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L'INCAPACITA' POLITICA ITALIANA



Alla base di questo articolo,
desidero riportare, come già fatto in precedenza, una massima di Napoleone Bonaparte
che potrebbe illuminare le menti più attente:

<< Il disprezzo delle leggi e le scosse dell'ordine sociale sono il risultato della debolezza e delle esitazioni dei principi >>

In questi giorni la cronaca italiana è piena di notizie sulla delinquenza giovanile dilagante nelle scuole, sulla violenza negli stadi,su omicidi per futili motivi.

A mio parere nessuno dovrebbe sconvolgersi troppo in quanto questi comportamenti sono la logica conseguenza di un lassismo politico radicato nelle istituzioni italiane dal secondo dopoguerra.

È infatti ovvio che, caduto un regime, i governi successivi tendano ad essere il più possibile differenti da ciò che li ha preceduti, avendo cura di non risultare mai punitivi ma sempre garantisti dei diritti di libertà dei cittadini.

A lungo andare questo meccanismo genera un percorso opposto: non punire le persone perché deve esserne garantita la libertà significa tollerare qualunque comportamento, anche contro i tutori dell'ordine, visti come soppressori di questo diritto acquisito.

Non da ultimo è utile rilevare che molti attuali parlamentari sono ex sessantottini e quindi, loro stessi, contro l'ordine costituito.

In una società matura e civile la prevenzione deve utilmente coabitare con la repressione.
In un regime esiste solo la repressione, in un modello lassista solo la prevenzione.

Il bullismo dilagante nelle scuole esiste in quanto i genitori della maggior parte di questi studenti sono lassisti, e quindi incapaci di svolgere la loro funzione sociale e contemporaneamente in quanto la scuola ha perso la funzione educatrice e repressiva che aveva in passato.

Si ricordi infatti come, nel libro "Cuore" di De Amicis, il disadattato Franti fosse in minoranza in una scuola che era in grado di punire (forse in maniera eccessiva, ma tutto è da paragonare ai tempi) e quindi di indicare la giusta direzione da seguire agli altri studenti.

Nei campi di calcio a livello dilettantistico (ancor peggio a livello professionistico) l'autorità costituita, cioè gli ufficiali di gara e la giustizia sportiva, è costantemente messa sotto accusa: in pratica dovrebbe vigere una sorta di anarchia in cui non l'equità ma la prepotenza comandi.

Anche qui l'Ordine è nemico della libertà.

Gli omicidi per futili motivi spesso (ma non sempre, ovviamente) sono generati dalla consapevolezza che farsi giustizia da soli sia il modo migliore per ottenere quello che la giustizia ufficiale non sarebbe in grado di garantire, ovvero equità nelle pene e nella loro naturale applicazione.

Riporto nuovamente la traduzione di alcuni passi del DE REPUBLICA di Cicerone in cui si evincerà che, quanto finora affermato ha fondamenti storico culturali più forti:

<<Quando il popolo, egli dice, ha le fauci arse da inestinguibile sete di indipendenza e, assistito da perfidi ministri, vuota fino alla feccia la coppa di una libertà troppo pura e non saggiamente temperata, ecco che allora si scaglia contro magistrati e governanti e, se questi non si mostrano arrendevoli nel concedere quanto esige, li calunnia, li accusa e li chiama despoti e tiranni.

Il popolo perseguita anche quelli che obbediscono ai magistrati e li chiama schiavi volontari; tributa, al contrario, lodi e onori ai magistrati che cercano di comportarsi come semplici cittadini e a quei privati che si adoperano per abolire ogni distinzione tra cittadini e magistrati. È quindi inevitabile che in uno stato siffatto la libertà degeneri in licenza, che nelle famiglie non vi sia più alcuna autorità e che il male si estenda fino alle bestie: i padri infine avranno timore dei figli ed i figli non riconosceranno più l'autorità dei padri. Viene poi a mancare ogni senso morale e nessuna differenza vi è più tra cittadino e straniero: il maestro teme gli scolari e li blandisce, i discepoli disprezzano il maestro ,gli adolescenti si arrogano l'autorevolezzza dei vecchi i quali, per non rendersi uggiosi e molesti, si abbassano a giocare con quelli. Avviene anche che i servi si comportino con eccessiva libertà e le mogli vantino gli stessi diritti dei mariti e che infine asini cavalli e cani, lasciati finalmente in libertà, corrano tanto impetuosamente che tutti debbano loro cedere il passo.

Ecco il risultato, continua, di questa sfrenata licenza: gli animi dei cittadini diventano così difficili da accontentare ed intolleranti di tutto da non sopportare il minimo di autorità che si voglia su di essi esercitare e, per non avere più padroni, trascurano perfino le leggi >>.

Attenzione quindi ad un sistema oltremodo lassista che, trasformandosi, per l'incapacità di pochi, in uno autoritario, potrebbe oscurare quella libertà che altri, quasi sempre a caro prezzo, hanno voluto tramandare.

Afferma ancora Napoleone in una massima:

<<LA SEVERITÀ PREVIENE UN MAGGIOR NUMERO DI COLPE DI QUANTE NE REPRIMA>>
ed ancora

<<L'ESPERIENZA E' LA VERA SAGGEZZA DELLE NAZIONI>>

Peccato che l'uomo, nella storia, a distanza di un paio di generazioni, compia sempre i medesimi errori.



Scritto da Mauro Banchero



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