da La Repubblica 12 dicembre '99
http://www.repubblica.it/quotidiano/newspdocs/19991212/mona.html
Si telefonerà con la
tariffa unica
Parla Vincenzo Monaci, commissario
dell'Authority per le Comunicazioni
di MARCO ESPOSITO e SERGIO LUCIANO
ROMA - "I politici e
l'ex monopolista faticano ancora a riconoscere il ruolo dell'Authority e a rispettare la
sua indipendenza. Certo, va detto che questa indipendenza ce la dobbiamo conquistare sul
campo. Ma credo che con i provvedimenti di dicembre abbiamo fatto un buon passo avanti in
questa direzione". Vincenzo Monaci, il commissario dell'Authority per le
Comunicazioni che ha seguito i provvedimenti sull'apertura della concorrenza a Telecom
anche nelle reti locali, ritiene che le regole appena approvate abbiano effetti positivi
sia per Telecom sia per i consumatori. Anzi, sul costo delle telefonate fa una previsione
rosea: "Non si arriverà al prezzo zero, ma per i servizi telefonici si pagherà un
prezzo forfettizzato molto basso".
Molti speravano che gli effetti pratici dei provvedimenti partissero da gennaio,
invece bisognerà aspettare almeno luglio. E' l'ennesimo rinvio?
"Non direi affatto. Comunque, da gennaio si potrà scegliere di telefonare sulla rete
locale servendosi anche dei gestori concorrenti di Telecom. In Gran Bretagna hanno appena
approvato un provvedimento analogo al nostro che dà 18 mesi agli operatori per
raggiungere tutti gli accordi tecnici. Noi abbiamo compresso questo periodo in sei
mesi".
Allora, al contrario, ha ragione Telecom nel dire che volete forzare il mercato?
"Ma no. I nostri tempi sono più brevi di quelli inglesi perché noi è già un anno
che discutiamo approfonditamente di queste cose. Del resto considero un po' sorprendenti,
anche se le capisco, le contestazioni di Telecom. Il mio parere è che l'ex monopolista
possa lavorare meglio in un contesto competitivo e possa crescere in modo più sano".
Per l'utente finale ci saranno vantaggi misurabili?
"Non si può dare ancora una cifra sui possibili sconti. E anzi direi che gli sconti
non sono garantiti. Tuttavia la concorrenza apre prospettive nuove: c'è anche chi
prospetta scenari idilliaci".
Si riferisce al ministro del Tesoro, Giuliano Amato, che sostiene che le
telefonate dovrebbero avere costo zero?
"Per esempio. Personalmente non credo al costo zero. Però la tendenza è quella
indicata da Amato. Si potrà arrivare a un costo forfettizzato per l'insieme dei servizi
telefonici. É una tendenza internazionale ma va detto che per ora nessun Paese c'è
ancora arrivato".
Intanto nei prossimi tre anni il canone Telecom aumenterà. Come mai?
"La questione dei prezzi e dei canoni va valutata anche in rapporto con la necessità
di riequilibrare i costi sostenuti dall'operatore dominante, come vuole l' Ue. Dal punto
di vista dell'utente, però, quel che rileva è il saldo complessivo degli interventi
sulla bolletta telefonica: e questo saldo è largamente positivo".
La liberalizzazione riguarderà le reti locali di tutta Italia o alla fine si
limiterà a Roma e Milano?
"Quello cui lei allude è un rischio reale. Però in una prima fase è preferibile
lasciare al mercato la possibilità di svilupparsi liberamente. Certo, se dovessimo avere
dieci operatori a Milano e nessuno a Palermo il problema si porrà".
A questo punto il quadro normativo è completo?
"Quasi. Dobbiamo solo definire le regole per l'assegnazione delle licenze per la
telefonia di nuova generazione, l'Umts. E lo faremo entro il mese".
Se con una vostra delibera aveste la possibilità o di rafforzare l'operatore
dominante, o di abbassare i prezzi, o ancora di incrementare la concorrenza, in quale
direzione lei si esprimerebbe, in commissione?
"La domanda è schematica ma non mi voglio sottrarre. Considero lo sviluppo della
concorrenza, con qualche elemento di regolazione, la premessa perché ci sia crescita per
tutti, compreso l'operatore nazionale, che è spinto a migliorare in efficienza".
Efficienza vuol dire licenziamenti?
"Il saldo occupazionale alla fine potrà anche non essere negativo. Certo che questa
fase è delicata, ma ritengo che Telecom abbia al suo interno le professionalità per
affrontare la sfida della concorrenza".
Lei dice che state regolando poco. Eppure se non foste intervenuti sul
turboInternet Adsl, aprendo l'ennesima istruttoria, il servizio sarebbe già partito in
regime di monopolio. Non è questo un esempio classico di regole che riducono i servizi
per i clienti?
"Questa è un'argomentazione strumentale. L'autorizzazione per l'Adsl arriverà in
tempi brevi, ma con i vincoli necessari a permettere a tutti i gestori interessati di
partire contemporaneamente all'operatore dominante. Quindi alla fine ci sarà un effetto
moltiplicatore del servizio anzichè un freno e un sensibile calmiere sui prezzi".
Telecom la pensa al contrario. E anche il mondo politico, secondo quanto ha detto
il suo collega commissario Antonio Pilati, non è sempre soddisfatto del vostro lavoro, al
punto che arriva a dettarvi l'agenda. Vi sentite accerchiati?
"Non è ancora tramontata l'abitudine, in particolare di Telecom italia, di
considerare l'Authority come un soggetto un po' ingombrante, un interlocutore non
sufficientemente autorevole. Del resto anche i politici vogliono dire la loro, perché lo
sviluppo di Telecom è intrecciato con la politica industriale del governo. In effetti nel
nostro Paese la cultura delle Authority è ancora giovane".
Ma non è anche colpa vostra? Tra rinvii e retromarce avete dato qualche segnale
di incertezza...
"C'era un pauroso vuoto normativo in Italia, quando abbiamo cominciato a lavorare.
Adesso, a fine 1999, possiamo dire che questo vuoto non c'è più. Credo che
l'autorevolezza ce la stiamo conquistando sul campo, e che difficilmente sarebbe stato
possibile a chiunque altro ottenere altrettanti risultati in minor tempo. Quel che conta,
peraltro, è che la stessa coralità dei malumori suscitati documenta l'assoluta
indipendenza con la quale siamo riusciti finora a svolgere il nostro compito"...