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ALGERIA
INTRODUZIONE:
Attualmente il paese è devastato da una sanguinosa guerra civile, ma prima di questa, la realtà in Algeria era molto diversa; infatti, la maggior parte della gente si recava nella regione del Maghreb (termine arabo che significa "occidente" e che ora indica l’ Algeria, il Marocco e la Tunisia) per due motivi: ammirare gli splendori delle città imperiali oppure attraversare il più grande dei deserti: il Sahara.
L’ Algeria è il colosso socialista del Maghreb, chi si avventurava in questo paese lo faceva per lo più alla conquista del Sahara, pochi si recavano invece nella ricca diversità del nord del Paese, che aveva siti di grande importanza storica e zone di incantevole bellezza naturale intatti e assai poco affollati.
Il Paese ha una superficie molto vasta, 2.381.741 km2, quasi otto volte l’ Italia, ma una popolazione molto bassa, concentrata soprattutto nella parte a nord, affacciate sul mare, mentre quelle a sud sono inospitali a causa del loro clima desertico. Prima della guerra civile si contavano 22.421.000 abitanti (9 abitanti/km2).
Clima : Solo la Fascia costiera, che si affaccia sul mare, gode di clima mediterraneo; alle spalle di questa si trova la regione montuosa dell' Atlante, con clima più freddo, foreste e, a grande altitudine, precipitazioni nevose. Tutta la regione settentrionale è attraversata da un vento caldo e secco, proveniente da Sud. A Sud il deserto, tagliato dal Tropico del Cancro.
DESCRIZIONE FISICA
Il territorio dell' Algeria é caratterizzato dal profondo contrasto tra i paesaggi della zona settentrionale, che comprende le zone costiere ed i rilievi dell' Atlante, e quelli dell' immensa zona desertica meridionale, che fa parte dell' altopiano sahariano.
ASPETTO. ECONOMICO
Il vero sviluppo economico ha avuto inizio solo dopo la conquista dell’ indipendenza.
Nel periodo coloniale, infatti, le ricchezze naturali del paese venivano inviate in Francia dove venivano trasformate per poi essere vendute sul mercato algerino sotto forma di prodotti lavorati.
Il paese dipende quasi esclusivamente dal petrolio e dal gas naturale per quanto riguarda le esportazioni (98 %) ed è stato duramente colpito dal crollo dei prezzi del 1986. Fino ad allora, l’ economia algerina ogni anno era in attivo. Nonostante il settore degli idrocarburi riceva ancora la parte principale dei finanziamenti annuali del governo, ormai si da maggiore importanza all’ agricoltura.
Attualmente soltanto il 5% del territorio è coltivato e i prodotti locali coprono solo il 40% delle necessità alimentari del paese (contro il 95% al momento dell’ indipendenza). Tuttora sono però in costruzione delle dighe che faranno aumentare la percentuale dei terreni coltivabili fino al 30%.
Agricoltura: Le attività agricole si concentrano nella fascia costiera settentrionale. I terreni sono prevalentemente coltivati a vigneto, agrumi, ortaggi, frutta e olivo, cui si affiancano le colture industriali del cotone e del tabacco. Negli altipiani si coltivano cereali. Molto diffuse anche la produzione dei datteri e del sughero, di cui è uno dei maggiori fornitori mondiali.
L’ agricoltura è il settore in cui l’incremento della produzione ha incontrato i maggiori ostacoli, anche a causa del dilatarsi della domanda interna dovuta al forte incremento demografico. Allo scopo di risolvere questi problemi sono stati aumentati negli anni 1970-80 gli stanziamenti per l’ agricoltura, in favore sia dei coltivatori individuali sia delle cooperative agricole.
Allevamento: Nelle zone aride a sud dell’ Algeria è diffuso l’ allevamento ovino e caprino.
Industrializzazione: Le risorse minerarie sono notevolissime e riguardano giacimenti di minerali di ferro, di manganese, di uranio, di platino e di diamanti, ma soprattutto di petrolio e gas naturale; ai quali si aggiungono i fosfati, i minerali di zinco, piombo e rame.
Nel periodo postcoloniale, dopo la sanguinosa guerra di indipendenza nazionale, l’ Algeria ha scelto il modello di sviluppo economico socialista, per cui, attraverso una politica di nazionalizzazioni e di investimenti, è lo Stato che ha il controllo e la gestione dei più importanti settori dell’ economia.
