ABORIGENI   

home    pigmei     boscimani    tuaregh     indios    masai   lapponi

 

Gli Aborigeni raggiunsero l’Australia circa 45.000 anni fa. Giunsero dall’ Asia e, passando da un’isola all’altra, sbarcarono sulla costa settentrionale. Quando nel 1770 il navigatore inglese Giacomo Cook sbarcò sulla costa orientale, il loro numero era di 200.000, oggi sono solo 50.000 e molti di loro, vivono nelle riserve delle regioni steppose centrali

   

Tipicamente nomadi, cacciatori-raccoglitori, gli Aborigeni non posseggono villaggi nè vere capanne. Le loro abitazioni chiamate wurlies o gunyash, sono ripari provvisori contro il vento fatti con frasche e corteccia oppure delle rozze capanne a cupola coperte di cortecce. Essi nelle capanne vivono solo durante il periodo piovoso , altrimenti vivono all’ aperto dietro a paraventi.

   

 L’Australiano ignora molti aspetti nel campo tecnologico, come la lavorazione del suolo l’ estrazione e l’uso dei metalli, l’arte del vasaio e persino l’arco e le frecce. Gli australiani,  cacciatori-raccoglitori della steppa, o pescatori raccoglitori della costa si rivelano indifferenti a qualsiasi forma (anche primitiva) di coltivazione del terreno. L’attività principale è la ricerca di cibo. La loro vita è basata sulla raccolta dei prodotti spontanei del suolo e del mare, sulla caccia e sulla pesca. Le donne, accompagnate dai ragazzi, raccolgono frutta, radici e catturano piccoli animali, quali serpenti, lucertole,  insetti, larve, usano bastoni appuntiti con cui dissotterrano bulbi, radici, oppure snidano dalle tane piccoli animali. Gli uomini catturano la selvaggina con l’aiuto del  dingo (una specie di cane) che è l’unico animale domestico conosciuto dagli Aborigeni. Cacciano l’opopsum, il canguro, e molte specie d’uccelli. Nei fiumi costruiscono degli sbarramenti con dei rami per catturare pesci. Quando un cacciatore scopre delle orme fresche le insegue per giorni interi finchè non avvista l'animale. Dalla selce o da altra pietra essi ricavano alcuni attrezzi necessari alla loro vita: l’ accetta rozzamente scheggiata per incidere tacche sugli  alberi da scalare , per spaccare i tronchi i cui si nascondono gli alveari delle api selvatiche , o per staccare la corteccia dagli alberi , allo scopo di operarla nella confezione dei canotti; l’ ascia levigata per scavare recipienti di legno o per scolpire gli scudi macine e pestelli per frantumare i semi commestibili; raschiatoi, martelli e per fino trapani e seghe. Con le ossa dell’ emù e del canguro gli aborigeni fanno n lesine ed aghi per perforare e cucire le pelli e i fogli di scorza di albero. Le conchiglie, levigate ed affilate servono a fabbricare imprevedibili asce, ami da pesca, cucchiai, coltelli. Le pelli vengono sfruttate come otri per contenere e trasportare l’acqua in mancanza di terra  cotta e di metalli . erbe e giunchi servono per intrecciare un ricco assortimento di borse , sacchi e panieri di svariate forme; peli e tendini di animali selvatici e persino capelli umani vengono adoperati per costruire funicelle e corde. Dove esistono laghi e corsi d'acqua navigabili, gli aborigeni costruiscono barche dai 3 ai 6 metri, ricavate da un unico pezzo di corteccia, strappato da un grande albero( un eucalipto )e sagomato, mediante l'azione del fuoco, a forma di scafo.

Le armi

La maggior parte delle armi è di legno; le lance e i giavellotti portano una punta di pietra. Talvolta, sulla punta, vengono fissate con la resina delle schegge di quarzo e di altre pietre . L’arma più usata dagli Aborigeni è il boomerang. Si tratta di un’asticella piatta di legno duro di eucalipto o di acacia lunga al massimo un metro. E’ piegata ad angolo in modo di formare due bracci o pale leggermente curvati a spirale come nell’elica. Si può notare che una delle pale piatta e l’ altra è leggermente arrotondata. Questa formidabile arma una volta lanciata descrive in aria uno o più cerchi e poi ricade vicino al lanciatore. Vengono fatti dei lanci sino a 200 m. Durante la sua corsa velocissima le pale ruotano come un’elica in movimento; la sua forza d’urto è veramente poderosa ; se non colpisce nulla , atterra ai piedi del lanciatore con tale forza che le punte delle pale entrano nel terreno per 15 cm. In questo modo , se la mira non è stata precisa , l’arma rientra subito in possesso del lanciatore quando, però , il boomerang colpisce il bersaglio , non torna al lanciatore ma cade a terra. Una parte degli aborigeni dell’Australia continentale usava il propulsore, un lancia-dardi chiamato wommera. La sua funzione è di accrescere la distanza del lancio del giavellotto. Il propulsore è un pezzo di legno di lunghezza variabile. Ad un’estremità presenta un manico e dall’altra, o un uncino o uno scavo, destinati a connettersi con l’estremità del giavellotto .Le popolazioni che non dispongono di legno nel loro ambiente naturale usano propulsori in osso.

 

       

Gli Aborigeni vivono in gruppi tribali. Il loro nomadismo è circoscritto al solo vasto territorio attribuito alla tribù. Questo territorio costituisce propriamente la patria e anche la casa dell'aborigeno: al di qua tutto, per lui, è conosciuto e familiare, al di la tutto è misterioso e infido .Entro il suo territorio il nomade impara a conoscere quali luoghi sono praticati di preferenza dai marsupiali, dagli uccelli o dalle grosse lucertole che egli caccia e di cui si nutre insieme alla sua famigliola. Impara inoltre a conoscere l'esatta  posizione degli stagni o dei corsi d'acqua a cui dissetarsi. Nei territori aridi sanno anche dove si trovano i corsi di acqua sotterranei; ed in questi punti, separati tra loro da un giorno di cammino, scavavano pozzi poco profondi. Nel nord, gli aborigeni spillavano acqua dai fusti bulbosi degli alberi e la succhiavano dalle radici con speciali cannucce munite di filtro.

 

   

 Gli aborigeni indossano in occasione di feste e cerimonie, durante le danze favolosi copricapi rituali e si tingono il corpo con disegni multicolore di singolare bellezza. Con le ossa dell'emù e del canguro costruiscono dei punteruoli per perforarsi il setto nasale e infilare poi nel foro asticciole d'osso e penne dai colori brillanti a scopo ornamentale. Sul corpo vengono praticati tagli da cui derivano le grandi cicatrici ornamentali in rilievo. Con le cerimonie di iniziazione, gli adolescenti vengono sottoposti a prove di resistenza e di dolore. Gli spettatori delle danze mascherate e dei riti drammatici vengono istruiti del mondo e della vita. Essi imparano a scoprire il legame che gli unisce ai propri simili e al creato, a conoscere il proprio posto nella società e nell'universo, a capire il senso dell'esistenza.

 

home  pigmei  boscimani  tuaregh  indios   masai   lapponi