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Rubrica sugli antichi romani

    1. ABIGEATO
    2. Il reato relativo al furto di bestiame

    3. AEDILES CURULI
    4. Magistratura annuale, con funzioni di polizia, di allestimento di spettacoli, custodia dell'archivio cittadino nel tempio di Saturno, ecc.; avevano diritto alla sedia curule, d'origine etrusca, che spettava alle magistrature superiori

    5. AEDILES PLEBIS
    6. Magistratura aggiunta ai tribuni, in un primo tempo come loro aiutanti; in seguito magistrati custodi del tempio di Cerere, archivisti e cassieri della plebe; avranno anche funzioni di polizia.

    7. AFFECTIO MARITALIS
    8. Reciproco consenso a vivere come marito e moglie

    9. AGER PUBLICUS
    10. Territorio demaniale (dello Stato) - derivante dalla conquista in guerra - che veniva diviso fra i cittadini.

    11. ANNONA
    12. Deriva dal latino annus = anno e designava sia la produzione agricola annuale sia l’approvvigionamento della città.

    13. ANTE LITTERAM
    14. Dicesi di fenomeno storico o culturale che è caratterizzato da elementi propri di fenomeni successivi

    15. ANTIELLENISMO
    16. Corrente di pensiero, diffusasi in Roma a partire dal sec. II a.C., contraria alla diffusione della cultura greca (maggior rappresentante Catone in polemica con il Circolo degli Scipioni).

    17. ANTITECITA'
    18. Contrapposizione radicale (da cui aggettivo: antitetico)

    19. APPALTO
    20. Contratto con il quale qualcuno assume, garantendo l’organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, la realizzazione di un opera o di un servizio per un corrispettivo in denaro (nelle province l'imposte venivano date in appalto).

    21. ARBITRIUM OPTIMATIUM
    22. Governo aristocratico

    23. ARCHEOLOGIA
    24. Studio delle civiltà antiche attraverso monumenti e reperti artistici o manufatti

    25. ARISTOCRAZIA
    26. Forma di governo in cui il potere è detenuto da un gruppo ristretto di uomini, considerati i "migliori" o per discendenza o per censo (da greco aristos = il migliore + krateo = domino)

    27. ASSE
    28. Moneta di bronzo del peso di una libbra (inizialmente gr.327,45)

    29. ASSEMBLEA
    30. Adunata di persone di più persone per discutere e risolvere questioni di comune interesse (assemblearismo: modo venuto in moda alla fine degli anni '60 per decidere le questioni nelle scuole e nelle università: è un metodo facilmente antidemocratico)

    31. ASSETTO POLITICO
    32. Si usa per indicare quale sia la costituzione politica di un certo paese

    33. ARUSPICE
    34. Colui che prediceva il futuro o interpretava il parere degli dei, esaminando le viscere degli animali sacrificali

    35. ARUSPICINA
    36. La parte fondamentale dell'antica arte divinatoria etrusca, riguardante l'interpretazione dei fenomeni naturali e l'esame delle viscere; fu accolta dai Romani ed affidata a sacerdoti chiamati aruspici.

    37. AUCTORITAS
    38. Prestigio ed autorevolezza che un uomo gode per le sue capacità, il suo carisma: essa è riconosciuta e non imposta (dal verbo augeo = accrescere)

    39. AUGURI
    40. Coloro che predicevano il futuro o interpretavano la volontà degli dei attraverso il volo degli uccelli.

    41. AUGUSTALE
    42. Relativo ad Augusto o genericamente all'imperatore; come sostantivo indicava la persona addetta al culto dell'imperatore Augusto

    43. AUGUSTALIE
    44. Antiche feste in onore di Augusto istituite al suo ritorno dall’Oriente.

       

    45. AUGUSTUS
    46. Degno di onore, che gode di auctoritas, perchè accresce il prestigio di Roma (per estensione, titolo dato agli imperatori fino all'età medievale). Fu attribuito dal senato ad Ottaviano.

    47. AUSPICIA
    48. Segni della volontà divina, manifesti nel volo e degli uccelli, nel modo di mangiare di certi animali, come i polli, nei tuoni e nei fulmini.

    49. AUTOCRAZIA
    50. Potere assoluto ed indipendente di un sovrano

    51. AUTARCHIA
    52. Programma economico (in genere propagato dai nazionalismi) che si basa su una vera o presunta autosufficienza

    53. AUTOCTONO
    54. Indigeno; dicesi di popoli o culture

    55. AUTOGOVERNO LOCALE
    56. Governo autonomo di un territorio, senza dipendere da uno Stato centralizzato (ne godevano i popoli federati con Roma e, almeno in parte, alcune province)

    57. AUXILIARIUS
    58. Indicava il soldato che stava nelle riserve (in genere i seniores); portava armatura più leggera

    59. AVE CAESAR
    60. Saluto abituale rivolto agli imperatori romani

    61. BACCANALI
    62. Feste notturne e sfrenate in onore di Bacco, celebrate in Roma ogni tre anni (vengono proibiti nel 186 a. C. con un ben noto senatus consultum)

    63. BRACCIANTE
    64. Salariato avventizio (assunto per la stagione) per compiere lavori che non richiedono particolari competenze tecniche

    65. BUROCRAZIA
    66. Termine moderno, coniato nel 1700, per indicare il complesso di funzionari pubblici che rendono possibile l'amministrazione di uno Stato (N.B. se è eccessiva, può portare all'immobilismo: burocratizzazione)

    67. CALENDARIO
    68. Fino al 45 a.C., i Romani usarono un calendario fondato sulle lunazioni: i 12 mesi dell'anno avevano una durata media di 29 giorni e mezzo e l'anno intero ne contava 355. Per ristabilire la corrispondenza con l'anno solare, veniva aggiunto periodicamente un mese intercalare. Ma, da parte dei pontefici si provvide in modo così impreciso a ciò, che si determinò un divario tra l'anno ufficiale ed il ciclo delle stagioni e si creò uno Stato di disordine a cui Cesare dovette rimediare: egli aggiunse all'anno 46 a.C. 90 giorni (durò quindi 445 giorni); poi stabilì che, a partire dal 1 gennaio del 45 a.C., i giorni dell'anno fossero 365 e, ogni quattro anni, s'intercalasse un giorno tra il 23 ed il 24 febbraio (il 23 febbraio è il sesto giorno prima delle Calende di marzo, e il giorno aggiunto è il bis-sesto: di qui il nome bisestile. Questo è il calendario Giuliano, il quale parte dal presupposto di un anno di 365 giorni e 6 ore; rimase in uso fino al 1582, quando papa Gregorio XIII lo sostituì con un calendario, detto gregoriano, che tiene conto di una misurazione ancor più precisa dell'anno (365 giorni, 5 ore, 48 minuti, 46 secondi). I nomi dei mesi erano in età Repubblicana: Ianuarius,Februarius, Martius, Aprilis, Maius, Iunius, Quintilis,Sextilis, September, October, November, December. Poi, in onore di Giulio Cesare, Quintilis fu chiamato Iulius e Sextilis, in onore di Augusto, Augustus. I nomi dei mesi da quintile a dicembre si spiegano con il fatto che l'anno cominciava, anticamente, con marzo; solo nel 153 a.C. l'inizio dell'anno fu portato al 1 gennaio, il giorno medesimo in cui entravano in carica i consoli. In ciascun mese si distinguevano tre date basilari (le Calende, le None, le Idi), originariamente connesse alle fasi lunari, e ci si basava su di esse per numerare gli altri giorni. Le Idi cadono il 15 nei mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre; il 13 negli altri.

      Quanto alla misurazione del tempo entro ciascuna giornata, i Romani suddividevano il periodo diurno in 12 horae, calcolate dall'alba al tramonto (agli equinozi, la hora prima corrispondeva alle 6, l' hora secunda alle 7 ecc., e ciascun ora durava effettivamente 60 minuti; negli altri periodi dell'anno, invece, la singola ora aveva necessariamente una durata maggiore o minore); la notte era spartita in 4 vigiliae (propriamente "turni di guardia"), calcolate dal tramonto all'alba.

    69. CAMPAGNA MILITARE
    70. L'insieme dei combattimenti svolti in una certa zona o in un certo periodo.

    71. CAPITE CENSUS
    72. Termine che indicava il cittadino romano che, non avendo redditi, veniva censito solo per la sua persona: egli non prestava servizio militare, se non nelle truppe ausiliarie (cuochi, fabbri, ecc.) e non pagava imposte.

    73. CASTA MILITARE
    74. Si usa per indicare un gruppo chiuso che esercita un potere; in questo caso i militari.

    75. CASTRA
    76. Accampamento militare romano, caratterizzato dal fatto che gli alloggi dei soldati sono posti su vie che si incrociano perpendicolarmente (Cardo, che significa polo o cardine, indicava negli accampamenti la via principale da Nord a Sud, mentre limes decumanus è la via da Est ad Ovest. L’accampamento aveva delle porte custodite fra cui la principale era la porta decumana (cosiddetta perché custodita dalle decime coorti delle legioni) di fronte alla quale stava la porta praetoria. Il castro pretorio era un accampamento stabile di pretoriani - istituito da Tiberio - alla periferia nord-orientale di Roma. Molte città romane mantengono la stessa struttura perpendicolare delle strade propria dell’accampamento.

    77. Catasto (dal greco bizantino =registro)
    78. Elenco delle proprietà immobiliari (terreni, case, ecc.) pubbliche e private presenti in uno stato.

    79. CAVALIERI cfr. Equites
    80. CELERES
    81. I 300 cavalieri della guardia di Romolo (leggenda); guardia del re.

    82. CENSIMENTO
    83. Rilevazione Statistica diretta a rilevare l'entità e le condizioni della popolazione, per esempio, di uno Stato.

    84. CENSO
    85. Patrimonio o reddito accertato a fini fiscali

    86. CENSORE
    87. Nome dei due magistrati romani incaricati di accertare il patrimonio (censo) ed anche la condotta dei singoli cittadini che volessero dedicarsi alla vita politica (fine sec. IV nominavano i senatori e attuavano la revisione periodica, ogni 4 anni, delle loro liste, per cancellarne coloro che si fossero dimostrati indegni; essi venivano eletti originariamente ogni 5 anni, in seguito rimarranno in carica solo 18 mesi. Vigilavano anche sul pubblico erario, sugli appalti, sull’amministrazione dell'ager publicus, ecc.

    88. CENSURA
    89. Grado o dignità del censore romano (oggi: controllo preventivo delle opere da diffondere o divulgare in pubblico).

    90. CENSURA MORUM
    91. Potere dei censori di controllo dei costumi morali dei cives.

    92. CENTURIA
    93. Ciascuna delle unità, originariamente di 100 uomini, in cui fu divisa la cittadinanza romana a scopo militare ed anche politico.

    94. CESARISMO
    95. Nel linguaggio storico-politico, viene usato per indicare un regime autoritario guidato da un generale di grandi capacità con appoggio delle forze armate ed il consenso popolare.

    96. CITTADINANZA ROMANA
    97. Il primo a porsi il problema dell'estensione della cittadinanza ai socii italici fu il console Marco Fulvio Flacco, poi Caio Gracco 122 a.C.; successivamente anche il tribuno Marco Livio Druso (figlio dell'omonimo tribuno che aveva collaborato alla caduta di Caio Gracco) nel 91 a.C. Con il suo assassinio scoppiò la guerra che durò dall'ottobre del 91 a.C. fino all'88 a.C., al termine della quale fu concessa la cittadinanza per gli Italici. Cesare la estese anche alla Gallia Cisalpina. Infine con la Constitutio Antoniniana, Caracalla nel 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'Impero.

    98. CIVIS
    99. Cittadino di uno Stato (contrapposto a peregrinus, hostis).

    100. CIVITAS
    101. Cittadinanza.

    102. CLASSE
    103. Indica le cinque categorie in cui fu divisa la popolazione romana in base al censo fondiario (Riforma dei comizi centuriati): la prima dava 80 centurie (che unite alle 18 dei cavalieri avevano la maggioranza nei comizi centuriati in cui si votava per centurie)la seconda, terza, quarta davano 20 centurie ciascuna, la quinta dava 30 centurie.

