Le Muse Inquietanti - Giorgio De Chirico

( 1916- Milano, Collezione Mattioli)

      PARALLELEPIPEDO:

 St = Sl +2Ab  Ab = (St - Sl ) : 2  Ab = V : h
 Sl = St - 2Ab   V = Ab x h h = V : Ab
 S = p x h   h = Sl : p  p = Sl : h

  

 

 

   

    

  

 

A Ferrara è ispirato uno dei quadri più emblematici dell'arte di De Chirico. I colori sono caldi ma fermi e privi di vibrazioni atmosferiche, la luce è bassa, le ombre lunghe e definite nettamente; la prospettiva accentuata dalle linee convergenti in profondità, su una specie di palco ligneo rialzato, crea un vasto spazio allucinante, mentre sullo sfondo il castello estense ci richiama al grande passato della città, mentre le ciminiere, al suo presente. Ma la città è deserta, le ciminiere non fumano, tutto è statico e sospeso. In questo luogo sognato, solo apparentemente reale, dove tutto è immobilizzato, non possono abitare uomini, esseri viventi ma solo manichini, che hanno solamente l'aspetto dell'uomo, non l'essenza. Il questo quadro i manichini hanno corpi in foggia di statue classiche, dalle pieghe ricadenti parallelamente, in quello di sinistra simili alle scanalature di una colonna dorica, come in una scultura greca arcaica. Il richiamo alla Grecia giustifica il titolo: le muse sono inquietanti perché inserite in un contesto urbano tanto posteriore, inquietanti come lo sono certi sogni, certi incubi, dove tutto sembra reale ma non lo è perché è dato dal nostro inconscio. I motivi tratti dalla realtà quotidiana sono riuniti senza un motivo giustificabile sul piano razionale. E' questa la forza di De Chirico.

Giorgio de Chirico

Pittore italiano, nato in Grecia nel 1888, fondatore della scuola metafisica, una tendenza artistica del novecento che voleva far leva su un effetto di sorpresa e sulle suggestioni immediate suscitate dal quadro, ricorrendo a immagini irreali e fantastiche; importante era soprattutto l’ambientazione che annunciava presenze solitarie quali piazze, torri, statue, edifici senza età, nature morte e piccole figure di uomini indistinti che sembravano trovarsi dentro il quadro come per incantesimo.

De Chirico studiò arte ad Atene e a Monaco.

Mentre era ricoverato all’ospedale militare di Ferrara nel 1915, conobbe il pittore italiano futurista Carlo Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a definire i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920 tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista "Pittura metafisica".

Le opere realizzate dal 1915 al 1925 sono caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettiva non realistiche, immerse in un clima magico e misterioso, e dall’assenza di figure umane.

De Chirico fu vicino al gruppo di artisti favorevoli alla rivalutazione della pittura italiana tradizionale, che si ritrovava attorno alla rivista "Valori plastici", e partecipò alla loro esposizione a Berlino nel 1921.

Le opere successive si segnalano per il virtuosismo tecnico e l’omaggio alla tradizione archeologica e barocca, lo stile dominante nell’arte e nell’architettura dei paesi europei e di alcune colonie delle Americhe nel periodo compreso tra il 1600 e il 1750 circa.

De Chirico fu anche incisore e scenografo.

La datazione e l’attribuzione di alcuni suoi dipinti è assai ardua, perché l’artista stesso produsse nel secondo dopoguerra repliche dei suoi capolavori del periodo metafisico.

Morì a Roma nel 1978.

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