Le esportazioni di petrolio e di metano hanno riportato in attivo la bilancia commerciale, e l’ Unione Europea è diventata il maggior partner commerciale della nazione.
Negli ultimi anni si è diffuso il movimento dei fondamentalisti islamici, che mirano a soppiantare la legislazione civile con le interpretazioni più rigorose della legge coranica (ad esempio: sostituzione del ripudio al divorzio, obbligo dell’ uso del chador per le donne, ecc.).
Nel 1986 il governo ha approvato la Carta Nazionale con la quale si accorda più spazio al settore privato e che sollecita la valorizzazione del sud sahariano, del turismo e dell’ industria leggera.
Commercio estero: Petrolio e gas naturale hanno radicalmente mutato il quadro del commercio estero algerino, così come, per altro verso, lo ha mutato la raggiunta indipendenza. La posizione della Francia, che assorbiva oltre l’ 80% delle esportazioni algerine e forniva una percentuale analoga di beni all’ importazione, è andata via via perdendo d’ importanza (oggi, pur restando il maggior partner economico, copre circa il 23% delle importazioni e il 28% delle esportazioni). E’ invece destinata ad avere sempre maggior peso l’ Unione Europea, con cui l’ Algeria ha stipulato nel 1976 un accordo preferenziale. Fra i destinatari delle esportazioni importanti sono anche gli USA cui va 1/5 dei prodotti. Le importazioni di beni sono severamente limitate a vantaggio dei beni strumentali e delle materie prime. Tre quarti delle esportazioni sono costituite da petrolio, gas naturale e derivati del petrolio; grazie a questi, la bilancia commerciale è tornata in attivo a metà degli anni ottanta.
La Banca d’ Algeria, nazionalizzata nel 1946, e nel 1948 divenuta Banca d’ Algeria e di Tunisia, ha il monopolio dell’ emissione.
Comunicazioni: La rete ferroviaria raggiunge i 4680 km, principale la linea che, proveniente da Tunisi, tocca Costantina e Algeri, passa a breve distanza da Orano e per Tlemcen prosegue per il Marocco; le strade hanno uno sviluppo di 82.000 km. Ci sono aeroporti internazionali in tutte le maggiori città.
ASPETTO. POLITICO
Città: le città principali sono essenzialmente tre: la capitale Algeri, Orano, importante porto e Costantina, importante mercato agricolo e sede di industrie.
ALGERI
(1.721.600 ab.) STORIA: è stata fondata verso la metà del X secolo, sul luogo della antica Icosium, trae il nome da alcune isolette (al-Giaza’ir), riunite alla costa mediante un molo. Durante il periodo berbero fu centro commerciale notevole, passando, eccetto a qualche periodo di indipendenza, sotto il dominio delle varie potenze che occuparono l’ Africa settentrionale (Almoravidi, Almohadi, Merinidi, Spagnoli). Nel XVI secolo l’ autorità turca riuscì ad affermarsi stabilmente nella regione, e Algeri acquistò una grande importanza diventando capitale di uno dei più potenti stati barbareschi. Le fortificazioni per molti secoli la resero imprendibile dalla terra e dal mare (Carlo V, 1541; flotta inglese dell’ amm. Montagu, 1661; francesi, 1682-83; Carlo III di Spagna, 1775; bombardamento anglo - olandese, 1816). Fu infine conquistata dai francesi nel 1830, seguendo poi la valorizzazione della colonia da parte di questi.CARATTERISTICHE URBANE:
Sorge in un anfiteatro collinare che digrada verso l’ ampia baia omonima. La città presenta alcuni aspetti contrastanti, che vedono il nucleo più antico della città araba (casbah), gli interventi urbanistici e architettonici dell’ amministrazione coloniale francese e la più recente espansione urbana successiva alla conquista dell’ indipendenza.La casbah, che si estende su uno sperone prospiciente il porto e risale al XVI secolo, è il più consistente quartiere precoloniale e un tipico esempio dell’ architettura turca del XVI secolo: è caratterizzata da una configurazione urbanistica irregolare e minutamente elaborata, da incastri e strettoie dei blocchi edilizi, delle vie e dei cortili, e da edifici semplici e poco elevati. Vi si concentrano tutte le principali attività economiche, distribuite nel tessuto urbano secondo una precisa gerarchia, che si traduceva nella separazione topografica delle diverse funzioni.
