Ines Mele 
 
CONCORSO LETTERARIO
INES MELE

I VINCITORI

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XVIII Edizione - 2000

 

Poesia Lingua Sarda

Poesia Lingua Italiana

Prosa

.......E morinti
Fabiano Mameli
Classe 3^ A
Scuola Media C. Nivola Assemini

Povero in canna
Michele Congiu
Classe 3^ A
Scuola Media C.Nivola Assemini

Volontariato: Donare e Ricevere
Alessandra Cossu
Classe 1^ D
Scuola Media N°3 Olbia
 
 
 

Li vuluntari illu mundu
Pietro Meloni
Classe 2^ C
Scuola Media N°1 Tempio

Non voglio
Maria Teresa Scanu
Classe 3^ A
Scuola Media C.Nivola Assemini

Volontariato: Donare e Ricevere Francesca Mossa
Classe 1^ D
Scuola Media N°3 Olbia
 
 

Disisperada
Michele Fulghesu
Classe 3^ A
Scuola Media C. Nivola Assemini

Non basta
Marco Porcu
Classe 3^ A
Scuola Media C. Nivola Assemini

Giovannino
Cristian Murru
Classe 1^ A
Scuola Media Gergei
 
 
 

 

 

 

 

 

.... E MORINTI


Non c'esti sa paxi
Non c'esti sa guerra
Ma c'esti sa terra

Terra chi tremada
Domus chi arruinti
Personas chi morinti

Personas chi pranginti
Pipius chi suffrinti
Beccius in container

Bastada unu fueddu
Unu pagu d'amori
Bastada unu fiori

1° premio
FABIANO MAMELI
Classe 3^ A Scuola Media "C. Nivola" ASSEMINI

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LI VULUNTARI ILLU MUNDU


In calche locu di lu mundu
Unbè di passoni sò murendi

Ma siddhu li demu agghjutu
Più d'una si po? salvà.

Lu distinu di chisti colci
E' illa manu manna di li vuluntari

Chi sbbeddhu dani...
E no sempri riciini.

Li vuluntari pa cal'è suffrendi
dani tuttu lu sò cori
Ma n'avanza sempri un pezzu
Pa cà n'arà bisognu dumani.

2° premio
PIETRO MELONI
classe 2^ C Scuola Media n° 1 TEMPIO

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DISISPERADA


Arrogada
Disisperada
Scarescia
Scavada in su visu
Da is fillus abbandonada
Cicada in su momentu de su bisongiu
Salvada da unu pipiu chi esti accanta

3°PREMIO
MICHELE FULGHESU
classe 3^ A Scuola Media "C. Nivola" ASSEMINI

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POVERO IN CANNA


Povero in canna
Su una panchina
Con gli occhi spenti
Pieni di ricordi
Bagaglio inutile
In una società
Fatta di vecchi

La società di oggi
E' dei consumi
La legge che va avanti
E' del profitto

Eppure avrebbe tanto
Da insegnare
Eppure avresti tanto
Da imparare
Lui sa le ninne nanne
Lui sa amare

1° PREMIO
MICHELA CONGIU
Classe 3^ A Scuola Media "C.Nivola" ASSEMINI

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NON VOGLIO


Non voglio che si scordino di me
Non voglio che mi vedano diverso
Non voglio solo un pò del loro tempo
Mi basta solamente un pò d'amore

2° PREMIO
MARIA TERESA SCANU
Classe 3^ A Scuola Media "C.Nivola" ASSEMINI

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NON BASTA


Non credono più in nulla
Sono vinti e disillusi
Ma tu li appoggerai

Non sanno più combattere
Non hanno più le armi
Ma tu gliele darai

Non amano la vita
Non mangiano da tempo
Ma tu li sazierai

Non posson conversare
nè leggere nè scrivere
ma glielo insegnerai

Non riescono più a muoversi
non riescono più a radersi
Ma tu li aiuterai

NON BASTA ! Li hai aiutati
ma non li hai mai toccati

3° PREMIO
MARCO PORCU
Classe 3^ A Scuola Media "C. Nivola" ASSEMINI

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VOLONTARIATO: DONARE E RICEVERE


Tramite la scuola, la palestra ecc... ho avuto modo di conoscere molte bambine e bambini. Conosco per esempio una bambina che insieme alla sua classe ha adottato un bambino a distanza. Questo è quello che si chiama un gesto di volontariato.. Molte persone aiutano chi ne ha più bisogno.

