LA SENTENZA DELLA CORTE FEDERALE: la solita pagliacciata all'italiana
Iniziamo col dire cosa ha deciso la Corte Federale, presieduta da un tal Sandulli:
retrocessione della JUVENTUS in serie B con 17 punti di penalizzazione,
revoca dello scudetto 2005 e non assegnazione dello scudetto 2006
penalizzazione della FIORENTINA in serie A di 19 punti
penalizzazione della LAZIO in serie A di 11 punti
penalizzazione del MILAN in serie A di 8 punti
Tra i dirigenti, quasi tutti assolti o condanne lievi.
Alcune considerazioni:
** la C.A.F., presieduta da Cesare Ruperto, era stata quasi totalmente bonificata da elementi poco limpidi che si erano in passato resi colpevoli di sentenze alquanto discutibili e comportamenti tutt'altro che professionali (vedi "Retrocessione Genoa dalla A alla C1" della stagione scorsa)
** la Corte Federale, invece, era composta da avvocati nominati da Carraro, che non potevano che fare parte del sistema che la C.A.F. aveva il compito di smantellare.
Era pertanto supponibile un tentativo di restaurazione del regime corrotto che ha ultimamente ha governato il calcio italiano, tentativo che puntualmente si è trasformato in realtà.
Sarebbe quindi ingiusto, in quest'ottica, condannare la Reggina, il Messina, il Siena e l'Arezzo.
Paradossalmente, qualunque cosa possano avere fatto queste squadre sarebbe sempre di minore gravità di quanto è stato fatto da chi è stato assolto dalla Corte Federale.
O tutti condannati, o tutti assolti.
Un'ultima riflessione: il Genoa, tartassato da una giustizia sportiva corrotta, ha dovuto, facendo fronte a grossi problemi finanziari e d'immagine, battersi per un posto in serie B dopo una stagione in serie C1, sempre osteggiato dalla cupola calcistica.
Col buonismo istituzionale attuale (che va, tra l'altro, a danno dell'immagine del calcio italiano all'estero) il Genoa dovrebbe essere riammesso d'ufficio in serie A, serie che si era meritatamente conquistata sul campo due stagioni or sono.
Tuttavia il Genoa non ha i soldi per rendere più giuste le sentenze sbagliate.