da Punto Informatico,
di Massimo Mantellini.
Contrappunti.it/La trappola ADSL
Ecco come Telecom intende rimanere
burattinaio e controllare le marionette ultraveloci. A spese degli utenti, naturalmente
06/12/1999 - Commenti - Web (internet) - Torniamo sulla faccenda ADSL. Lo facciamo
a malincuore, sicuri del fatto che sarebbe più divertente occuparsi di argomenti più
leggeri tipo la prevalenza del nudo nei calendari per l'anno 2000, must culturale
dell'Italia che discute in queste ultime settimane. Ci torniamo perché, come al solito,
alcuni conti non tornano. Aggiungeteci anche, se volete, che l'informazione ufficiale
reperibile in materia è troppo spesso volutamente lacunosa e costringe, chi voglia farsi
una idea sul futuro della connettività a larga banda nel nostro paese, a prodursi in
illazioni e deduzioni varie.
Partiamo dal principio.
Due mesi fa Telecom annuncia la partenza per il primo dicembre di Fast Internet, servizio
gestito da TIN.it per accedere alla rete a velocità almeno dieci volte superiore a quella
delle linee isdn, in modalità always on, senza tariffazione a tempo, senza limiti di
traffico. E ' una novità attesa, in linea con quanto sta accadendo un po in tutta
Europa (in Spagna per esempio Telefonica ha iniziato a rendere disponibile il medesimo
tipo di servizio in questi giorni). Passano due mesi e nulla accade. Nel frattempo si
registrano le proteste all'Authority delle Comunicazioni da parte di alcune compagnie
telefoniche (Infostrada e Albacom) che si sentono sopravanzate da Telecom nella
sperimentazione e nella futura possibilità di distribuzione dell'ADSL. Chiedono,
giustamente, parità di condizioni prima dell'inizio della vendita del servizio.
Cosa succede nel frattempo? Nonostante Telecom abbia annunciato la disponibilità di Fast
Internet in 22 città italiane da dicembre, tutto sembra bloccato. Nessuna ulteriore
comunicazione, nessuna pubblicità. Niente di niente. I tecnici confermano che "sul
campo" nulla si sta facendo per rendere disponibile quanto annunciato. Che, in parte,
questo immobilismo sia dovuto ai timori di azioni dell'Authority lo fa pensare il fatto
che Telecom a novembre annuncia la disponibilità di un listino prezzi per gli altri
operatori telefonici che desiderino rivendere alla clientela finale i servizi adsl,
utilizzando la rete Telecom. Ma non è tutto qui.
Il 25 novembre infatti la compagnia di Colaninno rilascia un breve comunicato in cui
afferma (se l'italiano non è un'opinione) di non essere più intenzionata a vendere
direttamente accessi ADSL all'utenza privata, scegliendo di fornire la larga banda
"esclusivamente per via indiretta" agli ISP che ne faranno richiesta.
E una scelta strana che se da un lato confermerebbe la mancanza da parte
dell'ex-monopolista di una pianificazione della propria attività che consenta di
mantenere impegni presi anche solo due mesi prima, dall'altra ricalca la stessa strada che
Telecom ha seguito anni fa quando si cominciarono a vendere accessi analogici a internet:
quella di controllare il mercato affittando le linee, per poi entrarvi solo quando si è
definitivamente chiarita la sua convenienza.
In altre parole sembra di capire che Telecom non creda al successo nel breve periodo della
larga banda e preferisca allungare la catena di intermediari fra sé e i clienti finali,
restando a guardare cosa accadrà. Così si spiega l'aggressività delle proposte di
accesso che per esempio Galactica ha
iniziato a proporre a Milano. Così si spiega purtroppo anche il lievitare dei costi per
chi sperava di poter acquistare finalmente accessi veloci a prezzi competitivi.
Nell'offerta del provider milanese compaiono infatti alcune pesanti spese accessorie
(400.000 lire una tantum di attivazione) che servono a coprire almeno in parte i costi del
noleggio delle linee. Cioè, in altre parole, servono a girare su Telecom parte degli
introiti dei contratti stipulati. Questa moltiplicazione dei beneficiari peserà sugli
utenti e condizionerà ancora una volta la diffusione del servizio livellandone per ora il
prezzo verso l'alto.
E ' in definitiva sempre la stessa storia che si ripete. Telecom se ne sta alla finestra a
guardare incassando "l'affitto" per poi, quando lo riterrà utile, iniziare
anch'essa a vendere il medesimo servizio sicura di conquistare il mercato con prezzi e
condizioni che gli altri non potranno permettersi. I piccoli fornitori di connettività
locale sono condannati del resto ad una subalternità senza diritto di voto nei confronti
degli operatori telefonici da cui ricevono le linee, così come dipendono ormai
integralmente da Telecom, in tempi di accessi analogici senza canone, per quanto riguarda
quanto viene corrisposto per il traffico generato dalle loro connessioni Internet. E ' la
loro una strada ormai senza vie di uscita.
Il giorno che Telecom deciderà di fornire l'adsl direttamente all'utenza consumer, presto
o tardi che sia, le 400.000 lire di attivazione che Galactica è costretta a chiedere
scompariranno d'un colpo. E troveremo perfino qualcuno che, anche in questo caso,
sosterrà trattarsi di un benefico effetto della concorrenza.
Massimo Mantellini