testatina.jpg - 10448 Bytes
   

IMPARIAMO A CONOSCERE LA SARDEGNA
In viaggio con la scuola
Anche la classica "gita scolastica" - viaggio di istruzione - consente agli studenti di conoscere meglio i diversi ambienti dell'isola

MontalboLa prima gita è stata fatta il 30 Aprile, la giornata sembrava promettere bene per il programma stabilito. Siamo partiti di buon mattino dall'ingresso della scuola intorno alle 7:30. Tutti noi eravamo ansiosi per ciò che avremo visto e non eravamo affatto turbati per il lungo tragitto che avremo dovuto percorrere. La prima tappa è stata fatta alla chiesa campestre di San Francesco (Santu Franziscu) di Lula.
Si dice che questa chiesetta sia stata costruita verso la metà del 1500 da un certo Francesco Tolu di Nuoro che incolpato di un'omicidio, facesse il latitante in quelle zone, protetto da pastori nuoresi e una volta assolto al giudizio tende fede al voto costruendo appunto questa chiesa.
L'ospitalità e la gentilezza dei priori è stata da noi gradita. I priori si stavano preparando per la festa in onore di San Francesco. Infatti loro vanno in giro per le case a chiedere delle offerte per la preparazione della festa.Ci hanno gentilmente offerto degli amaretti e ci hanno fatto notare il FILINDEU (filo di Dio) ne preparavano in abbondanza circa due quintali perché preferivano che ne rimanesse piuttosto che ne mancasse. Il filindeu è una speciale minestra che viene preparata a Nuoro da una famiglia che si è tramandata di generazione in generazione la ricetta. Di solito la si prepara col brodo di pecora o di montone e spesse volte di carne mista. Inoltre ci hanno fatto vedere anche la grande cucina dove vengono preparati i pasti per i novenanti e per i pellegrini. Ci hanno spiegato come preparano gli arrosti, la carne bollita di pecora e altri piatti della cucina tipica sarda. La chiesa si trova in un luogo poco abitato dove la vegetazione è molto rigogliosa .

