CARO GARANTE TI SCRIVO
INVANO.
Il cittadino tra muri di gomma, authorities compiacenti e burocrazie.
"La trasparenza sai, e' come il vento ", si potrebbe dire parafrasando Modugno. Con la parola "trasparenza" infatti tutti si riempiono la bocca ma poi, alla prova dei fatti, resta una specie di utopia italiana, come la "glasnost" sovietica finita male di Michail Gorbaciov.
Perche' e' importante la trasparenza? Perche' significa prima di tutto democrazia. Per troppi anni il nostro paese e' stato una sorta di "regime soft", in cui l'informazione e' stata discretamente o rigidamente controllata, dall'ultimo giornale di provincia al mega quotidiano nazionale, dal monopolio della tv privata al monopolio della tv statale "privatizzata" dai partiti. Il nostro e' il paese dei misteri e delle commissioni stragi, dei segreti di Stato che hanno nascosto per decenni verita' scomode, delle ruberie colossali ai danni della collettivita' emerse probabilmente solo in minima parte.
Siamo il paese dello stragismo, della strategia della tensione e della tragedia di Ustica. Abbiamo vissuto per decenni in un paese in cui il cittadino e' stato deliberatamente e continuamente tenuto all'oscuro, in nome non si sa bene di quale "sicurezza nazionale" o chissa' quali altri intrallazzi politici, delle questioni cruciali che hanno segnato la storia italiana dal dopoguerra ad oggi. Dai sospetti di brogli del referendum monarchia-repubblica del 1946 fino ai 100 milioni al mese che l'ex-presidente Oscar Luigi Scalfaro pare gestisse per conto dei servizi segreti. Il cittadino non deve sapere, e difatti in Italia abbiamo una delle burocrazie piu' formidabili del mondo occidentale, cane da guardia del potere dello Stato e muro di gomma per i sudditi. Siamo il paese dalla "democrazia bloccata" per quasi cinquant'anni, delle scorte armate, di Tangentopoli.
Ma la tanto invocata trasparenza, oggi che l'Italia sembra avviata a diventare finalmente quel "paese normale" che molti sperano, non deve riguardare solo la politica ma tutti gli aspetti della vita sociale, politica ed economica. Senza illusioni ovviamente, giacche' il controllo e le pressioni dei poteri forti sono sempre ben presenti. Anche se i singoli governi nazionali sono ormai destinati a contare sempre meno, in futuro le questioni importanti si decideranno nei palazzi europei. Dai palazzi romani cioe' il potere si sposta piu' lontano, a Bruxelles, fuori dallo stretto controllo dei cittadini. Per questo e' importante, anzi vitale, la trasparenza, l'informazione.
Problemi apparentemente banali come la trasparenza delle bollette telefoniche, diventano problemi quasi insormontabili per il cittadino, che deve vedersela con monopoli strapotenti da una parte, authorities compiacenti dall'altra. Nei casi migliori, gli organi istituzionali di controllo non hanno alcun reale potere di intervento. La questione della privacy in Italia e' diventata quasi una farsa, per cui la gente passa quasi tutto il tempo a firmare liberatorie per l'utilizzo dei "dati sensibili" da parte delle aziende. E' persino diventata una pretesto, sancito addirittura dalla legge, (D.L. 171/98) per impedire all'abbonato telefonico di controllare la correttezza degli addebiti nelle fatture Telecom!
Su questo problema che, ripetiamo, e' un problema di democrazia, fanno muro persino le istituzioni che dovrebbero tutelarci, come il Garante della Privacy. Talvolta sono le stesse istituzioni a raccontar balle al cittadino, nel senso proprio di panzane, pur di zittire il suddito importuno che cerca di far valere i suoi diritti, e levarselo cosi' finalmente di torno: "Lo impone una direttiva europea" replicano, mentendo, persino i dirigenti del Ministero. Ma questi espedienti, nell'era di Internet, funzionano sempre meno: basta una rapida ricerca per recuperare in 5 minuti il testo della direttiva, e scoprire cosi' che, troppo spesso, non ce la raccontano giusta.
In un paese di finta democrazia come l'Italia anche le
Authorities sono dunque isitituzioni perlopiu' di facciata, in cui la "longa
manus" dei partiti ha comunque provveduto a sistemare le "persone giuste al
posto giusto".
