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Il Naufragio della “Tartana Fenice”
Ricordato a 106 anni di distanza il tragico naufragio di marinai viareggini.

Lo stendardo di Viareggio Il giorno 9/01/1896 un battello carico di legname salpato da Viareggio e diretto a Carloforte s'imbatté in una terribile tempesta di acqua, grandine e vento, finchè non s'inabissò nel tratto di costa che va da Cala Sabina a Cala Pascale (Golfo Aranci).
Oggi a rappresentare quelle giovanissime vittime rimangono delle croci, in un piccolo ma ridente cimitero in riva al mare, con su scritto nome, cognome ed età.
Su quell'imbarcazione c'erano esattamente sette persone, tra cui un ragazzino di nove anni appena, si trovava lì per lavoro.
I nomi dei marinai naufraghi appartenenti alla “Tartana Fenice” sono: Antonio Cupisti, Giovanni Del Pistoia, Giovanni Luporini, Giovanni Ghiselli, Michele Bertuccelli, Temistocle Lippi e Clodoveo Cupisti.
Ogni anno a Cala Pascale si svolge una cerimonia di commemorazione in ricordo di questi poveri “sventurati”.
Quest'anno in particolare la cerimonia è stata arricchita dalla presenza di numerose persone e resa ancora più significativa dall'annuncio dato dal nostro sindaco e dal rappresentante della città di Viareggio, Sig. Alessandro Torciliani, del patto di Gemellaggio tra la città di Viareggio e Golfo Aranci.

Il giorno 9/01/2002, come dicevo, c'è stata la commemorazione a Cala Pascale; il nostro sindaco ha messo a disposizione un treno e ha rivolto un invito a qualunque cittadino ritenesse opportuno andarci, alle scuole medie e a tutte le forze dell'ordine.
Giunti sul luogo, il nostro parroco Don Finà ha celebrato la S.Messa e subito dopo il Sig. Alessandro Torciliani ha esplicitato e chiarito il patto di Gemellaggio che legherà d'ora in poi la cittadina di Viareggio ed il paese di Golfo Aranci, uniti da interessi comuni e soprattutto dalla “cultura del mare”.
Subito dopo la parola è passata al nostro sindaco; anch'egli con tenacia e decisa fermezza ha divulgato lo stesso argomento, aggiungendo inoltre qualcosa di molto toccante sul naufragio.

Il lancio della corona in mare È arrivato quindi il momento del lancio della corona in mare, ma prima di eseguire questo “rito” è stata recitata la preghiera del navigante, da un marinaio d'Italia viareggino.
Mentre voltavo lo sguardo verso la costa est, mi sono impietosito per la fila di croci che si poteva intravvedere.
Tutto si è concluso in breve, credo che nessuno e dico nessuno di quanti hanno assistito alla cerimonia potrà mai cancellare la data del 9/01/1896 e l'avvenimento in particolare, ormai a 106 anni di distanza dall'accaduto.

Marco Piras
2^A  Sc. Media G. Aranci


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