Ulivo secolareAlla fine di questa visita alla chiesa abbiamo proseguito per giungere al Montalbo, la nostra seconda tappa.
Il professore ci ha spiegato che molto tempo fa il Montalbo è stato invaso dal mare e per questo motivo è di origine sedimentaria. La roccia è di carbonato di calcio e di magnesio come le famose dolomiti del trentino. Una teoria sostiene che circa 220 milioni di anni fa, con l'inizio della deriva dei continenti il blocco Sardo- Corso si sia staccato dai complessi dei Pirenei ruotando in senso anti orario di circa 35 gradi. Tale teoria è confermata dal fatto che sia le rocce sardo-corse sia quelle pirenaiche hanno lo stesso orientamento magnetico, quindi la stessa origine oltre ad avere anche la stessa flora e la stessa fauna.
Il basamento del versante est (monte Senes) è granitico, mentre nel versante nord-ovest è scistoso.
Il Montalbo è caratterizzato da due punte, la punta Caterina e la punta Turudò, che raggiungono l'altezza di 1127 metri. La vegetazione è molto rigogliosa, troviamo il rosmarino, il lentisco, la rosa canina, il leccio, il corbezzolo, la ginestra, il cisto rosa e il cisto bianco, che sempre più alto comincia a scomparire e al contrario compare l'erica arborea e il ginepro.
A sostenerci durante il cammino c'era il signor Benigno Spanu, amico di prof. Contu
Mentre salivo mi sono accorta che la terra del monte è rossastra proprio come ci aveva accennato il professore spiegandoci che è formata in gran parte di argilla in parte impermeabile all'acqua.
Abbiamo fatto alcune soste, soprattutto a causa della Prof.ssa Senes che incominciava a dare i primi segni di stanchezza.
MontalboAll'ennesima sosta ci siamo fermati per la pausa pranzo e in seguito il Prof. Contu, insieme ad alcuni dei miei compagni, è andato a visitare un vecchio ovile di capre, caratteristico per la forma del rifugio costruito tutto in legno di ginepro stagionato. Quello che particolarmente mi ha colpito è la raccolta dell'acqua piovana che dalle rocce confluiva in un pozzo costruiti appositamente data la scarsa presenza di acqua nel Montalbo. Prof. Contu ci ha spiegato che i pastori sfruttavano per le loro esigenze l'acqua piovana contenuta in "sos Presezzos" che sono delle concavità nella roccia. Nel frattempo gli altri che erano rimasti con la Prof.ssa Senes erano impegnati a guardare Alessandro e Roberto che imitavano gli animali.
Quando ci siamo di nuovo tutti riuniti abbiamo rincominciato il nostro cammino verso la via di ritorno.
Alcune di noi ragazze sono state portate in auto dal signor Benigno fino al pullman.
Poi ci siamo potuti riposare grazie all'ospitalità di Benigno e di sua moglie che ci ha offerto dell'ottimo tè e dei pasticcini.
La terza tappa è stata fatta al paesino, la Caletta, dove - cosa che non si può dimenticare - abbiamo assaggiato le buonissime pizze del posto.
Al ritorno verso casa abbiamo lasciato a metà strada Alessandro Zuddas e infine i genitori ci hanno accolto all'arrivo ad Olbia.
La seconda visita guidata è stata organizzata per il 4 Maggio alle ore 08.00 per Tavolara, dal centro con un pullman di linea.
Siamo saliti sul pullman e abbiamo fatto un viaggio, che è durato 20 minuti, fino a Porto San Paolo.
Qui al contrario del Montalbo la giornata era nuvolosa e non prometteva affatto bene. Arrivati a Porto San Paolo abbiamo fatto una breve camminata per arrivare al porto, dove ci aspettava il nostro traghetto. Il mare era calmo poi però avvicinandoci all'isola ha incominciato ad agitarsi.
La prima cosa che ho potuto notare è l'acqua cristallina sulle sponde del mare, poi il capitano insieme al prof. Contu ci ha fatto notare la grotta della ghigliottina chiamata così per la sua forma.
Ho notato una pietra sulla quale poggiavano i cormorani, la punta e la Grotta del Papa e l'Arco.
Dopo aver osservato l'isola, nelle sue coste siamo ritornati indietro per sbarcare sul porto di Tavolara.
Tavolara è un'isola, che si estende 5,9 Kmq, con meno di 17 abitanti, e si trova nel Mar Tirreno, presso la costa nord-orientale della Sardegna, compresa nel comune di Olbia. Chiude il golfo di Olbia e culmina 565 m nella punta Cannone.
Dopo essere scesi a terra, siamo andati a visitare il cimitero di Tavolara, la cosa che mi ha maggiormente colpito di questo cimitero sono le tombe dei re pastori locali.
Poi abbiamo camminato per un po' lungo l'isola dove non era recintato. Abbiamo potuto notare la presenza del cisto e il lentisco, più o meno Tavolara ha la stessa flora del Montalbo.
Durante la passeggiata abbiamo visto dei forni per la lavorazione della calce che è prodotta grazie alla cottura del calcare.
Dopo abbiamo "spuntinato" e mentre i maschi erano impegnati a prendere ricci, io insieme a Barbara, Valentina, Silvia e la Prof.ssa Saddi ci siamo divertite ad esplorare le abitazioni del posto.
Intorno alle 14.30 è venuto a riprenderci il nostro traghetto, che ci ha portati fino a Porto San Paolo dove siamo entrati in un bar per rifornire il nostro stomaco.
Siccome pioveva ci siamo rifugiati presso una casa per proteggerci dalla pioggia, e per aspettare il nostro pullman che ci avrebbe portato a Olbia dove i nostri genitori ci aspettavano.
La terza e ultima visita è stata fatta all'arcipelago della Maddalena l'8 Maggio alle 08.30. Anche questa volta abbiamo preso un Pullman di linea che ci avrebbe dovuto portare fino a Palau, dove poi avremmo preso il traghetto "Vagabondo".
Arrivati a Palau ci siamo fermati a comprare oggetti dai "Vucumprà".
Saliti sul traghetto dopo un po' di tempo siamo partiti, abbiamo costeggiato in lontananza l'isola della Maddalena, e quella della spiaggia rosa la quale è stata chiusa per motivi validi; siamo invece scesi nell'isola di Santa Maria, dove abbiamo visto il faro, abbiamo potuto godere della bellezza della spiaggia e del caldo sole che ci beccava in faccia.
Per andare in questa spiaggia abbiamo dovuto attraversare le bocche di Bonifacio, dove il vento tirava forte.
Abbiamo costeggiato l'isola di S. Stefano, e siamo scesi nell'isola di Spargi, dove abbiamo visto una roccia particolare, il Capo della Strega.
All'interno dell'isola siamo entrati in una grotta e i ragazzi si sono diretti verso la spiaggia dove si sono divertiti a buttarsi per terra mentre noi ragazze eravamo intente a prendere il sole.
Sempre nell'isola abbiamo visto una vecchia caserma ormai abbandonata e piena di cose inquinanti.
Dopo circa un'ora circa ci siamo nuovamente imbarcati per ritornare a casa.
Ritornati a Palau siamo andati a prendere un gelato al bar e alla fine abbiamo preso il pullman per Olbia dove siamo arrivati verso le 19.00.
Eravamo stanchi me contenti dell'esperienza vissuta.

Il programma, sin dall'inizio, è stato interessante e le esperienze vissute sono state istruttive.
Lo scopo di queste visite guidate era quello di saper distinguere i diversi tipi di luoghi e di vegetazione, per approfondire la nostra conoscenza nei confronti della Sardegna e così è stato.
E ora e solo ora posso dire di conoscere un po' di più la Sardegna.

Contene Veronica II^ B