi tutti i personaggi, anche se per scoprirne tutti i lati del carattere bisogna leggere con attenzione tutti gli indizi che l’autore lascia sparpagliati qua e là. · LE SCELTE STILISTICO-ESPRESSIVE Il narratore ha usto un modo di scrivere abbastanza formale, in modo da farci entrare nella mentalità ebraica: non so come ma anche le descrizioni, oltre a, naturalmente, i dialoghi, hanno un non so che di formale, di "ebraico". Questa scelta è per alcuni versi azzeccata, perché ti rende come partecipe della lettura, ti fa sentire un po’ "a casa"; ma per alcuni versi rende la lettura un po‘ pesante e poco "digeribile". Inoltre ho notato una buona aggettivazione, e un uso molto frequente di periodi brevi, con molti punti: prevale qui la paratassi. I TEMI
by Andrea Cugino |