Conosco due sorelle : Jessica e Marika che per quanto riguarda il carattre sono molto diverse tra di loro: Jessica è molto simpatica ma purtroppo non è molto generosa e non le piacerebbe far parte del volontariato. Marika invece è molto generosa e mi racconta sempre che vorrebbe poter aiutare le persone più bisognose e che vorrebbe far parte di un'associazione di volontariato.

A volte la vedevo andare a casa dei suoi compagni di classe per aiutarli a fare i compiti e ogni volta che finisce di aiutarli è un pò stanca ma felice.Io non riuscivo a capire che cosa la rendesse così felice, e perciò decisi di chiederglielo. La incontrai per strada mentre aiutava una signora anziana ad atttraversare. A quel punto la salutai e le chiesi come mai era sempre così felice quando aiutava qualcuno. Lei con la sua vocina dolce mi rispose:" Non lo so nemmeno io!!!Quando aiuto qualcuno mi basta il sorriso o il ringraziamento della persona aiutata per rendermi felice." A quel punto la salutai e me ne andai. Sapevo finalmente cosa la rendeva così sorridente e felice. Chiesi a sua sorella Jessica cosa ne persava della generosità di Marika e lei mi disse che non era affatto daccordo perchè lei non avrebbe mai fatto il minimo movimento per aiutare qualcuno. E mi raccontò di una volta che un bambino povero le aveva chiesto qualche spicciolino e lei invece lo aveva mandato via riempiendolo di parolacce. E mentra raccontava questo fatto si sentiva tutta orgogliosa di sè e rideva. Io invece non ci trovavo proprio niente da ridere. Tornai dalla sorella e le riferii quanto mi aveva detto Jessica. Marika mi disse : "Lo so, purtroppo è così, mia sorella non cambierà mai. Gliel'ho detto tante volte e lei mi ha risposto dicendomi di stare zitta. Ormai ho perso ogni speranza, non cambierà mai" Io allora le dissi di non disperarsi perchè forse sarebbe cambiata. A quel punto lei disse: "Speriamo"!!! Lei era così buona che mi venne in mente di imitarla. Una volta io e Marika abbiamo aiutato una signora anziana che stava cadendo e lei come ricompensa ci diede una caramella. La sorella quando le raccontammo cosa c'era accaduto ci derise anche se sotto sotto, noi sapevamo che era invidiosa.

L'esempio di Marika in qualche modo influì positivamente sul carattere di Jessica che piano piano divenne meno egoista. Questo miglioramento ci rese amiche: giocavamo, parlavamo insieme. Sono proprio felice di questa amicizia. Con questo piccolo contributo si può salvare la vita di una persona oppure renderla felice. Infatti anche una piccola azione buona si pùò definire un gesto di volontariato.

1° PREMIO
ALESSANDRA COSSU
classe 1^ D Scuola Media n° 3 OLBIA

 

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VOLONTARIATO: DONARE E RICEVERE


Poco tempo fa erano due sorelle. Una, Barbara,era una ragazza molto buona e generosa, era una persona così eccezionale che le persone non esitarono a chiamarla " la ragazza dal cuore d'oro " e a cui le persone dicevano spesso:
"Di ragazze eccezionali come te,ce ne sono poche ".

La seconda invece era una ragazza fredda e distante che le persone la definivano senza cuore. Era così fredda, che quando vedeva alla TV qualcosa di molto triste si metteva a ridere, o diceva che erano solo delle "cavolate" come diceva lei. Persino le persone che le dovevano volere più bene come i suoi parenti e soprattutto sua madre e suo padre la considerevano uno scherzo della natura. Era odiata da tutti e lei era profondamente gelosa di sua sorella.

Martina, si chiamava così, in realtà era una persona di cuore buono, tanto che se gli capitava di incontrare un povero gli dava sempre il suo conforto.

Ora sorge la domanda, perchè si comportava così e perchè rideva delle cose tristi?

Bè era diventata così da quando suo nonno era morto, e per il poco amore dei genitori e delle persone che la insultavano e non la rispettavano. Per quanto riguarda il suo riso verso le cose tristi, lo faceva solo perchè, se avesse pianto non l'avrebbe più smesso dal dolore che si portava dietro da anni.

Per fortuna, poco tempo dopo avenne qualcosa che gli avrebbe fatto cambiare la vita facendogli entrare, amore e dolcezza nel suo cuore e che avrebbe lasciato a bocca aperta tutte le persone che l'avevano giudicata male.

Volete sapere come? Bè tutto iniziò così: ........

una mattina, come al solito, si sveglia in ritardo, perché, neanche la sveglia, aveva osato svegliarla per paura della sua reazione.