    104. CLAVUS
    105. Balza di porpora che, sovrapposta alla toga degli antichi romani, indicava, se stretta (angustus clavus), l'appartenenza all'ordine equestre, se larga (latus clavus) all'ordine senatorio o ai tribuni militari delle prime quattro legioni. In italiano, il laticlavio è l’abito del senatore.

    106. CLIENS
    107. Colui che, essendo libero ma non godendo di diritti in quanto non aveva la cittadinanza romana, si metteva sotto la protezione di un patronus cui faceva diversi servizi.

    108. CLIENTELA
    109. Nella Repubblica Romana nata nel 509 a.C. il potere era nelle mani di un ristretto gruppo di persone – i patrizi – e perciò molti non potevano far valere i propri diritti. In questa situazione il patrono – in genere un aristocratico – prendeva sotto la propria tutela un cliente – un plebeo senza diritti – che si impegnava a rispettare alcuni obblighi. Questo istituto già presente in età monarchica venne codificato all’interno delle Leggi delle XII Tavole (450 ca. a.C.).

    110. CLIENTELE MILITARI
    111. Indica quel rapporto di legame fra i legionari ed il proprio comandante dal cui successo dipende la fortuna (nel bottino e nella spartizione dell' ager publicus) dei veterani. Esse si intensificheranno, dopo la riforma mariana, causando nel tempo non pochi problemi: l'esercito spesso diverrà forza determinante la vita politica stessa dello Stato romano.

    112. COLLEGIALITA'
    113. Principio che caratterizzava le magistrature romane, secondo il quale ogni magistratura veniva affidata a più persone, per evitare l'emergere di un potere personale.

    114. COLLEGIUM
    115. Unione di persone per uno scopo comune, per esempio una funzione politica da svolgere.

    116. COLONIA DI DIRITTO LATINO
    117. Città fondata dai Romani per realizzare un insediamento nei territori conquiStati in cui andavano ad abitare elementi del popolus romano, con il duplice scopo di permettere l'emigrazione da Roma dei nullatenenti e di favorire l'integrazione dei popoli vinti con i Romani.

    118. COLONIA DI DIRITTO ROMANO
    119. Città fondata dai Romani, in genere come trasformazione di un accampamento militare (castra), con funzione di avamposto in territorio "nemico": i suoi abitanti mantenevano la cittadinanza romana.

    120. COLPO DI STATO
    121. Indica la presa di potere repentina da parte del popolo o di una sua parte, o dell'esercito, che rovesciano e sostituiscono in modo illegale il governo esistente.

    122. COMITIUM
    123. Luogo scoperto nel Foro davanti alla Curia, dove si tenevano i comizi e si adunava il popolo.

    124. COMIZI CENTURIATI
    125. Assemblea del popolo romano in armi, che ha anche funzioni politiche, in quanto nomina consoli, pretori, censori e discute le leggi.

    126. COMIZI CURIATI
    127. Assemblea della Roma antica, presieduta dal re, poi dal console o dal dittatore; originariamente erano l'unica forma di organizzazione del popolo; in seguito, in età Repubblicana, venne sostituita dai comizi centuriati e conservò solo funzioni religiose.

    128. COMIZI TRIBUTI o CONCILIA PLEBIS TRIBUTA
    129. Assemblee di tutto il popolo romano, diviso per tribù; eleggevano i magistrati minori (edili, questori) e decidevano.

    130. COMMUNIS OPINIO
    131. Opinione pubblica o comune.

    132. CONSCRIPTUS; PATRES CONSCRIPTI
    133. Entrato a far parte del senato; indica i senatori che sono tali non per diritto dovuto all'appartenenza ad una gens patrizia, ma perchè iscritti a titolo individuale nella lista.

    134. CONSOLE
    135. Ognuno dei due magistrati della Repubblica romana, in carica un anno, che hanno il potere esecutivo (sostituiscono il più antico praetor). Comandano l'esercito in guerra, presiedono le sedute del senato e dei comizi, amministrano i beni pubblici e la giustizia ( queste due ultime attribuzioni col tempo verranno molto limitate); finito il loro incarico diventano senatori e possono avere un proconsolato in una provincia. Ognuno dei due consoli hanno diritto di veto (intercessio) sulle decisioni dell'altro, come garanzia della collegialità. Le insegne del potere del console sono l'abito orlato di porpora, la sedia curule, i dodici littori.

    136. CONSULARI POTESTATE
    137. Potere attribuito ai Tribuni militum quando vengono dotati del potere dei consoli.

    138. CONSUL SINE COLLEGA
    139. Console unico con pieni poteri ( è segno di decadenza della Repubblica).

    140. COORTE
    141. Unità militare romana, introdotta con la riforma mariana dell'esercito. La legione viene formata di 10 coorti di 600 uomini ciascuna, suddivise in manipoli.

    142. COMMENDATIO
    143. La "raccomandazione" con cui l'imperatore segnalava al senato i candidati alle magistrature a lui graditi.

    144. CONGIURA
    145. Accordo segreto diretto al rovesciamento improvviso e violento dell'organizzazione politica presente.

    146. CONSERVATORISMO
    147. Tendenza a conservare gli ordinamenti e gli istituti tradizionali, anche se magari non più adeguati alla situazione presente

    148. CORVI
    149. Apparecchi delle navi militari a guisa di uncino (o becco) che avrebbero dovuto agganciare la nave nemica per permettere l’arrembaggio (oggi alcuni storici ne discutono l'esistenza per motivi tecnici: il loro peso avrebbe fatto affondare le navi). Sarebbero Stati introdotti nelle battaglie contro i Cartaginesi.

    150. COSTITUZIONE
    151. L'insieme di principi e di norme che esprimono la concezione del potere e la sua distribuzione all'interno della società, indicando inoltre i diritti e doveri dei cittadini. A seconda della forma di governo prevista, possiamo avere, per esempio, una COSTITUZIONE MONARCHICA o REPUBBLICANA. Per modificare la costituzione occorre una RIFORMA COSTITUZIONALE. Le leggi di uno Stato che non rispettino i principi e le norme della costituzione vigente sono dette ANTICOSTITUZIONALI.

       

       

    152. COSTITUZIONE CENTURIATA
    153. Indica quell'ordinamento della Repubblica romana aristocratica, secondo cui esercitavano effettivamente i diritti politici solo coloro che avevano un censo e che quindi potevano partecipare a proprie spese all'esercito.

    154. CRONOLOGIA
    155. Ordine con il quale si succedono nel tempo i fatti; la sua conoscenza è indispensabile allo studio della storia.

    156. CULTURA
    157. Indica la concezione di vita di un popolo: essa determina usi, costumi, un modo di abitare, vestire, ecc.

    158. CUNCTATOR
    159. "Il temporeggiatore", soprannome dato al console Quinto Fabio Massimo per la strategia usata contro Annibale (217 a.C.): faceva seguire l’esercito cartaginese senza attaccarlo mai in campo aperto.

    160. CURATOR AQUARUM
    161. Sovrintendente all'approvvigionamento idrico della città.

    162. CURATORES ALVEI ET RIPARUM TIBERIS
    163. Magistrati che si occupavano di porre rimedio alle frequenti alluvioni del Tevere; importanti furono i lavori di ingegneria idraulica da essi fatti in età imperiale (ultima alluvione 1875).

    164. CURIA
    165. La più antica ripartizione politica, religiosa e militare del popolo romano; oppure luogo di raduno del senato e delle diverse assemblee ; negli ultimi tempi dell'Impero romano, denominazione del consiglio municipale

    166. CURSUS HONORUM
    167. Indica quali sono le magistrature che un cittadino deve assumere per arrivare a quella più alta, il consolato; viene stabilito nel 180 a.C. con la lex Villia annalis. Per aspirare alla vita pubblica occorreva aver adempiuto per 10 anni agli obblighi militari (e quindi avere almeno 27 anni). In ordine le magistrature erano: la questura, l'edilità (facoltativa), la pretura ed il consolato. Tra una candidatura e l'altra dovevano trascorrere almeno 2 anni; per l'accesso al consolato l'età minima era di 34 anni, e più tardi diventò di 40.

    168. DAMNATIO MEMORIAE
    169. Era un provvedimento gravissimo, deciso dal senato con un processo regolare, con il quale venivano annullati tutti gli atti emanati da un imperatore, distrutto ogni suo ritratto, cancellate le iscrizioni con il suo nome (anche la sua effigie sulle monete). Questa condanna ad essere cancellato dalla memoria collettiva era attribuita – da vivo o da morto – ai traditori dello Stato. La subì per esempio Nerone.

    170. DECEMVIRATO
    171. Magistratura collegiale di 10 membri, a cui furono affidate diverse funzioni; p. es., redigere le prime leggi scritte nel 451-449 a.C.. Fu sostituito, per un certo periodo, al consolato dal senato, quando i plebei conquistarono il diritto di diventare consoli.

    172. DECURIA
    173. Squadre di 10 cavalieri.

    174. DECIMAZIONE
    175. Sistema di punizione adottato nell'esercito, consistente nell'esecuzione di un soldato ogni dieci del reparto colpevole.

    176. DEDITIO
    177. Atto di arrendersi

    178. DEMAGOGIA
    179. Degenerazione della democrazia, nella quale ci si serve del consenso popolare per attuare una politica ultimamente non a favore del popolo ma di interessi di una parte. DEMAGOGO è colui che fa demagogia.

    180. DEMOCRAZIA
    181. Forma di governo, secondo la quale il potere è del popolo e tutti hanno gli stessi diritti civili, politici.

    182. DEMOCRAZIA DIRETTA
    183. In essa il popolo esercita la propria sovranità direttamente, senza rappresentanti (cfr. polis ateniese): essa è possibile in uno Stato piccolo. Oggi esempio di democrazia diretta è l'istituto referendario.

    184. DEMOCRAZIA INDIRETTA o RAPPRESENTATIVA
    185. In essa il popolo esercita la propria sovranità attraverso dei rappresentanti liberamente eletti.

    186. DENARIUS
    187. Moneta d'argento fu introdotta in Roma e sostituì quella di bronzo verso la metà del sec. II a.C., diventando, insieme ai suoi sottomultipli, praticamente l'unica moneta. Contemporaneamente venne anche cambiata anche l'unità di peso, con il passaggio dalla libbra latina a quella romana.

    188. DEXTRARUM IUNCTIO
    189. L'unione degli sposi, simboleggiata dall'unione della mano destra.

    190. DIASPORA (dal greco seminare attraverso)
    191. Il termine indica la dispersione di un popolo al di fuori del territorio della sua patria d’origine. La Grande Diaspora ebraica avvenne nel 70 d.C. con la distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio compiuta da Vespasiano e Tito.

    192. DICOTOMIA
    193. Rigida divisione in due parti contrapposte.

    194. DIRITTO
    195. Complesso di norme su cui si fondano i rapporti degli uomini di una comunità o società.

    196. DIRITTO CONSUETUDINARIO
    197. Insieme di norme che si basano sulla consuetudine o sulla tradizione; le norme in questo caso possono essere orali.

    198. DIRITTO LATINO
    199. Norme che stabilivano alcuni privilegi per i Latini nella antica Repubblica, rispetto agli altri popoli italici,: essi infatti godevano dello Ius connubii, Ius commercii, ius civitatis.

    200. DIRITTO NATURALE
    201. L'insieme di norme che l'uomo riconosce universalmente vere, al di là delle differenti civiltà o Stati cui appartiene.

    202. DIRITTO POSITIVO
    203. Insieme di norme scritte (le leggi di uno Stato).

    204. DIRITTO PRIVATO
    205. Insieme di norme che regolano i rapporti contrattuali tra i cittadini, come singoli o associati.

    206. DIRITTO PUBBLICO
    207. Insieme di norme che regolano i rapporti tra gli organi dello Stato e tra questi ed i cittadini.

