La
prima gita è stata fatta il 30 Aprile, la giornata sembrava promettere
bene per il programma stabilito. Siamo partiti di buon mattino dall'ingresso
della scuola intorno alle 7:30. Tutti noi eravamo ansiosi per ciò
che avremo visto e non eravamo affatto turbati per il lungo tragitto che
avremo dovuto percorrere. La prima tappa è stata fatta alla chiesa
campestre di San Francesco (Santu Franziscu) di Lula.
Si dice che questa chiesetta sia stata costruita verso la metà
del 1500 da un certo Francesco Tolu di Nuoro che incolpato di un'omicidio,
facesse il latitante in quelle zone, protetto da pastori nuoresi e una
volta assolto al giudizio tende fede al voto costruendo appunto questa
chiesa.
L'ospitalità e la gentilezza dei priori è stata da noi gradita.
I priori si stavano preparando per la festa in onore di San Francesco.
Infatti loro vanno in giro per le case a chiedere delle offerte per la
preparazione della festa.Ci hanno gentilmente offerto degli amaretti e
ci hanno fatto notare il FILINDEU (filo di Dio) ne preparavano in abbondanza
circa due quintali perché preferivano che ne rimanesse piuttosto
che ne mancasse. Il filindeu è una speciale minestra che viene
preparata a Nuoro da una famiglia che si è tramandata di generazione
in generazione la ricetta. Di solito la si prepara col brodo di pecora
o di montone e spesse volte di carne mista. Inoltre ci hanno fatto vedere
anche la grande cucina dove vengono preparati i pasti per i novenanti
e per i pellegrini. Ci hanno spiegato come preparano gli arrosti, la carne
bollita di pecora e altri piatti della cucina tipica sarda. La chiesa
si trova in un luogo poco abitato dove la vegetazione è molto rigogliosa
.
Alla
fine di questa visita alla chiesa abbiamo proseguito per giungere al Montalbo,
la nostra seconda tappa.
Il professore ci ha spiegato che molto tempo fa il Montalbo è stato
invaso dal mare e per questo motivo è di origine sedimentaria.
La roccia è di carbonato di calcio e di magnesio come le famose
dolomiti del trentino. Una teoria sostiene che circa 220 milioni di anni
fa, con l'inizio della deriva dei continenti il blocco Sardo- Corso si
sia staccato dai complessi dei Pirenei ruotando in senso anti orario di
circa 35 gradi. Tale teoria è confermata dal fatto che sia le rocce
sardo-corse sia quelle pirenaiche hanno lo stesso orientamento magnetico,
quindi la stessa origine oltre ad avere anche la stessa flora e la stessa
fauna.
Il basamento del versante est (monte Senes) è granitico, mentre
nel versante nord-ovest è scistoso.
Il Montalbo è caratterizzato da due punte, la punta Caterina e
la punta Turudò, che raggiungono l'altezza di 1127 metri. La vegetazione
è molto rigogliosa, troviamo il rosmarino, il lentisco, la rosa
canina, il leccio, il corbezzolo, la ginestra, il cisto rosa e il cisto
bianco, che sempre più alto comincia a scomparire e al contrario
compare l'erica arborea e il ginepro.
A sostenerci durante il cammino c'era il signor Benigno Spanu, amico di
prof. Contu
Mentre salivo mi sono accorta che la terra del monte è rossastra
proprio come ci aveva accennato il professore spiegandoci che è
formata in gran parte di argilla in parte impermeabile all'acqua.
Abbiamo fatto alcune soste, soprattutto a causa della Prof.ssa Senes che
incominciava a dare i primi segni di stanchezza.
All'ennesima
sosta ci siamo fermati per la pausa pranzo e in seguito il Prof. Contu,
insieme ad alcuni dei miei compagni, è andato a visitare un vecchio
ovile di capre, caratteristico per la forma del rifugio costruito tutto
in legno di ginepro stagionato. Quello che particolarmente mi ha colpito
è la raccolta dell'acqua piovana che dalle rocce confluiva in un
pozzo costruiti appositamente data la scarsa presenza di acqua nel Montalbo.
Prof. Contu ci ha spiegato che i pastori sfruttavano per le loro esigenze
l'acqua piovana contenuta in "sos Presezzos" che sono delle
concavità nella roccia. Nel frattempo gli altri che erano rimasti
con la Prof.ssa Senes erano impegnati a guardare Alessandro e Roberto
che imitavano gli animali.
Quando ci siamo di nuovo tutti riuniti abbiamo rincominciato il nostro
cammino verso la via di ritorno.
Alcune di noi ragazze sono state portate in auto dal signor Benigno fino
al pullman.
Poi ci siamo potuti riposare grazie all'ospitalità di Benigno e
di sua moglie che ci ha offerto dell'ottimo tè e dei pasticcini.