Il dedalo della casbah difficilmente avrebbe potuto conciliarsi con uno sviluppo urbanistico moderno; e d’ altra parte, l’ occupazione francese sembrò inizialmente precaria, cosicché i colonizzatori iniziarono ad insediarsi nella parte bassa, che trasformarono via via con l’ apertura di nuove strade, la costruzione di isolati dall’ aspetto europeo e poi l’ edificazione di quartieri del tutto nuovi. Tali interventi, che comportarono tra l’ altro la costruzione di numerosi edifici amministrativi e l’ apertura di una monumentale ampia via sopraelevata parallela al porto (1860).
Nell’ ultimo quarto del secolo XIX cominciò l’ espansione vera e propria della città, che occupò nuove aree lungo il mare e sulle colline, passando dai 77.000 ab. del 1886 ai 164.000 del 1936.
Raggiunta l’ indipendenza, Algeri, nel quadro del generale processo di trasformazione del paese, è cresciuta ulteriormente, adeguando il proprio sviluppo alle nuove funzioni di capitale dello stato. L’ espansione urbanistica ha seguito un impianto lineare, parallelo alla costa, raggiungendo la lunghezza di oltre 20 km; sono sorti nuovi quartieri industriali che accentrano gran parte della struttura produttiva nazionale e centri satelliti, tendenzialmente autonomi, con l’ obbiettivo di attenuare la densità demografica e di eliminare progressivamente le bidonvilles sorte ai margini dell’ abitato. La città è sede delle principali istituzioni finanziarie, culturali e scientifiche del paese e di un’ importante università. Il porto, il più importante scalo marittimo del paese, ha avuto successivi ingrandimenti.
ORANO
(492.000 ab.) STORIA: Fondata ai primi del X secolo da un gruppo di Musulmani emigranti dall’ Andalusia, nel 1081 passò dai re di Tlemcen agli Almoravidi, nel 1145 agli Almohadi, sotto i quali raggiunse notevole sviluppo; maggiore importanza assunse come porto commerciale sotto la dinastia dei Merindi, che nel 1447 la fortificarono. Divenuta rifugio dei pirati algerini, nel 1509 fu assalita e occupata, dopo la strage dei suoi abitanti musulmani, dagli Spagnoli; tornata agli Arabi nel 1709, fu ancora possedimento spagnolo nel 1732-91; il 4 gennaio 1831 fu occupata dai Francesi. E’ la città che conta la maggior percentuale di Europei in tutta l’ Africa Settentrionale.CARATTERISTICHE URBANE:
Situata nell’ Algeria settentrionale, a metà strada fra Algeri e Tangeri, è costruita su una serie di terrazze che digradano verso un ampio golfo sul Mediterraneo, chiamato appunto, golfo di Orano, di fronte alle coste spagnole, ai piedi del monte Murdjadjo.Il porto, vasto e attrezzato, è il secondo del paese, scalo importante per il commercio di vino, cereali, ortaggi, olio, tabacco, pelli. Attiva è l’ industria nei settori alimentare (fabbriche di conserve e oleifici), meccanico (cantieri navali e macchine per l’ agricoltura), metallurgico, chimico e calzaturiero.
La città è divisa da un profondo burrone in due zone: l’ antico quartiere di origine spagnola (La Blanca), tuttora abitato da numerosissimi immigrati della penisola iberica; e la città nuova, o quartiere francese, che è sorta sull’ altopiano di Karguentah (all’ esterno della cerchia muraria edificata nel 1866) e include gli uffici amministrativi.
Ai piedi delle due città si stende la marina, con il porto. La zona del porto e La Blanca sono dominate dal forte di Santa Cruz che, nato come cittadella turca e poi rimaneggiato da spagnoli e francesi, sorge sulle alture alle spalle del golfo.
All interno del quartiere spagnolo, percorso da strade strette e tortuose, sorgono l’ antica cattedrale di S. Luigi, ricostruita dai francesi nel 1832, la porta di Canastel e la fontana di piazza Emerat, oltre ai principali edifici che risalgono al periodo della dominazione turca, come la Grande Moschea (fine XVIII secolo) e la Moschea dell’ accampamento (1796).
COSTANTINA
(354.000 ab.) STORIA: Fondata dai Romani con il nome di Cirta, fu capitale della Numidia dal tempo di Siface; con Cesare divenne colonia. Danneggiata dall’ usurpatore Domizio Alessandro, venne restaurata da Costantino, che le dette il suo nome. Dopo la conquista araba (secoli VII-VIII), per la sua fortissima posizione, ebbe parte essenziale in molti avvenimenti politici e militari dell’ Algeria.Nel 1836 fu attaccata senza risultato dai Francesi che l’ anno successivo la conquistarono, dopo violenti combattimenti.