    208. DITTATORE
    209. Magistrato straordinario, eletto in caso di pericolo della patria; esso godeva dell' imperium e restava in carica solo 6 mesi. Avvenuta la nomina, ogni altra magistratura era sospesa, la provocatio ad populum era sospesa, spariva la distinzione fra imperium domi e imperium militiae; in segno di questo assoluto potere il dictator procede accompagnato dai littori recanti, sempre, entro il fascio di verghe, la scure.

    210. DIVINAZIONE
    211. Arte di predire il futuro e di interpretare la volontà degli dei per mezzo di eventi naturali, considerati segni della volontà divina.

    212. DIVINIZZAZIONE
    213. Indica l’atto con cui un uomo morto veniva considerato pari a un dio. Era un atto molto diffuso in Età Ellenistica in Oriente (apotheosis). In Roma per primo fu divinizzato Romolo, venerato come dio Quirinus. Dopo Ottaviano Augusto la divinizzazione degli imperatori era abbastanza consetudinaria.

    214. DOCUMENTO LETTERARIO
    215. Fra le fonti storiche, indica un documento scritto.

    216. DOCUMENTO MONUMENTALE
    217. Fra le fonti storiche, indica un reperto di tipo archeologico.

    218. DODECAPOLI
    219. Lega sacra etrusca fra 12 città, a scopo religioso.

    220. DOMINA
    221. Indica la donna, ovvero la "signora o padrona della casa" nella quale ella aveva dignità pari a quella dell'uomo.

    222. DOMINATO
    223. Periodo dell'Impero romano, che inizia con Diocleziano alla fine del sec. III d.C.; in esso l'imperatore è appellato dominus et deus, ovvero signore o sovrano e viene divinizzato. Egli gode di un potere assoluto che il diritto romano di età imperiale sancisce con formule appropriate (quod principi placuit legis habet vigore, princeps solutus a legibus, princeps extra legem). Esso segna la fine, sul piano giuridico, della continuità con la tradizione Repubblicana, che – almeno formalmente - era stata mantenuta nel Principato.

    224. DOMUS
    225. Nei primi secoli della Repubblica la domus era così composta: una porta (ostium) sulla strada, seguita da un corridoio di accesso (fauces); una corte centrale (atrium") con le falde del tetto spioventi verso l'interno (compluvium) in modo da convogliare l'acqua piovana in un bacino sottostante all'apertura (impluvium), da dove si raccoglieva in una cisterna sotterranea; alcune camere da letto (cubicula) disposte attorno all'atrium, più due ambienti aperti (alae); una sala principale in fondo all' atrium, di fronte all'ingresso (tablinum), fiancheggiata da altri ambienti e seguita da un giardino (hortus). La domus ad atrium era chiusa tutt'intorno da alte mura continue, con poche ed anguste finestre. Nell'atrium si svolgeva quasi tutta la vita della famiglia. Sulla parte davanti della casa si trovavano i locali per i lavori domestici che si aprivano sull'atrium o le botteghe che si aprivano sulla via. Nel corso del sec. II a.C., alla domus, dietro il tablinum, venne aggiunto un secondo nucleo che si sviluppava attorno ad un portico colonnato (peristylium) di derivazione ellenistica. Attorno ad esso si dislocano una serie di ambienti dai nomi greci: triclinia (sale da pranzo), oeci (sale da ricevimento), exhedrae (soggiorni o sale da conversazione). Il maggior lusso si introdusse anche nella decorazione: i pavimenti non furono più nella semplice tecnica del cocciopesto (laterizi tritati misti a malta), ma a mosaico con grandi quadri figurati (emblémata). Fece anche la sua comparsa il marmo (intorno al 100 a.C.). Furono poi introdotte nei bagni delle case private le suspensurae (colonnine che reggevano il pavimento, consentendo all'aria calda di circolare sotto di esso).

    226. DRUIDI
    227. Influente classe sacerdotale presso i Celti.

       

    228. DUX
    229. Condottiero dell'esercito, nell'età Repubblicana.

    230. EGEMONIA
    231. Superiorità che uno Stato o un gruppo esercita su altri.

    232. EGUAGLIANZA
    233. Parità di dignità, valore e diritti fra gli uomini.

    234. EGUALITARISMO
    235. Ideologia secondo la quale, per essere uguali, occorre togliere le differenze (c'è una pari dignità, per esempio, fra uomo e donna che non elimina le differenze specifiche, come invece ha fatto certo femminismo in nome dell'egualitarismo).

    236. ELETTORATO ATTIVO
    237. Coloro che hanno il diritto politico di esprimere il loro voto eleggendo qualcuno a rappresentarli.

    238. ELETTORATO PASSIVO
    239. Coloro che hanno il diritto politico sia di esprimere il proprio voto sia di venire eletti.

    240. ELIOCENTRISMO
    241. Dottrina cosmologica che considera il sole al centro dell'universo, in opposizione al geocentrismo; questa teoria era già presente presso i Greci.

    242. ELLENISMO
    243. Indica quel periodo (dal 323 a. C., morte di Alessandro al 31 a.C. battaglia di Azio) caratterizzato politicamente dai Regni nati dallo smembramento dell'Impero macedone di Alessandro Magno e dalla perdita di centralità della polis greca; culturalmente dalla fusione della cultura greca con elementi della cultura orientale, persiana in particolare.

    244. EPIGRAFE (dal greco epi = su e grafeo = scrivo)
    245. Iscrizione fatta su pietra il cui scopo è di comunicazione pubblica; essa è scritta in un linguaggio abbreviato. E' fonte per lo storico di preziose notizie.

    246. EPIGRAFIA
    247. La scienza che studia le epigrafi e che è sussidiaria della storia.

    248. EPISTEME
    249. Parola greca ( deriva dal verbo greco che significa "mi impongo") che si traduce con scienza: esprimeva la consapevolezza dell'uomo greco che, con la nascita della filosofia e della matematica, riteneva di poter arrivare a comprendere la realtà, imponendosi alla natura, che fino ad allora gli era apparsa qualcosa di arcano.

    250. EQUITES
    251. Cavalieri; essi erano ex-plebei arricchitisi con il commercio e l'artigianato, lavori considerati servili dal patrizio romano che quindi non vi si dedicava. Vennero così chiamati perchè, per il loro censo, erano in grado di mantenere un cavallo che era l'equipaggiamento militare più costoso. Dalla fine del sec. III lottano per ottenere potere politico.

    252. ERARIO
    253. Il tesoro pubblico, le finanze dello Stato (al tempo dell'Impero si distingueva dalla cassa propria dell'imperatore: fiscus).

    254. ERGASTULA
    255. Locali sotto terra con finestrelle in alto e con inferiate, nei quali gli schiavi ritenuti pericolosi trascorrevano la notte, incatenati, nelle proprietà agricole di tipo latifondista .

    256. ESERCITO ROMANO
    257. L'esercito si componeva normalmente di 4 legioni; ogni legione era composta di 4200 fanti, affiancati da 300 cavalieri. A capo dell'esercito stavano i consoli. A capo delle legioni i tribuni militari(6 per legione), scelti dai comizi centuriati nell'ordine senatorio o equestre e affiancati dai centurioni = sottufficiali (60 per legione). La svolta fondamentale nell’organizzazione (forse già nelle guerre sannitiche) fu la divisione in unità minori sia in senso longitudinale, sia in profondità: i manipoli. Ogni legione, nella riforma mariana, comprendeva 30 manipoli di 120 uomini divisi su tre linee; I linea: armatura pesante con elmo, corazza, scudo e gambali, due giavellotti ed una spada; II linea: armatura simile; III linea: armatura leggera. Molte erano le ricompense; la più alta era la corona civica, assegnata a chi avesse salvato la vita di un cittadino; la corona muralis veniva conferita a chi fosse salito per primo sulle mura nemiche; la corona vallaris a chi avesse varcato per primo la cinta di un accampamento.

    258. ESERCITO DI MESTIERE
    259. Esercito reclutato fra uomini che sceglievano di fare come professione il militare e quindi percepivano una ricompensa (come bottino di guerra e distribuzione dell' ager publicus); questa riforma fu fatta da Mario (104-100 a. C.), che abolì la leva obbligatoria fra i cittadini dotati di censo.

    260. ESPANSIONISMO
    261. Indirizzo politico ed economico inteso ad attuare un aumento sempre maggiore della potenza di uno Stato, allargando i propri confini con la conquista di territori o di mercati di altri popoli.

    262. ESULI
    263. Coloro che venivano mandati in esilio: Cicerone, per esempio, dovette andare in esilio.

    264. ETA’ DEL BRONZO
    265. Epoca preistorica datata tra il 4.000 ed il 1.200 a.C., caratterizzata dall'impiego del bronzo.

       

    266. ETA’ DEL FERRO
    267. Età caratterizzata dall'uso di questo metallo per fare utensili, armi; essa inizia circa nel 1.200 a.C.

    268. FAMILIA
    269. Era il nucleo fondamentale dell'ordinamento civile della Roma antica, costituito dall'insieme delle persone legate dal vincolo del sangue e della tradizione; il suo capo (pater familias) esercitava una vera e propria potestas.

    270. FANTERIA
    271. Truppe di combattenti a piedi o opliti, divisi in centurie e successivamente in coorti. La loro armatura comprendeva scudo, pugnale, spada a lama corta e larga ed a doppio taglio e punta (gladius). C'era una fanteria armata in modo pesante ed una in modo leggero (cfr. Esercito).

    272. FANUM
    273. Presso gli antichi romani, il luogo consacrato; quindi indica anche l’edificio sacro.

    274. FASCI LITTORII
    275. Fasci di verghe portati da 12 littori, simbolo del potere consolare (in guerra si aggiungeva la scure, simbolo dell’imperium).

    276. FASTI CONSOLARI
    277. Elenco in cui erano registrati i nomi dei consoli, che serviva anche da calendario, in quanto il consolato era una magistratura annuale.

    278. FAZIONE (factionis)
    279. Parte politica (in genere, con un'accentuazione di settarismo e di intransigenza).

    280. FETIALIS (feziale o feciale)
    281. Membro dell'antica corporazione sacerdotale latina cui erano demandate le ambascerie e la custodia dei trattati.

    282. FILE
    283. Propriamente tribù; ciascuna delle unità in cui si suddivideva la popolazione dell'antica Grecia, specialmente in Atene (corrisponde al latino gens).

    284. FILELLENO
    285. Fautore della cultura e della nazione greca: il Circolo degli Scipioni era filelleno perché riteneva importante per Roma una diffusione della cultura greca presso il popolo romano.

    286. FLAMINE
    287. Antico sacerdote addetto al culto di una particolare divinità (per esempio, flamen Dialis – da dies, il giorno luminoso divinizzato - , addetto al culto di Giove).

    288. FOEDUS
    289. Trattato di alleanza, patto.

    290. FOEDUS EQUUM
    291. Patto giusto, trattato di alleanza tra contraenti paritetici. Ne godevano i Latini che, alleandosi con Roma Repubblicana, godevano di certi diritti: ius civitatis, ius connubii, ius commercii.

    292. FOEDUS INIQUUM
    293. Patto ingiusto, trattato in cui le condizioni sono a favore di un solo contraente. I patti che Roma Repubblicana stringe con i popoli italici vinti sono di questo tipo in quanto implicano doveri (per esempio, truppe per l’esercito o navi per la flotta) e non diritti di cui invece godono i cittadini romani.

    294. FONTI
    295. Indicano i documenti da cui gli storici ricavano le notizie sui fatti del passato.

    296. FORCHE CAUDINE
    297. Espressione che indica una umiliazione; si riferisce ad un episodio avvenuto a Caudio, tra Caserta e Benevento nel 321 a.C., quando due intere legioni furono sconfitte e costrette ad una resa umiliante durante la terza guerra sannitica.

    298. FORO
    299. Centro commerciale, amministrativo, culturale della città romana; ai suoi lati si trovavano i diversi templi. Si trovava nella vallata fra il Palatino ed il Campidoglio.

