Commossi d'amore torneremo
... il sole è chiaro nel mare e nella città.
Sulle rive Trieste si sveglia piena di moto e di colori. E levan l'ancora i grossi piroscafi verso Salonicco e Bombay. E domani e locomotive rintroneranno il ponte di ferro sulla Moldava e si cacceranno con L'Elba dentro la Germania.
E anche noi ubbidiremo alla nostra legge.
Viaggeremo incerti e nostalgici,
spinti da desiderosi ricordi,
che non troveremo nostri in nessun posto.
Di dove venimmo? Lontana è la patria, e il nido disfatto. ma commossi d'amore torneremo.
...
... noi amiamo la vita nuova che ci aspetta. Essa è forte e dolorosa.
Dobbiamo patire e tacere.
Dobbiamo essere nella solitudine in città straniera, quando si invidia il carrettiere bestemmiante nella lingua
compresa da tutti intorno,
e andando sconsolati di sera tra visi sconosciuti che non si sognano della nostra esistenza, s'alza lo sguardo oltre le cose impenetrabili, tremando di pianto e di gloria.
Noi dobbiamo spasimare sotto la nostra piccola possibilità umana, incapaci di chetare il singhiozzo di una sorella e di rimettere in via il compagno che si è buttato in disparte e chiede:
"Perché?"
Ah, fratelli, come sarebbe bello poter essere sicuri e superbi,
e godere della propria intelligenza,
saccheggiare i grandi campi rigogliosi con la giovane forza, e sapere e comandare e possedere!
Ma noi, tesi di orgoglio,
con il cuore che ci scotta di vergogna,
vi tendiamo la mano e vi preghiamo di essere giusti con noi,
come noi cerchiamo di essere giusti con voi.
Perché noi vi amiamo fratelli, e speriamo che ci amerete.
Noi vogliamo amare e lavorare.
Da "Il mio Carso" di Scipio Slatapec
Grazie Novella