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CONCORSO LETTERARIO
INES MELE

I VINCITORI

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XVIII Edizione - 2001

 

Poesia Lingua Sarda

Prosa Lingua Sarda

Poesia Lingua Italiana

Prosa

Li mei amichi
Simona Asole
1^E
Scuola Media Tempio Pausania

La paltenzia di l'emigranti
Luigi Pirrigheddu
Classe 3^F
Scuola Media Tempio

Gli immigrati
Mirko De Angelis
Classe 2^ C
Scuola Media "E.Pais" Olbia

Mia madre è brasiliana
Monica DEIANA
Classe 1^ E
Scuola Media n°1+2 TEMPIO
 
 
 

N.A

 

Tu
Eleonora Palamara
Classe 2^ B
Istituto Complessivo Olbia

Lettera a
Giusy SCANU

Classe 1^ C
Istituto Comprensivo OLBIA
 

N.A.

 

Partenza
Paola Sanna
Classe 2^ E
Scuola Media Ozieri

Dal diario di
Giulia Saba
Classe 1^ C
Istituto Comprensivo OLBIA
 
 
 

 

 

 

 

 

LI MEI AMICHI


Poari chissi steddi
Manni e minureddi

Senza lettu esenza tettu
Senza babbu e senza affettu

Lu magnà e lu bì
No vi nà pà dugna dì

Dà allonga sò arriendi
Noi semu mali e ci li semu bucchendi

Dà una palti all'alta sò andendi
Noi semu mali e ci li semu bucchendi

Tandu noi si li vulemu aiutà
Noi l'emo d'ospittà

Li mammi e li babbi
Sò disperati

La sò razza è scomparendi
Palchì l'assassini lì sò ammazzendi

Eu li oddu aiutà
Ma nudda dà sola possu fà

Tutti insembi l'emu d'aiutà
Palchì dì cori bonu emu di divintà.

1° PREMIO
SIMONA ASOLE
Classe 1^ E Scuola Media 1+2 G.Deledda Tempio Pausania

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LA PALTENZIA DI L'EMIGRANTI


Lu trabaddhu éra pocu e la fami éra umbè.
Una muddhéri e tre fiddhòli di smannà.
Comu fa pa andà a dananzi?
Ziu Nannéddhu,cun dulòl di lu so' còri, dizzidìsi cussì di saltà mari e frappacìlla chissà undi, a cilcà trabaddhu allonga da li sòi.
Pripparési li doccumenti e arriési cussì lu momentu di dispidìssi. Salutési tutti chissi di la carréra e cu una balisgjéddha di caltoni, liataa cannàu,andési in Piazza di l'Ara pa piddhà lu postàli.
Comu in una prucissioni di vènnari santu, lu sighìani li dui fiddhòli sculzi, la muddhéri cu in bracciu lu minuréddu attaccatu a la titta, la mamma 'ecchja cu la capitta in capu e a miccalòri in manu, chi s'asciuttàa li lagrimi a l'affùltu, pa no fassi vidé da nisciùnu.
Punìa infattu lu babbu, trasgjinendinni li pedi e agghjutèndisi cu lu bacculu.
Dui o tre stéddhi ch'érani ghjuchendi, figghjulàani a bucc'abbalta. Bè cun bè, mancu lu tempu di salutassi!
Un abbracciu.
Un basgju. Pochi faéddhi, solu "Bon viagghju. Chi Deu t'agghjutia e Nostra Signora di Bon Caminu ti sia sempri accultu".
L'occhji faiddhàani daparèddhi.
Pochi lagrimi: sill'aìani ghjà frazati tutti.
Lu postali era paltutu.
Ziu Nannéddu primma si ghjìra pa figghjulà li sòi, dapòi li sighi cu l'occhji; intantu lu postali avanza, curri, li passoni felmi diventani sempri più minòri finza a divintà una carafùddhula.
No si idini più.
In lu sò còri è impressa chista màgghjina: la muddhéri, li fiddhuleddhi minori, la mamma, lu babbu.
Tutti li poltarà in pettu e no li podarà mai sminticà.
Lu còri di Ziu Nannéddu è sciuppèndi.
No piègni è un omu mannu e li Torran'a menti li parauli d'una canzona chi itindìa da minòri:

"Tempiu Tempiu soc'andendi
Pa lu mundu cun tristura
E ti socu abbandunendi
La intura pa cilcà
La me' casa, mamma méa,
Li me' monti, la me' ghjènti,
Li me' steddhi, mè muddhéri
Chi no possu sminiticà"

Cosa tuccàa fa! Lu trabaddhu éra poco e la fami éra umbé.