CARATTERISTICHE URBANE:
Situata nella valle del Rhumal; vera fortezza naturale, perché posta su un rilievo (detto Rocher) che domina la pianura circostante da un’ altezza di 350 m ed è circondata da due lati dalle gole, profonde oltre 200 m, scavate dal fiume tra pareti a picco. Ponti e viadotti di pietra collegano le due sponde alla gola.Il suo sviluppo non ha stravolto l’ aspetto della città: ancora esistenti sono mura e fortificazioni di epoca romana e bizantina. La strada principale, scendendo dal pendio, divide in due la città: e est si estende la parte vecchia (Medina), dagli edifici in stile arabo che formano strette e tortuose strade, dove si svolgeva un’ intensa attività commerciale; nella parte opposta sorgono i quartieri in stile europeo, dalle ampie piazze e strade rettilinee.
Durante e dopo la guerra di indipendenza un massiccio inurbamento ha dato vita, oltre che a sobborghi, a misere bidonvilles. Oltre che importante mercato agricolo, Costantina è sede di industrie alimentari, tessili e del pellame.
Storia:
Gli antichi abitatori berberi (Numidi, Mauri e Getuli), in parte sedentari e in parte nomadi, vivevano in comunità patriarcali: la religione era essenzialmente animistica.
I Fenici giunsero per la prima volta sulle coste dell’ Africa settentrionale intorno al 1000 a.C. Essi cercavano scali commerciali per le loro navi che viaggiavano dalle coste del Mediterraneo orientale a quelle atlantiche della Spagna, importante riserva di metalli grezzi. Questi porti però nel complesso non conobbero un ulteriore sviluppo e non vennero fatti tentativi di sfruttare l’ interno del continente. Nel IV secolo a.C., quando Tiro ormai da tempo era caduta sotto il dominio dei Persiani e non controllava più gli operati delle colonie in Africa, l’ influenza di Cartagine si era consolidata fino alle coste atlantiche del Marocco.
Dopo la sconfitta di Cartagine, l’ Algeria divenne colonia Romana, sotto il nome di Mauretania Caesariensis.
In seguito all’ indebolimento di Roma, giunse da nord un’ invasione di Vandali, che con la loro politica di sfruttamento riuscirono solo ad accelerare il declino economico della zona. I Berberi si ribellarono sempre più vigorosamente e via via che i confini dell’ impero vandalo arretravano, sorgevano dei regni indipendenti. Nel 533, il generale dell’ imperatore bizantino Giustiniano sconfisse i Vandali, facendo seguire un secolo di dominazione bizantina, alquanto inefficiente, nel quale si verificarono sempre più numerose insurrezioni berbere, fino a quando L’ Impero d’ Oriente non perse definitivamente questo territorio.
Gli Arabi si affacciarono per la prima volta nell’ attuale Algeria dopo il 660 e vi presero definitivamente piede al principio del VIII secolo. Per lungo tempo, la regione ebbe sorti comuni con la vicina Ifriqiya (Tunisia): tale il dominio degli Aghlabiti (sec. IX) e dei Fatimidi (sec. X); passati questi in Egitto, fiorì in Algeria la dinastia dei Banu Hammad. Nel sec. XI. come tutta l’ Africa settentrionale, ebbe a subire l’ invasione dei nomadi arabi Beni Hilal. Assorbita dalla metà del XI sec. a quella del XIII sec. negli imperi nordafricani degli Almoravidi e degli Almohadi, riebbe allo sfaldarsi di questi ultimi una dinastia locale con gli Abd-al-waditi di Tlemcen. Nel ‘500 cominciò anche per l’ Algeria il periodo degli stati barbareschi; lo sforzo ispano-portoghese per neutralizzare l’ azione corsara, occupando i centri del litorale si esaurì rapidamente e lo stato barbaresco di Algeri, sotto l’ alta sovranità della Porta, si mantenne fino al XIX secolo.
La spedizione francese del 1830 cominciata con l’ occupazione di Algeri, sostenne una lunga e tenace guerriglia durata circa un trentennio per il totale dominio del paese. Piegata la valorosa resistenza di Abd el-Kader, non vi furono più che focolai sporadici di rivolta, domati uno dopo l’ altro (l’ ultima grande rivolta risale al 1871). Dopo di allora, la penetrazione politica, culturale e demografica della Francia nella regione è stata così profonda, che l’ Algeria dal 1947 è stata parificata al territorio metropolitano francese, anche se la situazione effettiva del paese rimase però quella di territorio colonia e ai nativi non furono mai accordati i diritti garantiti ai cittadini francesi.