La terza tappa è stata fatta al paesino, la Caletta, dove - cosa
che non si può dimenticare - abbiamo assaggiato le buonissime pizze
del posto.
Al ritorno verso casa abbiamo lasciato a metà strada Alessandro
Zuddas e infine i genitori ci hanno accolto all'arrivo ad Olbia.
La seconda visita guidata è stata organizzata per il 4 Maggio alle
ore 08.00 per Tavolara, dal centro con un pullman di linea.
Siamo saliti sul pullman e abbiamo fatto un viaggio, che è durato
20 minuti, fino a Porto San Paolo.
Qui al contrario del Montalbo la giornata era nuvolosa e non prometteva
affatto bene. Arrivati a Porto San Paolo abbiamo fatto una breve camminata
per arrivare al porto, dove ci aspettava il nostro traghetto. Il mare
era calmo poi però avvicinandoci all'isola ha incominciato ad agitarsi.
La prima cosa che ho potuto notare è l'acqua cristallina sulle
sponde del mare, poi il capitano insieme al prof. Contu ci ha fatto notare
la grotta della ghigliottina chiamata così per la sua forma.
Ho notato una pietra sulla quale poggiavano i cormorani, la punta e la
Grotta del Papa e l'Arco.
Dopo aver osservato l'isola, nelle sue coste siamo ritornati indietro
per sbarcare sul porto di Tavolara.
Tavolara è un'isola, che si estende 5,9 Kmq, con meno di 17 abitanti,
e si trova nel Mar Tirreno, presso la costa nord-orientale della Sardegna,
compresa nel comune di Olbia. Chiude il golfo di Olbia e culmina 565 m
nella punta Cannone.
Dopo essere scesi a terra, siamo andati a visitare il cimitero di Tavolara,
la cosa che mi ha maggiormente colpito di questo cimitero sono le tombe
dei re pastori locali.
Poi abbiamo camminato per un po' lungo l'isola dove non era recintato.
Abbiamo potuto notare la presenza del cisto e il lentisco, più
o meno Tavolara ha la stessa flora del Montalbo.
Durante la passeggiata abbiamo visto dei forni per la lavorazione della
calce che è prodotta grazie alla cottura del calcare.
Dopo abbiamo "spuntinato" e mentre i maschi erano impegnati
a prendere ricci, io insieme a Barbara, Valentina, Silvia e la Prof.ssa
Saddi ci siamo divertite ad esplorare le abitazioni del posto.
Intorno alle 14.30 è venuto a riprenderci il nostro traghetto,
che ci ha portati fino a Porto San Paolo dove siamo entrati in un bar
per rifornire il nostro stomaco.
Siccome pioveva ci siamo rifugiati presso una casa per proteggerci dalla
pioggia, e per aspettare il nostro pullman che ci avrebbe portato a Olbia
dove i nostri genitori ci aspettavano.
La terza e ultima visita è stata fatta all'arcipelago della Maddalena
l'8 Maggio alle 08.30. Anche questa volta abbiamo preso un Pullman di
linea che ci avrebbe dovuto portare fino a Palau, dove poi avremmo preso
il traghetto "Vagabondo".
Arrivati a Palau ci siamo fermati a comprare oggetti dai "Vucumprà".
Saliti sul traghetto dopo un po' di tempo siamo partiti, abbiamo costeggiato
in lontananza l'isola della Maddalena, e quella della spiaggia rosa la
quale è stata chiusa per motivi validi; siamo invece scesi nell'isola
di Santa Maria, dove abbiamo visto il faro, abbiamo potuto godere della
bellezza della spiaggia e del caldo sole che ci beccava in faccia.
Per andare in questa spiaggia abbiamo dovuto attraversare le bocche di
Bonifacio, dove il vento tirava forte.
Abbiamo costeggiato l'isola di S. Stefano, e siamo scesi nell'isola di
Spargi, dove abbiamo visto una roccia particolare, il Capo della Strega.
All'interno dell'isola siamo entrati in una grotta e i ragazzi si sono
diretti verso la spiaggia dove si sono divertiti a buttarsi per terra
mentre noi ragazze eravamo intente a prendere il sole.
Sempre nell'isola abbiamo visto una vecchia caserma ormai abbandonata
e piena di cose inquinanti.
Dopo circa un'ora circa ci siamo nuovamente imbarcati per ritornare a
casa.
Ritornati a Palau siamo andati a prendere un gelato al bar e alla fine
abbiamo preso il pullman per Olbia dove siamo arrivati verso le 19.00.
Eravamo stanchi me contenti dell'esperienza vissuta.
Il programma, sin dall'inizio,
è stato interessante e le esperienze vissute sono state istruttive.
Lo scopo di queste visite guidate era quello di saper distinguere i diversi
tipi di luoghi e di vegetazione, per approfondire la nostra conoscenza
nei confronti della Sardegna e così è stato.
E ora e solo ora posso dire di conoscere un po' di più la Sardegna.
|