    300. FUSTIGAZIONE
    301. Punizione militare, inflitta al colpevole che passava trai colleghi che lo frustavano a sangue. Se non moriva, era comunque civilmente morto.

    302. GENS
    303. Indica il complesso di più famiglie legate da una comune discendenza: i patrizi appartenevano ad una gens e questo era segno di superiorità e dava diritto nella Repubblica nata nel 509 a.C. ad avere potere politico.

    304. GEOCENTRISMO
    305. Teoria cosmologica che pone la terra al centro dell'universo.

    306. GESATI
    307. Mercenari di stirpe gallica; il loro nome deriva dallo speciale giavellotto tutto in ferro, che era la loro tipica arma.

    308. GLADIATORE
    309. Uomo, costretto perché schiavo, o ingaggiato che doveva misurarsi con le armi in combattimenti spesso mortali, per il divertimento della folla. Se vittorioso, poteva essere liberato.

    310. GLADIATORIO
    311. Dicesi di spettacolo, realizzato con la presenza di gladiatori.

    312. GLADIUS
    313. Spada a lama corta e larga, a doppio taglio e punta.

    314. GUERRA INTESTINA
    315. Guerra civile, all'interno di uno stesso popolo (oggi più comunemente si dice guerra civile).

    316. GUERRA SERVILE
    317. Rivolta degli schiavi contro i romani (139-132 a.C. in Sicilia, guidata da Euno, schiavo sirio; 73 a.C. rivolta guidata dai gladiatori di Capua con a capo Spartaco).

    318. GUERRA SOCIALE
    319. La guerra combattuta fra i Romani ed i soci italici (91-88 a.C.); essa si concluse con la cittadinanza agli Italici.

    320. HASTATI
    321. I legionari che combattevano in prima fila; erano 1200 distribuiti in 10 manipoli di 120 uomini (cfr. riforma dell’esercito fatta da Mario).

    322. HELIOS
    323. Il sole; anche il Dio Sole.

    324. HOMO NOVUS
    325. Un uomo che per primo nella sua famiglia si è dato alla carriera politica, arrivando alle maggiori magistrature (per esempio, Cicerone).

    326. HOSTIS PUBLICUS
    327. Nemico dello Stato e del Popolo romani.

    328. IDEA TRINITARIA
    329. Nella primitiva religione etrusca, prima della diffusione delle divinità greche, tre erano le somme divinità: Tinia, signore del fulmine (Zeus, Giove), Uni (Era, Giunone), Menerva (Atena, Minerva).

    330. IMPERATOR titolo dato ad un comandante vittorioso che celebrava il trionfo. Da Augusto in poi passò ad indicare il princeps, in quanto capo di tutte le legioni
    331. IMPERIALISMO
    332. Concetto marxista, impropriamente applicato alla storia romana; infatti indica una fase di espansionismo economico di società industriali avanzate che implica dipendenza economica e/o politica di altri Stati. Per quanto riguarda Roma, è più corretto parlare di espansionismo difensivo fino alla seconda guerra punica, e di espansionismo offensivo in seguito fino alla formazione dell’Impero.

    333. IMPERIUM
    334. Comando supremo del comandante in guerra, che implicava anche il diritto di punire con la morte il soldato reo; essendo un potere di tipo assoluto, il comandante doveva deporre l'insegna dell' imperium ( le verghe con la scure) prima di entrare in Roma o di varcare il pomerium. Si era anche soliti distinguere fra: imperium domi, di cui sono simbolo i littori recanti semplici fasci di verghe, e l' imperium militiae, simboleggiato dai littori recanti entro il fascio di verghe la scure, cioè l'arma usata per le esecuzioni capitali (cfr, DICTATOR).

    335. IMPERIUM PROCONSOLARE
    336. Indica il comando supremo nelle province e sull'esercito di stanza nella regione. Da Augusto in poi, è ciò che permette al princeps di avere il comando supremo su tutte le province, il comando di tutto l'esercito e la rappresentanza dello Stato romano nei rapporti con gli altri Stati.

    337. IMPRIGIONAMENTO PER DEBITI
    338. Fu abolito nel 313 a.C.

    339. INCINERAZIONE
    340. Pratica funeraria consistente nel bruciare la salma riducendola in cenere (tipico dei popoli di stampo indoeuropeo che diffusero in Europa questa cultura, detta anche dei "campi di urne"). Significato simbolico: liberare l'anima dal corpo per rendere più rapido il suo viaggio nell'al di là.

    341. INDOEUROPEI
    342. Popoli che dal 3000 a. C. si diffusero in Europa, provenendo da una grande area situata tra l'Europa orientale e l'Asia centromeridionale. Le origini di questa cultura sono in parte ancora oscure; quello che è certo che quasi tutte le lingue, oggi parlate in Europa (ed anche il latino ed il greco antico) sono in stretto rapporto con quelle parlate in India e con il sanscrito, antica lingua indiana). Oggi non si parla di un "popolo indoeuropeo", che a "ondate" successive avrebbe colonizzato l'Europa, ma si ritiene che il fenomeno indoeuropeo sia Stato prima di tutto un fenomeno culturale (diffusione linguistica, espressione religiosa, cultura dell'incinerazione):in Medioriente, gli Hittiti, i cosiddetti Popoli del mare, i Medi, i Persiani; gli Arii in India; in Europa, i Dori, i Celti, i Popoli Italici.

    343. INERMES
    344. Nell'ordinamento centuriato, coloro che - non avendo censo - non potevano procurarsi un'armatura. Significa infatti senz’arma (da in - arma).

    345. IN IURE CESSIO
    346. Indica, nel diritto romano, il trasferimento della proprietà attuato mediante una finta lite intentata contro l'alienante.

    347. IN IUS VOCATIO
    348. Nel diritto romano, la chiamata del convenuto davanti al magistrato.

    349. INSULAE
    350. Quartieri di Roma, abitati dal popolo più povero: le case erano costruite di legno ed a molti piani. In questi quartieri scoppiavano spesso incendi.

    351. INTERCESSIO (o ius intercessionis)
    352. Diritto di veto contro i decreti dei magistrati; era proprio dei tribuni della plebe. Essi lo esercitavano contro le decisioni del senato, con la sola presenza durante le riunioni, perchè ciò impediva al senato di continuare i lavori.

    353. INTERREGNO
    354. Periodo di vacanza fra due re o fra due magistrature (in età monarchica si nominava un interrex); in genere indica che il potere è molto precario e la situazione instabile.

    355. INTRODUZIONE DELLA MONETA
    356. Col diffondersi dei metalli, si iniziarono ad usare pani di rame e di bronzo, prima (inizio sec. V) senza alcun contrassegno - aes rude - (il cui valore era computato dal peso) e, più tardi (tra la fine del sec. V ed il principio del sec.IV) con impronte varie (tripode ed ancora, aquila con fulmine e spada, elefante e scrofa, ecc.)- aes signatum. Solo dalla metà del sec. IV, cioè dopo le relazioni con la Campania, Roma cominciò a battere moneta (aes grave); la sua unità fu l'asse librale di bronzo, recante sul diritto la testa di Giano bifronte e sul rovescio una prora rostrata (allusione alla presa di Anzio del 338 a.C.). Esistevano monete da mezzo asse (semìsse), da 4 once (triente - 12 once corrispondono ad una libbra), da 3 once (quadrante), da 2 once (sestante). Nel sec. III, il peso dell'asse fu ridotto a 1/2 libbra e in proporzione tutti i suoi sottomultipli. Inoltre ci fu l'emissione di monete d'argento (dinarius, g 3,9). Alla metà del sec. II fu sospesa la coniazione della moneta di bronzo ed il dinarius con i suoi sottomultipli (il quinario: 1/2, ed il sesterzio: 1/4) divenne praticamente l'unica moneta di Roma. Le monete d'oro, coniate a partire dalla seconda guerra punica 217 a.C. circa, ebbero una circolazione più limitata. La moneta di conto, con cui cioè si esprimeva il valore delle merci era il sesterzio. Era solo il senato a far coniare le monete, fino a quando gli imperatori non iniziarono a farlo anche loro, ponendo sulla moneta la loro effigie (la moneta in Roma aveva non solo un valore economico, ma anche celebrativo).

    357. INUMAZIONE
    358. Sepoltura della salma integra (nella preistoria in posizione rannicchiata quasi a restituire il corpo alla terra nella posizione fetale che il defunto aveva nel grembo materno ed a augurargli una pronta rinascita). E' più antica della incinerazione. Significato simbolico: esprime la credenza che esista una vita oltre la morte e che in essa il defunto riviva in unità fra corpo e anima.

    359. INVIOLABILITA'
    360. cfr. sacrosanctitas.

    361. ISTITUZIONE (dal latino instituere = istituire, fissare)
    362. Indica tutto ciò che viene stabilito secondo regole certe. Le istituzioni dello Stato sono sia quelle norme fondamentali su cui lo Stato si regge, sia gli organismi del suo funzionamento.

    363. ITALIA
    364. La penisola cominciò ad essere chiamata Italia solo ai tempi di Cesare ed Augusto (sul finire del sec. I a.C.) quando si raggiunse un grado uniforme di civiltà. Prima con questo nome si chiamava la terra abitata dai Vituli, ovvero l’odierna Calabria.

    365. IUGERO
    366. Unità di misura romana di superficie, equivalente ad un rettangolo di 240 per 120 piedi romani, ossia 0,252 ha.

    367. IUNIORES
    368. Nell'ordinamento centuriato, i componenti di ogni classe sotto i 45/46 anni. Con il termine iuvenis si indicavano i giovani dai 20 ai 40 anni circa in contrapposizione a puer e senex.

    369. IUS AUXILII
    370. Diritto di appellarsi al tribuno da parte del popolo contro le decisioni dei magistrati.

    371. IUS CIVITATIS
    372. Concessione del diritto di cittadinanza riservato agli abitanti dei municipi di diritto latino.

    373. IUS COMMERCII
    374. Libertà degli abitanti dei municipi di diritto latino di commerciare con Roma.

    375. IUS CONNUBII
    376. Libertà per gli abitanti dei municipi di diritto latino di sposarsi con cittadini romani.

    377. IUS MIGRANDI
    378. Diritto dei Latini di potersi liberamente trasferirsi a Roma ed acquistare la cittadinanza con pienezza di diritti.

    379. LARARIO
    380. cfr. Religione Domestica.

    381. LATICLAVIO
    382. Veste bianca bordata da una larga striscia di porpora, usata dai senatori romani o dai tribuni militari.

       

    383. LATIFONDO
    384. Estensione molto vasta di terre sulle quale si esercita una cultura estensiva, non facendole spesso rendere adeguatamente.

    385. LECTISTERNII
    386. Banchetti sacri celebrati in situazioni di pericolo; anche banchetti funebri.

    387. LEGA
    388. Associazione tra più Stati o gruppi sociali, per il conseguimento di determinati scopi (le prime furono a carattere religioso, poi difensivo ed infine politico). In esse i soci avrebbero dovuto avere uguali diritti, ma spesso qualcuno esercitava una egemonia (cfr. Lega Latina).

    389. LEGATO
    390. Luogotenente (legatus) o disposizione testamentaria (legatum).

    391. LEGGE DELLE XII TAVOLE
    392. Le prime leggi scritte redatte dalla magistratura decemviri legibus scribundis nel 451-449 a.C.

    393. LEGGI LICINIE-SESTIE (LICINIAE-SEXTIAE)
    394. Per queste leggi, i plebei possono essere eletti consoli (un posto spetta a loro) e si liberano della loro inferiorità in campo religioso 366 a.C.

    395. LEGENDE
    396. Scritte che compaiono intorno alla figura coniata sulla moneta.

    397. LEGIONARIO
    398. Soldato della legione romana.

    399. LEGIONE
    400. Unità tattica ed organica dell'esercito romano, costituita da un numero variabile, a seconda dei tempi, di uomini.

    401. LEGIS ACTIO
    402. Significa "azione della legge": nella più antica procedura romana, il modo di agire in giudizio secondo le forme prescritte dalla legge.