Nella seconda guerra mondiale rimase dapprima fedele a Vichy, ma fu occupata senza resistenza dagli Angloamericani nel novembre 1942. Alla fine di questa il Fronte di Liberazione Nazionale (FLN) chiese l’ indipendenza e nel 1954 passò alla lotta armata, che si concluse nel 1962 col ritiro delle forze francesi nonostante l’ opposizione dei coloni europei (i cosiddetti pieds noirs) e dell’ OAS, organizzazione terroristica guidata da ufficiali francesi.
Nel 1963 venne istituita la Repubblica Popolare d’ Algeria la cui costituzione venne tuttavia abrogata nel 1965 da un colpo di stato militare in seguito al quale le funzioni di governo furono esercitate fino al 1976 da un Consiglio della rivoluzione composto da ventiquattro membri.
Il nuovo regime, consolidatosi sempre nel 1976 con l’ approvazione di una costituzione che sostituiva la precedente, ha intrapreso una riforma agraria e ha proceduto alla nazionalizzazione degli interessi petroliferi francesi in Algeria. In politica estera persegue il non-allineamento, tutt’ altro che antioccidentale, in concorrenza diretta con la Russia per l’ esportazione di gas naturale. L’ appoggio offerto dal nuovo governo al Fronte Polisario nella lotta per l’ indipendenza del Sahara Occidentale ha incrinato i rapporti tra Algeria e Marocco.
LA GUERRA CIVILE DI ALGERIA:
Fino al 1988 l’ opposizione al governo era scarsa, anche se si erano già verificati alcuni incidenti di poca importanza. La minaccia più grave per il presidente Benjedid si presentò nell’ ottobre del 1988, quando migliaia di persone si riversarono nelle strade per protestare contro le misure di austerità prese dal governo e la mancanza di generi alimentari. Venne deciso l’ intervento dell’ esercito e più di 3000 persone furono imprigionate senza processo e centinaia uccise. In seguito alle sommosse furono portati dei cambiamenti alla costituzione, la più significativa fu l’ impegno alla riduzione del monopolio del potere politico detenuto dall’ FLN e alla formazione di "piattaforme" che avrebbero poi portato a un sistema multipartitico. L’ effettiva portata dell’ opposizione esistente è diventata evidente nelle elezioni amministrative avvenute all’ inizio del 1990. Il sostegno all’ FLN si era drasticamente ridotto, mentre si è rivelato inaspettatamente alto il numero dei sostenitori del partito di opposizione islamico, il Fronte islamico di salvezza (FIS). Queste elezioni non hanno avuto conseguenze dirette sulla posizione dell’ FLN nel governo centrale, ma sono indicative dello scarso sostegno di base che questo partito può vantare.
La prima tornata delle elezioni libere multipartitiche dell’ Algeria tenutesi il 26 dicembre 1991 ha avuto come risultato una vittoria schiacciante del FIS, riflettendo così lo scontento esistente nei confronti dell’ FLN, ormai indebolito dal disordine interno e dalle fazioni in disaccordo su questioni di grande importanza (riforma politica ed economica).
Il presidente Chadli Benjedid sosteneva la necessità di aderire al processo democratico e quindi ha deciso la seconda tornata di elezioni, previste per il 16 gennaio 1992, ma i capi militari lo hanno invitato a dimettersi nel timore che le elezioni potessero confermare una vittoria islamica e instaurare un regime come quello della Siria o della Libia.
Il Consiglio Superiore di Sicurezza, dominato dai militari, ha colmato il vuoto lasciato dall’ allontanamento di Benjedid e ha dato a cinque persone la presidenza con il mandato di governare in uno stato di emergenza fino a dicembre 1993. Il capo titolare del nuovo comitato al governo era Mohammed Boudiaf. Dopo la salita al potere di questo, il FIS ha rilasciato delle dichiarazioni che denunciano la presa di potere da parte dei militari, ma i capi islamici dell’ Algeria, a quanto viene riferito, rifiutano la violenza come mezzo per istituire uno Stato Islamico.
