Si rinnova ad Olbia il tradizionale rito religioso e non
solo ...
La Domenica delle Palme
Tutti gli anni si festeggia con allegria l'arrivo della Pasqua
ma in particolare la Domenica delle Palme.
Molta gente, per tradizione, lavora le palme in modo stupendo intrecciandole,
per creare strane forme e bellissime figure.
Nel piazzale parrocchiale della Sacra Famiglia ogni anno sembra di essere in
un mercatino, ragazzi, bambini e anziani stanno davanti alla chiesa per vendere
le palme a chi entra in chiesa.
Molti altri invece iniziano una o due settimane prima girando per le case e
suonando i campanelli per vendere le loro palme da portare in Chiesa per la
solenne benedizione.
Nei dintorni di Olbia, dopo aver ascoltato la messa e benedette le palme si
torna a casa per pranzare con gli amici o con i parenti.
Sul tavolo si possono vedere le saporite pietanze fatte in casa, il pane tipico
sardo fatto in casa e cotto insieme all'agnello, al capretto e al porcetto nel
forno a legna di una volta.
La "revea", preparata sullo spiedo, polmone, fegato intercalato da fettine di
lardo, ricoperte dalle interiora.
Inoltre, nei giorni precedenti, vengono preparate numerose varietà di dolci
caratteristici di questo rito. Fra quelli più tipici abbiamo "li cajatini",
preparati dalle persone più anziane ed esperte.
Come prima cosa, si prepara la pasta, amalgamata accuratamente con lo strutto,
e lavorata a mano, anche se quasi sempre questo procedimento è stato sostituito
dalle impastatrici elettriche.
Successivamente, si prepara il formaggio; viene in primo luogo ridotto in poltiglia
e in seguito mescolato con le uova , con la farina, con un po' di zucchero,
con dell'uvetta, dopo una prima lavorazione, si aggiunge la scorza di alcuni
limoni e di alcune arance, essenza d'anice e un pizzico di sale.
Dopo aver preparato questi due componenti, si inizia a dividere la pasta e a
riempirla col formaggio. Altro dolce caratteristico delle feste pasquali è l'amaretto.
Anch'essi, come "li cajatini", sono un dolce molto antico, richiedono un'alta
dose di attenzione e di esperienza. Affinché, si abbia un buon risultato , bisogna
mescolare le mandorle (sia le dolci che le amare) con gli albumi. Dopo aver
mescolato ben bene questi due ingredienti, si aggiunge lo zucchero e la scorza
di limone.
In conclusione vengono fatte delle palline di pasta e poi vengono messe a cuocere.
Altro dolce tipico delle festività pasquali sono "li niuleddi". Anche questi
ultimi, come quelli precedentemente indicati, sono molto antichi e richiedono
molta esperienza.
Come prima cosa bisogna preparare la pasta, ottenuta da un impasto di farina,
uova e zucchero. In secondo luogo, si aggiunge la scorza di più arance e in
seguito la pasta viene divisa in tanti pezzetti a forma di rombo.
Successivamente vengono immersi nel miele e fatti asciugare su delle foglie
di arancio.
Durante il pomeriggio gli adulti, ma anche i ragazzi si dirigono nelle campagne
del paese con due galline oppure con delle arance per esercitarsi al tiro al
bersaglio, un rito antico, ma molto crudele che ancora oggi, sia pure in decadimento,
viene ripetuto proprio in occasione delle feste pasquali.
Prima dell'inizio alle galline viene fatto bere qualche sorso di vino; in seguito
vengono sotterrate, lasciando scoperta solamente la piccola testa. Lo scopo
di questa usanza, è colpire con un solo colpo di fucile la testa della povera
bestia, dimostrando così la maestria nell'usare il fucile.
Nelle arance viene fatto un foro e poi si appoggiano su dei tronchetti oppure
su dei sassi. Queste ricorrenze, entrambe molto antiche, vengono svolte abitualmente
ogni anno.
(E. Addari, G. Fadda, P. Murrighi, 3a B)