Appena vide che ora era si alzò di corsa ma cadde in terra per la troppa fretta, quando si alzò, sbattè il ginacchio al comodino e la testa alla mensola di sua sorella e rovesciò tutte le bambole di porcellana rompendole, inciampò su una scarpa e cadendo ruppe lo specchio che a sua madre aveva appena comperato e che aveva sistemato lì in attesa di trovare un posto più adatto, come se tutto quello che era successo non bastasse, schiccò i pezzi di porcellana e le si infilzò il piede. Oviamente senza preoccuparsi troppo del suo piede sanguinante, il padre, la sgridò e la punì per ciò che aveva fatto.

La scuola andò male, soprattutto, le lezioni di ginnastica che non aveva fatto a causa del suo piede sempre più sanguinante, così dovette portare a casa una bella nota e poi ebbe un 2 sul registro.

Verso la strada di casa tutti parlavano bene di Barbara mentre criticavano Martino che prese una strada secondaria per non doverli sopportare.

Appena arrivò a casa, i genitori erano sempre più arrabbiati e sempre più ostili nei suoi confronti, così, buttò lo zaino nel corridoio e iniziò a salire le scale, sempre più arrabbiata .

Appena arrivò nella sua camera, chiuse la porta a chiave, si buttò sul letto e iniziò a piangere, a piangere, ma nessuno venne a consolarla, ma tutti si limitarono a dire :

" Le passerà ".

Lei pensò tutto il giorno a come poteva fare a ritrovare la gioia e la volontà di un tempo ma inutilmente.

La sera, andò ad un piccolo pronto-soccorso, il primo passo verso la bontà fu quello di far passare alcune persone prima di lei.

Il loro grazie e il loro sincero sorriso furono fonte, per lei, di una grande gioia che quasi non ricordava più.

Mentre tornava sulla strada di casa passò al bar per prendere un gelato, vedendo un barbone fuori dal bar, gli dette le sue ultime 84mila lire.

A questo punto lei era ancora più felice e tra se e se si diceva:

"E' possibile che dare agli altri anche solo un sorriso può farmi sentire così bene?"

Sempre tornando a casa vide un nano, da lei molto amato che gli disse : "Non esitare piccolo mio, vai e aiutalo, e avrai una gioia che non proverai molte volte nella tua vita a meno che non aiuterai altre persone".

Così lei andò e finalmente, aiutandolo, ritrovò la felicità di un tempo.

Da quel giorno, tutti restarono a bocca aperta e lei diventò sempre più buona e amata.

Questa storia è inventata.

Volete sapere cosa ne penso?

"Io penso che il VOLONTARIATO DA' UNA GIOIA CHE NESSUNO TI HA MAI DATO E CHE MAI PROVERAI ".

2° PREMIO
CINZIA MOSSA
classe 1^ D Scuola Media n° 3 OLBIA

 

 

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GIOVANNINO


Una mattina di bel tempo, nacque un bel bambino di nome Giovannino, esso era un portatore di handicap, era nato in un piccolo paese il 13 febbraio 1999. Giovannino non sapeva camminare molto bene. Gli anni passavano e Giovannino andava a scuola , era in prima elementare. Appena i compagni lo videro si bloccarono ma poi capirono che era uno di loro ed andarono a salutarlo. Giovannino non aveva un rapporto molto bello con gli insegnanti. Quando si facevano i gruppi per giocare i compagni discutevano per avere Giovannino.

Tutti i giorni dopo la scuola andavano a prenderlo per uscire.

Giovannino aveva quattro fratelli: due maschi e due femmine. Ogni domenica il padre e i fratelli di Giovannino andavano allo stadio e portavano anche Giovannino. Giovannino era un tifoso dell'Inter. Giovannino possedeva quattro cani: due pastori tedeschi e due dalmata, aveva anche una copietta di crocorite.

Un giorno Giovannino si sentì male e lo ricoverarono, Giovannino dovette partire per Parigi per una operazione molto importante. I genitori dovevano mettere molti soldi. I compagni con gli insegnanti fecero un mercatino e i soldi guadagnati venivano donati ai genitori di Giovannino.

L'operazione venne conclusa e Giovannino guarì e venne fatta una grande festa in onore di Giovannino. Erano passati gli anni e Giovannino si sposò con una bella donna che diede alla luce quattro bellissimi bambini.

Gli anni passavano e Giovannino invecchiava. Una mattina di bel tempo Giovannino morì e venne sepolto nel vecchio cimitero. Giovannino divenne un santo e ogni anno veniva ricordato e festeggiato nel piccolo paese.

3° Premio
Cristian Murru
classe 1^ A Scuola Media. GERGEI

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