Mentre verso la fine degli anni ‘80 era il Fis che attraverso l’ Ais (Armata di salvezza islamica) lanciava la sua sfida armata al potere (lo facevano con i mujaheddin, che combattevano le forze governative con assalti alle caserme, imboscate ai convogli, agguati alle unità della gendarmeria.) con una guerra partigiana: i due eserciti si scontravano con grande violenza; con i primi mesi del 1993, si apre la seconda fase con la comparsa del Gia (Gruppo islamico armato, più o meno 10.000 militanti, agli ordini di emiri sovente in conflitto fra di loro): fanatici, radicali, fautori di una guerra senza quartiere, non più di religione, che massacra intellettuali, civili inermi e tutti coloro che non mostrano di aderire alla "rivoluzione musulmana". Il Gia esporta il terrore in Europa: gli attentati a Parigi ne sono un esempio. Gia e Ais diventano concorrenti ed entrano in rotta di collisione: l’ efferatezza dei massacri è tale, e talmente controproducente, che si fa largo il sospetto che l’ organizzazione più estremista possa essere inquinata dai servizi segreti di Algeri. La lotta partigiana si trasforma in vera e propria guerra civile o, per meglio dire, guerra contro i civili: i generali reagiscono con la creazione delle milizie popolari, ma i combattimenti degenerano sempre più spesso in vendette trasversali e regolamenti di conti. Negli ultimi due anni l’ orrore è spaventoso: popolazioni d’ interi villaggi, con bambini, donne, uomini, vengono sgozzate, sventrate, violentate. E’ troppo: perfino all’ interno del Gia si consuma una scissione, una minoranza segue l’ emiro Antar Zouabri, il più duro (<Dobbiamo uccidere tutti quelli che si sono schierati con il tiranno> è la sua parola d’ ordine), una sorte di "primula rossa", spesso dato per morto e sempre ricomperso sulla scena del terrore. Questa sanguinosa guerra ha provocato la morte di 100 mila persone (probabilmente molto di più), su una popolazione di 30 milioni di cittadini.
La Comunità Europea, assistendo più da vicino alle immagini del terrore algerino sta ora decidendo se intervenire con soldati, ma da Algeri minacciano nel caso di uno sbarco sul territorio algerino. Di rimando l’ Unione Europea ha minacciato l’ interruzione della richiesta di metano e petrolio (voce portante dell’ economia algerina), se non fossero finiti i massacri.
Fin ora nulla è però accaduto e la popolazione algerina sta sfollando verso la capitale Algeri a causa dell’ insicurezza delle campagne e sta creando una velocissima crescita demografica che potrebbe portare alla mancanza di viveri per tutti.
Ordinamento Politico: L’ Algeria è una repubblica popolare e democratica di tipo presidenziale; il ruolo dirigente spetta al FLN, fino a poco tempo fa unica forza politica riconosciuta.
Il potere esecutivo è nelle mani del presidente, come stabilito dalla Carta Nazionale del 1976. Il presidente Benjedid aveva fatto ratificare una nuova Carta con il referendum del 1986; inoltre alla fine del 1988 e all’ inizio del 1989 sono state approvate versioni modificate della costituzione a causa del malcontento popolare.
Il potere legislativo spetta all’ Assemblea popolare nazionale, composta da 281 membri ed eletta a suffragio universale ogni cinque anni.
Direttamente al di sotto del governo centrale c’è la wilaya (provincia); le wilaya sono 48 e a capo di ognuna sono posti un consiglio esecutivo eletto e un membro del governo centrale, chiamato wali. Molte di queste posizioni di potere ora sono in mano ai membri del FIS in seguito al suo inaspettato successo nelle elezioni amministrative del 1990.
Al fondo della scala amministrativa ci sono i collettivi locali: sono finanziati soprattutto dalle tasse, ma lo Stato interviene con dei fondi per soddisfare le esigenze della comunità.
IL REGIME MILITARE:
Il generale Liamine Zeroual, presidente della Repubblica algerina, ha tentato di legittimizzare il suo potere con una serie di referendum costituzionali e di elezioni viziati da brogli e boicottati dal Fis. Le redini del paese sono saldamente nelle mani dell’ esercito. Zeroual, che i detrattori accusano di nepotismo e di corruzione, è sostenuto dal comandante della gendarmeria, Taleb Derradji, e si pone come mediatore tra gli "sradicatori", fautori della guerra totale contro gli integralisti e i "conciliatori", favorevoli a un dialogo con il dissolto FIS. Il presidente è avversato da due potenti generali: Mohamed Lamari, capo di stato maggiore, e Smain Lamari, che guida i reparti antiterrorismo. Arbitri dello scontro sono i generali Khaled Nezzar, ex capo delle forze armate, e Mohamed Mediane, alias Toufik, capo dei servizi segreti, che negli ultimi mesi hanno massicciamente infiltrato le cellule del Gia.
