L'INTERNET
DI LORSIGNORI
Con la scusa dell'e-commerce, miliardi ai soliti noti
Che dietro Puntoit ci fosse la "manona"
di Telecom Italia gia' lo si era intuito per i rapporti privilegiati con le
istituzioni, per lo sfarzo delle iniziative (cene di Gala al Plaza Hotel con
sottosegretari, ministri e persino il premier D'Alema).
Bene, ora ne abbiamo la conferma. Sulla rivista "Happy Web" di marzo
2000 scopriamo finalmente chi c'e' dietro: non si tratta di una "comunita'
internet" ne' di un'associazione "per lo sviluppo della societa'
dell'informazione", come si e' tentato di farci credere, ma di un bel
CARTELLO di aziende guidate da Telecom Italia. Aziende che, presumibilmente,
punteranno ad un unico modello di sviluppo: il loro.
Alla presidenza di Puntoit c'e', guarda caso, Luigi Gambardella, alto papavero
Telecom (responsabile dei rapporti con le authority); poi, tra gli altri intruppati,
AIIP (associazione provider), Galactica, FNSI Federazione della Stampa Italiana,
I.T., Yahoo, O-range, Enel, McLink, il Ministero dell'Industria, Flashnet,
il webmaster del sito DS al Senato (sic!), OIS del gruppo Olivetti (cioe'
ancora Telecom).
Ale', tutti affratellati dallo stesso identico spirito: magna tu che magno
anch'io, tutti uniti nell'italico e intramontabile motto "Franza o Spagna
basta che se magna".
Quali veri interessi possano perseguire lorsignori e' facilmente intuibile,
com'e' altrettanto facile capire che questi interessi sono e saranno diametralmente
opposti a quelli degli utenti. Che da decenni aspettano invano, lo ricordiamo,
la desovietizzazione del sistema telefonico nazionale e l'apertura del mercato
ad una vera concorrenza, e non ad una farsa come quella di adesso.
Leggiamo, ancora, un interessante editoriale su Interlex del 9/03/2000
[http://www.interlex.com/]. Scrive
il direttore Manlio Cammarata:
"E' bene ricordare che non esiste una rete "fisica" del Ministero delle finanze: si tratta, come e' ovvio, di una rete "logica" della rete telefonica generale, realizzata e gestita dalla Sogei, il fornitore "istituzionale" dei sistemi informatici del fisco. La Sogei e' controllata al 100 per cento dalla Finsiel, l'ex finanziaria pubblica per l'informatica, confluita nel gruppo Stet e quindi acquistata dall'Olivetti con la Telecom (almeno cosi' si deduce dalle informazioni che si trovano sul sito della stessa Finsiel e dalle visure camerali). In sostanza il progetto Visco-Letta toglierebbe lavoro alle piccole imprese, proprio quelle che si vorrebbero favorire, per dare soldi pubblici a una societa' di Telecom Italia!"
Ecco dunque quali sono i veri "obbiettivi
di sviluppo della societa' dell'informazione" promossi da Puntoit: succhiare
altri soldi soldi pubblici (i portali statali, ma vi rendete conto!) a beneficio
dell'ex-monopolista e compagnia cantante! Neppure nella Romania di Ceaucescu
si sarebbero potute immaginare idee cosi' balorde
In sostanza, tutta l'operazione si puo' riassumere cosi': tu Stato metti in
piedi l'ennesimo baraccone multimiliardario con la scusa di favorire lo sviluppo
di Internet, dell'e-commerce et similia, destinando fondi e iniziative, noi
ci accolliamo la gestione. Per il bene del paese, si capisce. E degli amici
degli amici.
Saranno migliaia di miliardi ingoiati da lorsignori per iniziative di dubbia
efficacia, che alla fine potranno intonare il classico "e sempre sia
lodato, il fesso che ha pagato". Cioe' il solito Pantalone.
Questi sono intrallazzi da prima repubblica che pensavamo ormai in disuso.
Anzi sono peggio: sono maneggi da paese sudamericano, e come tali devono essere
denunciati a gran voce.
Si specula ancora una volta sulle reali necessita' del paese per favorire
i soliti noti. Ma tutto cio' e' doppiamente deplorevole perche' in questo
caso si decide di un settore strategico per l'economia italiana con grandi
prospettive di sviluppo: si decide cioe', in definitiva, del futuro che riguarda
tutti i cittadini, specie le nuove generazioni.
Ed e' un futuro che non puo' dipendere o essere condizionato dalle bizze dal
principale gestore telefonico nazionale, che punta i piedi per tenere blindato
il suo anacronistico e immorale monopolio sulla telefonia urbana.
Telecom Italia e' pienamente responsabile, tra l'altro, insieme ad una classe
politica collusa, del gravissimo ritardo dell'Italia in un settore sempre
piu' vitale come la telematica.
Le cifre del resto parlano chiaro: il 14 marzo scorso l'OCSE ha pubblicato
un rapporto in cui boccia senza appello il nostro paese nell'information technology:
siamo al ventiduesimo posto tra i paesi industrializzati con un rapporto di
16 computer collegati a internet per mille abitanti, contro i 66 della media
OCSE e i 120 della Finlandia [inserto "Affari e Finanza" de "La
Repubblica" 20/03/2000].
La liberalizzazione dell'ultimo miglio, prevista per luglio, e' gia' slittata
alla fine dell'anno e non e' escluso che subira' altri ritardi "strategici".
Indovinate per far piacere a chi. Di questo si dovrebbe occupare il Governo,
di liberalizzare sul serio il mercato, di favorire la concorrenza, e non perder
tempo a inventare demenziali carrozzoni mangiasoldi.
Mentre negli altri paesi europei si puo' gia' disporre di tariffe flat che
abbattono i costi di connessione per l'utente, noi siamo ancora impantanati
con la TAT, in un finto libero mercato dominato da un solo gestore che fa
il bello e il cattivo tempo.
Per quanto tempo vogliamo tener fermo un paese solo per tener su la braghe
all'ex monopolista?
Alessandro Ghezzer
ghezzer@iquebec.com