    403. LEGITTIMAZIONE
    404. Indica l'atto attraverso cui un potere (o altro) trova il suo riconoscimento (essa si può fondare sulle leggi, sulle tradizioni, ecc.).

    405. LEX AGRARIA
    406. Tiberio Gracco nel 133 a.C., essendo tribuno, emanò questa legge che prevedeva: revoca delle usurpazioni dell' ager publicus fatte dalla nobilitas; il possesso individuale della terra era limitato a 500 iugeri e, in più, 250 per ogni figlio fino ad un massimo di 1000 iugeri. Le terre recuperate dallo Stato venivano divise in lotti di 30 iugeri da assegnarsi a cittadini poveri contro un tenue canone annuo. Compito di rendere esecutiva la legge era affidato ad una commissione, triumviri agris iudicandis adsignandis, ciascuno dei quali a turno esercitava per un anno i poteri spettanti all'intera commissione, mentre gli altri due potevano attendere alla vita pubblica.

    407. LEX CANULEIA
    408. Abolizione del divieto di matrimonio fra patrizi e plebei 445 a.C.

    409. LEX FRUMENTARIA
    410. Dispone la distribuzione a un prezzo irrisorio o gratuita del frumento al popolo romano povero: Caio Gracco 123 a.C., Clodio 58 a.C. In seguito l'entità delle distribuzioni crebbe e si estese a generi alimentari vari, come il vino, l'olio, la carne di maiale.

    411. LEX HORTENSIA
    412. I tribuni ottengono il diritto di convocare il senato, di proporre leggi e di far deliberare sulle loro proposte; i plebisciti hanno valore di legge, anche senza l'approvazione del senato 286 a.C.

    413. LEX IUDICIARIA
    414. Caio Gracco nel 123 a.C. emanò questa legge che stabiliva che nelle quaestiones, cioè le commissioni giudiziarie per singoli reati commessi nelle province (il cui governatore apparteneva al senato), composte fino allora da soli senatori, fossero iscritti 300 senatori e 600 cavalieri.

    415. LEX PETELIA
    416. Abolizione dell'imprigionamento per debiti 313 a.C.

    417. LIBBRA LATINA e LIBBRA ROMANA
    418. La libbra latina equivale a g 272,87; la libbra romana a g 327,5). La seconda venne sostituita alla prima nel 269 a.C.

    419. LIBERTI
    420. Schiavi liberati (spesso avveniva per quelli urbani, soprattutto se Greci); essi, in età Repubblicana, non potevano ricoprire magistrature, né arruolarsi nelle legioni, né sposarsi con liberi. I loro discendenti però ottenevano la cittadinanza a pieno titolo. Furono spesso usati come funzionari imperiali e valorizzati durante l'Impero, a partire dall’imperatore Claudio.

    421. LIMINE (limen-inis)
    422. Soglia, limitare; abitazione; confine.

    423. LISTE DI PROSCRIZIONE
    424. Tavole affisse in pubblico, con l'elenco di coloro che potevano essere liberamente perseguiti da qualsiasi cittadino (famose quelle volute da Silla dal 82 a.C. in poi).

    425. LITIS AESTIMATIO
    426. Nella procedura del diritto romano, la stima della cosa controversa in rapporto al valore che essa avrà al momento della sentenza, oppure a quello che la medesima ha nell'atto della litis conteStatio.

    427. LITISCONSORTE
    428. Chi ha una lite giudiziaria insieme ad altre persone, o come attore o come convenuto.

    429. LITISCONSORZIO
    430. La presenza in un processo di più persone, sia in qualità di attori, sia in qualità di convenuti.

    431. LITIS CONTESTATIO
    432. Nel diritto romano classico, il momento che chiude la procedura in iure (davanti al magistrato), aprendola quindi in iudicio (davanti al giudice privato).

    433. LITIS DENUNCIATIO
    434. Nel processo romano della cognitio extra ordinem, la dichiarazione resa dall'attore al convenuto per il tramite di un funzionario, che nella prassi finirà per identificarsi col giudice stesso che dovrà decidere la lite.

    435. LITISPENDENZA
    436. Situazione processuale caratterizzata dalla proposizione della stessa domanda in due distinti processi.

    437. LITTORE
    438. Ufficiale subalterno che, munito del fascio delle verghe, aveva il compito di scortare autorità civili e militari nell'antica Roma (sotto il regime fascista lo studente universitario vincitore in una gara di littoriali, gare culturali o sportive).

    439. LUCUMONE
    440. Magistrato supremo nelle città etrusche.

    441. LUDI MAGNI o ROMANI
    442. Essi consistevano in corse di quadrighe e in corse di cavalli, precedute da una processione e da sacrifici solenni, ed accompagnate, secondo l'uso greco, da ludi scenici. Si svolgevano nell'avvallamento ai piedi del Palatino e dello Aventino, in quello che sarà chiamato Circo Massimo. Dal metà del sec. IV, divennero annuali. Il vincitore aveva in premio una corona e poi, sotto influsso greco, un ramo di palma.

    443. LUDI OSCI
    444. Rappresentazioni di Commedie, composte secondo la tradizione romana.

    445. MADREPATRIA
    446. Per i Greci, la città fondatrice della colonia rispetto alla colonia stessa.

    447. MAGISTER EQUITUM
    448. Il comandante della cavalleria.

    449. MAGISTER POPUL
    450. Il capo del popolo in armi, ovvero nell'antica Roma il dictator.

    451. MAGISTRATO
    452. Persona che riveste una carica pubblica.

    453. MANIPOLO
    454. Unità elementare della legione romana, composta da un numero di soldati variabile: da 60 a 200 uomini.

    455. MANOMISSIONE
    456. Liberazione, spesso per testamento, dello schiavo che era Stato fedele.

    457. MANUS
    458. La potestà maritale (quando una donna si sposava si diceva che veniva data "in manu" del marito; ciò avveniva in tre modi: attraverso la cerimonia religiosa della confarreatio, spartizione di focacce di farro, cereale di antichissima lavorazione; attraverso la cerimonia laica della coemptio, vendita simulata; attraverso l'usus, la coabitazione continua per un anno. Se la donna era ricca, si sposava senza manus e quindi le sue proprietà restavano nella famiglia d'origine ed ella godeva di maggior indipendenza.

    459. MARE NOSTRUM
    460. Così i Romani definivano il Mediterraneo, dopo averne conquiStato le coste.

    461. MATRIMONIO
    462. La donna, sposandosi, dipendeva dalla potestas del marito, anche se nella casa aveva una posizione di grande prestigio (la donna sposata era detta matrona). Se si sposava senza manus godeva anche d'indipendenza. Spesso il matrimonio era uno strumento fondamentale per stringere alleanze politiche (cfr. Giulia, figlia di Cesare andata in sposa a Pompeo). C'era il divorzio che si diffuse in età imperiale; esso poteva essere richiesto da entrambe le parti e prevedeva la restituzione della dote. Rispetto alla donna in Grecia, la situazione per la donna in Roma migliora; per esempio, anche se essa non può svolgere attività politica, può assistere alle riunioni pubbliche e può anche ereditare.

    463. MECENATISMO
    464. Indica la protezione data da un potente ad artisti e scrittori. Il nome deriva da Gaio Mecenate, aristocratico colto, che ai tempi di Augusto amava proteggere gli artisti del tempo.

    465. MERCENARII
    466. Si usa per indicare i braccianti agricoli occasionalmente impiegati nella villa e stipendiati.

       

    467. MESOLITICO
    468. "Età della pietra di mezzo", compresa fra il Paleolitico ed il Neolitico, caratterizzato da un miglioramento climatico dovuto ad un innalzamento della temperatura: 9.000 – 7.000 circa a. C.

    469. MISTERO
    470. Ciò che supera le possibilità di comprensione esauriente della ragione; secondo l'accezione cattolica, non è però l’inconoscibile, ma ciò che più si svela all'uomo, più si rivela nella sua infinità grandezza come incommensurabile con la ragione (per esempio, quando affermiamo che siamo mistero a noi stessi, non vogliamo dire che non ci conosciamo per nulla, ma che quando diciamo "io" diciamo qualcosa di grande che non possediamo totalmente).

    471. MONARCHIA
    472. Forma di governo in cui il potere è nelle mani di uno solo; in essa il potere regio può essere elettivo o ereditario (cfr. Impero). Se il potere viene esercitato dal re o dall'imperatore senza alcun controllo o in modo totalmente accentrato la monarchia è detta assoluta; ci possono però essere diverse forme (in epoca moderna, la monarchia costituzionale).

    473. MONITORES
    474. Schiavi scelti dal vilicus per controllare gli altri schiavi (in una villa ce ne potevano essere centinaia ed anche migliaia).

    475. MONOCULTURA
    476. Terreni o economie improntate da un unico tipo di coltivazione.

    477. MOS MAIORUM
    478. Costumi morali e civili degli antenati, ai quali ci si vuol rifare per uscire dalla crisi o per mantenere integra una società (Augusto, contro la crisi morale e dei costumi e contro la decadenza della Romanitas, richiamava la necessità di ritornare al mos maiorum).

    479. MUNICIPIA (da munia – obblighi – e capere)
    480. Città che dipendono da un prefetto.

    481. MUNICIPIA OPTIMO IURE
    482. Durante la Repubblica, che era una confederazione di popoli abitanti l’ Italia sotto l'egemonia di Roma, erano le città che godevano appieno i diritti della cittadinanza romana.

    483. MUNICIPIA SINE SUFFRAGIO
    484. Nella Repubblica, in Italia, città dotate di una più o meno larga autonomia amministrativa e finanziaria, con l'obbligo degli oneri militari e fiscali, col diritto di commercio e di matrimonio, ma con l'esclusione dal voto e dalle cariche pubbliche.

    485. MURA SERVIANE
    486. Prima cinta muraria costruita intorno a Roma ad opera, per la leggenda, di Servio Tullio.

    487. NEGOTIA
    488. Affari pubblici, o insieme delle attività commerciali, alle quali i patrizi non potevano dedicarsi.

    489. NEOLITICO
    490. "Età della pietra nuova"; è un periodo della preistoria, compreso fra il l’Età Mesolitica e l'Età Eneolitica; è caratterizzato dalla diffusione della pastorizia, dalla nascita dell'agricoltura, dalla rivoluzione urbana: risale circa al 7.000 - 4.000 a.C.

    491. NOBILIS
    492. Colui che appartiene alla nobilitas, aristocratico.

    493. NOBILITAS
    494. Sorge nel sec. III a.C., quando la plebe ricca ha vinto la sua battaglia contro i patrizi, conquistando uguali diritti; a questo punto non ha più senso usare l’espressione " patrizi e plebei", ma si parla appunto di nobilitas, un ceto ricco e potente, che controlla il senato e spesso anche le altre magistrature, trasformando - nel corso del sec. II la Repubblica romana in una oligarchia.

    495. NOMADISMO
    496. Indica lo Stato di quei popoli della preistoria (si può usare anche in epoca moderna) che non hanno una situazione stanziale, ma migrano, cercando frutti dalla terra e caccia.

    497. OLIGARCHIA
    498. Governo caratterizzato dalla concentrazione del potere nelle mani di pochi, che lo gestiscono per il loro interesse (cfr. la Repubblica romana nel sec. II-I a.C.).

    499. OMINA
    500. Presagi che si offrivano all'orecchio nel linguaggio e nei suoni quotidiani e che venivano interpretati dagli auguri.

    501. OPLITE
    502. Termine greco per indicare il soldato della fanteria, provvisto di armatura pesante.

    503. OPTIMATES
    504. Gruppo politico cui si riferiscono gli appartenenti alla nobilitas (corrisponde al termine greco aristocratici): vengono così indicati coloro che hanno potere nella fase oligarchica della Repubblica.

    505. ORDINE SOCIALE
    506. Situazione di non conflittualità sociale, non necessariamente dovuta alla mancanza di problemi, ma in alcuni casi dovuta ad un governo autoritario che tiene sotto controllo le tensioni.