Popolazione: L’ Algeria ha una popolazione di circa 23 milioni di abitanti, ma questa cifra sta crescendo all’ allarmante tasso di oltre il 3% all’ anno. Più del 50% della popolazione è di età inferiore ai 18 anni. L’ aspettativa di vita è bassa ed equivale a 54 anni per gli uomini e 56 per le donne. La densità media è di circa due abitanti per km2, ma ovviamente su questa cifra influiscono le enormi zone disabitate del Sahara. Il 90% della popolazione vive nel 5% del territorio.
La maggioranza degli abitanti è costituita da Berberi mentre la minoranza principale è quella degli Arabi, ma nel corso dei secoli la mescolanza è stata tale per cui fra i due gruppi non esiste un confine etnico preciso.
In alcune località, specialmente nella regione del Kabylie nel nord del Paese, la popolazione ha mantenuto la lingua e lo stile di vita dei berberi.
I Tuareg del sud sono anch’ essi berberi e spesso parlano il dialetto berbero tamahaq. LA società tuareg tradizionale sta rapidamente scomparendo, principalmente a causa della politica di riforma agraria del governo, dell’ afflusso di grandi quantità di Arabi provenienti dal Nord e di una serie di terribili periodi di siccità che hanno obbligato molte persone a sportarsi nelle città in cerca di lavoro.
Le donne tuareg hanno un ruolo molto più attivo rispetto alle donne islamiche nell’ organizzazione della società. Il fatto che in genere non portino il velo ha provocato dei malintesi per la loro moralità.
Gli uomini spesso portano sul capo una stoffa blu o bianca (tagelmoust) annodata in modo da coprire gran parte del volto; in passato questo tessuto solitamente veniva tinto con l’ indaco, mentre oggi viene importato e tinto con colori sintetici.
Lingua: Lingua ufficiale è l’ arabo, 1/5 della popolazione parla dialetti berberi. Largamente diffuso il francese, che fu imposto per oltre un secolo sino all’ indipendenza nazionale e provocò un processo di semiacculturazione in un popolo che possedeva prima del 1830 una lingua e una tradizione culturale arabe tramandate in numerose scuole: questi centri di cultura furono soffocati durante il periodo coloniale. Dopo la liberazione furono avviati intensi programmi di alfabetizzazione.
Oggi la percentuale di analfabeti è stimata al 50%, contro l’ 80% della liberazione.
ASPETTO. RELIGIOSO
Religioni: La religione dominante è quella islamica ed è una delle poche cose che unisce una serie di gruppi piuttosto disparati. Ci sono anche piccole comunità cristiane ed ebraiche.
L’ Algeria è il paese più conservatore dei paesi del Maghreb: a parte le abitanti di Algeri, moltissime donne portano il velo.
Secondo il credo musulmano, Allah è lo stesso Dio venerato dai Cristiani e dagli Ebrei. Adamo, Abramo, Noè, Mosè, Davide, Giacobbe, Giuseppe e Gesù sono riconosciuti dall’ Islam come profeti, anche se Gesù, tuttavia, non è ritenuto figlio di Dio. Secondo l’ Islam a tutti questi profeti è giunta in parte la parola di Dio, ma solo Maometto ha ricevuto la rivelazione completa.
Purtroppo l’ Islam negli ultimi anni è stato fatto oggetto di calunnie e incomprensioni da parte del mondo occidentale; per la maggior parte dei musulmani l’ Islam è fonte di stabilità in un mondo instabile. Non sono consapevoli di essere considerati una minaccia dagli Occidentali e vedono anzi le intrusioni della cultura occidentale nella loro società come una minaccia nei loro confronti
ASPETTO. FOLCLORISTICO
Usi e costumi islamici:
Quando nasce un bambino, le prime parole pronunciate nei suoi confronti consistono nella chiamata alla preghiera. Dopo una settimana ha luogo una cerimonia in cui si rade la testa del neonato e si sacrifica un animale.
L’ avvenimento principale dell’ infanzia è la circoncisione, che normalmente avviane in un’ età compresa tra i 7 e i 12 anni, ma spesso anche prima dei 7 anni.
La cerimonie nunziali sono eventi pittoreschi e rumorosi che di solito hanno luogo d’ estate.