1^PREMIO
LUIGI PIRRIGHEDDU
Classe 3 ^ F Scuola Media G.Deledda Tempio Pausania

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GLI IMMIGRATI


Gli immigrati sono
come uccelli,
che vanno lontano
perchè hanno fame.
Molte volte
non riuscendo a proseguire
stremati dalla fame e
dalla stanchezza
muoiono per strada.

1° Premio
MIRKO DE ANGELIS
Classe 2^ C Scuola media Ettore Pais OLBIA

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TU


Tu, che la povertà ha strappato
alla tua terra, alla tua casa,
ogni notte le sogni
e ad occhi aperti anche di giorno.
Immagini i tuoi figli.
Vorresti fare un ponte per tornare.
Non sei diventato nè ricco nè importante,
vivi lontano, tra gente diversa.
Quando le famiglie vedi
intorno ad una tavola
tu, in mezzo ad una strada,
chiudi gli occhi e immagini
lì tua moglie e i figli tuoi.
Tu, non disperare,
continua a pensare di tornare,
e un giorno, anche tu,
sederai a tavola con loro.

2° Premio
ELEONORA PALAMARA
Classe 2^ B Istituto Comprensivo OLBIA

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PARTENZA


Dolore e tristezza
per la sua partenza;
gli occhi pieni
Di rabbia e .......d'amore.
Coraggio e speranza
nel ricordo della sua terra.
Unica compagna di viaggio
la nostalgia

3° Premio
PAOLA SANNA
Classe 2^ E Scuola Media Ozieri CONCORSO LETTERARIO

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MIA MADRE E' BRASILIANA


Mia madre è Brasiliana, e da sedici anni vive quà a Tempio. Mia madre è venuta in Sardegna perchè quando viveva nel suo paese ha conosciuto mio padre che è Italiano e si sono innamorati: Dopo mio padre , è tornato a Tempio e le ha scritto una cartolina per venire a Tempio Pausania. Dopo quattro mesi si sposarono, e nell'86 è nato mio fratello e nell'89 sono nata io. Certe volte mia madre fà racconti del suo paese e anche di quando era piccola, molti racconti sono un pò tristi e altri sono allegri: il racconto che mi è piacciuto di più è stato sul capo d'anno perchè nel suo paese fanno il bagno.
Io a mia madre le voglio tanto bene, e seguo i suoi discorsi con molta attenzione : l'emigrazione è una cosa molto brutta, perchè costringe molta gente a lasciare il paese per lavoro, amore o per guerra e poi non tornare mai più nel proprio paese. La situazione di mia madre è diversa, è come, se fosse un'immigrata che dal Brasile è sbarcata a Tempio certe volte le telefonano i suio amici più cari, a Natale ha telefonato sua zia che per mia madre è stata come una mamma : le ha voluto bene da quando è andata a vivere con lei all'età di quindici anni.

1° Premio
MONICA DEIANA
Classe 1^ E Scuola Media n°1+2 TEMPIO

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LETTERA A


Caro diario a me manca molto la Germania, e anche i miei amici. Abbiamo dovuto emigrare, perchè mio padre non trovava lavoro. Rivedendo le fotografie mi ricordo il passato; mi ricordo ancora alcuni giochi che facevo insieme alle mie amiche, uno tra quelli era: prendevamo cique sgabelli, uno in ogni lato, e uno al centro, e sopra ci appogiavamo un lenzuolo grandissimo, e noi ci sdraiavamo dentro.
Il bello era che io potevo parlare solo con mia madre, mio padre e pochi altri. Con mia sorella non ci potevo mai parlare perchè sapeva parlare solo il tedesco e io solo l'italiano, ed entrambe ce lo facevamo apposta a parlarci una lingua che una di noi due non capivamo. Però quando siamo dovuti emigrare in Sardegna, a casa di mia nonna, i miei genitori le hanno insegnato l'italiano, il tedesco non riusciva nè a parlarlo nè a capirlo.
Mio padre e mia madre si sono accorti che era molto meglio rimanere in Germania per trovare lavoro, ma quì in Sardegna ci siamo fatti una nuova vita e nuovi amici, quindi quà noi ci resteremo semmai in Germania ci andremo in vacanza.

2° Premio
GIUSY SCANU
Classe 1^ C Istituto Comprensivo OLBIA

 

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DAL DIARIO DI ........