Gli stipendi invece sono sempre ben robusti: sono circa 12 miliardi l'anno, distribuiti
tra una trentina di persone tra soli presidenti e commissari (fonte
"La Repubblica" 9/05/1999)
Authority |
carica |
stipendio mensile |
all'anno |
1) COMUNICAZIONI | (durata: 7 anni) | ||
Enzo Cheli | presidente | L. 40.416.000 | L. 485.000.000 |
Paola Manacorda* | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Silvio Traversa | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Vincenzo Monaci | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Giuseppe Gargani** | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Antonio Pilati | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Mario Lari | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Alfredo Meocci | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Alessandro Luciano | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
2) ANTITRUST | (durata: 7 anni) | ||
Giuseppe Tesauro | presidente | L. 40.416.000 | L. 485.000.000 |
Giorgio Bernini | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Marco D'Alberti | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Michele Grillo | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Giovanni Palmerio | commissario | L. 34.000.000 | L. 409.000.000 |
Alberto Pera | commissario | L. 29.000.000 | L. 354.000.000 |
3) CONSOB | (durata: 5 anni) | ||
Luigi Spaventa | presidente | L. 29.500.000 | L. 355.000.000 |
Salvatore Bregantini | commissario | L. 22.750.000 | L. 273.000.000 |
Renato Rordof | commissario | L. 22.750.000 | L. 273.000.000 |
Lamberto Cardia | commissario | L. 22.750.000 | L. 273.000.000 |
Filippo Cavazzuti | commissario | L. 22.750.000 | L. 273.000.000 |
4) ENERGIA | (durata: 7 anni) | ||
Pippo Ranci | presidente | L. 41.500.000 | L. 498.000.000 |
Giuseppe Ammassari | commissario | L. 35.080.000 | L. 421.000.000 |
Sergio Garribba | commissario | L. 35.080.000 | L. 421.000.000 |
*** |
direttore generale | L. 26.600.000 | L. 320.000.000 |
5) PRIVACY | (durata: 4 anni) | ||
Stefano Rodotā | presidente | L. 29.750.000 | L. 357.000.000 |
Giuseppe Santaniello | vicepresidente | L. 19.830.000 | L. 238.000.000 |
Ugo De Sievio | commissario | L. 19.830.000 | L. 238.000.000 |
Claudio Manganelli | commissario | L. 19.830.000 | L. 238.000.000 |
6) BANCA D'ITALIA | (incarico a vita!) | ||
Antonio Fazio | governatore | L. 70.830.000 | L. 850.000.000 |
Vincenzo Desario | direttore generale | L. 44.580.000 |
L. 535.000.000 |
* ex dirigente di una societā del gruppo
TELECOM!!!
** si e' dimesso il 5 maggio 98
*** Bruno Musso, direttore generale indicato, ha rinunciato all'incarico
Con simili stipendi uno si'immagina chissa' quale
formidiabile macchina organizzativa! In data 6 febbraio 1999 abbiamo dunque spedito
fiduciosi una e-mail all'Authority (ripetiamo, delle COMUNICAZIONI!). Ebbene non ci
crederete, ma ci hanno risposto. Dopo 11 giorni. Che per la posta elettronica č giā un
bel record, ovviamente negativo.
Ecco il testo, che ci ha lasciato di sasso:
> Purtroppo non abbiamo ancora un
servizio di protocollo
> elettronico, La pregherei, quindi di inviare le
> Sue richieste a mezzo di posta ordinaria.
Il messaggio non solo non recava alcuna firma, ma ometteva
persino l'indirizzo della posta ordinaria al quale avremmo dovuto reindirizzare le nostre
rimostranze!
Da sprovveduti ci siamo chiesti: era cosė complicato STAMPARE il messaggio e protocollare
come al solito? E questa č l'Authority Nazionale delle Comunicazioni!!! Figuriamoci come
siamo messi col resto.
Ci siamo fatti coraggio e, non ancora del tutto rassegnati, abbiamo mandato un fax il 3
marzo 1999. Ce l'avranno almeno il fax? Chissā. A distanza di oltre tre mesi stiamo
ancora aspettando una risposta.
Nel frattempo l'utente telefonico italiano si piglia in saccoccia i suoi diritti e fa quel
che ha sempre fatto in decenni di sano monopolio statale: pagare e stare zitto. Tanto,
anche se parla non lo ascolta nessuno. Esattamente come prima dell'invenzione delle
authorities.
Tempi di risposta
delle istituzioni