    507. OTIUM
    508. Per il patrizio, era il tempo da dedicare agli studi ed alla attività politica.

    509. PALAFITTA
    510. Abitazione primitiva costruita su un tavolato sostenuto da pali infissi sul fondo di un lago o di una palude o anche su terreno asciutto, allo scopo di difendersi dagli animali.

    511. PALEOLITICO
    512. "Età della vecchia pietra" (fino al 10.000 a. C. ), nel quale i manufatti venivano ottenuti scheggiando la pietra e non levigandola, come nel neolitico.

    513. PARITETICO
    514. Si dice di ciò che è condiviso in eguale misura da due parti.

    515. PATERFAMILIAS
    516. Era il capo della familia.

    517. PATRES CONSCRIPTI
    518. Coloro che erano iscritti individualmente nelle liste del senato, in quanto non appartenevano ad una gens.

    519. PATRIA POTESTAS
    520. Essa indica la piena autorità del paterfamilias, e comprende il diritto di vita e di morte che veniva esercitato nei confronti di un membro della familia che si fosse reso reo di tradimento della patria; la potestas sui figli, la manus sulla moglie ed il mancipium, ovvero il controllo assoluto su schiavi, beni immobili e mobili. La patria potestas era molto rigida soprattutto all'origine; per esempio, il padre poteva non riconoscere il bambino nato ed aveva facoltà di abbandonarlo, esponendolo per strada (il che significava quasi sempre la morte o la schiavitù). Man mano che lo Stato si organizzava e la vita veniva controllata attraverso le leggi, la patria potestas diminuiva (anche se non dobbiamo dimenticare che ancora nella congiura di Catilina uno degli aderenti fu giustiziato dal proprio padre). Se il figlio si sposava diventava paterfamilias solo dopo la morte del padre. Fino a quel momento, non possedeva nulla di suo, se non un certo capitale, il peculium, affidatogli dal padre e revocabile in qualsiasi momento. Per ottenere l'indipendenza si ricorse all'emancipazione, che poteva avvenire, secondo la legge delle XII tavole, quando un padre avesse venduto un figlio per tre volte. Si introdusse allora l'uso di vendite fittizie agli amici, salvando la forma e la sostanza. Il compito dell'educazione era del paterfamilias (dapprima personalmente, a partire dal sec. III a.C. nelle case dei ricchi attraverso degli istruttori).

    521. PATRIZI
    522. Nella Roma antica, gli appartenenti alle famiglie che appartenevano a una gens ed i cui capi facevano parte del senato come patres.

    523. PATRONUS
    524. Chi, essendo senatore o comunque cittadino a pieno titolo, esercitava una protezione nei confronti di coloro che non godevano di nessun diritto (clientes).

    525. PAX DEORUM
    526. Favore degli dei, su cui si fondava la stabilità e la prosperità dell'Impero romano; esso veniva cercato con riti, preghiere con formulari precisi, ecc.

    527. PECULATUS
    528. Appropriazione di denaro pubblico.

    529. PECULIUM
    530. Beni posseduti da individui soggetti alla potestas di qualcun altro, come i figli e gli schiavi.

    531. PECUNIA
    532. Significa denaro; per alcuni, il nome deriva dal fatto che la prima "moneta" di Roma fu il bestiame (pecus); per altri dal fatto che la prima effigie impressa su una moneta di rame fu quella di una pecora.

    533. PECUS
    534. Bestiame.

    535. PESI E MISURE
    536. A base delle misure di lunghezza è il piede, circa cm.30: suoi multipli sono il passus, 5 piedi ovvero m.1,50 circa, ed il miglio, 1000 passi ovvero m.1479. Unità di superficie è lo iugero, ettari 0,252, e corrisponde al terreno che con un paio di buoi si può arare in un giorno. Normale misura di peso era la libbra. Per i liquidi l'unità di misura era il quadrantal o, come fu chiamato più tardi con nome greco, l'anfora, pari ad un cubo con un piede di lato, e quindi a poco più di 26 litri. Per gli aridi la misura più ù usata era il moggio, pari 1/3 dell'anfora.

    537. PIETAS
    538. Il rendere agli dei il culto che loro spettava; l'uomo pio era colui che faceva tutti i riti propiziatori, l'empio era colui che non aveva alleanza con nessun dio riconosciuto nel Pantheon.

    539. PILUM
    540. Lunga lancia sannitica da scagliare a distanza, prima di iniziare il corpo a corpo con il nemico.

    541. PIETAS
    542. Il rendere agli dei il culto che loro spettava; l'uomo pio era colui che faceva tutti i riti propiziatori, l'empio era colui che non aveva alleanza con nessun dio riconosciuto nel Pantheon.

    543. PILUM
    544. Lunga lancia sannitica da scagliare a distanza, prima di iniziare il corpo a corpo con il nemico.

       

    545. PLEBE
    546. Gli abitanti di Roma fino al sec. III circa a. C., che non godevano di diritti politici, in quanto non facevano parte delle antiche gentes romane. Alla fine di una lunga lotta fra patrizi e plebei, quest’ultimi conquistarono parità di diritti politici. Da quel momento non si parlerà più di patrizi e plebei in Roma, ma di nobilitas e populus.

    547. PLEBISCITO
    548. Decreto votato dai Comizi della plebe.

    549. POLICULTURA
    550. Produzione della terra con più prodotti.

    551. POLITEISMO
    552. Religione che implica la credenza in molti dei, in genere concepiti in modo antropomorfico (opposto al concetto di monoteismo).

    553. POMERIUM
    554. Nella Roma antica, indicava lo spazio sacro intorno alle mura sul quale era vietato arare e costruire abitazioni. In seguito passò ad indicare i confini entro i quali non si poteva entrare in armi: Silla li fissò a nord lungo il Rubicone e il Sagra ed a sud sulle coste dello stivale.

    555. PONTIFEX
    556. In origine, indicava il costruttore di ponti, quando la funzione religiosa era del rex; successivamente volle dire sacerdote. Ce ne erano di diverso tipo, riuniti in collegi e con a capo il pontifex maximus (in età imperiale l'imperatore stesso). Avrebbe anche indicato il guardiano del ponte che portava all’Isola Tiberina ed avrebbe perciò poi acquisito il significato di sacerdote perché egli è qualcuno che fa da ponte, tramite con la divinità.

    557. POPOLI CHE ABITAVANO L’ITALIA PRE-ROMANA
    558. C’erano popolazioni autoctone, cioè originarie di quella terra o stabilitesi lì in epoche molto lontane (Liguri, Sicani, Sardi, e popolazioni indoeuropee, venute in Italia in ondate successive a partire dal II millennio a.C. (Veneti, Italici, gruppi etnici diversi, Iapìgi, Siculi). Inoltre vi erano gli Etruschi, i Greci presenti dal sec. VIII a.C. ed i Celti che inziarono a varcare le Alpi dal 1000 a.C. in poi.

    559. POPULARES
    560. Impropriamente "democratici" in quanto non si battevano per realizzare un'uguaglianza politica del popolo con la nobilitas, quanto per migliorarne le condizioni sociali ed economiche; in genere i populares erano in lotta con il senato

    561. POPULUS
    562. Propriamente il popolo in armi (facente parte quindi delle classi indicate nella Costituzione centuriata); con il sec. II si usa per indicare tutti gli altri abitanti di Roma che non appartengono alla nobilitas.

    563. POTERE
    564. Diritto di comandare, sancito dal diritto o dalla forza. Nella tradizione orientale si ha una concezione sacrale del potere, in quanto si ritiene che il potere venga al re direttamente da dio o dal suo essere dio; in Roma la concezione è laica, in quanto il potere nella Repubblica risiede nella sovranità dei cittadini romani.

    565. POTERE ESECUTIVO
    566. Potere di far eseguire la legge e amministrare.

    567. POTERE GIUDIZIARIO
    568. Potere di valutare chi è colpevole di non rispettare la legge e quindi di punirlo.

    569. POTERE LEGISLATIVO
    570. Potere di legiferare.

    571. POTESTAS
    572. Indica il potere fissato e regolato dalle leggi.

    573. PRAETOR
    574. Originariamente il comandante dell'esercito (da pre - ire, colui che sta innanzi). Poi fu carica civile: inizialmente era uno; dal 242 a.C. due; in seguito il loro numero aumentò. Carica annuale che esercita la funzione giudiziaria.

    575. PRAETOR MAXIMUS
    576. Magistrato supremo, in carica un anno nel periodo di passaggio dalla Monarchia alla Repubblica.

    577. PRAETOR URBANUS
    578. Magistratura così per denominata per differenziarla nell'antica Repubblica dai due consoli, anch'essi chiamati pretori.

    579. PREISTORIA
    580. Periodo delle prime forme di vita dell'uomo sulla terra, delle quali abbiamo testimonianza ampia non attraverso documenti scritti ma solo attraverso reperti archeologici.

    581. PRINCEPS
    582. Titolo voluto da Augusto, che significava primus inter pares; indicava non una superiorità sancita dalla legge, ma una maggior autorevolezza.

    583. PRINCEPS SENATUS
    584. Il senatore più ragguardevole, che aveva il diritto di votare per primo.

       

       

    585. PRINCIPATO
    586. Periodo dell'Impero romano che dura fino a Diocleziano, in cui l'imperatore si fa chiamare princeps e svolge il suo potere con il potere che gli deriva da diverse magistrature che assomma in sé; questo viene voluto da Augusto per essere in continuità, almeno formale, con la costituzione Repubblicana, che non viene abrogata.

    587. PRIVATUS CUM IMPERIUM
    588. Privato cittadino, che, eccezionalmente, viene dotato del comando supremo per necessità dello Stato.

    589. PROCONSUL
    590. Alto magistrato con funzioni di governo militare, amministrativo e giudiziario nella provincia (cfr. voce PROVINCIA).

    591. PRODIGIA
    592. Fenomeni contro natura, segno dell'ira degli dei.

    593. PROPRAETOR
    594. Pretore inviato a governare una provincia alla scadenza del suo incarico annuale (cfr. voce PROVINCIA).

    595. PROSCRIZIONE
    596. Indicava, in un primo tempo, l’elenco pubblico dei beni di un debitore. In seguito, ai tempi di Silla, indicò le liste di cittadini che erano considerati fuorilegge e perciò i cui beni venivano confiscati; essi potevano essere uccisi in qualsiasi momento e da qualunque cittadino.

    597. PROSTERNATIO
    598. Genuflessione davanti all'imperatore dominus et deus; questo atto è in uso in Oriente, dove Augusto lo accettò per sé. Fu portato anche in Occidente, stabilmente, nel Dominato.

    599. PROTETTORATO
    600. Rapporto fra due Stati (ambedue soggetti al diritto internazionale) in conseguenza del quale uno dei due Stati (quello protettore) si impegna a salvaguardare l'integrità territoriale dello Stato protetto ottenendo in cambio di rappresentarlo nei rapporti internazionali e quindi di averlo alleato nella politica estera.

    601. PROTOSTORIA
    602. Si indica quella parte della preistoria della quale, pur non avendo documenti scritti, abbiamo testimonianze archeologiche così ricche da poter essere in grado di ricostruire le caratteristiche della cultura dell'uomo in quel periodo in modo molto preciso.

