La chiesa si trova in via S. Maria, nel quartiere omonimo, situato
dove sorgeva l'antico villaggio di Cepola.
Probabilmente e' stata costruita sui ruderi di una chiesa paleocristiana: cio'
e' testimoniato da due frammenti di colonna e dalla presenza di un capitello corinzio.
Queste notizie risalgono al 1089, anno in cui la chiesa fu donata dal
giudice di Cagliari Costantino a Riccardo, abate di San Vittore di Marsiglia.
Nel corso dei secoli l'incuria e l'abbandono causarono
dei danni notevoli, resi ancora piu' gravi dai numerosi e
approssimativi restauri e rifacimenti, non sempre rispettosi dello
stile originario.
Si puo' affermare che al periodo protoromantico risalgono il
prospetto che comprende l'abside, la parte dei muri
laterali realizzata in pietra calcarea e, infine, la porta murata che si
trova sul lato destro.
L'ampliamento dell'edificio e l'attuale facciata, con
il terminale piatto ornato da merli dentati, rispecchia un gusto
gotico-catalano affermatosi in Sardegna fra il XV ed il XVII
secolo.
Il frontale e' sovrastato da un semplice campanile a vela di fattura
relativamente recente.
L'interno e' costituito da un'unica navata terminante con un'abside il cui archivolto, in origine a tutto sesto, ora ha forma ogivale a causa di un restauro piuttosto approssimato.
La copertura e' in legno e' stata realizzata in due momenti diversi:
infatti e' formata da tavolati piu' larghi nella prima parte e piu' stretti nella seconda.
Vi sono pochi e semplici arredi: sull'altare si innalza la tela con l'immagine dell'Immacolata (realizzata da un artista sardo
del sec. XVIII - XIX); nella navata vi sono la statua di Maria Vergine in
legno policromato, i simulacri in legno di S. Stefano e di
S. Anastasia ed una graziosa acquasantiera del 600 a forma di
testa umana.
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