Indice
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Progetto Ponza
LA CULTURA DEL MARE
Il
mestiere di pescatore.
L'apprendimento del mestiere comincia generalmente a otto-dieci anni attraverso
l'osservazione, la memorizzazione e la sperimentazione. Per far fronte
alle oggettive difficoltà di appropriazione del prodottto del mare, i
pescatori utilizzano particolari strumenti di locomozione, attrezzature
specifiche e conoscenze particolari nonchè la memorizzazione di luoghi
di pesca. Tutte le conoscenze tecniche necessarie alla pratica della pesca
vengono trasmesse di generazione in generazione.
Tecnica
di pesca all'aragosta.
Per pescare l'aragosta i ponzesi utilizzavano le nasse che loro stessi
costruivano con giunchi e verghe di mirto. Per spaccare le canne e pulire
le verghe dalle foglie usavano un coltello con lama uncinata chiamato
rangillo. Il pescato giornaliero di aragoste veniva meso in una
grande nassa chiamata marrufo, che veniva ancorata in una zona
di mare sabbiosa dove non vi era pa presenza di polpi che facilmente si
sarebbero cibati delle aragoste.1
Solidarietà
e competizione tra pescatori
Due degli elementi che caratterizzano l'attività dei pescatori sono la
solidarietà che si sviluppa fra i gruppi nel caso di esigenza di reciproco
soccorso e la competizione fra gli stessi durante le regolari uscite quotidiane.
È importante sottolineare questa fondamentale forma di solidarietà, perchè,
come afferma l'antropologa G. Mondardini, nonostante la competizione palese
tra i vasri gruppi, ciò non toglie che in caso di pericolo la solidarietà
fra le unità di pesca riappaia forte e rassicurante. Soprattutto in presenza
di lunghe migrazioni stagionali la solidarietà tra i gruppi di pesca è
indispensabile quanto quella all'interno di ogni gruppo, anche perchè
sarebbe estremamente pericoloso andare da soli.2
1 "Servizio parrocchiale", Ed. 1996/97 a cura di don Pasquale Finà
2 G. Mondardini Morelli "Spazio e tempo nella cultura
dei pescatori", Dipartimento di Economia Istituzioni e società, Sassari,
1998
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