Il Surrealismo
Il surrealismo, come le altre avanguardie
nasce dopo un radicale cambiamento di pensiero, che modifica via via le
strutture sociali, i sistemi filosofici e le modalità dell’arte e della
letteratura.
All’inizio del ‘900 la società nel suo complesso sta mutando, e non molto
lentamente, cambia nei modi di produrre, nei rapporti sociali; cambia pure il
modo di percepire e concepire realtà e scienza basti ricordare la figura di
Albert Einstein. Il Surrealismo, come il Dadaismo, è un movimento di rivolta
che nasce dal rifiuto della guerra e che contesta la ragione, la logica e la
morale tradizionale. Se il dadaismo è un movimento puramente negatore, il
surrealismo vuole oltrepassare il pessimismo per costruire una nuova visione del
mondo, che possa cambiare la vita e trasformare la società. Sfruttando le
intuizioni della psicanalisi, nonché la crisi succeduta alla guerra, tale
movimento pose il sogno e le forze dell’inconscio come punto di partenza.
Rifiutando le leggi della logica e facendo leva sull’automatismo psichico
mirava a rappresentare in piena libertà le associazioni del pensiero. Contro la
realtà alienata e consumata dalle abitudini, si ricercò l’ignoto e il
meraviglioso, traendo da ciò immagini visionarie come nelle opere di Mirò,
Magritte, Dalì. I surrealisti intendono l’arte come uno strumento di
liberazione integrale dell’uomo, mirano al risveglio della sua fantasia, dei
suoi desideri, di tutte quelle forze interiori che la ragione e le convenzioni
sociali reprimono: il sogno, il fantastico, l’inconscio. L’artista deve
rompere ogni argine che frena la libertà espressiva e nel fare questo può e
deve contrapporsi alla tradizione