HOME

Hand deploy e vela veloce

Oggi per la prima volta ho utilizzato il sistema di apertura hand deploy. In questo lancio avevo intezione di provare la figura a T e di imparare il vertical layout stand-up, che consiste nel volare in posizione verticale, gambe unite e braccia aperte a croce. Un programma già di per se consistente per un lancio, quand'ecco che il mio istruttore mi propone di passare all'apertura hand deploy. Ok, dico io, perchè no? Ed eccomi qui, ad ascoltare con attenzione le indicazioni del mio istruttore sull'uso dello hand deploy, dopo di che, via in decollo...

La giornata è nuvolosa e fredda, non per niente siamo in Novembre inoltrato. Entriamo nelle nuvole intorno ai duemila metri; tra qualche centinaio di metri sbucheremo al di sopra di queste e ci ritroveremo in un cielo blu come se ne vedono pochi -penso io-. Attendendo di essere investito dal fulgore del Sole, non mi accorgo che siamo già a tremila metri; il Sole tarda a farsi vedere! Fin su a quattromila metri, le nuvole la fanno da padrone: sarà un volo nel bianco, anzichè nel blu.

Mi avvicino alla porta, mi lascio scivolare nella libertà del vento e mi ritrovo immediatamente avvolto da un candore irreale. Le nuvole riempiono il cielo di una luminescenza aliena; è uno spettacolo incredibile! Inoltre, l'aria è così fredda che piccoli cristalli di ghiaccio si agitano nell'aria, in sospensione. Vedo tutti questi minuscoli frammenti che mi si avvicinano a velocità incredibile e vengono a cozzare contro i miei occhiali!

Provo a sistemarmi in posizione di apertura, per assicurarmi di non commettere errori quando verrà il momento. Due capriole all'indietro per sciogliersi un pò, e inizio con i miei tentativi di volare "in piedi". Tutto sommato, non è difficilissimo. Certo, non posso vantarmi di riuscire a mantenere la posizione quanto voglio e controllare la mia direzione, ma mi sembra di farcela grossomodo. Al quarto tentativo, decido che perfezionerò questa mossa nei prossimi lanci.

Ora comincio a intravedere il suolo, è come osservare un abbozzo del mondo, disegnato a matita e lasciato in bianco, ma un bianco sporco e luminescente, vivo, in cui si agitano migliaia di frammenti di stella.

Sbuco fuori dalle nuvole, mi appresto ad aprire. Ok, hand deploy. Impugno il pilotino, estendo il braccio e lascio la presa. Ho lanciato la mia ancora nel vento. Vedo che il pilotino schizza istantaneamente verso l'alto, iniziando la sequenza di apertura. E' una sensazione piacevole, più diretta. Ti conferisce una maggior sicurezza e controllo sull'apertura. Non si tratta più di tirare una maniglia e aspettare di venire rallentato dal paracadute, è più come decidere l'istante esatto in cui porre fine alla caduta libera (purtroppo) e farlo letteralmente, ancorando il proprio pilotino all'aria circostante.

Bene, tutto a posto: la vela si trova sopra di me e ... ma, come è piccola! Non ci sono abituato, avvezzo com'ero alle grandi vele da allievo! Controllo di nuovo la vela per verificare che non ci siamo problemi... a posto, solo non mi capacito delle sue dimensioni. Comincio a prendere confidenza con le caratteristiche della mia nuova vela e ...WOW! E' troppo bello! Fantastico! Questa sì che è una virata! Vengo sbalzato dalla forza centrifuga all'esterno della traiettoria. Provo la frenata, sento tirare verso l'alto e rallento fino allo stallo. Poi comincio una vite: mi ritrovo più in alto della mia vela, l'aria ricomincia a correre veloce intorno a me, sto roteando e scendendo molto velocemente. Sento sul mio corpo e sulle braccia in particolare l'effetto degli G di accelerazione a cui sono sottoposto. Esco dalla vite e compio una frenata. Fatto vicino al suolo, questo sarebbe un gancio da paura, seguito da una planata infinita. Meglio farlo in quota, a terra è troppo pericoloso!

Conclusione, hand deploy e vela piccola e veloce rendono il volo sotto paracadute emozionante e meraviglioso quasi quanto la indicibile favola della caduta libera.