    603. PROVINCIA
    604. Struttura organizzativa fondamentale dello Stato romano; il territorio conquistato veniva organizzato in provincia. In un primo tempo furono governate dai pretori; poi si preferì assegnare le province ai consoli ed ai pretori nell'anno successivo a quello in cui avevano tenuto l'ufficio; donde il nome di proconsoli e propretori. Quando il numero aumentò in modo consistente, si affidò l'incarico anche ad altre persone scelte fra i membri del senato, oppure venne prorogato l'ufficio dei proconsoli e propretori in carica. Il proconsole ed il propretore erano accompagnati nella provincia oltre che dalla familia, dalla coorte pretoria. Essa in senso stretto era la guardia militare addetta alla sua persona, in senso lato comprendeva tutti i magistrati minori che dovevano aiutarlo: questore, legati, scrivani, aruspici, interpreti, medici, littori ed infine i suoi amici (comites o contubernales). In provincia il proconsole ha così ampi poteri d'ordine militare, giudiziario, amministrativo, che il suo imperium può essere paragonato a quello dei consoli del primo periodo Repubblicano. Al tribunale del governatore, le questioni tra Romani venivano decise secondo il diritto romano, le altre secondo lo ius gentium, un diritto che si era andato formando al contatto con i popoli civili del Mediterraneo e valeva come diritto internazionale comune. Ogni anno il proconsole doveva percorrere la provincia fermandosi a rendere giustizia nei capoluoghi dei distretti, o conventus, in cui essa era divisa; oppure mandava i suoi legati. In questi viaggi (legationes) i provinciali erano tenuti a somministrare al governatore o ai suoi legati il viaticum, cioè il vitto e l'alloggio. Il questore riceveva da Roma le somme necessarie per l'esercito e l'amministrazione. A sua volta riscuoteva e spediva a Roma l'imposta fondiaria (stipendium) e le tasse (dogane e monopoli). Spesso l'imposta fondiaria, col nome di vectigal, era appaltata ai pubblicani. Spesso avvenivano abusi gravi; dalla metà del sec. II, furono emanate leggi (la prima è la Lex Calpurnia Pisonis 149 a.C.), che ebbero poco effetto. La prima provincia fu la Sicilia.

    605. PROVOCATIO AD POPOLUM
    606. Possibilità di appellarsi ai comizi, a cui era rimessa la giurisdizione criminale nei primi tempi della Repubblica, da parte della vittima della coercizione magistraturale. Essa è concessa solo entro la città; a mille passi dalla città, quando cioè il popolo è in campo, l'imperium del magistrato si esercita in tutta la sua ampiezza.

    607. PUBBLICANO
    608. Colui che aveva preso in appalto la riscossione delle imposte nelle province (potevano appartenere in alcuni casi allo stesso popolo conquistato).

    609. QAESTOR
    610. Viene eletto dal console come suo coadiutore per l'amministrazione finanziaria e per la discussione dei processi che importano la pena capitale (otto dal 267 a.C., poi furono aumentati). Erano presenti anche nelle province.

    611. QUIRITI
    612. Denominazione dei Romani più antichi.

       

       

    613. RELIGIONE ROMANA
    614. I numerosi dei più antichi romani non sono che forze o poteri, che presiedono alle diverse funzioni della vita umana ed alle diverse manifestazioni della natura. Le divinità maggiori sono Iuppiter (re e padre degli dei, protettore dello Stato in pace ed in guerra, dal quale hanno origine tutti i fenomeni celesti), Ianus (viene invocato come "benigno creatore, dio degli dei" e protegge la porta della casa e gli inizi di tutte le opere), Mars e Quirinus (presiedono alla guerra), Vesta (veglia sul focolare domestico). Numerosi sono poi gli dei che hanno cura delle operazioni agricole: Saturno della semina, Cerere della maturazione del grano, Consus e Ops della mietitura e della conservazione dei granai, Flora della fioritura degli alberi fruttiferi, Pomona della maturazione dei frutti, Terminus custodisce i limiti che separano i campi l'uno dall'altro. Tutte queste si possono definire divinità funzionali e sono moltissime (Levana che riceve il fanciullo alla nascita, Educa e Potina che gli insegnano a mangiare ed a bere, Statulinus che gli insegna a star dritto, e così via). Mancano divinità, all'inizio, legate al mondo del commercio, come Mercurio, in quanto l'economia è agricola. Dai Greci i Romani conobbero gli dei della mitologia, con caratteri antropomorfici e li inserirono nel loro Pantheon: identificarono Iuppiter con Zeus, Giunone con Era, Minerva con Atena, Nettuno con Poseidone, Marte con Ares, Vulcano con Efesto, Venere con Afrodite, Mercurio con Ermes, Diana con Artemide, ecc. In seguito essi iniziarono a prestare il culto divino ad astrazioni, quali la Pietà, la Concordia, la Speranza. Inoltre le singole divinità si moltiplicarono in virtù delle varie funzioni a loro attribuite: così Iuppiter era Latiaris, come protettore della lega latina, Fulminator, Tonitrualis, Pluvius, Serenator, secondo i diversi fenomeni atmosferici, Victor e Stator in quanto conduceva l'esercito alla vittoria. In età imperiale, sotto l'influsso dell'Oriente, si diffusero le dottrine pitagoriche, i Misteri Eleusini, i culti di Iside, di Cibele, e di Mitra, ecc. Naturalmente iniziò anche il culto del Genius Augusti.

    615. RELIGIONE PUBBLICA
    616. La religione per i Romani è un contratto, col quale la Repubblica o particolari gruppi sociali, o persone singole, si obbligano a prestare agli dei un culto che è loro gradito, in cambio del quale si aspettano il soddisfacimento dei loro desideri. Non si può dire che i Romani non fossero religiosi, anche se la loro religiosità non ha nulla a che vedere con quella dei Misteri orfici o del Cristianesimo, preoccupata del destino individuale di salvezza dell'anima o dell'uomo. La religione esprime un'alleanza con la divinità, senza la quale Roma non può avere prosperità . La prosperità dello Stato Romano è fondata sulla pax deorum. Chi è empio rompe la pax deorum e quindi destabilizza lo Stato.

    617. RELIGIONE DOMESTICA
    618. Il fuoco che riscalda, illumina, serve a cuocere, era considerato come la buona divinità della casa; il culto domestico aveva quindi il suo centro nel focolare, cui presiedeva Vesta. Vicino ad esso v'era il lararium, dove si conservavano ed erano oggetto di culto i Penates ed i Lares. I primi tenevano sotto la loro tutela il penus (la stanza dove si deponevano le vettovaglie e le vettovaglie stesse) e vegliavano su tutta l'economia domestica; i secondi erano le anime buone degli antenati, che, fatti oggetto di culto, continuavano a proteggere la loro famiglia. Ogni giorno, prima del pasto, si usava pregare e fare libazioni di vino davanti al focolare.

    619. RELIGIONE RIVELATA O TEISMO o RELIGIONE POSITIVA
    620. E’ una religione in cui Dio si fa conoscere dall'uomo attraverso la parola ispirata dei profeti (Giudaismo, Islamismo, ecc.) o attraverso la Sua stessa presenza nella storia, in Cristo, "vero uomo e vero Dio".

    621. RELIGIONE NATURALE O DEISMO
    622. Secondo la definizione datane nell'Illuminismo, è la religione fondata sulla certezza razionale dell'esistenza di Dio: Secondo i deisti la ragione è sufficiente a riconoscere la necessità dell'esistenza di Dio, che, non essendosi però rivelato, resta sconosciuto nella sua identità all'uomo.

    623. RELIGIONI MITICHE
    624. Religioni tipiche dell'antichità; esse nascevano da un sentimento, profondo e diffuso in tutti i popoli antichi, della presenza del divino nella natura e nella vita dell'uomo; si dicono mitiche in quanto gli uomini costruivano miti con cui cercavano di immaginare il volto della divinità ed il suo rapporto con il cosmo e con gli uomini; si suole distinguerle in religioni mitiche naturali, quando la divinità viene identificata con le forze della natura ed in religioni mitiche antropomorfiche quando la divinità viene raffigurata secondo sembianze umane e con le stesse caratteristiche dell'uomo (sentimenti positivi e negativi), naturalmente vissuti in modo molto più potente. Queste religioni sono politeiste. Sempre nell'antichità, verso il sec. IV (Periodo Ellenistico) si diffusero presso i ceti colti i Misteri, forme di religione diverse da quelle tradizionali, in cui il politeismo e l'antropomorfismo, un po' ingenui delle religioni mitiche, venivano messi in discussione e soprattutto si cercava una forma di religiosità più interiore (non solo basata su pratiche rituali).

    625. REX SACRIFICULUS o REX SACRORUM
    626. Indica il sacerdote di Giano, che svolge i riti, un tempo spettanti al re, quando nella Repubblica il potere religioso, pur continuando ad essere una funzione dello Stato, si stacca nettamente dal potere civile.

    627. REPUBBLICA
    628. Secondo la definizione moderna, lo Stato in cui il potere viene esercitato da organi che sono espressione di gruppi più o meno ampi o anche di tutto il popolo (in genere contrapposta alla monarchia); nell'antichità res publica indicava la "cosa pubblica" e quindi una forma di Stato rivolto al bene comune.

    629. ROMANITAS
    630. Coscienza originaria che il popolo romano aveva di sé come "cives"; quella coscienza che ha fatto di loro un popolo con valori in comune: il principale è la devozione per il bene comune che si esprimeva nella dedizione alla difesa dello Stato (res publica), ricercata con sacrifici personali, il culto della divinità, l'impegno in guerra. Questa coscienza rese i Romani creativi nel diritto, nell'economia, nell'arte militare. Fino a quando la Romanitas è stata coscienza comune, i Romani hanno saputo integrare altri popoli, diffondendo la propria lingua, i propri costumi, il diritto; quando essa è entrata in crisi, per il diffondersi di altri valori o disvalori, la forza stessa dei Romani è entrata lentamente in crisi Ogni civiltà nasce intorno ad una coscienza che si esprime in una cultura; quando essa viene meno, viene meno il centro aggregatore, integratore e la civiltà lentamente declina.

    631. RES REPETERE
    632. Formula per chiedere la restituzione delle cose sottratte.

    633. RETORICA
    634. Arte dell’eloquenza che rende l’oratore capace di persuadere chi lo ascolta. Nata in Grecia presso la Scuola dei Sofisti, si diffuse in Roma dopo che molti Greci iniziarono a svolgere il ruolo di maestri ed intellettuali. Nel 78 d. C. venne istituita una cattedra di Retorica affidata a Quintiliano, grande retore romano.

    635. RIVOLUZIONE
    636. Indica, in senso generale, un cambiamento radicale e repentino, che avviene normalmente con atti di forza.

    637. RIFORMA
    638. Un cambiamento che modifica lo status quo, senza implicare necessariamente un ribaltamento complessivo della situazione o l'uso della forza (una riforma si può attuare restando nella legalità).

    639. RIVOLTE SERVILI
    640. cfr. GUERRA SERVILE.

    641. SACRIFICIO
    642. Dal latino sacrum facere; atto sacro in onore di una divinità; qualcosa che implica una privazione o una sofferenza.

    643. SACROSANCTITAS
    644. Significa inviolabilità della persona, in quanto considerata sacra; fu prerogativa dei tribuni plebis

    645. SALII
    646. Sacerdoti di Marte; celebravano ed onoravano il dio con riti e danze sacre.

    647. SCHIAVO
    648. Dal latino medievale slavus, ex-prigioniero di guerra e, nel primo secolo della Repubblica, anche debitore non-solvente; essi si dividevano in due gruppi: quelli che abitavano nella città, le cui condizioni di vita erano migliori e spesso diventavano liberti, e quelli che vivevano in campagna, le cui condizioni di vita erano molto dure. In alcuni testi romani si definisce lo schiavo instrumentum vocale, cioè "strumento parlante", per distinguerlo dall'animale, instrumentum semivocale. A differenza dei Greci, lo schiavo per i Romani era tale non per diritto naturale (quasi ci fosse a livello della natura una differenza fra alcuni uomini ed altri) ma per diritto storico (necessità dovute sia alla guerra sia all'economia). La percentuale della popolazione in Stato di schiavitù andava da un minimo 32% ad un massimo del 70%.

    649. SCITUM
    650. Decreto, ordinanza

    651. SELENE
    652. Nome greco della luna

    653. SENATUS
    654. Nella Roma monarchica, il consiglio dei più anziani (i patresfamilias); in seguito, nella Roma Repubblicana, la massima magistratura collegiale, riservata in un primo tempo solo ai patrizi, poi anche alla nobilitas patrizio-plebea ed infine anche ai cavalieri. In età imperiale furono introdotti nel senato anche i provinciali. Inizialmente il loro numero fu di 300; Silla lo portò a 600; Cesare a 900 (con introduzione degli equites); infine Augusto ne ridusse ancora il numero Dal sec. II a.C. esso esercitò un governo oligarchico.

