1919: GABRIELE D'ANNUNZIO

Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863, dopo aver frequentato il ginnasio e il liceo, si iscrisse  alla facoltà di lettere presso l'università di Roma dove però non giunse mai alla laurea, che gli fu conferita nel 1919 per honoris causa in lettere. Egli rappresentò l'espressione più appariscente del Decadentismo, ma anche quella più superficiale, in quanto accolse i miti più seducenti ma anche quelli più velleitari, come l'erotismo e l'estetismo. Tuttavia ebbe l'ineguagliabile merito di avere arricchito la letteratura con temi nuovi, tipo il panismo e il superuomo e di aver rinnovato il linguaggio e le forme metriche.

Egli si affermò con le stesse caratteristiche con cui si affermò la cultura decadente, fu quindi antipositivista, antidemocratico, ed antinaturalista. La sua più grande fortuna fu però che ci fu una piena corrispondenza tra le caratteristiche della sua personalità e la particolare situazione storico sociale del suo tempo; di queste caratteristiche ne stava facendone dei miti. La caratteristica più evidente del D'Annunzio è comunque la sensualità, intesa come una nuova forma di conoscenza da sostituirsi alla ragione.

Un'altra caratteristica del D'Annunzio è l'estetismo, ossia il culto del bello, nuovo valore invece da sostituire alla morale. Il poeta è teso alla ricerca della bellezza sia nell'arte sia nella vita la quale verrà costruita su imprese inimitabili ed inosabili; vita che rappresentò alla fine la più compiuta opera d'arte, capovolgendo così la relazione iniziale Arte = Vita in Vita = Arte. L'ultima caratteristica fu il Superuomo, ideologia con la quale giustificò il suo mondo irregolare e amorale.

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