La cerimonia per un defunto è molto semplice: si tiene un ufficio funebre nella moschea e poi si seppellisce il corpo sul fianco destro e con il viso rivolto verso la Mecca.
Prima di pregare un musulmano deve eseguire una serie di gesti rituali: lavarsi le mani, i piedi, la testa e il collo con acqua corrente, oppure in mancanza di questa con sabbia pulita, oppure compiere solamente i gesti di uno che si lava, poi si deve mettere in direzione di La Mecca (tutte le moschee sono orientate in modo che il mirhab - nicchia della preghiera - si trovi in tale direzione) e compiere una serie di gesti e genuflessioni. Ai musulmani è vietato bere alcolici e mangiare carne di maiale, perché questo animale è considerato impuro, essi devono astenersi dal gioco d’ azzardo, dalla frode, dall’ usura e dalla calunnia.
Il calendario islamico: Il calendario islamico ha 10 giorni in meno rispetto a quello occidentale, e quindi per ogni anno che passa le festività islamiche cadono 10 giorni prima rispetto all’ anno gregoriano precedente. I musulmani iniziano il computo degli anni dalla data dell’ Egira, la fuga di Maometto a Medina che ebbe luogo nel 622 d.C. L’ anno islamico conta dodici mesi lunari che hanno un nome proprio. Il mese più importante è il Ramadan, che è il nono mese dell’ anno.
Festività islamiche:
- Ras al Sana, capodanno, si celebra il primo giorno dell’ anno.
- Mulid al Nabi, Anniversario della nascita del Profeta, si celebra il 12 del terzo mese dell’ anno.
- Ramadan, nono mese del calendario musulmano e quarto pilastro dell’ Islam. I fedeli, oltre la pubertà si astengono da cibo, bevande, fumo e rapporti sessuali nelle ore del giorno per tutto il mese.
- Eid el Fitr, la fine del digiuno del Ramadan, si festeggia il 1 giorno del decimo mese.
- Eid al Adaha, periodo in cui i musulmani realizzano il quinto pilastro dell’ Islam, il pellegrinaggio alla Mecca, la giornata è festeggiata anche da chi non è così fortunato da potersi recare alla Mecca, periodo compreso fra il 10 e il 23 dell’ ultimo mese dell’ anno.
Gastronomia: In Algeria le delizie gastronomiche sono molto rare e si mangia bene soltanto se si è disposti a spendere molto. La monotonia dei piatti dopo un po’ risulta pesante.
I locali più spartani in Algeria, meritano a malapena il titolo di ristorante: di solito hanno in menù un solo piatto o due e già nella prima serata hanno già finito tutto. Più si va verso sud, naturalmente, più i ristoranti diventano modesti e hanno meno varietà.
L’ influenza francese è ancora notevole e la baguette è praticamente l’ unico tipo di pane reperibile; in ogni città si trova almeno una patisserie, che vende ogni tipo di torta appiccicosa e spesso ha un bar sul retro. I menù, quando ci sono, sono sempre in francese e/o in arabo. Ovunque si possono trovare i croissant che, insieme ad una tazza di caffè, costituiscono un colazione discreta.
Le minestre (chorba) solitamente sono gustose e saziano. Si possono anche mangiare delle insalate, le erabe più comuni sono le foglie di coriandolo e di prezzemolo. Il couscous è il piatto principale del Maghreb e consiste in una enorme ciotola di semola cotta al vapore e condita con carne e salsa di verdura. Lo si trova praticamente dappertutto e può variare moltissimo. Nell’ Africa settentrionale si è largamente affermato il pollo: di solito è arrostito e servito con patate fritte le quali sono di solito fredde. Le brochette, cioè spiedini alla brace sono uno dei piatti di base e si trovano praticamente ovunque. Nelle zone costiere la specialità è costituita dal pesce e vi sono molti ristoranti specializzati.
BIBLIOGRAFIA:
LA NUOVA ENCICLOPEDIA GEOGRAFICA, ed. GARZANTI, 1988. GUIDE Algeria, ed. EDT, 1993.
DIZIONARIO ENCICLOPEDICO ITALIANO, ed. TRECCANI, 1970. UOMO E AMBIENTE NEI CONTINENTI EXTRAEUROPEI, ed. DeAgostini, 1993.
GEOGRAFIA 3, ed. Bruno Mondadori, 1991.
Riviste e giornali vari per la guerra civile: PANORAMA, SETTE, IL CORRIERE DELLA SERA, IL GIORNALE.
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