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Maria Montessori: un itinerario biografico e
intellettuale (1870-1909)
di Paola Trabalzini |
5. 1896-1909: gli anni che preparano la prima edizione di Il
metodo
Nel 1896, e precisamente il 10 luglio, Montessori si laureò discutendo la
tesi dal titolo Contributo clinico allo studio delle
allucinazioni a contenuto antagonistico. Il relatore era il professore.
Ezio Sciamanna, direttore della clinica psichiatrica dellUniversità
di Roma[1].
La scelta di svolgere la tesi di laurea sul tema delle allucinazioni
antagonistiche è motivata da Montessori con il fatto che si trattava di
un argomento che pur «degno di grande interesse» era stato poco
trattato, soprattutto dagli autori tedeschi[2].
Tra gli studiosi italiani la laurenda cita: Tamburini, riguardo alle
allucinazioni motorie, e soprattutto Sante De Sanctis, compreso tra gli
autori più noti della moderna psichiatria ad essersi occupato delle
allucinazioni antagonistiche[3].
De Sanctis aveva contribuito alla ricerca su questo argomento con due
scritti dal titolo: I fenomeni di contrasto in psicologia (1895)
e Negativismo vesanico e allucinazioni antagonistiche (maggio
1896). Il tema era stato quindi oggetto di studio presso la clinica
psichiatrica, dove De Sanctis lavorava già da tre anni. Se teniamo
conto che il secondo scritto di De Sanctis precede la tesi di Montessori
di soli due mesi e che questultima costituì il materiale per un
articolo a firma De Sanctis-Montessori, pubblicato nel 1897, è
possibile ipotizzare che sia stato proprio lo psichiatra a seguire la
laureanda durante lelaborazione e la stesura della tesi[4]. Questa è composta da una
parte introduttiva in cui è ricostruita sia la letteratura scientifica
relativa alle allucinazioni in generale, sia la letteratura scientifica
concernente le allucinazioni antagonistiche in particolare[5].
Segue poi la descrizione e il commento dei casi clinici osservati sia
presso la clinica psichiatrica, sia, in seguito alla «gentile
concessione del prof. Bonfigli»[6],
presso il manicomio di Roma. La tesi si conclude con la proposta di
classificazione, non ne era stata elaborata ancora una, delle
allucinazioni antagonistiche.
Il lavoro di tesi, come è stato detto, venne pubblicato lanno
successivo insieme a De Sanctis col titolo Sulle cosiddette
allucinazioni antagonistiche[7].
Larticolo rispecchia la struttura della tesi, anche se maggiori sono
i riferimenti a studi contemporanei e più ampio il commento finale nel
quale, rispetto alla tesi, viene messa in evidenza linfluenza del
carattere individuale in tutte le forme psicopatiche, fatto che i due
autori ritengono dovesse essere oramai tenuto in maggior conto, come
anche riconosceva Morselli[8].
La tesi era stata quindi ripresa da due autori, e con lesperienza di
De Sanctis, le era stata data una forma più adatta alle necessità di
un saggio, mentre il maggior numero di note di discussione indica un
ulteriore approfondimento dellargomento da parte degli autori. Prima
del lavoro con De Sanctis, Montessori aveva già pubblicato un suo
personale contributo dal titolo Sul significato dei cristalli del
Leyden nellasma bronchiale[9].
Il conseguimento della laurea se rappresentò la realizzazione di un
progetto al quale Montessori si era dedicata con impegno, affrontando
ostacoli culturali, sociali e, come abbiamo visto, difficoltà
personali, costituì anche linizio del suo inserimento nella comunità
medico-scientifica del tempo e di un nuovo periodo di lavoro,
approfondimento e ricerca. Negli anni che seguirono la laurea in
medicina fino al 1909, Maria Montessori fu coinvolta in unattività
febbrile, instancabile, ricca di frequentazioni, studi ed interessi.
Sono gli anni in cui maturano alcune scelte importanti sia di carattere
professionale, sia personale; anni di forte impegno sociale in difesa
dei diritti delle donne e per il recupero dei bambini anormali.
Unattività intensa svolta a favore di due gruppi sociali entrambi,
anche se per ragioni differenti, ai margini della società. La ricca
esperienza che la pedagogista marchigiana viene accumulando rappresenta
anche una progressiva, se pur indiretta, fase di preparazione verso
lesperimento delle Case dei Bambini. Se infatti nella prima edizione
di Il metodo Montessori evidenzia che il libro risulta da «esperienze
compiute durante due anni nelle Case dei Bambini,,», poche righe
dopo la pedagogista sente di dover precisare di non esser stata «esatta
dicendo che il presente lavoro proviene da due anni di esperienza: non
credo -continua la studiosa- che questi miei ultimi tentativi, avrebbero
potuto permettere di creare tutto quanto esporrò in seguito. Il sistema
educativo delle Case dei Bambini, infatti, non nasce senza più lontane
origini: e se il corso della presente esperienza è così breve sui bambini
normali, essa però proviene da esperienze pedagogiche fatte sui
bambini anormali, e come tale rappresenta un assai lungo lavoro
del pensiero»[10].
Se il lavoro accanto ai bambini anormali svolto nel periodo 1896-1901
costituisce lesperienza principale ai fini dellelaborazione di un
metodo educativo per i bambini normali, e quindi per la stesura di Il
metodo, di fatto è tutta lintera attività svolta dalla studiosa
marchigiana ad iniziare dal 1896 che rifluisce nel testo del 1909, come
accade per lesperienza femminista di cui troviamo traccia nel Discorso
inaugurale pronunziato in occasione dellapertura di una «Casa dei
Bambini», poi inserito nella prima edizione di Il metodo[11], e per gli studi di
antropologia pedagogica.
Possiamo quindi affermare che il libro edito nel 1909 abbia le sue radici
negli anni di studio che precedettero lesperimento nel quartiere San
Lorenzo di Roma, e di conseguenza seguire i momenti in cui si articola
nel periodo 1896-1909 lattività della Montessori è interessante,
oltre che per cogliere il pensiero della dottoressa nei primi anni della
sua attività, anche per comprendere meglio il testo che la farà
conoscere in tutto il mondo.
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