Ero appena arrivata a San Francisco, sarei rimasta per qualche giorno e poi avrei preso l'areo per il Brasile. Dovevo trovare un posto dove dormire. C'erano migliaia di alberghi, tanti che non si oteva scegliere. Alla fine decisi di alloggiare in una piccola locanda: era accogliente e in posto appartato. Il cameriere era gentile, così come i fattorini, molto dolci con me anche perchè ero la loro unica cliente. Il garzone, Fabrizio, era italiano, della Sardegna come me. Anche lui sentiva la mancanza di quell'Isola splendida e quando ci pensava mi diceva, la prima cosa che gli veniva in mente erano le scampagnate che faceva insieme ai suoi fratelli.
La mia stanza era tapezzata di fotografie che ritraevano i volti dei miei familiari, del mio paese, della mia casa e della mia Sardegna.
Mancavano due giorni alla mia partenza per il Brasile; non potevo perdere quel volo dovevo trovarmi un lavoro per mantenere la mia famiglia. Alcuni dei miei fratelli avevano trovato lavoro, chi in Germania chi in Inghilterra, chi in Giappone. A me avevano offerto un lavoro come ballerina in un locale brasiliano per persone di alto rango. Il giorno della partenza chiesi a Fabrizio se poteva venire con me per darmi coraggio. Durante il viaggio pensai e ripensai alla mia Isola, immaginavo di essere un gabbiano per volare via e tornare in dietro ,sembrava di essere in paradiso.
Era così felice che Fabrizio mi chiese:
- A cosa stai pensando?
- Alla Sardegna, risposi.
Lui sospirò e disse
- Sai, prima di partire feci un giuramento: mi feci un taglietto sulla mano e versai del sangue su una roccia sarda che aveva la forma dell'isola dicendo " Io ti giuro sul mio sangue che viva o morta tornerò".
- E riuscirai a mantenerlo? - gli chiesi, mentre il cuore mi batteva forte per il suo gesto.
- Io lo spero. E tu, ritornerai?.
- Ne sono certissimo.
L'aereo atterrò.quando fummo a terra un signore sulla quarantina, il sig.Mc-Guiness, mi fermò:
- Tu sei Rebecca?
- Si - gli risposi anche se il suo viso non mi ispira fiducia
- Bene - disse - Tu chi sei? Chiese rivolto a Fabrizio. - Sono Fabrizio.
- E cosa fai
- Lui è..............., lui è il mio ............, il mio manager- risposi.
- d'accordo seguitemi, tu Rebecca devi fare il provino!.
Ci portò in una grande sala dove stavano molte persone.
Il sig. MC Guiness accese la musica e mi disse di ballare.
Io ballai e alla fine della canzone, un signore dall'accento francese, mi disse: - Ti và di lavorare in Francia? Ero spaventata, non sapevo cosa fare, avevo lo sguardo perso nel vuoto, Fabrizio mi chiamò in disparte e mi disse:
- Senti Becki, ricordi il mio giuramento?
- Si.
- Io voglio tornare a casa! Tu eri certissima che saresti tornata in Sardegna. Ebbene cosa vuoi fare?
- Tornare?.
- Non sono un asso in geografia, ma di una cosa sono certo: la Francia, rispetto al Brasile è molto più vicino all'Italia.
Fabrizio mi aveva convinto. Tornai in dietro e dissi a quel signore che la Francia andava benissimo.
Prendemmo l'aereo quella sera stessa. L'idea di avvicinarmi sempre più alla Sardegna mi riempiva il cuore di gioia. Sembrava di esser in un mondo magico, ma non stavo sognando era la realtà.
Lavorerai in Francia per cinque anni facendo la modella senza mai tornare in Sardegna anche se il suo pensiero non mi abbandonava; nel frattempo mi ero sposata con Fabrizio.
Un giorno mi arrivò una lettera da parte dei miei genitori:
Cara Becki,
La tua fama è arrivata fin qua. La Sardegna è tutto per te e ci domandavamo perchè non tornassi. Adesso che sei ricca e famosa potresti almeno venire, salutarci e rivivere i momenti più belli di quando eri una ragazzina.

P.S. Ritorna.

Tuoi Mamma e Papà

Quella lettera mi fece piangere, cosi' tanto che decisi di tornare, ma prima risposi ai miei genitori:

Caro mamma e babbo,
Il pensiero di tornare non mi ha mai abbandonata, pensavo tanto a voi, tanto che ho deciso di tornare.

Vostra Becki

Mi tolsi tutti gli abiti eleganti che avevo addosso e mi vestii come una contadina, presi il primo aereo per Olbia e tornai. Il rivedere i miei genitori e il rimettere i piedi su quella terra che era la mia casa mi riempì il cuore di una forte emozione.
Ero tornata e non sarei più andata via.

Dal diario di Becki.
By SPICE GIRL

3° Premio
GIULIA SABA
Classe 1^ C Istituto Comprensivo Olbia

 

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