    655. SENATUS CONSULTUM
    656. Parere espresso dal senato su questioni proposte dal magistrato che lo convoca; essi avevano molta importanza, quando non esistevano le leggi scritte e quindi nei giudizi in tribunale valeva solo ciò che i senatori decidevano; i testi di diritto romano, oltre alle leggi, riportano i senatus consulta, che costituirono un'importante riferimento per la tradizione giuridica romana.

    657. SENATUS CONSULTUM ULTIMUM
    658. Legge che dava pieni poteri al senato per ristabilire l'ordine.

    659. SENATUS POPULUSQUE
    660. Espressione frequenti nei testi dell'antica Repubblica, per indicare tutto il popolo in armi.

    661. SECESSIONE
    662. Separazione di un gruppo dall'unità politica; ci si riferisce all'episodio per cui la plebe si ritirò sull’Aventino nel 494 a.C..

    663. SENIORES
    664. Uomini al di sopra dei 45/46 anni d'età; costituivano le truppe di riserva.

    665. SERVUS
    666. Schiavo, nel latino classico.

       

       

    667. SETTIMONZIO
    668. Per alcuni indica il rito sacro, già presente in età pre-monarchica al quale partecipavano i villaggi dei sette colli che non sono quelli della tradizione perché sono esclusi il Viminale e il Quirinale, abitati dai Sabini, popolazione italica.. Esso consisteva nella celebrazione di cerimonie purificatrici e di una processione che, a partire dal Palatino, raggiungeva gli altri colli: Aventino, Celio, Esquilino, Oppio, Cispio e Capitolino. I sette colli della tradizione sono quelli in neretto.

      Per altri indicai colli che erano già Stati recintati (saepti) con palizzate a scopo di difesa.

    669. SINCRETISMO
    670. Posizione filosofica, che non nasce dalla formulazione di una nuova concezione filosofica, ma dalla rielaborazione di elementi di filosofie precedenti; i Romani non furono ideatori di nuove filosofie, forse per il loro spirito più pratico che teoretico, ma si limitarono a raccogliere e rielaborare elementi delle scuole di filosofia ellenistica.

    671. SISTEMA di DENOMINAZIONE
    672. Ogni uomo veniva denominato nel seguente modo: Praenomen che corrisponde al nostro nome proprio; Nomen che è il nome della Gens; Cognomen che è il nome della familia: Marcus Tullius Cicero Alcuni uomini importanti avevano il Gradus Cognominis che è il soprannome: Publius Cornelius Scipio Africanus

    673. SOCII
    674. Significa alleati: i Latini, gli Italici ed anche altri popoli del Mediterraneo. Il patto che sanciva l'alleanza era di tipo diverso per ciascun popolo, in quanto i Romani seguirono la strategia di legare a sé i diversi popoli singolarmente e secondo modalità diverse, in modo da poter esercitare su di essi più facilmente un'egemonia (cfr. FOEDUS).

    675. SOCII NAVALES
    676. Erano le città elleniche e probabilmente anche i Bruzii che avevano l'obbligo di fornire navi ed equipaggi a Roma.

    677. SOLUTI
    678. Schiavi (lett. sciolti o non incatenati) perchè più docili, che potevano vivere in stanzette o capanne.

    679. SPECCHIO USTORIO
    680. Particolari specchi sulle navi che riflettevano i raggi del sole allo scopo di incendiare le navi nemiche.

    681. SPORTULA
    682. Pacco di vivande donato dal patronus al cliens durante l'incontro che avveniva la mattina, in cambio dei servigi che egli gli avrebbe prestato durante la giornata.

    683. STATO VASSALLO
    684. Stato subordinato in politica estera ed economica ad un altro.

    685. STORIA
    686. Il racconto delle vicende dell'uomo (historia rerum gestarum) fatto per scoprire le cause dei fatti che sono avvenuti nel passato e comprendere meglio l'oggi. Si basa sullo studio comparato delle fonti. Si ha storia nella civiltà di un popolo dal momento in cui noi abbiamo testimonianze scritte, quindi dall'introduzione della scrittura.

    687. STRATEGIA
    688. Ramo dell'arte militare che regola e coordina le varie operazioni belliche in vista dello scopo finale della guerra; in senso lato, capacità ed artifizi per il raggiungimento di uno scopo.

    689. SUGGESTUM
    690. Luogo elevato nel campo Marzio a Roma su cui i magistrati salivano per arringare il popolo.

    691. SUMMUM IUS SUMMA INIURIA
    692. "Il sommo diritto è somma ingiustizia": aforisma giuridico con cui si suole alludere al pericolo di commettere un'ingiustizia quando si usi un diritto in maniera rigidamente indiscriminata.

    693. TASSA
    694. Secondo un concetto moderno, la tassa è un contributo in denaro che si paga allo Stato o agli enti comunali, provinciali, regionali, ecc. in cambio di un servizio (il bollo di circolazione, il biglietto del tram, il francobollo); si dice invece imposta un versamento diretto allo Stato, calcolato in base al reddito che ciascun cittadino ha; ci sono anche le imposte indirette, che si versano acquistando certi prodotti.

    695. TATTICA
    696. Tecnica di manovra delle unità militari nel combattimento (distinta dalla strategia che regola la condotta generale delle operazioni belliche); fig. linea di condotta adottata nello svolgimento di un'azione politica in funzione del raggiungimento di determinati obiettivi.

    697. TEMPORANEITA'
    698. Caratteristica delle magistrature romane, che indica la breve durata dell'incarico dato al magistrato eletto per evitare il consolidarsi di un potere temporale.

    699. TEOCRAZIA
    700. Forma di potere in cui sono assommati sia la funzione politica che quella religiosa, o in quanto si consideri il sovrano una divinità (es. i faraoni egiziani) o in quanto si ritenga che solo colui che ha una coscienza altamente religiosa possa governare in quanto anche lo scopo della vita civile è quello del raggiungimento della salvezza (es. Islamismo). La teocrazia, o comunque, in fase di Dominato, la confusione fra sfera religiosa e politica fu uno dei problemi non risolti dell'antichità, che portò spesso ad un’assolutizzazione della politica.

       

    701. TERREMARE
    702. Villaggi costruiti sulla terra in prossimità di corsi d'acqua, nell'età del bronzo.

    703. TIMOCRAZIA
    704. Si indica con questo termine un governo in cui il potere politico è riservato a coloro che hanno un certo censo.

    705. TIRANNIDE
    706. Governo dispotico di uno solo (degenerazione, secondo Aristotele, della monarchia).

    707. TOGA
    708. Indumento tradizionale del cittadino dell'antica Roma, caratterizzato nel colore e nella fattura in rapporto a particolari funzioni religiose o civili che egli svolgeva (toga candida, toga bruna, toga virile, toga praetexta - quella dei magistrati curuli ed anche degli adolescenti).

    709. TRANSUMANZA
    710. Avviene stagionalmente ed è lo spostamento necessario per trasferire il bestiame dai pascoli appenninici alle pianure costiere o viceversa.

    711. TRIADE
    712. Gruppo costituito da tre elementi legati da un particolare rapporto. Nelle reliogioni antiche spesso vi era una triade di divinità superiori alle altre (cfr. Religione Etrusca e Religione Romana).

    713. TRIARII
    714. Soldati della fanteria pesante che costituivano la terza linea nella legione romana schierata in campo.

    715. TRIBU'
    716. Suddivisione dei cittadini romani a secondo del territorio in cui abitavano: c'erano 4 tribù urbane e 17 tribù rustiche (anticamente erano 3: Ramnensi, Tiziensi, Luceri).

    717. TRIBUNI MILITUM
    718. Ufficiali della legione.

    719. TRIBUNI PLEBIS
    720. Eletti dall'assemblea della plebe dal 494 a.C., sono 10 e durano in carica un anno. Difendono i diritti della plebe, esercitano il veto sulle deliberazioni degli altri magistrati (intercessio), convocano i comizi tributi, godono della sacrosanctitas.

    721. TRIBUNICIA POTESTAS
    722. Indica il potere dei tribuni della plebe ed i loro diritti; da Augusto in poi, gli imperatori si fanno rinnovare la tribunicia potestas ogni anno e, quindi, nelle epigrafi per indicare l'anno dell'Impero si indica il numero della la tribunicia potestas .

    723. TRIBUTUM SOLI
    724. Imposta sul terreno.

    725. TRICLINIUM
    726. Sala da pranzo, così detta dal complesso di tre letti (lectus summus, medius, imus), che venivano disposti sui tre lati della tavola e su cui si adagiavano i commensali.

    727. TRINITA'
    728. Dogma fondamentale della religione cristiana, che afferma che Dio è tre persone distinte in un'unica natura.

    729. TRIONFO
    730. Fastosa parata militare decretata dal Senato per celebrare le vittorie più importanti; in queste occasioni il comandante veniva acclamato imperator e poteva sfilare con le insegne dell’imperium militare.

    731. TRIREMI
    732. Particolari tipi di navi caratterizzate da tre ordini di remi sovrapposti.

    733. TRIUMVIRATO
    734. Magistratura collegiale, ordinaria o straordinaria, costituita da tre magistrati (il cosiddetto Primo Triumvirato fra Pompeo, Cesare e Crasso - 60 a.C. - fu in realtà un accordo privato e non un triumvirato, in quanto non era una magistratura riconosciuta legalmente).

    735. TUNICA
    736. Indumento caratteristico dell'abbigliamento maschile e femminile dei Romani, di tessuto di lino, di linea dritta, trattenuto sotto il petto da una cintura; privo di maniche o con maniche molto corte, veniva indossato direttamente sul corpo, con funzioni analoghe a quelle dell'odierna camicia.

    737. UNIVIRA
    738. Donna che ha avuto un solo marito.

    739. ULTERIOR
    740. Ulteriore, più all'interno.

    741. VESTALI
    742. Sacerdotesse della dea Vesta, che custodivano il fuoco sacro, simbolo della comunità di vita della città.

    743. VETERANI
    744. Soldati che hanno combattuto a lungo nell’esercito durante diverse campagne militari.

    745. VETO
    746. Diritto di opposizione di un console nei confronti delle decisioni dell'altro o del tribuno.

    747. VICUS TUSCUS
    748. Quartiere degli Etruschi a Roma.

    749. VILICUS
    750. Schiavo che godeva della fiducia del padrone e quindi svolgeva una funzione di controllo e di organizzazione degli schiavi. Egli doveva mantenere le distanze con gli schiavi (mangiava ad una tavola separata) e nello stesso tempo però ne condivideva i disagi (fa gli stessi lavori, mangia gli stessi cibi, ecc.).

    751. VILICA
    752. Compagna (non moglie perchè gli schiavi non potevano contrarre matrimoni legittimi) del vilicus; ella controllava settori vitali della villa: la dispensa, le cucine, l'infermeria, la confezione dei vestiti, la mungitura, la tosatura, ecc.

    753. VILLA
    754. Grande azienda agricola.

    755. VINCTI
    756. Schiavi incatenati negli ergastula, dopo il lavoro, perché ritenuti pericolosi.

      VIRTUS (da vir = uomo)

    757. Significa valore, virtù, che erano qualità prevalentemente maschili: il coraggio, la forza fisica, il valore in battaglia, la tenacia, la perseveranza, l’onestà, la lealtà, il rispetto per le leggi e per le tradizioni romane. PIETAS
    758. Il rendere agli dei il culto che loro spettava; l'uomo pio era colui che faceva tutti i riti propiziatori, l'empio era colui che non aveva alleanza con nessun dio riconosciuto nel Pantheon.

    759. PILUM
    760. Lunga lancia sannitica da scagliare a distanza, prima di iniziare il corpo a corpo con il nemico.

    761. ZILATH

    Magistrato annuale che, nel corso del sec. V a.C., sostituì il lucumone nelle città etrusche.

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